La laicità della democrazia - sostiene Rusconi, confrontandosi con autori classici e contemporanei e con alcuni documenti ecclesiastici - coincide con lo spazio pubblico in cui tutti i cittadini, credenti e non credenti, confrontano i loro argomenti e seguono procedure consensuali di decisione senza far prevalere, in modo autoritativo, le proprie certezze o verità di fede. 'Come se Dio non ci fosse' è la formula per esprimere questa concezione radicale di laicità: il postulato dell'autonomia razionale dell'uomo e della donna. Ciò che conta in democrazia è la capacità di reciproca persuasione, non la presunzione di avere certezze assolute.
In questo libro Jonas prende posizione sui grandi temi che l'hanno occupato nella sua lunga vita di studioso. Ciò che si trova sparso nelle sue diverse opere, viene qui riunito per la prima volta: la sua filosofia giovanile, e quella della maturità, le sue ricerche sullo gnosticismo e quelle sulla filosofia della natura e della responsabilità. A collegare il tutto sono il concetto di filosofia e il linguaggio accessibile a tutti.
L'autore ricostruisce l'evoluzione dei rapporti tra parole e immagini nel Web, ipertesto a scala globale, e ne analizza lo sviluppo dal punto di vista del "lettore interattivo" e da quella dell'autore ipermediale, segnalando confini che cadono e ruoli che si mescolano in maniera positiva suggerisce anche i contenuti di una possibile alfabetizzazione di rete, non tecnica, ma cognitiva: per gli adulti e per i più giovani.
La filosofia deve tornare all'impegno. Si tratta di un impegno più esigente di qualsiasi rivoluzione, capace di trasformare ogni individuo non in un ottenebrante "noi" (foriero di verità parziali quanto pericolose), ma in un "tu" per l'altro. L'etica del tu è dunque ancora una volta, per Flores, un'etica senza fede ma basata sull'in-certezza della verità che, sola, può sottrarre l'individuo alla narcosi della Verità-una. Entro questa prospettiva di ricerca, in cui la battaglia etica si traduce in lotta per salvaguardare di volta in volta i diritti dell'individuo, si collocano i saggi dell'autore sulla libertà e sulle virtù di una nuova cittadinanza politica che restituisca alla democrazia un valore non formale ma sostantivo.
L'identità dell'architettura europea esiste veramente? E, soprattutto, è ancora data un'idea di Europa o sarebbe più giusto parlare di cultura occidentale? E infine: c'è ancora spazio per la memoria collettiva, in un mondo dove la realtà si dissolve in immagine? La risposta di Vittorio Gregotti.
Quattordici saggi che risalgono agli anni 1989-98. Sin dal titolo, l'autore ribadisce la propria convinzione che per giungere a una sia pur limitata comprensione della nostra imperscrutabile realtà, un pensiero lineare sia di scarsa utilità. Il tempo e la storia, afferma nel saggio introduttivo "Sulla pasta sfoglia del tempo", non procedono lungo una linea retta, ma sono paragonabili, appunto, alla pasta sfoglia, formata da numerosi, finissimi strati, tanto sottili che risulta difficile distinguerli. Alcuni dei saggi proposti all'epoca della pubblicazione suscitarono forti controversie. Gli interventi riguardano politica, storia, cultura, sociologia.
Il libro si propone di entrare nello spazio di un "luogo comune". Dopo la dichiarazione del Presidente della Repubblica, infatti, i termini di par condicio sono diventati occasione per ogni tipo di sproposito ed equivoco. Nel concetto articolato di par condicio sta invece racchiusa un'idea fondamentale della democrazia, quella che, garantendo i meno potenti, mantiene il regime in uno stato di accettabilità, sia pure da sottoporre continuamente a verifica. Il termine tuttavia, non è solo una parola d'ordine; esso implica, al contrario, tutta una serie di regole e di comportamenti che il libro aiuta a capire, non solo per l'immediato, ma anche per il futuro della vita politica nazionale.
Nel giugno-luglio del 1996, circa sei mesi dopo il primo viaggio in Serbia, Handke compie, con gli stessi compagni di allora, un secondo viaggio, spingendosi questa volta anche oltre la Drina in territorio bosniaco e raggiungendo Srebrenica, teatro di uno dei più spaventosi episodi della "pulizia etnica" perpetrata da Karadzic. Gli spunti polemici dell'autore sono rivolti in particolare contro la manipolazione della realtà da parte dei mezzi di comunicazione di massa. Handke cerca l'"altra realtà delle cose". Anche in questo libro prosegue inoltre il suo discorso poetico pur affrontando un tema all'apparenza lontano da quelli da lui trattati abitualmente.
Nel Nord vi sono 67,9 imprese ogni 1.000 abitanti, la dimensione (molecolare) è di 4,9 addetti per impresa. Secondo i dati del CENSIS, di queste solo il 18,5% sono imprese manifatturiere e, sul totale di queste, il 13,7% sono imprese di servizi alle imprese. Bonomi intende sfatare alcuni luoghi comuni, illustrando come grande fabbrica e pubblica amministrazione occupino ormai una minima parte del popolo dei produttori del Nord. E quanto questo nuovo capitalismo, che si definisce "molecolare", abbia nel lavoro "sommerso" e invisibile il suo paradigma.
Al centro della sua riflessione l'autore mette un problema di cultura politica: l'evoluzione del vecchio partito è stata rapida, ma le linee di fondo di una ricerca non sono state ancora chiarite a sufficienza. In una parola: l'identità della sinistra non è diventata più nitida. Il cuore della sinistra resta quell'insieme di partiti e di movimenti che fanno capo storicamente all'eredità della tradizione comunista italiana. Al tempo stesso questa eredità si confronta e si intreccia con le esigenze e le prospettive di una più complessiva "rivoluzione democratica italiana". Di quale natura saranno i processi politici destinati a governare l'Italia oltre la fine del millennio lo decideranno vicende e destino di comprimari di diversa origine.
Una analisi della linea politica del PCI e poi del Pds, negli ultimi vent'anni: la crisi strategica di una sinistra chiamata a fare i conti con una complessa mutazione economica e sociale.
I diritti degli uomini dipendono dalla legge? E le esigenze della giustizia che cosa hanno a che fare con essa? La risposta a quanto è davvero fondamentale non si trova nella "Babele di lingue" delle costituzioni, dei codici o delle sentenze. Occorre un confronto con le idee generali e con il pluralismo degli universi culturali, etici, religiosi e politici che caratterizzano e complicano la società attuale. Il diritto mite è una proposta pacifica e democratica. Ripercorrendo la storia europea, dallo Stato di diritto dell'Ottocento allo Stato costituzionale di oggi, il libro mostra come le norme del diritto non possano più essere né espressione di interessi di parte né formule per concezioni universali e immutabili che qualcuno impone.
Il 29 dicembre 1991 il ministro algerino dell'Interno entra nella sala stampa e annuncia sbigottito i primi risultati della consultazione elettorale: si delinea una clamorosa e imprevedibile vittoria degli integralisti islamici del F.I.S. Dopo ventisei anni di un regime a partito unico, le prime elezioni democratiche vedono l'affermazione di un movimento che vuole introdurre una nuova forma di dittatura. E' a partire da questo evento, verificatosi paradossalmente nel paese arabo più occidentalizzato, che prende le mosse la riflessione dell'autore. Sul filo di una narrazione che è insieme testimonianza personale e analisi, Mimouni ricostruisce la storia recente del potere politico in Algeria.