"Il Signore dei lupi" è un romanzo di Alexandre Dumas. È da tempo assente dagli scaffali e rappresenta una delle prime apparizioni della figura del lupo mannaro nella letteratura moderna, oltre a riuscire ad alternare l'orrore improvviso con momenti di gustosa commedia. L'ambizioso zoccolaio Thibault si trova a stringere un patto con il diavolo, che gli si presenta sotto forma di un immenso lupo nero: da quel momento in poi avrà la facoltà di far del male a chiunque, soltanto desiderandolo. Ben presto però il diavolo gli presenterà il conto da pagare: Thibault verrà così lentamente trasformato in un licantropo, capace di comunicare con i lupi della foresta e di servirsi di loro per le proprie malefatte. La guerra tra la gente del villaggio e Thibault, il terribile lupo mannaro, non potrà più essere rimandata.
"L'iniziazione di un uomo" è il primo libro di John Dos Passos. Come molti altri giovani americani della sua generazione, Dos Passos parte volontario per la prima guerra mondiale, ansioso di contribuire alla lotta, desideroso di azione e di avventura. Ben presto però si renderà conto del vero volto della guerra: dolore, morte e distruzione lo segneranno profondamente, e al suo ritorno scriverà questo suo primo lavoro, dove non solo denuncerà gli orrori della guerra, ma anche il capitalismo che l'ha creata e alimentata, oltre all'isolazionismo americano.
"Il secondo amante di Lucrezia Buti", elaborato in un intenso trimestre di scrittura tra maggio e luglio del 1924, è l'unico testo autobiografico - in senso proprio - di Gabriele d'Annunzio adolescente: ambientato a Prato, infatti, nel quadriennio in cui il giovane Gabriele compie i suoi studi superiori al liceo Cicognini (1876-1880), il testo narra della vita quotidiana del convittore e delle sue prodezze di studente poco avvezzo all'ordine ed alla disciplina. Il racconto si snoda tra insubordinazioni ai professori e al personale scolastico, gare retoriche e oratorie, incursioni notturne nei laboratori della scuola e scorribande nelle vie cittadine, a caccia di giovani fanciulle per sperimentare i piaceri di una intraprendente sessualità, alternando riflessioni sulla propria arte di scrittore e di ineguagliabile artefice della parola. L'adolescenza del poeta si rivela così una sorta di paradigma indiziario di una precoce eccezionalità d'uomo e di artista, come la storia biografica e letteraria di Gabriele D'Annunzio ha poi dimostrato.
"Ferite a morte nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. Ho letto decine di storie vere e ho immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza. Così mi sono chiesta: 'E se le vittime potessero parlare?' Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. Desideravo farle rinascere con la libertà della scrittura e trasformarle da corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile, con l'ironia, l'ingenuità e la forza sbiadite nei necrologi ufficiali. Donne ancora piene di vita, insomma. 'Ferite a morte' vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi. Ma non mi sono fermata al racconto e, con l'aiuto di Maura Misiti che ha approfondito l'argomento come ricercatrice al CNR, ho provato anche a ricostruire le radici di questa violenza. Come illustrano le schede nella seconda parte del libro, i dati sono inequivocabili: l'Italia è presente e in buona posizione nella triste classifica dei femminicidi con una paurosa cadenza matematica, il massacro conta una vittima ogni due, tre giorni." (Serena Dandini)
Il diavolo in persona sembra abitare il castello abbandonato che da tempo immemore incombe sul piccolo villaggio di Werst, abbarbicato tra le montagne della Transilvania, isolato da sempre dal mondo esterno. Presenze minacciose, urla sovrumane e apparizioni demoniache minacciano i suoi abitanti. Il giovane conte Franz de Télek promette di liberare la cittadina da questa ossessione, cercando di opporre la propria razionalità alle forze del male e alla superstizione degli uomini. Ma anche lui si dovrà scontrare con i limiti della ragione quando, nelle profondità del castello, si troverà di fronte al suo unico amore morto da tempo.
"Typee. A peep at Polynesian life" è il romanzo d'esordio di Herman Melville, il quale si impose all'attenzione del pubblico e della critica. Fu da subito un caso letterario, e fino alla seconda metà del Novecento era considerato il suo capolavoro. Molto più di un affresco esotico e picaresco, "Typee" è un romanzo "vero" fino quasi a confondersi con la cronaca, è insieme opera biografica, inno alla natura, diario avventuroso e trattato antropologico. Si narrano le gesta realmente accadute al mozzo ventitreenne Herman Melville e al suo fedele amico Toby, che dopo oltre un anno e mezzo di navigazione sulla baleniera Acushnet decidono di disertare nel mezzo del Pacifico, sulle isole Marchesi, un paradiso terrestre di cui però conoscono pericoli e avversità: è un eden abitato da terribili tribù cannibali. In "Typee", l'avventura e il reportage, le sofferenze fisiche e il terrore dell'ignoto si svolgono sempre sullo sfondo dell'incontaminata società polinesiana, incorrotta, libera e felice, che Melville coglie durante il suo lento annientamento per mano della feroce e ipocrita colonizzazione occidentale.
Nel 2010 ricorre il quinto centenario della morte di Santa Caterina da Genova. "Madonna Caterinetta", come affettuosamente veniva chiamata nella sua città, è stata una donna straordinaria per il coraggio dimostrato nell'assistere gli ammalati incurabili. Caterina fu anche una grande mistica, che ricevette speciali rivelazioni da parte di Dio. Fu maestra di spiritualità e ispiratrice della riforma della Chiesa, attraverso la confraternita del "Divino Amore".
Il volume ripercorre l'esperienza del "Cardinale del sorriso", a capo dell'arcidiocesi di Genova per quattro anni, attraverso il rapporto instaurato con i genovesi e alcune testimonianze di quanti lo hanno accompagnato nello svolgimento di questo ruolo. La sincerità dei modi e lo sguardo diretto lo hanno reso molto lontano dagli stereotipi che molti hanno degli alti prelati. Poco alla volta, incontrandosi con i suoi sacerdoti e i suoi fedeli, il cardinale del sorriso si è fatto amare dall'intera comunità. La terza edizione è ampliata con un nuovo capitolo sull'incarico di Segretario dello Stato Vaticano, che sua Eminenza Tarcisio Bertone è stato chiamato a ricoprire da Papa Benedetto XVI, ad inizio estate 2006.