Nella costruzione dell'Antropologia religiosa da parte di Julien Ries, studioso delle religioni mediterranee e mediorientali, l'incontro con la preistoria è stato particolarmente proficuo. Sia con quella che oggi chiamiamo paleoantropologia, e cioè lo studio delle origini dell'uomo, riconosciute dalla metà del secolo scorso a oltre 2 milioni di anni fa, sia con l'esplosione degli studi sull'arte rupestre dell'ultimo Paleolitico e del Neolitico a partire da 40.000 anni prima di Cristo. Questo volumetto concerne anzitutto le culture e le civiltà prima della nascita delle cosiddette "grandi religioni", ma i segni dell'homo religiosus, e cioè le costanti del sacro simbolo, mito e rito -, sono già evidenti. Si tratta di una straordinaria evidenza a livello simbolico e rituale, anche se non abbiamo il racconto mitico trasmesso per iscritto. Il tema della vita dopo la morte appare da plurime tracce. L'uomo religioso di centinaia di migliaia di anni fa cura le sepolture dei suoi defunti con fiori, oggetti e segni che devono accompagnarli nella vita in un altro mondo.
Questo volume (circa 600 colonne, 45 voci) è dedicato alla trattazione dei fenomeni religiosi che si sono sviluppati nel continente nuovissimo dell'Oceania, cioè in Australia e nelle numerosissime isole che punteggiano l'Oceano Pacifico. Si tratta di un territorio che per la sua storia culturale ha fornito un contributo particolarmente ricco alla ricerca etnologica e antropologica (sia sul piano della documentazione sia su quello della teorizzazione) e che ancora oggi propone, nelle sue più remote propaggini, alcune sorprendenti scoperte. Il volume, dunque, tratta soprattutto di fenomeni religiosi di popolazioni aborigene che fino ad alcuni decenni fa vivevano ancora "a livello etnologico". Ma di queste popolazioni opportunamente analizza anche il faticoso e spesso tormentato ingresso nella modernità, che si sta ancora realizzando fra tragiche perdite di identità e orgogliose rivendicazioni delle radici culturali. Complessa e significativa è infine la storia della diffusione in Oceania del Cristianesimo (cattolico e protestante), dai primi tentativi missionari fino all'attuale organizzazione delle Chiese e allo sviluppo di nuove esperienze religiose
Questo volume (circa 500 colonne,
70 voci) della Enciclopedia delle religioni,
è dedicato alla trattazione dei
fenomeni religiosi, o variamente legati
alla religione, che si sono sviluppati
nell’Africa. Il Dizionario ha natura
notevolmente composita e variegata a
causa, naturalmente, della particolarità
della vicenda storica del continente.
Poiché si tratta di precocissimi e ripetuti
incontri fra le tradizioni religiose
native e le grandi religioni missionarie
dell’umanità, provenienti dall’esterno,
l’indice che in questo volume si propone
alterna, grandi voci che trattano
delle tradizioni religiose dell’intero
continente o di sue ampie parti a voci
che trattano della presenza in Africa delle grandi religioni
monoteistiche, fino a voci più specifiche dedicate alle religioni
propriamente africane di singole popolazioni o gruppi di popolazioni. Ma sono altresì
presenti voci che trattano delle principali
figure divine oggetto delle credenze
delle popolazioni africane,
accanto alle biografie dei tanti profeti
e fondatori di culti millenaristici o di
Chiese indipendenti (talora influenzati
dalle religioni tradizionali, talora
dal Cristianesimo o dall’Islam) che
hanno punteggiato in modo particolarissimo
la storia religiosa del continente.
Si aggiungono, infine, alcune
voci dedicate alle particolari espressioni
africane di fenomeni o concezioni
universalmente diffusi nel mondo
delle religioni (Anima, Iconografia,
Magia, Maschere, Musica, Regalità,
Stregoneria, Teatro, Trickster) e qualche voce che descrive
fenomeni religiosi tipicamente ed esclusivamente africani
(Culti di afflizione).
Mircea Eliade (1907-1986), nato a Bucarest, ha vissuto in India dal 1928 al 1932. Ha insegnato filosofia all’Università di Bucarest
dal 1933 al 1940. Addetto culturale a Londra e poi a Lisbona, nel 1945 viene nominato professore presso l’École des Hautes Études
a Parigi. Ha insegnato alla Sorbona e in diverse università europee. Dal 1957 è stato titolare della cattedra di Storia delle religioni
dell’Università di Chicago, dove nel 1985 è stata istituita la cattedra “Mircea Eliade” a lui dedicata.
Questo volume (circa 600 colonne, 120 voci) della Enciclopedia delle religioni tratta in primo luogo dei temi religiosi, o variamente legati alla religione, che si sono sviluppati nell’Europa antica. Con questo termine intendiamo riferirci a quella realtà che cronologicamente parte dalle fasi più remote della preistoria e giunge fino alla cristianizzazione dell’Europa (ma con qualche sopravvivenza - talora fino ai giorni nostri - nelle tradizioni folcloriche e in qualche zona marginale). E che geograficamente comprende l’intero continente europeo, ad esclusione del cosiddetto mondo classico (le civiltà e le religioni della Grecia antica e di Roma) e di quei mondi che variamente con quello sono entrati nell’antichità in contatto: le tradizioni religiose di questi ambiti sono state già trattate nel volume 11 di questa Enciclopedia, intitolato Religioni del Mediterraneo e del Vicino Oriente antico. Sulla base di considerazioni pratiche, ma soprattutto alla luce dell’ormai indubitabile continuità che da tempo immemorabile unisce l’Europa con territori geograficamente appartenenti al continente asiatico, ma culturalmente collegati al vecchio continente, si è allargato poi lo sguardo al mondo religioso dell’Eurasia.
Partendo dalle regioni più prossime all’Europa (quelle in cui si sono sviluppate le culture delle popolazioni Ugro-finniche e Uraliche), attraverso i mondi ormai asiatici delle religioni delle popolazioni Altaiche, si è giunti così fino all’Asia interna e alla Siberia. Il confine meridionale di questo territorio, che separa le tradizioni religiose trattate in questo volume da quelle - egualmente asiatiche - trattate nel volume 9 (Induismo), nel volume 10 (Buddhismo) e nel volume 13 (Religioni dell’Estremo Oriente), si colloca (curiosamente più o meno in corrispondenza con il tracciato dell’antica Via della Seta) una delle realtà storiche che maggiormente hanno contribuito alla realizzazione dell’unità culturale che definiamo appunto Eurasia.
In questo volume, infine, l’inclusione delle religioni dei territori dell’Artico, che appaiono diffuse con caratteri sostanzialmente omogenei in Europa, in Asia, ma anche nell’America settentrionale, ha comportato uno sconfinamento nel Nuovo continente.
Il volume presenta il buddismo nella sua genesi e nel suo sviluppo storico. Una serie di voci, ampie e articolate, mette in rilievo i principali aspetti della tradizione letteraria, rituale, cultuale, mitologica, giuridica e della riflessione teorica del buddismo.
Il volume (circa 1.000 colonne, 175 voci) presenta l'Induismo nella sua genesi e nel suo sviluppo storico. Una serie di voci mette in rilievo i principali aspetti della tradizione letteraria, rituale, culturale, mitologica, giuridica e della riflessione teorica induiste, nel quadro della storia della critica filologica e antropologica. Notevole spazio viene riservato alle divinità del pantheon induista (ad esempio le voci Brahman, Isvara, Krishna, Manu, Rilma, Vishnu, Yama), allo sviluppo religioso nelle varie regioni del subcontinente indiano.
250 voci presentano, in modo complesso ed esauriente, la religione ebraica nel suo sviluppo storico. Ne vengono forniti i principali aspetti della tradizione letteraria, rituale, giuridica, teoretica nel quadro dell'esegesi e della critica filologica. È dedicata una particolare attenzione alle correnti del pensiero ebraico moderno e contemporaneo.