La Bibbia è il libro dei sentimenti e delle emozioni e, come uno specchio, riflette il nostro mondo interiore e aiuta a leggerci in profondità. Nella Scrittura la dimensione emotiva è debordante. Essa presenta il credente come un essere sensibile che prova sensazioni ed è segnato da affetti, legami e relazioni. L'apatia non è una virtù biblica, mentre è fortemente raccomandata la simpatia, cioè la capacità di relazionarsi in maniera positiva e costruttiva. Pinto non solo aiuta a leggere in modo profondo alcune significative pagine bibliche, ma soprattutto invita a lasciarsi leggere dalla Scrittura. In nove capitoli disegna un'anatomia degli affetti e fornisce gli strumenti per un discernimento personale e comunitario, nella convinzione che raccontare i sentimenti e le emozioni della Bibbia permette di trovare una fonte di ispirazione e di nutrimento per la fede e per la vita pastorale.
Definito uno dei testi più scandalosi dell'Antico Testamento, pessimistico e persino ateo, il libro del Qoelet è in realtà un testo provocatorio che vuole risvegliare nei suoi lettori una fede autentica per entrare così nella complessità della storia senza lasciarsi vivere dalla storia stessa. In questo orizzonte, come ha scritto André Barucq, dalla sua lettura si esce adulti o almeno pronti a diventarlo. Qoelet insegna anche a guardare in faccia la realtà, dando un nome preciso a tutte le inconsistenze che la attraversano, a tutti i vuoti che la caratterizzano. Educa a estirpare i luoghi comuni, a intraprendere un cammino di purifi cazione dalle illusioni sempre risorgenti. E in questa operazione non fa sconti a nessuno. Le sue attualissime pagine risuonano come un forte invito a cercare nel quotidiano il senso della misura, vero rimedio all'insipienza degli eccessi, e a trovare quella sapienza che consente di vivere in un mondo che talora appare come un vero e proprio teatro dell'ingiustizia, se non dell'assurdo.
In un tempo segnato da un forte ripiegamento nell'individualismo, che coinvolge anche l'ambito della spiritualità, è opportuno riscoprire la rilevanza della dimensione comunitaria. D'altro canto, è nella preghiera che un'assemblea cristiana prende coscienza di essere popolo redento dal Signore Gesù Cristo e si sente spronata a edificarsi nell'unità. Questa duplice convinzione ha ispirato l'autore nella riflessione sui testi che Luca, autore del terzo vangelo e degli Atti degli apostoli, dedica alla preghiera. La memoria delle origini è un'opportunità preziosa non solo per ricordare in che modo la cristianità antica lodava, ringraziava, supplicava il Signore, ma soprattutto per evidenziare la centralità della preghiera nella vita della comunità e nella sua attività missionaria. Nella prospettiva lucana, essa non è un pio esercizio di devozione né un obbligo in ossequio alle prescrizioni della tradizione giudaica: è vita. Per questo i cristiani primitivi come quelli contemporanei non ne possono fare a meno, perché non possono fare a meno di vivere.
Il volume intende introdurre alla figura e alla teologia di Geremia. Lo fa ricorrendo al genere letterario dell'intervista, nella prima parte; e al genere letterario, più argomentato, delle Introduzioni, nella seconda. Il volume permette una conoscenza del profeta più importante dell'Antico Testamento in poche pagine. Lo stile dell'intervista permette una lettura agile; la competenza dell'autore permette un'esplorazione sicura. Il volume si rivolge a quanti, sprovvisti di una formazione biblica articolata, vogliono fare conoscenza con il profeta Geremia. Molte informazioni in poche pagine: l'ideale per membri di gruppi biblici e per quanti desiderano iniziare un primo approccio a questo profeta.
Perché un nuovo libro sulla lectio divina? C’è ancora altro da dire sul suo significato e le sue tappe? Perché, come ben evidenzia Goffredo Boselli nella prefazione, questo libro non propone semplicemente una nuova introduzione alla lectio divina, ma accompagna il lettore nella scoperta di come Gesù stesso nella sinagoga di Nazaret ha letto le Scritture. Il cristiano, infatti, è chiamato a leggere le Scritture come Cristo le ha lette, ad imparare da lui mettendosi alla scuola della Parola che legge le Scritture.
Per questo, l’autore non sceglie un brano evangelico tra i tanti possibili per iniziare all’arte della lectio sancti evangelii, ma sceglie quel brano in cui l’evangelista Luca codifica la lettura cristiana delle Scritture.
Un libro che non insegna unicamente un metodo ma che, attraverso la lectio divina, vuole educare a gustare e a vivere il Vangelo.
Il libretto si concentra sulle tre figure di riferimento del tempo liturgico dell’Avvento: Giovanni il Battista, Giuseppe, Maria. Giovanni il Battista, con la sua predicazione, esorta i credenti alla ricerca dell’essenziale e a vivere le esigenze del Regno con una scelta radicale che coinvolge ogni ambito dell’esistenza. Giuseppe di Nazaret, con la sua obbedienza silenziosa, rappresenta il modello del credente che, davanti alla novità di Dio, impara ad attendere la sua volontà, senza decisioni frettolose. La Vergine Madre è la porta dell’Avvento, la figura più vicina al Figlio fatto uomo. Nel canto del Magnificat Maria mostra la radice della sua beatitudine: la sconfinata fiducia in Dio e la sua umiltà. Inoltre, nel mistero del Natale, appare mentre custodisce e medita gli eventi del Figlio. Il volume si rivolge a quanti lavorano nell’ambito della pastorale (biblica, liturgica ecc.) e a quanti sono interessati a un cammino spirituale.
Con la pubblicazione dell'esortazione apostolica Evangelii gaudium il Santo Padre Francesco ha consegnato alla Chiesa il manifesto programmatico per una riforma che non riguarda semplicemente le istituzioni o le strutture, ma prima di tutto la persona. Nel discorso inaugurale del Convegno Nazionale della Chiesa Italiana a Firenze egli ha indicato alcune linee fondamentali affinché la comunità ecclesiale possa riscoprire in Cristo la fonte e il modello dell'autentico umanesimo. Tali indicazioni sono state poi declinate nella successiva esortazione Amoris laetitia, nell'enciclica Laudato si' e nella recente esortazione Gaudete et exsultate. Il presente volume, oltre a indicare e approfondire le due linee guida dell'Evangelii gaudium, individuate nel primato del dono e nella riforma del cuore, ripercorre l'itinerario biblico del Vangelo secondo Matteo come un cammino di «riforma della persona». Matteo il pubblicano vive in sé il cammino di conversione da una vita incentrata sul potere e sul denaro al primato del dono, nel diventare testimone e apostolo del Cristo risorto. Questa riforma della sua persona avviene nell'incontro con Gesù di Nazaret. Un incontro che ha permesso al peccatore Matteo di riformare la sua vita, di trovare l'autentica fonte della gioia. Con un'intervista eclusiva a Papa Francesco.
In nove capitoli il volume presenta i principali ritratti di “chiamati” nel Nuovo Testamento. Offre la base biblica per riflettere sul mistero della vocazione personale e comunitaria, e fornisce i criteri principali per un corretto discernimento.
I vari personaggi sono presentati dapprima fornendo le coordinate storico-bibliche (con frequenti riferimenti all’Antico Testamento, specialmente ai grandi chiamati
nella storia d’Israele), poi le caratteristiche tipicamente vocazionali della loro vita, evidenziando gli elementi più significativi anche in vista della trasposizione e applicazione nel vissuto personale del lettore. Al termine di ogni capitolo si forniscono ulteriori spunti di riflessione e attualizzazione, e una bibliografic a minima per l’approfondimento.
Il taglio è divulgativo, anche se fondato sugli ultimi studi
in campo biblico. Si punta a far emergere le domande, specialmente nei risvolti esistenziali e spirituali.
I destinatari sono giovani, universitari, parroci, animatori di gruppi giovanili, operatori (accompagnatori) vocazionali, religiose/i, seminaristi e formatori nei seminari.
Trovare, dopo aver speso tempo ed energie per cercare, è il sogno di ogni uomo. Ogni giovane si definisce come creatura capace di desiderare, come domanda aperta, portatore di un sogno di felicità e di pienezza di vita… una ricerca il cui oggetto, alla fine, non è una cosa ma una Persona.
Questa ansia, questa ricerca è riletta dall’Autore alla luce di personaggi biblici, come Abramo, Geremia, il Discepolo amato, Maria di Nazaret. Tutti sono sollecitati da domande a cui non ci sono risposte preconfezionate. Proprio questo li stimola a mettersi in cammino e incontrare la gioia del Vangelo.
Attraverso una lettura sapiente dei testi biblici l’Autore mostra quanto sia fondamentale favorire un dialogo personale dei giovani con Gesù, per aiutarli a fermarsi con Lui, a dimorare con Lui, offrendo occasioni per ascoltare il proprio cuore e per specchiarsi nella Scrittura.
Ne risulta che la Parola può ispirare nuovi percorsi per accompagnare i giovani a tale incontro, passo dopo passo, perché come il Discepolo amato ogni giovane giunga a posare il capo sopra il cuore di Gesù e lì trovare risposta alle sue domande.
L’opera presenta per la prima volta le sette beatitudini dell’Apocalisse dandone una lettura unitaria e suddividendole in tre gruppi: le beatitudini del messaggio ascoltato e custodito; le beatitudini della testimonianza; le beatitudini della veste.
Molto spesso si è considerato il libro dell’Apocalisse come uno scritto costellato da catastrofi e dall’annuncio di sciagure future. In realtà, con il suo linguaggio simbolico, esso illustra il pellegrinaggio dei credenti verso il regno che Cristo ha inaugurato con il suo trionfo pasquale e offre ai credenti una chiave di comprensione degli eventi perché la loro fede sia sostenuta dalla parola della rivelazione. Questo messaggio che il libro propone è condensato nelle sette beatitudini attraverso le quali Giovanni esorta e promette, comanda e conforta, edifica e celebra; esse sono come sette pietre miliari di cui i cristiani dispongono per orientare il cammino secondo la parola di Cristo.
Il Concilio Vaticano II, riprendendo alcuni testi della tradizione patristica, ha sottolineato la sacramentalità della Parola di Dio, ribadendo come il credente, quando accoglie la Parola in un contesto liturgico, incontri sempre un volto, una presenza, un’esperienza: quella di Dio che, in Cristo, si è fatto Verbo.
Parola ed Eucarestia sono come i due occhi con i quali Dio incontra l’uomo e l’uomo incontra Dio.
Testo unico nel suo genere, il presente volume approfondisce il tema della venerazione della Parola di Dio da un
duplice punto di vista: quello dell’ebraismo e quello del cristianesimo, partendo dagli usi liturgici della tradizione ebraica e di quella cristiana.
La tradizione antica, ebraica e cristiana, non ha esitazioni in merito: la Parola è uno dei luoghi principali della Presenza di Dio e, per tale ragione, va trattata con rispetto, amore e dedizione.
Testo letterario dall’architettura elegante e cesellata, la Meghillath Ekhah (il rotolo delle Lamentazioni) si rivela un alfabeto della disperazione, una sillabazione dello strazio, un ululato che modula ciò che altrimenti risulterebbe inarticolabile. Per l’ebraismo, questa meghillah rinvia alla distruzione del Santuario di Gerusalemme e al doloroso esilio di Israele, perdurato per numerosi secoli. Per il cristianesimo, si tratta di rinvii simbolici, evocativi e prolettici, afferenti alla missione di Gesù di Nazaret. Nei secoli, purtroppo, queste pagine veicolarono anche, da parte cristiana, insegnamenti e comportamenti antiebraici. L’ebraismo contemporaneo, in generale, non ha fatto ricorso alle Lamentazioni per rileggere la tragedia della Shoah. A differenza di quanto narra il libro biblico in relazione a Israele, nessuna Chiesa cristiana ha sperimentato sulla propria pelle, a livello di popolo e di singoli individui, la conquista e la razzia, lo stupro, l’esilio, la diffamazione e il dileggio, l’annientamento e il genocidio, se non quelle armena e assira. In questo volumetto tre voci diverse ma con
cordi (una cristiana cattolica romana, una ebraica e una cristiana armena) riascoltano un urlo mai sopito.
Dopo il fortunato volume Non rimanere caduti, in cui aveva riflettuto sulle quindici malattie elencate da papa Francesco alla Curia Romana in occasione degli auguri natalizi del dicembre 2014, l'autore offre la sua riflessione su quelli che il Santo Padre ha indicato come «antibiotici» della vita cristiana. Sono dodici coppie di virtù che egli stesso ha consegnato ai suoi collaboratori della Curia Romana, sempre per la medesima circostanza, ma che diventano un vero e proprio cammino per ogni persona che è alla ricerca del volto bello dell'amore cristiano. Queste dodici indicazioni stradali, descritte nelle coppie di virtù qui proposte, ci presentano in modo concreto l'identikit del «volto bello» del servizio sul quale modellare e costruire il cammino nella Chiesa di Dio. In questo percorso a guidare è la parola di Dio: i brani biblici sono proposti nel loro significato primo e successivamente attualizzati, in quanto la Scrittura è Parola viva che ispira azioni e scelte concrete per la nostra vita.
Da un passato ormai remoto, è giunto a noi il discorso di un saggio d'Israele, in grado di illuminare, almeno in parte, la nostra scena contemporanea. Parole che irrompono proprio nel momento in cui sentiamo sul collo il fiato della fine e nell'anima quello della rassegnazione e della depressione. Il discorso di Qoelet riesce a illuminare la nostra scena contemporanea senza esserne assorbito. È specchio ma anche finestra, capace di restituirci la fragilità dell'esperienza sotto il cielo e di farlo in modo spiazzante, creando voragini nei nostri terreni consolidati e aprendo brecce nelle nostre strade senza uscita. Il pensatore della precarietà dell'esperienza umana, il testimone del venir meno di ogni sicurezza, il teorico di uno scenario "gassoso", ancor più fuggevole di quello "liquido", è allo stesso tempo il cantore della gioia di vivere. Dopo aver osservato a lungo, la sua mano configura con abilità artistica un dipinto pieno di ironia e insieme di empatia. Uno scenario in cui gli attori di sempre - il mondo, gli esseri umani e Dio - si muovono diversamente, fuori dagli schemi prestabiliti nel copione religioso noto.
Accanto a essenziali e operativi contributi teorici, il manuale presenta strumenti concreti sperimentabili e dieci percorsi dettagliati, relativi ai brani biblici maggiormente proposti nella catechesi, già pronti da utilizzare con il proprio gruppo. La modalità d'incontro di gruppo proposta in questo libro favorisce la connessione profonda tra la Parola di Dio e la vita concreta di ogni partecipante. Consente di vivere "da dentro" un brano biblico, oppure di osservare direttamente, con i propri occhi, "da fuori", il brano dal vivo, cogliendone tutti i suoi aspetti, compresi quelli emozionali. Il partecipante ha la possibilità di incontrare la Parola a partire dal riconoscere i propri più autentici bisogni e desideri legati al contenuto tematico proposto. La Parola viene comunicata con modalità che possano favorire un incontro profondo con il messaggio biblico proposto, attraverso la globalità della persona; mettendo in gioco non solo l'ascolto, ma anche l'immaginazione e le emozioni della persona. La Parola, incontrata con questa modalità, offre a ognuno un prezioso rispecchiamento della propria realtà esistenziale.
Durante un incontro con la Curia Romana, papa Francesco ha indicato quindici malattie dell'anima nei confronti delle quali ciascuno di noi dovrebbe compiere un esame di coscienza. Ma il Santo Padre, infaticabile evangelizzatore della misericordia divina, ha anche chiarito che Dio è Amore infinito e che nessuno, qualunque sia il suo peccato, è escluso dallo sguardo divino. Don Gabriele Maria Corini prende spunto dalle parole del Papa e dalle quindici malattie dell'anima da lui elencate , per proporre un percorso che attraverso le pagine della Scrittura - suggerisce delle possibili cure per le nostre infermità spirituali. Un volume pensato per chi, da solo o in gruppo, vuole dedicare un po' del suo tempo a dei proficui esercizi spirituali.
Dal primo capitolo del libro della Genesi agli ultimi versetti del libro dell'Apocalisse, la Bibbia è piena di immagini di donna. Poiché le donne ai tempi biblici erano subordinate agli uomini, i ritratti delle donne che emergono con più forza sono quelli di chi mostra un coraggio inusuale nell'andare oltre i ruoli convenzionali. Basti solo menzionare l'eroismo delle donne nei racconti della passione: le donne hanno seguito Gesù fin presso la croce e sofferto al suo fianco, hanno accompagnato il suo cadavere alla tomba e preparato gli unguenti per imbalsamarlo, sono state discepole e testimoni della crocifissione e prime testimoni della risurrezione. Da Sara a Rebecca, da Rut a Betsabea, senza dimenticare naturalmente Maria, Anna e Maria di Magdala, un ritratto - firmato da due donne - delle più importanti figure femminili presenti nelle Scritture.
"Il libro di don Pierluigi Plata è certamente un libro per tutti, credenti e non, interessati a capire meglio come il messaggio di Gesù abbia tenuto il regno animale in grande considerazione, tanto da trasformare questi ultimi in simboli ricchi di significati. Soprattutto è un interessante nuovo punto di vista per coloro che hanno utilizzato come alibi la poca attenzione della Chiesa al mondo naturale per 'usare' tutti gli animali a seconda delle proprie necessità. Personalmente, ritrovarmi a riflettere su alcuni passi del Vangelo, accompagnata per mano da don Pierluigi che accende la luce su alcuni soggetti animali per troppo tempo considerati comparse insignificanti, è stato anche motivo per ritornare sulla parola di Gesù e sui suoi insegnamenti, che ci ricordano sempre l'importanza del rispetto di tutto il creato." (Dalla Prefazione di Licia Colò)
Il male che affligge maggiormente il nostro tempo è - più di ogni altro quello che Gabriele Corini definisce come la "sciatica del cuore", ossia l'irrigidimento del cuore, sede delle scelte e dell'amore, a tal punto da renderlo arido e inflessibile. Ma quale medicina può porre rimedio a questo male? Fortunatamente Dio stesso ha pensato al giusto rimedio: la sua misericordia. Essa ci permette di guarire e ci restituisce la nostra originale capacità di amare. In questo libro, attraverso la meditazione della Parola di Dio, viene approfondito il tema dell'essenza divina della misericordia al fine di comprendere come essa sia il fondamento della nostra stessa identità umana e cristiana.
"Possiamo dire che le parabole sono la dimostrazione antropologica che Cristo era davvero uomo, perché conosceva la vita nei dettagli futili del qui e ora, perché gli erano familiari paesaggi concreti, la polvere delle strade e le acque limacciose del Giordano, perché sapeva il sapore del vino e il gusto dell'acqua del pozzo. Perché aveva un'esperienza del mondo che può avere solo chi vi ha vissuto nelle contingenze particolari del presente" (dalla Prefazione di Franco La Cecla). In questo volume, Alberto Fabio Ambrosio offre al lettore una lettura inedita di alcune tra le più belle parabole dei Vangeli, dalla perla preziosa al buon Samaritano, dal banchetto di nozze al figliol prodigo.