In occidente la teologia ortodossa è conosciuta quasi esclusivamente attraverso la voce dei teologi russi e slavi come Bulgakov, Afanasieff, Florovskij, Evdokimov, Lossky e Meyendorff. Essa, invece, ha i suoi grandi rappresentanti anche nei teologi greci contemporanei, eredi diretti della tradizione bizantina.
La storia di questa teologia va di pari passo con la storia della nazione neo-greca e segue il suo lento e progressivo sviluppo, associato alla presa di coscienza della sua autonomia e dell’originalità della sua riflessione.
Uno dei testimoni più significativi della teologia ortodossa del XX secolo propone nel libro la posizione orientale sui temi fondamentali del Cristianesimo: la formulazione della verità e l'apofatismo, la Tradizione, la conciliarità e la cattolicità della Chiesa, la presenza dello Spirito Santo nell'ecclesiologia e nella spiritualità. Alcuni capitoli descrivono con particolare efficacia il percorso parallelo delle due teologie, quella orientale e quella latina, in particolare sulla processione dello Spirito Santo, la critica alla dottrina del Filioque, la proposta della redenzione come deificazione in opposizione al modello anselmiano della redenzione. Tra i temi anche il superamento delle opposizioni tra essenza ed esistenza e tra sacramento e profezia, la nozione teologica della persona umana e le implicazioni antropologiche del dogma della Chiesa.
Le scoperte dei manoscritti del Mar Morto e dei testi degli gnostici egiziani a Nag-Hammadi hanno permesso una svolta decisiva nella conoscenza degli sviluppi della dottrina nelle prime comunità cristiane. Alla ricostruzione del periodo arcaico della storia della Chiesa è dedicato questo volume, apparso per la prima volta in Francia nel 1958 e aggiornato dall'autore per l'edizione italiana. Danielou descrive e organizza la complessa realtà etnica, sociologica e culturale - di origine giudaico-pagana - del cristianesimo primitivo, che pima di esprimersi nelle forme dell'ellenismo ha conosciuto un'originaria espressione di struttura semantica.
Lo studio illustra la storia sociale del cristianesimo primitivo, cioè l’economia e la società del mondo mediterraneo del I secolo e del giudaismo in terra di Israele in epoca ellenistico-romana. In particolare, si sofferma sulle influenze che l’economia antica ha esercitato sulla vita degli uomini, nel quadro di un’analisi differenziata delle condizioni sociali e della stratificazione della società.
Una speciale attenzione viene rivolta alla comparazione storico-sociale del movimento di Gesù con gli altri gruppi religiosi esistenti in terra di Israele, oltre che alla collocazione sociologica e al contesto sociale delle comunità cristiane nelle città dell’Impero romano. Si descrivono, inoltre, i conflitti delle comunità cristiane con l’ambiente pagano circostante e il giudaismo della diaspora. Il volume affronta infine anche il problema dei ruoli sociali e della condizione delle donne nel mondo mediterraneo in generale e nel giudaismo e cristianesimo primitivo in particolare.
Introduzione di Ferruccio Parazzoli.
"Non ho tentato di definire la natura intrinseca dell'ortodossia, né di determinare l'incidenza dell'ellenismo sul Vangelo originario, ma mi sono contentato di esporre le dottrine in se stesse con tutta la comprensione e l'imparzialità possibile": un intento conseguito alla perfezione dall'autore, secondo l'opinione unanime degli studiosi di patristica. Nel volume l'intera materia è solcata da due grandi coordinate che ne determinano una distribuzione logica ed efficace, storicamente valida: la coordinata cronologica, che divide il pensiero preniceno da quello postniceno, e la coordinata geografica, che distingue il pensiero latino da quello greco. Il lavoro di Kelly mette bene in luce anche la continuità del pensiero teologico antico: una continuità orizzontale (lo sviluppo dei dogmi attraverso le epoche) e una continuità verticale (lo sviluppo dei dogmi al loro interno). Interessante è il metodo usato per la documentazione: per ogni autore vengono scelti i testi più significativi dei Padri, riassunti fedelmente riportando talora nella lingua originale i termini e le formule di maggior rilievo. il risultato è che si ha veramente l'impressione che siano i Padri a spiegare essi stessi con parole proprie il loro pensiero.
Il volume comprende due opere - La teologia mistica della Chiesa d'Oriente e La visione di Dio - che, considerate nel loro complesso, costituiscono una sintesi della teologia ortodossa fra le più illuminanti. Il primo testo, considerato un manifesto programmatico della Chiesa ortodossa nel mondo occidentale, è una esposizione sistematica della teologia come contemplazione di Dio ed espressione dell'Inesprimibile. Lontana dal minimizzare le divergenze dottrinali tra Oriente e Occidente, la penetrante analisi di Lossky mette in risalto gli elementi fondamentali delle posizioni dogmatiche più caratteristiche e le loro implicazioni nella teologia spirituale. Il secondo testo riprende e approfondisce i temi della prima opera e si sofferma sulla visione di Dio, senso e fine di tutta la vita della Chiesa. Qui la ricerca di Lossky mostra come il pensiero ortodosso abbia superato la dualità del corpo e dello spirito per giungere a una nozione esistenziale dell'incontro con il Dio vivente, con l'Inconoscibile che si fa conoscere.
Sommario
Introduzione (E. Lanne). I. La teologia mistica della Chiesa d'Oriente. 1. Introduzione. Teologia e mistica nella tradizione della Chiesa d'Oriente. 2. Le tenebre divine. 3. Dio-Trinità. 4. Le energie increate. 5. L'essere creato. 6. Immagine e somiglianza. 7. L'economia del Figlio. 8. L'economia dello Spirito Santo. 9. I due aspetti della Chiesa. 10. La via dell'unione. 11. La luce divina. 12. Conclusione: il banchetto del Regno. II. La visione di Dio. 1. La tradizione dei Padri e la scolastica. 2. La visione di Dio nel pensiero biblico e nei primi Padri. 3. Alessandria. 4. I Padri cappadoci. 5. I Siro-Palestinesi e san Cirillo d'Alessandria. 6. La visione di Dio nella letteratura ascetica. 7. San Dionigi l'Areopagita e san Massimo il Confessore. 8. San Giovanni Damasceno e la spiritualità bizantina. 9 La sintesi palmita. Indice dei passi biblici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Vladimir Lossky (1903-1958) è stato uno dei principali testimoni dell'incontro tra Occidente e Ortodossia che il nostro secolo abbia conosciuto. Figlio del grande filosofo russo Nicolas Lossky, dopo l'espulsione dal suo Paese si trasferì nel 1924 a Parigi dove divenne discepolo di Étienne Gilson e un buon conoscitore del Medioevo occidentale e del pensiero occidentale in genere. In questo contesto nasce e si sviluppa lo studio sugli scritti di Maestro Eckhart che egli porterà avanti per tutta la vita. Fu tra i fondatori della rivista Dieu Vivant e addetto al Centre National de la Recherche Scientifique. Nel 1945 iniziò l'insegnamento di Teologia dogmatica all'Institut Saint-Denis, di cui fu decano, e poi ai corsi pastorali organizzati dall'Esarcato del Patriarcato russo in Europa occidentale.
«Una dogmatica ecclesiale - sono parole di Barth - deve essere cristologica nel suo insieme e in ciascuna delle sue parti. Perché il suo unico criterio è la Parola di Dio rivelata, testimoniata dalla Sacra Scrittura e predicata dalla Chiesa; e questa Parola rivelata si identifica con Gesù Cristo». Helmut Gollwitzer, che ha curato e introdotto l'antologia, è riuscito a trarre dalle oltre novemila pagine dei tredici volumi della Kirchliche Dogmatik una serie di testi coordinati che esprimono esaurientemente il senso nuovo dell'impresa teologica barthiana ed espongono, con notevole precisione, le dottrine fondamentali del teologo di Basilea. L'edizione italiana è preceduta da un ampio studio monografico di Italo Mancini, che presenta una compiuta ricostruzione critica dell'itinerario barthiano e ne fissa succintamente la linea storiografica, non solo attraverso la concatenazione esegetica di quasi tutte le opere di Barth, ma tenendo anche conto delle più importanti proposte critiche di filosofi e teologi.
Sommario
Il pensiero teologico di Barth nel suo sviluppo (I. Mancini). Nota bibliografica. Introduzione (H. Gollwitzer). I. La rivelazione. II. Gesù Cristo. III. Il male. IV. La bontà della creazione. V. La determinazione dell'uomo. VI. Agape e eros. VII. Uomo e donna.
Note sull'autore
Karl Barth (1886-1968) è, dopo Lutero e Calvino, il teologo più decisivo della confessione protestante. Fu pastore nella parrocchia di Safenwil tra il 1911 e il 1921 e poi professore a Gottinga, Münster, Bonn (da dove fu espulso dal regime nazista nel 1935) e Basilea. Fra le sue opere, oltre 400, si ricordano: Der Römerbrief (1911, 1921); Die kirchliche Dogmatik (1932-1967), in tredici volumi, rimasta incompiuta; Fides quaerens intellectum. Anselms Beweis der Existenz Gottes (1931), considerato il suo discorso del metodo teologico; Die protestantische Theologie im. 19 Jahrhundert (1947).
Un ampio panorama sulla storia, gli usi religiosi e la composizione delle comunità ebraiche dal VI secolo a. C. al I secolo d. C. viene offerta, attraverso testimonianze letterarie e archeologiche, da questo volume che riunisce due importanti opere di Manns: "Il Giudaismo" e "L'Israele di Dio". Il testo propone un panorama storico soffermandosi sul Tempio, il sacerdozio, la vita quotidiana a Gerusalemme al tempo del Nuovo Testamento, gli avvenimenti importanti della vita ebraica, le feste, la Galilea, i samaritani, i farisei prima del 70, i sadducei, gli esseni, il movimento apocalittico e le correnti sapienziali. Un itinerario che consente di fare luce sulla realtà del cristianesimo delle origini e di comprendere la continuità e la rottura tra la Chiesa primitiva e la Sinagoga. Gli approfondimenti riguardano l'eredità giudaica (l'unicità di Dio, l'elezione, l'importanza della Legge), la testimonianza dei padri della Chiesa vissuti in Palestina (Giustino, Origene, Cirillo di Gerusalemme e Girolamo) e i testi rabbinici, spesso in polemica con i cristiani, con i samaritani e con i sadducei. Tre aspetti che consentono di comprendere in che modo il cristianesimo e il giudaismo hanno vissuto nei primi secoli dell'era volgare una fondamentale connessione teologica.
Pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1945, "La Sposa dell'Agnello" costituisce l'ultima parte della trilogia di Sergej Bulgàkov sulla Divinoumanità. Attraverso un rimando puntuale alle Scritture e un uso sapiente delle tradizioni della Chiesa greco-ortodossa l'autore compie un'analisi approfondita del rapporto tra Dio e l'uomo e, in particolare, dell'antinomia tra eternità e temporalità. Bulgàkov si sofferma inoltre su tre realtà strettamente connesse - la Chiesa, la storia e la morte - e sul mistero delle realtà ultime. Opera complessa, ma estremamente feconda, "La Sposa dell'Agnello" è una lettura per chi desidera approfondire dal punto di vista filosofico e teologico l'interazione tra la natura umana e divina.
Descrizione dell'opera
Il problema delle origini della Kabbalà, forma della mistica e della teosofia ebraica che sembra sorgere a un tratto nel secolo XIII, è uno dei più complessi e importanti nella storia religiosa dell'ebraismo dopo la distruzione del Tempio.
Il volume sintetizza i risultati di oltre quarant'anni di lavoro. Le accurate e sistematiche ricerche compiute dall'autore sui manoscritti del periodo arcaico non solo dissipano diffidenze troppo a lungo diffuse per pregiudizio razionalistico o entusiasmo romantico, ma rinnovano completamente gli studi sul movimento. L'approfondito lavoro filologico e storico-critico condotto sulle fonti ha consentito di rilevare che il «Séfer Bahir» - testo fondamentale della Kabbalà prima dello «Zòhar» (fine del XIII secolo) - è redatto su materiali più antichi, tutti con caratteristiche gnostiche. Proprio attraverso il «Bahir», il pensiero gnostico mitopoietico ha fatto la sua ricomparsa all'interno del giudaismo e ha caratterizzato per secoli quella che oggi, grazie agli studi di Scholem, può essere definita, religiosamente e culturalmente, la corrente più vitale e originale del giudaismo.
In antitesi a studi precedenti, l'autore sottolinea inoltre che la Kabbalà è nata da bisogni religiosi interni al giudaismo e non da apporti culturali esterni. In questo senso è espressione genuina e profonda dell'anima ebraica e differisce in modo sostanziale dalla filosofia, nella quale l'apporto greco e arabo è stato invece determinante.
Sommario
Introduzione all'edizione italiana (F. Michelini Tocci)
Prefazione.
I. Il problema.
II. Il «Sèfer Bahìr».
III. I primi kabbalisti in Provenza.
IV. Il centro kabbalistico di Gerona. Indice dei nomi.
Note sull'autore
GERSHOM SCHOLEM, nato a Berlino nel 1897 e morto a Gerusalemme nel 1982, ha aderito ancora studente al movimento sionista. Dal 1933 al 1965 ha insegnato Mistica ebraica all'Università di Gerusalemme. Tra le numerose opere tradotte in italiano: Le grandi correnti della mistica ebraica (Einaudi, 1993); Walter Benjamin e il suo angelo (Adelphi, 1978); La Kabbalah e il suo simbolismo (Einaudi, 1980), La cabala (Mediterranee, 1982); Concetti fondamentali dell'ebraismo (Marietti, 1986); Alchimia e kabbalah (Einaudi, 1995); Il nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio (Adelphi, 1998); Sabbetay Sevi: il messia mistico 1626-1676 (Einaudi, 2001); L'idea messianica nell'ebraismo e altri saggi sulla spiritualità ebraica (Adelphi, 2008); La figura mistica della divinità. Studi sui concetti fondamentali della Qabbalah (Adelphi, 2010).
Descrizione dell'opera
«Vorgrimler è tra i pionieri della generazione di teologi di lingua tedesca, per i quali era importante servire il Concilio e restargli fedeli in mezzo a tutte le burrascose contrapposizioni» (card. Franz König, arcivescovo emerito di Vienna). Il nome del suo autore è la migliore presentazione per quest'opera di immediata consultazione, alla portata di tutti e nel contempo di grande rigore scientifico. Dopo l'enorme successo del Dizionario di Teologia, tradotto in 8 lingue, Vorgrimler ne offre qui una completa rielaborazione: i lemmi sono cresciuti da 644 a 891, anche nello sforzo di riflettere il progresso della teologia degli ultimi 40 anni. In ogni lemma l'approfondimento procede per gradi: si spiega dapprima il significato e la provenienza del concetto, viene presentato il contenuto biblico, filosofico e sistematico, e infine sono suggeriti gli sviluppi storici e della teologia contemporanea.
Il taglio del dizionario, ora reso disponibile in edizione economica, è espressamente ecumenico, con particolare attenzione al rapporto tra ebrei e cristiani e al dialogo della teologia con le scienze umane.
Note sull'autore
HERBERT VORGRIMLER, nato nel 1929, ha studiato Filosofia e Teologia a Freiburg i. Br. e a Innsbruck, ed è stato ordinato sacerdote nel 1958. A Innsbruck ha conseguito il dottorato con Karl Rahner, con il quale ha lavorato dal 1950 al 1984 (tra l'altro a Lexikon für Theologie und Kirche, Konzilausgabe mit Kommentaren, Questiones Disputatae, Dialog-Zeitschrift). Dal 1968 al 1972 è stato professore di Dogmatica alla Facoltà teologica di Lucerna; dal 1968 al 1974 collaboratore del card. König al Pontificio Segretariato per i non credenti e nel 1972 ha assunto la cattedra di Rahner (Dogmatica e Storia dei dogmi) all'Università di Münster. Nel 1994 si è ritirato dall'insegnamento.
Descrizione dell'opera
«È innegabile che nella storia del cristianesimo trovi spazio un phylum, una corrente che, nonostante maree e venti contrari, ha finito col sollevare e mantenere alta la bandiera dei "condannati della terra". […] Questa corrente rivendica con forza il proprio ruolo di intima e radicale identità cristiana: sostiene che Dio è il vendicatore dei poveri; e ancora, sostiene che Dio si rivela e si "rende concreto" soltanto mediante l'uomo: in primo luogo, mediante l'uomo Gesù, e poi mediante quegli uomini che scelgono di vivere mossi dallo Spirito di Dio e di Gesù» (dalla Conclusione).
La mole di interventi e la ricchezza della tradizione cristiana sul tema dei poveri "vicari di Cristo" è tale da sorprendere lo stesso autore che ne ha raccolto i testi in antologia. Malgrado l'ampiezza del materiale presentato, quest'ultimo infatti costituisce solo una piccola parte di quanto è possibile reperire.
La prospettiva assunta dalla raccolta è quella della riflessione teologica. Ma anche consultando i testi esclusivamente come fonte di informazione storica, si tratta di un libro scomodo, difficile da accettare: i testi della tradizione cristiana sui poveri non fanno sconti.
Il volume è ora proposto in edizione economica per renderlo disponibile al più ampio pubblico.
Sommario
Presentazione. I. I PADRI DELLA CHIESA. 1. I padri greci. 2. I padri latini. II. IL MEDIOEVO. 1. L'alto medioevo. 2. Il basso medioevo. III. RINASCIMENTO E RIFORMA. Il rinascimento e la riforma. IV. ETÀ BAROCCA E CONTRORIFORMA. La riforma cattolica. V. GLI ULTIMI DUE SECOLI. 1. Il secolo XIX. 2. Il secolo XX. A. I Testi preparatori. B. Il Vaticano II e la conversione della Chiesa. C. Bilancio provvisorio del secolo XX. Conclusione.
Note sull'autore
JOSÉ IGNACIO GONZÁLEZ FAUS(Valencia 1933) è stato professore di teologia sistematica alla Facoltà di teologia di Barcellona. È stato responsabile
Descrizione dell'opera
In ogni epoca, i concili mostrano il profondo coinvolgimento della Chiesa nella storia e nel mondo del suo tempo.
Sebbene ancora oggi la ricerca storica sui concili abbia di fronte importanti interrogativi in attesa di risposta, l'elemento conciliare fa indiscutibilmente parte della struttura essenziale della Chiesa.
Sulla scia di un classico della materia quale la Breve storia dei concili di Hubert Jedin (1959), il volume - frutto delle lezioni tenute dall'autore alla Hochschule Sankt Georgen di Frankfurt a.M. - presenta in forma divulgativa un'analisi che tiene conto del lungo cammino della ricerca. Oggi è riproposto in edizione economica per renderlo disponibile al più ampio pubblico.
Sommario
Prefazione. Abbreviazioni. Introduzione. Quali concili sono ecumenici? I. L'inizio dell'istituto conciliare. II. Nicea, la sua recezione e la battaglia attorno al dogma trinitario. III. «Solo Nicea»? Da Efeso a Calcedonia. IV. Patriarcati, Chiese nazionali e fragile unità: i concili della Chiesa antica dopo Calcedonia. V. I concili papali dell'alto medioevo. VI. Sull'unità e la riforma della Chiesa: i concili del XV secolo. VII. Concilio e confessionalizzazione: il concilio di Trento (1545-1563). VIII. Concilio e principio di autorità: il concilio Vaticano I (1869-1870). IX. Concilio e aggiornamento: il concilio Vaticano II (1962-1965). Fonti e bibliografia. Indice dei nomi e delle materie.
Note sull'autore
KLAUS SCHATZ sj nasce in Renania nel 1938. Dopo studi di storia e letteratura latina, entra nella Compagnia di Gesù e nel 1974 si laurea in storia della Chiesa alla Pontificia Università Gregoriana. È professore emerito di storia della Chiesa alla Hochshule Sankt Georgen di Frankfurt a.M., dove ha insegnato dal 1975. In modo particolare si è occupato di storia della Chiesa dei secoli XIX e XX, storia del primato papale, storia della Compagnia di Gesù. Tra le sue maggiori pubblicazioni in lingua italiana: Storia della Chiesa. Epoca moderna. Volume II, a cura di L. Mezzadri (Queriniana, Brescia 1995); Il primato del papa. La sua storia dalle origini ai nostri giorni, a cura di L. Rota (Queriniana, Brescia 1996).
Descrizione dell'opera
Nella maneggevole collana «Economica EDB» viene riproposta a prezzo contenuto l'opera di un grande studioso della storia e della cultura ebraica.
Compilato e redatto nei primi secoli dopo Cristo, il Talmud è inteso dagli ebrei come dottrina orale, mentre la Bibbia è ritenuta rivelazione scritta. Come ogni testo, porta l'impronta del suo tempo, tuttavia attraverso i secoli è diventato fondamento atemporale della vita giudaica.
Nella prima parte del volume, l'autore presenta un'introduzione generale al Talmud e a quella che può considerarsi la sua "base", la Mishnah: ne descrive fonti, origine ed evoluzione storica e letteraria. La seconda parte - quella principale - propone una raccolta di testi talmudici, concisamente commentati per facilitarne la comprensione. Il criterio di scelta è letterario, al fine di mostrare la molteplicità dei generi: testi di carattere religioso normativo, racconti, leggende, parabole, proverbi, apocalissi, preghiere, lamentazioni funebri, saggi di esegesi biblica ecc...
La terza parte descrive l'accoglienza sempre più calorosa incontrata dal Talmud, fino a diventare opera centrale del giudaismo, anche se, nel corso dei secoli, non sono mancate riserve e ostilità da parte di correnti minoritarie.
Sommario
Prefazione alla traduzione italiana (A. Vivian). Introduzione. Glossario. Nota bibliografica all'edizione italiana. I. ORIGINE, NATURA E CONTENUTO DEL TALMUD. 1. Il quadro storico. 2. I rabbi. 3. La scuola. 4. La tradizione orale. 5. La Mishnah. 6. La Tosefta. 7. Il Talmud palestinese. 8. Il Talmud babilonese. 9. La logica dei rabbi. II. TESTI SCELTI. 1. La catena della tradizione (Abot I,1-18-II,8). 2. Testi halakici. 3. Testi haggadici. 4. Un'unità testuale conclusa (Jebamot 61b-64a). III. LA FORTUNA DEL TALMUD. 1. Cresce l'autorità del Talmud. 2. Il Talmud nella polemica cristiana. 3. Tra il medioevo e l'età moderna. Indici.
Note sull'autore
GÜNTER STEMBERGER (Innsbruck 1940) si è formato presso istituzioni universitarie in Austria, Gran Bretagna, Francia e Italia. Giudaista di fama internazionale, visiting professor presso università tedesche e statunitensi, membro corrispondente della Accademia delle Scienze Austriaca, dal 1977 è titolare dell'insegnamento di giudaistica presso l'Università di Vienna. La sua indagine scientifica si è concentrata sulla storia, la letteratura e la religione del giudaismo tardoantico e altomedievale.Autore di numerosi saggi e articoli sulla storia e la cultura ebraica, in italiano è stato fra gli altri tradotto il suo libro Il Midrash. Uso rabbinico della Bibbia. Introduzione, testi, commenti, EDB, Bologna 22006.
Riproposto in edizione economica, il volume raggruppa i principali simboli biblici in modo che possano illuminarsi a vicenda per affinità o per contrasto. Essi sono suddivisi per temi, ciascuno dei quali dà luogo a molteplici variazioni. Le diverse serie di segni si sovrappongono o si differenziano, determinando così l'efficacia espressiva e il fascino del testo. Non si tratta di un dizionario da consultare solo occasionalmente. Si può ricorrere al volume come lessico, per chiarire una questione particolare, ma il suo utilizzo è più ampio: chi vuole familiarizzare con l'immaginario biblico trova nelle sue pagine un cammino che delinea una visione del mondo costruita sulla base non di concetti astratti, ma a partire dalla realtà concreta che si offre all'esperienza dell'uomo.
Come diceva A. von Harnack, è impossibile scrivere una biografia di Gesù (Vita Jesu scribi nequit). Fedele allo statuto dell'indagine storica, il saggio non si prefigge di ricostruire chi è stato veramente il Nazareno, ma intende mostrare che cosa di lui è possibile dire sulla base delle tantissime fonti documentarie criticamente vagliate oggi disponibili. Da quasi tre secoli la ricerca si è infatti occupata del tema con alterne fortune, e in particolare gli ultimi decenni hanno visto fiorire studi di grande impegno e valore, soprattutto in area anglofona. Il risultato ne è stato una serie impressionante di ipotesi di ricostruzione. Nello sforzo di potere maggiormente chiarire i termini della questione e proporre soluzioni fondate, l'autore procede con rigore critico e animo sgombro da preconcetti fideistici. Sin dal titolo vuole rendere conto di una importante peculiarità degli studi attuali: Gesù era un ebreo di due millenni or sono, figlio del suo tempo e della sua terra di origine, la Galilea. Il confronto con fenomeni, movimenti e figure della terra palestinese di allora lo mostra ben inserito nel suo mondo, erede della nobile tradizione religiosa giudaica, eppure presenza scomoda che genera opposizioni tenaci e reazioni violente fino alla condanna alla morte di croce. Il volume, che nella prima edizione del 2002 ha suscitato ampio dibattito, documentato anche da stampa, radio e televisione, riconferma l'inesauribile interesse attorno alla figura di Gesù.
Per il suo valore scientifico e la sua portata, lo studio costituisce un'opera fondamentale nel campo della teologia dello Spirito Santo. Scritto nel 1936 e tradotto dal russo in francese nel 1946, prende in esame tutta la dottrina cattolica e ortodossa su un argomento vasto e controverso.
Bulgakov centra il tema facendo perno su quattro capisaldi: il posto della terza ipostasi nella Santissima Trinità; la processione dello Spirito Santo; Spirito di Dio e Spirito Santo; la diade del Verbo e dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo, dicono gli Atti degli apostoli, era la vita stessa della Chiesa primitiva. Poi, a misura che ci si allontana dalla Pentecoste, questa fede diventa sempre pi√π lieve.
Sommario
Premessa alla seconda edizione italiana. Introduzione all'edizione italiana. Al lettore. INTRODUZIONE: DOTTRINA DELLO SPIRITO SANTO NELLA LETTERATURA PATRISTICA. 1. Antichità cristiana. 2. Il subordinazionismo di Tertulliano e la filosofia stoica. 3. Il subordinazionismo cosmologico nell'arianesimo. 4. Il subordinazionismo ontologico nella dottrina trinitaria di Origene. 5. L'omousianismo nella dottrina trinitaria di s. Atanasio di Alessandra. 6. La dottrina della santissima Trinità e dello Spirito Santo presso i padri cappadoci. 7. Il sistema occidentale della teologia trinitaria e omousiana. S. Agostino. 8. La dottrina trinitaria e pneumatologia di s. Giovanni Damasceno. Conclusione. I. IL POSTO DELLA TERZA IPOSTASI NELLA SANTISSIMA TRINITÀ. 1. La trinitari età e la Terza ipostasi nella santissima Trinità. 2. La taxis o l'ordine delle ipostasi nella santissima Trinità. II. LA PROCESSIONE DELLO SPIRITO SANTO. 1. I primi tentativi del suo insegnamento: διά o et (que). 2. La teologia occidentale. 3. L'insegnamento del patriarca Fozio sulla processione dello Spirito Santo. 4. La polemica greco-latina nel XIII secolo e al concilio di Lione (1274). 5. La polemica greco-latina al XV secolo e il concilio di Ferrara-Firenze (1438-1439). 6. La dottrina occidentale e il dogma fiorentino. 7. Conclusioni generali: διά τού Υίού e Filioque. III. SPIRITO DI DIO E SPIRITO SANTO. Introduzione. 1. Nell'Antico Testamento. 2. Nel Nuovo Testamento. 3. L'ipostasi misteriosa. IV. LA DIADE DEL VERBO E DELLO SPIRITO SANTO. 1. Nella Sofia divina. 2. La diade del Verbo e dello Spirito Santo nella Sofia di creatura. V. LA RIVELAZIONE DELLO SPIRITO SANTO. 1. La kenosis dello Spirito Santo nella creazione. 2. L'ispirazione divina nell'Antico Testamento. 3. L'ispirazione in Cristo. 4. La pentecoste. 5. I doni della pentecoste. Epilogo. Bibliografia. Indici.
L'autore
SERGEJ BULGÀKOV, (1871-1944) figlio di un sacerdote e di famiglia di tradizioni sacerdotali, trascorre la fanciullezza in una fede serena, poi duramente scossa dall'educazione seminaristica e messa da parte negli anni degli studi all'università di Mosca. Si sposa nel 1898. Dal 1901 al 1906 insegna al politecnico di Kiev. Torna quindi a Mosca, dove occupa una cattedra di economia politica ed è eletto alla II Duma. Nel 1917 pubblica la sua prima e fondamentale opera teologica, La luce che non tramonta (Svet nevečernij). Riceve l'ordinazione sacerdotale nel 1918 e continua il suo lavoro di ricerca, pubblicazione e insegnamento, fino a quando nel 1921 ne viene privato, a causa della sua qualità di sacerdote. Nel 1923 viene espulso dall'URSS e dal 1925 è a Parigi, dove risiederà stabilmente come professore di teologia e decano dell'Istituto teologico ortodosso.
"Dio ha proferito la sua rivelazione nel cuore d'un mondo che è quello dello spirito greco e dell'impero romano, e la Chiesa ne custodisce la verità nell'eloquio greco del suo libro sacro e nell'eredità dottrinale che proviene dalla Roma latina. [...] L'umanesimo dei cristiani è l'amore per la Parola di Dio. E nella vicenda di quella cultura che ha offerto il linguaggio umano al Dio rivelante, esso vede la mano dello Spirito che addita il Cristo." (dalla Premessa) Secondo l'autore, nella tradizione cristiana vive e si rinnova l'aspirazione greca per il mito e per il mistero che in esso si rispecchia, ed è in ciò che si ritrova il messaggio più autentico dell'antichità classica, nutrimento all'indigenza in cui attualmente si vive, quali barbari odierni, e insieme il farmaco che può aiutare a guarire.
Classico della letteratura teologica contemporanea, l'opera, uscita in due volumi nel 1930 e 1936, è una ricerca che si propone di individuare il «motivo di fondo» di tutto il cristianesimo e lo coglie nell'agape neotestamentaria. Secondo Nygren l'agape è infatti il libero, assoluto, immotivato amore di Dio per l'uomo che non cerca i giusti, ma i peccatori, fino a sacrificare per essi il suo Figlio, Gesù. E la risposta dell'uomo a Dio non è l'amore dell'uomo per Dio, ma l'amore egualmente disinteressato per il prossimo. Di questo tema Nygren cerca di seguire la storia lungo la vicenda cristiana, in quella che gli appare la difficile dialettica con un amore tutto diverso, ascensionale, dell'uomo verso Dio e verso la divinizzazione dell'uomo, l'eros, come è stato inteso nella grecità, da Platone ai platonici tardivi.
Eros e agape: motivi antitetici della vicenda di fondo del cristianesimo, nei quali confluiscono i vari tentativi di sintesi fra i due, fra cui primeggia quella della caritas di Agostino e dei medievali. Si tratta di tentativi ritenuti tuttavia non accettabili da Nygren, in quanto eros e agape non sono per lui conciliabili né riducibili a sintesi. Soltanto con Lutero, che dissolve le contraddizioni della caritas agostiniana, egli ritrova la riaffermazione vigorosa dell'agape neotestamentaria.
Nel suo radicale dualismo di eros e agape, il volume ripropone perentoriamente il problema della natura cristiana dell'amore.
Sommario
Introduzione all'edizione italiana (F. Bolgiani). Prefazione alla 1a edizione. Prefazione alla 2a edizione. I. I DUE MOTIVI DI FONDO. Introduzione: Il rapporto tra eros e agape. 1. Il motivo dell'agape. 2. Il motivo dell'eros. 3. Il contrasto fondamentale tra eros e agape. II. IL CONFLITTO TRA I DUE MOTIVI. Premessa. Introduzione. 1. Nomos, eros e agape: i conflitti nella Chiesa antica. 2. La sintesi nella «caritas». 3. Il cammino dell'eros fino al Medioevo. 4. La dottrina medievale dell'amore. 5. Il rinnovamento del motivo dell'eros nel Rinascimento. 6. Il rinnovamento del motivo dell'agape nella Riforma. Conclusione. Indici.
Note sull'autore
ANDERS NYGREN (1890-1974) è uno dei maggiori rappresentanti della teologia luterana svedese. Formatosi come filosofo della religione, si è interessato di teologia sistematica applicata all'indagine storica dei «motivi di fondo» del cristianesimo. Vescovo luterano di Lund, dal 1949 al 1958, ha lavorato anche nel campo dell'ecumenismo luterano, partecipando attivamente a tutte le iniziative unionistiche mondiali, riorganizzando le Chiese luterane degli Stati Uniti e presiedendo, dal 1947 al 1952, l'Alleanza mondiale delle Chiese luterane. Oltre a Eros e agape ha pubblicato numerosi altri scritti, fra cui Fondamenti scientifici della dogmatica (1922), Etica filosofica e cristiana (1923), La Lettera di san Paolo ai Romani (1944), Cristo e la sua Chiesa (1955), Agostino e Lutero (1958), Essenza del cristianesimo (1960), Il significato della Bibbia per la Chiesa (1963).