Scritta per un concorso indetto dall'Accademia danese delle scienze e pubblicata per la prima volta nel 1841, l'opera "Il fondamento della morale" può essere considerata come un'introduzione all'etica e alla metafisica schopenhaueriana. Situata tra le due grandi opere filosofiche di Schopenhauer, "Il mondo come volontà e rappresentazione" (1819) e "Parerga e Paralipomena" (1851), essa propone un'etica descrittiva e non prescrittiva, che all'imperativo categorico di Kant sostituisce il sentimento della compassione. Scopo della presente edizione è di riproporre, in una nuova traduzione, quest'opera di Schopenhauer, nella quale l'autore, a partire dalla critica della morale kantiana, perviene a una nuova fondazione dell'etica che trova il proprio fondamento ultimo nella metafisica.
"Stanley Cavell è un pensatore che ha ampliato i confini della letteratura e della filosofia, rinnovandone lo spirito. Le "letture" che Cavell dà di Wittgenstein, Heidegger, Emerson ci aiutano a comprenderli in modo più profondo e ci consegnano una visione di ciò che la vita e la cultura possono significare. Se dovessi consigliare a un giovane che si interroga sul futuro della filosofia e della letteratura, l'opera di un pensatore contemporaneo, gli consiglierei di leggere Cavell. 'Condizioni ammirevoli e avvilenti' è un modo magnifico per iniziare a conoscerlo." (Hilary Putnam)
In questo libro combattivo e radicale, Terry Eagleton affronta l'opera di Marx con un linguaggio semplice e diretto. In un mondo come quello attuale, caratterizzato da una pesante crisi del capitalismo, questo libro ha il merito di discutere in modo critico e diretto le accuse di coloro che rimproverano a Marx di non essere più attuale. Ma proprio il momento che stiamo vivendo conferma sempre più la verità e l'attualità del suo pensiero. Eagleton ha il merito di avvicinare a Marx anche il lettore che ha meno familiarità con le sue riflessioni, attirando un pubblico ampio, non solo di accademici.
Che cosa è l'estetica? La tesi di Christoph Menke è che non sono gli oggetti a costituire l'estetica. L'estetica non parte dai "dati estetici". È piuttosto l'estetica che deve porre in essere o "costituire" l'ambito degli oggetti cosiddetti "estetici". Il libro ricostruisce proprio come l'estetica abbia costituito i suoi oggetti nel XVIII secolo, nella riflessione di Baumgarten e di Kant e, soprattutto, come nel costituire i suoi oggetti abbia finito per trasformare i termini fondamentali della filosofia, inaugurando la filosofia moderna vera e propria.