La Vita Hieronymi Savonarolae, scritta in latino nei primi decenni del 1500, è maturata in un ambiente di discepoli e sostenitori del frate. La biografia è un'opera complessa in cui apologia e narrazione agiografica si intrecciano per manifestare la verità e lasciarne testimonianza ai posteri. Il Savonarola conosciuto da G.F. Pico non è solo il profeta per la riforma della Chiesa, ma è il santo taumaturgo, artefice di tale riforma. L'idea del Savonarola mandato da Dio a restaurare la Chiesa diviene esplicita nella redazione definitiva della Vita in cui è argomentato il puntuale parallelismo tra la storia di Cristo e quella di Savonarola.
Il testo, a carattere antologico, raccoglie alcuni dei passaggi più significativi riguardo al tema dell'ospitalità dello straniero nella Chiesa antica (con l'unica eccezione di una notizia sul carattere tipicamente cristiano di questa pratica, riportata da Giuliano l'Apostata). La radice di questo tema - espresso nella stessa Legge giudaica (basti pensare al significato rappresentato dal libro dell'Esodo) -, fortemente sottolineata nell'Introduzione dalla Curatrice, ha permesso il progressivo passaggio nella considerazione dello straniero da nemico a ospite. Tale acquisizione di valore nella considerazione dell'Altro, ben attestata nelle riflessioni dei primi autori cristiani, rappresenta un genuino apporto della tradizione cristiana al mondo Occidentale, oggi sempre più dimentico delle sue radici culturali
Prima opera esegetica di Ambrogio (difficoltà e soluzioni nell'interpretazione di Gen 2,8 - 3,19) che si rivela capace di utilizzare l'allegorismo di Filone in maniera originale, ed elabora una antropologia fondamentalmente serena. Prelude al dibattito agostiniano su grazia e opere, ma non guarda tanto al danno prodotto dal peccato sulla natura umana, ma piuttosto alla imago Dei, l'elemento divino. Satana non ha il potere di abbattere il nostro spirito, a meno che noi non lo vogliamo. Emerge il tema del felix culpa: il peccato ha provocato la risposta divina di un più grande amore. Il testo non è solo la riedizione economica del volume pubblicato nel 1982: è stato arricchito di un nuovo commento e aggiornato secondo le più recenti ricerche.
Dopo una introduzione che ci dà le chiavi di lettura del linguaggio di Simeone, l'antologia raccoglie estratti dai suoi scritti - brani talvolta brevi, ma densi di contenuto, altra più elaborati - cercando di presentare i temi fondamentali della sua spiritualità. Percorrendoli, entriamo nella mente e nel cuore di Simeone, nelle sue fatiche quotidiane come nella sua profonda esperienza di Dio, che egli vuole comunicare a tutti, fiducioso nella possibilità dell'uomo di sperimentare Dio, di entrare nella sua luce, nel suo amore infinito. Sono testi ricchi di spunti speculativi, teologici, mistici e morali che rivelano in Simeone l'uomo che ha scelto Dio, il mistico con la mente e il cuore fissi al cielo.
Nella raccolta antologica Le Beatitudini nel commento dei Padri Latini ritroviamo diversi maestri che con la loro passione e la loro sapienza accompagnano il credente nel tradurre la Parola nella propria vita: Ilario di Poitiers, Ambrogio, Cromazio di Aquileia, Girolamo, Agostino, Cassiano, Leone Magno, Cesario di Arles e Beda il Venerabile. Dopo una introduzione sostanziosa che dà le chiavi di lettura del linguaggio dei Padri e dei loro testi, si entra nella parte antologica tratta dalle loro opere - trattati spirituali, sermoni o commenti ai Vangeli di Matteo e Luca: brani talvolta brevi, ma densi di contenuto. Il testo, come tutti quelli della collana arricchito da indici scritturistico, dei nomi e analitico, è pensato non solo per gli studiosi di patristica e di esegesi biblica ma anche per religiosi e laici che intendano lasciarsi guidare da una riflessione approfondita sulla parola di Dio e "riscoprire" cosa significhi essere cristiani.
Chi è il Cristo per Teresa? A partire da questa domanda viene tentata una proposta di riflessione teologica, quale chiave di interpretazione del vissuto esperienziale di Teresa in cui il Cristo, Verbo incarnato glorioso, appare come unico protagonista. Dopo una ampia e articolata introduzione che mette in luce il percorso della mistica di Avila e la caratteristica peculiare della sua spiritualità, vengono presentati i brani significativi al riguardo, tratti da tutte le opere di Teresa. In otto capitoli (la ricerca di Dio, il cammino di Teresa, la sua esperienza, nell'eucaristia, cristologia riflessiva e sponsale eccetera), i testi di Teresa rivelano la sua aspirazione a conoscere Gesù Cristo, che percorre tutta la sua esistenza storica e teologica: attenzione concreta continua e contemplazione mistica, nel riconoscimento dei favori e delle rivelazioni di Gesù.
È una antologia di passi agostiniani intorno a Maria. La Vergine occupa una posizione di primo piano nella meditazione teologica e nella parenesi pastorale di Agostino, tanto che si può dire che la sostanza del culto cattolico trova nell'opera agostiniana una delle più convinte e calde affermazioni. Una densa introduzione di Pellegrino orienta il lettore sul pensiero di Agostino sulla Vergine, quale risulta dai testi, che seguono, tratti da varie opere e numerati con riferimento alle fonti. Arricchisce il testo l'indice analitico, l'indice delle fonti con riferimento alle edizioni critiche e una selezionata bibliografia, specifica del tema trattato. Il testo è preceduto da una presentazione di Eugenio Corsini, successore di Pellegrino alla cattedra di Torino: egli illustra l'opera di Pellegrino, specialmente come studioso di Agostino.
Gregorio di Nissa, con queste omelie sul Padre nostro (nella versione di Matteo), rivela l'intensità e la profondità di pensiero di uno dei più grandi Padri orientali. L'opera è strutturata in cinque parti (omelie): la prima, di carattere introduttivo, parla della necessità della preghiera e del modo di pregare. Le altre sono dedicate alle meditazioni sulle varie parti dell'orazione del Signore: "Padre nostro che sei nei cieli" (Omelia 2), "Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno" (Omelia 3); sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il pane quotidiano" (Omelia 4) e l'ultima parte (Rimetti a noi i nostri debiti ecc.) nell'Omelia 5. L'interpretazione allegorica e quella letterale si intersecano a seconda che rispondono al fine ascetico-morale dell'autore. Le omelie sul Padre nostro, nella loro relativa brevità, sono ricche di spunti speculativi, teologici, mistici e morali che rivelano in Gregorio l'uomo di pensiero, il filosofo, ma soprattutto l'asceta con la mente e il cuore fissi al cielo.
L'opera può essere divisa in tre grandi parti: la prima espone i motivi e i modi dell'amore dell'uomo per Dio; nella seconda parte sono descritti i quattro gradi dell'amore (l'uomo ama se stesso per se stesso; l'uomo ama Dio, ma ancora per sé; Dio è amato per se stesso; l'uomo non ama più se stesso se non per Dio. La terza parte è costituita dalla lettera sulla carità ai fratelli della Certosa, in cui si esamina la legge dell'amore come legge universale di ogni essere, Dio compreso.
Si tratta di quasi 100 (esattamente 97) lodi connesse con il culto della Madonna: Maria e il mistero di Cristo costituiscono il contenuto primo e originario delle lodi e del culto alla Vergine, celebrato con molteplici variazioni. Si va dal Magnificat all'Ave Maris Stella (X secolo): vi sono inni, brani di omelie, scritti di contemplazione, testi liturgici (dalle liturgie romana, bizantina, mozarabica, gallicana, ambrosiana, siriaca, visigotica, etiopica), preghiere personali. Sono testi di grandi autori cristiani conosciuti come Basilio, Agostino, Girolamo, Giovanni Damasceno e altri, come anche di autori meno noti, ma che hanno lasciato un'impronta nella liturgia e nella spiritualità mariana.
La scoperta dell’importanza di Cromazio come autore spirituale e della Chiesa aquileiese del IV secolo in campo liturgico e artistico, è relativamente recente, non solo per il
largo pubblico ma anche per gli addetti ai lavori. Il volume propone una raccolta di sermoni liturgici, attraverso i quali emerge una nitida e profonda riflessione teologica e spirituale, non aliena dalla necessità di mettere in pratica e dare stabilità ai dogmi teologici sulla natura di Cristo elaborati nel Concilio di Nicea del 325, ma non per questo lontana da una dimensione esistenziale
e un orizzonte pastorale, che animano la scrittura di freschezza e spontaneità. I temi fondamentali sono quello cristologico (Cristo, a partire dal Vangelo, viene descritto come via, pane, pastore, luce e sole, maestro) ed ecclesiologico (un’articolata simbologia, desunta dai testi biblici, concorre a rappresentare la Chiesa come casa, arca, monte delle beatitudini, mangiatoia che ospita Gesù, sposa di Cristo).
Interessante è, inoltre l’originale e critica presa di posizione rispetto all’alleanza tra Chiesa e potere politico, che in quegli anni si andava consolidando.
Il testo non è solo la riedizione economica del volume pubblicato nel 1982: è stato arricchito di un nuovo, ampio commento e totalmente aggiornato secondo le più recenti ricerche.
La spontanea freschezza della scrittura di questo testo seduce il lettore moderno, aiutandolo ad accostare un autore pur molto distante cronologicamente; la riflessione sulla Chiesa (la pace al suo interno, la vocazione universale, la funzione di sposa e madre), la sua autonomia dal potere politico, vivace per il vescovo del IV secolo, è sorprendentemente attuale.
L’AUTORE
Cromazio di Aquileia fu dal 370 membro del clero di Aquileia, importante nodo di transito tra Oriente e Occidente; fu stretto collaboratore del vescovo Valeriano e poi a sua volta primate della sede metropolitica, dal 387. Durante il suo episcopato sviluppò una vivace attività pastorale e si impegnò per la pace della Chiesa e la lotta contro
le eresie. La sua opera, scoperta solo di recente, consta di oltre 40 sermoni e 60 prediche sul Vangelo di Matteo.
I CURATORI
Padre Mauro Todde, dei Servi di Maria, è stato docente di Teologia Patristica e membro della redazione delle riviste Servitium e Marianum. Per le Paoline ha curato anche Spirito di Dio. Antologia dai Padri (Letture cristiane del primo millennio). Gabriele Pelizzari è ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano, dove tiene il laboratorio di Introduzione alla critica neotestamentaria. Dal 2013 è Direttore della collana “Letture cristiane del primo millennio”. Tra i suoi lavori si segnala Il Pastore ad Aquileia (2010).
DESTINATARI
• Religiosi; studiosi di patristica; studiosi di esegesi biblica; laici che intendano lasciarsi guidare da una riflessione a partire dalla Bibbia, decisamente attuale per la focalizzazione su Gesù e sulla Chiesa.
È la prima biografia di Caterina da Siena, scritta poco più di un decennio dopo la sua morte. L’opera di Raimondo si presenta suddivisa in tre parti con due prologhi. Le parti prima e seconda formano un’unità in sé completa e rispettano uno schema di composizione omogeneo con l’indicazione precisa, al termine di ogni capitolo delle fonti a cui l’autore ha attinto. Si comprende bene che Raimondo portò a termine soltanto a fatica la terza parte, dedicata alla morte
e alla santità di Caterina, infatti, dopo aver trattato già nel capitolo secondo delle morte di Caterina, per mantenere la struttura generale dell’opera, dovette riempire i capitoli successivi con la sua traduzione latina di parti del Libro della divina dottrina, con il cosiddetto Testamento spirituale e con storie di miracoli successivi alla morte della santa, fino a che nel capitolo conclusivo, poté ricapitolare l’intera vita. In questo capitolo inserisce un’ampia relazione della missione politica di Caterina a Firenze, che egli aveva dovuto già trattare nella seconda parte per la sua funzione narrativa». «È la vita di una santa da Raimondo conosciuta e diretta per sei anni! E quale santa!» (Taurisano). Vita ascetica, opere di pietà, estasi mistiche, opere di mediazione politica e di pace tra famiglie e stati, opera di conversione verso i grandi, papi compresi! Questa è la biografia di Caterina.
Caterina è stata proclamata “Dottore della Chiesa” nel 1970 e “compatrona d’Europa” nel 1999.
L’AUTORE
Raimondo da Capua, o delle Vigne (1330 ca. - 1399), dell’Ordine dei Frati Predicatori, divenne Maestro Generale dell’Ordine stesso nel 1380 e ne promosse una radicale riforma. Dopo fra Tommaso della Fonte fu il principale confessore e allo stesso tempo discepolo di santa Caterina da Siena, di cui redasse in latino tardo medievale la biografia (Legenda maior, 1393) che contribuì notevolmente a diffonderne il culto.
IL CURATORE
Angelo Belloni è nato a Modena e svolge il ministero presbiterale nella Diocesi di Novara. Ha conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia Università San Tommaso in Roma. Ha curato diverse pubblicazioni sulla vita le opere e la spiritualità di S. Caterina da Siena.
LA TRADUTTRICE
Antonietta Lamorte è nata a Melfi (Pz) si è laureata in lettere e filosofia all’Università di Napoli. Ha accompagnato la carriera di insegnante con quella di scrittrice e di studiosa dell’opera cateriniana. Ha pubblicato diverse opere di carattere agiografico e di spiritualità.
Si tratta della raccolta di 100 inni tratti dai testi cristiani, partendo dal Padre Nostro fino a Simeone Il Nuovo Teologo (949-1022) Si tratta di testi delle varie liturgie (romana, gallicana, bizantina, armena, siriaca, ecc.), ma anche dei grandi innografi cristiani, da Ambrogio di Milano a Paolino di Nola, da Venanzio Fortrunato a Efrem Siro, da Prudenzio a Giovanni Damasceno. Inni per la preghiera liturgica, come invocazioni, suppliche personali e espressioni di lode al Signore che nascono dal cuore dei cristiani, talvolta conosciuti, come i grandi appena citati, altre volte sconosciuti, come i testi ricavati dalle epigrafi. L'introduzione di don Berselli offre tutti gli elementi necessari per inquadrare i testi, senza ingombrare il lettore con informazioni ridondanti. Gli indici (per autori, temi, ecc.) offrono spunti per l'utilizzo personale o comunitario.
Si tratta della meditazione sulla passione di Cristo che l’autore scrive mentre è in prigione alla Torre di Londra, in attesa della condanna a morte. È un testo libero da schemi, al di là del seguire la progressione della Passione, in cui vi sono meditazioni in cui Moro sembra parlare a se stesso e brani di tipo quasi omiletico , esposti da Moro stesso o che lui mette in bocca a Gesù.
I temi sono quindi diversi: dal dovere di ringraziare Dio dopo i pasti, alla preghiera, dalla paura di fronte al martirio al sonno dei pastori, all’interrogarsi sulle ragioni della tristezza di Cristo.
Strutturato in due parti (la seconda molto più breve) in cui ogni capitoletto è preceduto dal testo evangelico che viene commentato o meditato.
rivivendo con quella di Gesù la propria agonia, Moro si interroGa ripetutaMente sulla paura di fronte a quella Morte violenta, sulla sonnolenza che ci fa riluttanti a operare il bene, sulla necessita dell’orazione per rimanere svegli.
Punti forti
Una lunga riflessione che stimola il cristiano a un atteggiamento di vigilanza e fedeltà. Pathos, argomentazione, esortazione e ironia sono strumenti letterari efficacissimi in mano a Moro
Gioca su registri stilistici diversi: dallo stile meditativo alla lucidità argomentativa quando si tratta di questioni teologiche.
Nel testo risuona la verità e la testimonianza coerente dell’autore
Destinatari
Accessibile a tutti sempre.
Cultori di Letteratura rinascimentale
Autori
Tommaso Moro (1478-1535), grande letterato e politico del Rinascimento, amico di Erasmo da Rotterdam. È il momento dell’umanesimo religioso, che produce opere come l’Utopia, che ispira movimenti di riforma nella Chiesa. Domenico Pezzini, specialista di testi ascetici e mistici del medioevo e primo Rinascimento, ha curato per noi molti testi, da Aelredo di Rievaulx a Isacco della Stella e Pietro il Venerabile, oltre che alcuni testi di spiritualità.
La tradizione apostolica è l'opera di Ippolito di Roma che ha suscitato maggior interesse. Con la Didachè è la più importante e antica delle costituzioni della Chiesa dei primi secoli. Le prime due parti svolgono in modo unitario il tema della gerarchia ecclesiastica (scelta, ordinazione, funzione) e quello della iniziazione cristiana. La terza - riservata alle norme di vita cristiana - tocca vari argomenti senza giungere a una trattazione organica e completa, fatta eccezione forse per la preghiera quotidiana
LETTERA A PROBA
La preghiera di Agostino d’Ippona
Introduzione,traduzione e note a cura di Antonio Cacciari Perché,come e quando si debba pregare:questo l’interrogativo rivolto dalla nobildonna Proba ad Agostino.Ad esso egli tenta di rispondere nelle pagine di uno scritto che è dunque occasionale,ma che resta l’unico,nella mole imponente delle sue opere,espressamente dedicato a tale argomento. In questo breve testo, chi ha già qualche familiarità con gli scritti di Agostino ravvisa i tratti caratteristici del suo argomentare,i punti nodali del suo pensiero,il suo «punto di vista» teologico,che fu personalissimo e,nel contempo,profondamente influente nella storia della cultura (non solo cristiana). Chi ancora non conosce Agostino può a sua volta,per questi stessi motivi,penetrare non superficialmente nella vastità delle sue concezioni.
AUTORE
Aurelio Agostino nasce a Tagaste, in Numidia (attuale Algeria), nel 354. Compiuti i primi studi a Madaura, li termina a Cartagine, capitale dell’Africa romana. Affascinato dal manicheismo, si aggrega a questa setta. Nel 383 passa per Roma e raggiunge Milano,dove ottiene una cattedra di retorica.Qui attraversa una profondissima crisi mistica, che si conclude con il battesimo, ricevuto dalle mani di sant’Ambrogio. È l’inizio di un cammino cristiano che continuerà poi nella sua Africa, dove ritorna dopo la morte della madre Monica. Ritiratosi a vita monastica, viene consacrato sacerdote dal vescovo d’Ippona, al quale succede nel ministero episcopale.Muore a Ippona nel 430.
Le Enarrationes in Psalmos sono l'opera più voluminosa di Agostino e comprendono il commento di tutto il Salterio. Qui si è scelto di presentare solo il commento di alcuni salmi di lode. In questa seconda parte sono commentati i seguenti salmi: 112, 134, 145, 146, 147, 150. Sono testi che Agostino ha spiegato ai fedeli: non sono nati, cioè, come esposizione erudita, ma come discorsi rivolti al popolo. Per questo, sebbene rivelino tutte le risorse del maestro di retorica, i commenti hanno un'impronta eminentemente pastorale. "La semplicità della forma e l'apparente costruzione disordinata e sconnessa di questi discorsi offrono un contenuto ricchissimo di dottrina teologica e spirituale e rivelano l'arte con cui il santo vescovo prendeva contatto personale con gli uditori; contatto dovuto alla sua straordinaria capacità di risvegliare la vita interiore dell'uomo. Ecco perché le Enarrationes in Psalmos sono ricercate e meditate ancora oggi" (dall'Introduzione).Introduzione, traduzione e note a cura di Concettina Borgogno.
Le Enarrationes in Psalmos sono l'opera più voluminosa di Agostino e comprendono il commento di tutto il Salterio. Qui si è scelto di presentare solo il commento di alcuni salmi di lode. Il fascino e i misteri del creato e la storia della salvezza in cui Dio opera e si rivela costituiscono la prima e fondamentale radice del canto di lode. Come modelli tipici sono stati scelti i salmi 134, 145, 146, 147. Altri salmi celebrano Dio come "re eterno e universale" e tra questi sono stati selezionati i salmi 94, 99, 112. E poiché centro della lode era Sion, meta dei pellegrinaggi del popolo ebreo desideroso di incontrare il suo Dio, vengono presentati come espressione di questi sentimenti i salmi 95 e 150. Completano la rosa dei salmi commentati i salmi 18, 32, 62, 91.Sono testi che Agostino ha spiegato ai fedeli. Sebbene rivelino tutte le risorse del maestro di retorica, i commenti hanno un'impronta eminentemente pastorale."La semplicità della forma e l'apparente costruzione disordinata e sconnessa di questi discorsi offrono un contenuto ricchissimo di dottrina teologica e spirituale e rivelano l'arte con cui il santo vescovo prendeva contatto personale con gli uditori; contatto dovuto alla sua straordinaria capacità di risvegliare la vita interiore dell'uomo".
La Vita di Antonio si presenta come una lettera che Atanasio invia ai monaci d'Occidente perché imitino e diffondano l'ideale monastico così come fu vissuto da Antonio. All'interno del racconto di Atanasio si possono individuare quattro fasi, quattro "fughe" che spinsero Antonio a cercare una solitudine sempre maggiore.
Con questo titolo, prosegue la raccolta antologica tratta dall'opera Le Lettere di Caterina da Siena, che raccoglie l'epistolario della santa, pubblicato integralmente da Paoline Editoriale Libri. In questo secondo volume sono raccolte le 57 lettere inviate da Caterina alle autorità politiche, civili e militari. Caterina vive gli ultimi trent'anni della cosiddetta cattività avignonese (1308-1377); tutte le lettere, in particolare quelle alle autorità politiche, fanno riferimento alla condizione del papato in terra avignonese e contengono inviti pressanti a riconoscere la legittimità del papa Urbano VI e ad abbandonare l'antipapa Clemente VII, ma contengono anche indicazioni di vita per esercitare correttamente il ruolo di governo. Caterina scrive ad alcune tra le massime autorità del suo tempo: al duca Luigi d'Angiò e suo fratello Carlo, re di Francia; a Carlo di Durazzo, re di Puglia e di Napoli; a Ludovico re d'Ungheria e sua madre Elisabetta; a Giovanna regina di Napoli. Anche alle autorità militari e civili Caterina indirizza lo stesso invito a riconoscere il papa legittimo, sottolineando la loro responsabilità nei confronti delle città che dalla loro autorità dipendono. Queste lettere presentano gli elementi della visione politica di Caterina: governo come servizio a Dio e alla società; potere e ricchezza come doni prestati da Dio a beneficio di tutti; necessità di governare e disciplinare se stessi per poter esercitare l'autorità.