Il testo offre un contributo nuovo e originale per applicare la Gestalt Therapy alle disfunzioni sessuali e integrare la terapia sessuale con la prospettiva gestaltica della teoria del contatto e della teoria del Sé.
L'idea gestaltica dell'autrice è che la sessualità sia ritmata dall'eros che si autoregola guando i partner diventano consapevoli dei propri corpi in relazione. Le disfunzioni sessuali sono considerate, all'interno di guesta cornice, non come uno stato patologico ma come una disfunzione nel processo relazionale dell'eros e vanno lette come blocchi corporeo-relazionali dell'intenzionalità di raggiungere l'altro.
L’intuizione gestaltica del libro di Rosaria Lisi è che l’isteria funziona come una cartina di tornasole. Se il limite di Freud era stato quello di pensare che il suo contesto culturale fosse paradigmatico e non temporaneo (e che l’isteria fosse il modello dello star male), il limite delle teorie post-freudiane è stato quello di aver pensato che l’isteria non esistesse più. Lisi ci riporta all’isteria, perché lì da dove abbiamo iniziato, dal luogo in cui ci siamo separati, si possono trarre nuovi orizzonti per la teoria e per la clinica. Dal Saggio introduttivo di Giovanni Salonia
La lettura fenomenologica dell’esperienza isterica rivaluta l’importanza di questa patologia e ci fa capire come il paziente ‘abbia sempre ragione’, anche quando ciò risulta a prima vista incomprensibile. È compito del terapeuta interrogarsi sempre e comunque in una doverosa apertura intellettuale testimoniata qui con forza e acutezza. Il libro di Rosaria Lisi è in definitiva un lavoro completo, attento e a tratti suggestivo [...] arricchisce la letteratura gestaltica (e non solo) di un notevole contributo scientifico per la comprensione dell’intervento clinico. Dalla Postfazione di Valeria Conte
La famiglia postmoderna porta avanti un progetto inedito e ambizioso: essere il luogo della piena realizzazione di ognuno e di tutti. La Gestalt Therapy, assumendo come principi ispiratori e clinici la centralità del soggetto in relazione, il corpo vissuto, il qui-e-adesso del contatto, offre chiavi di lettura e di intervento che facilitano nella famiglia la ripresa della danza relazionale, dove diventa musica il ritmo di ogni suo membro. Categorie come intercorporeità, funzione personalità, grammatica della relazione, diventano nella presentazione dell'autore strumenti terapeutici preziosi per ridare alla famiglia il sogno di una pienezza del singolo e di tutti.
La felicità passa, ma a volte ritorna. È questo il messaggio in codice che viene dalla lettura di questo libro. Come a dire che non dobbiamo deflettere, che non è mail il caso di deporre la speranza. Anche nella condizione più difficile si può farle spazio, affinchè la tanto attesa ritorni.
La follia è un terremoto dell'anima, che lascia i suoi prigionieri (o forse i suoi ospiti) feriti dall'urgenza di una domanda forte sulla sopravvivenza dell'io. Sono infatti le funzioni essenziali del sé ad essere messe drammaticamente in questione dalla mancanza del ground originario del contatto e dall'assenza di una parola capace di dire e di contenere un corpo nel mondo. È in questa ottica che la Gestalt Therapy si accosta al disagio grave: con ascolto e rispetto, accoglienza e serietà, pathos e leggerezza, dentro uno sfondo ermeneutico e clinico molto preciso. Tale sfondo - con le storie da cui esso è stato sollecitato e generato - è al centro di questo libro. I suoi autori intendono restituire qui il senso di un lungo lavorio teorico, snodatosi lungo quindici anni e consegnato ai lettori nella sua forma originaria: come un work in progress, dunque, con le sue oscurità, i suoi barlumi, le sue illuminazioni progressive. La comunità di ricerca di cui devo sapere subito se sono vivo è testimonianza e frutto ha avuto per molti anni in Giovanna Giordano un membro prezioso, un'organizzatrice instancabile, un'anima fiduciosa e gentile. Alla sua vita e alla sua memoria il libro è di tutto cuore dedicato.
Viviamo ogni giorno trasportati dall'onda inarrestabile del quotidiano. Eppure il nostro organismo è costantemente in contatto con un fondamento della vita che ci supera e ci sostiene, mentre appare al contempo strutturalmente aperto al mondo in cui accade per noi e per tutti il gioco dell'esistenza. In Gestalt Therapy il principio vitale che regge e armonizza le dinamiche dell'esserci si chiama sé, l'istanza che esprime il nostro essere collocati al confine dell'esperienza, lì dove siamo protesi verso l'altro e incontriamo l'ambiente che ci sollecita e ci nutre. Da questo punto di vista, Tra di Bin Kimura, uno dei più noti e influenti psichiatri giapponesi, può a buon diritto essere considerato come un vero e proprio trattato di fenomenologia gestaltica, dove, con un linguaggio rigoroso e concettualmente controllato, si racconta la manifestazione del sé nella concretezza del contatto intersoggettivo e interpersonale.
Si esce dalla lettura di Come l’acqua... con delle sensazioni forti, come quando si viene fuori da uno di quei fiumi rigeneratori presenti in ogni cammino di iniziazione. Il corpo che vibra e le gocce che giocano sulla pelle narrano dell’acqua che scorre, della dolcezza del fluire ritrovato, della forza che proviene dagli argini, dell’impeto come energia che attraversa gli ostacoli.
Leggendo si impara tanto su come, nella teoria e nella prassi della Gestalt Therapy, si lavora (o meglio: si entra in contatto) con i bambini. E non solo con loro. E non solo nel setting terapeutico o educativo. Perché i bambini ci aiutano a crescere. E forse, per far crescere la «nostra statura prossima» (quella di cui parla mirabilmente Mario Luzi), abbiamo bisogno di raggiungere ogni bambino ferito nel suo dolore, nella sua disperazione, e di coinvolgerlo (e coinvolgerci) nella danza relazionale che dentro il suo corpo vibra e preme per fluire. Come l’acqua...
Il volume è ispirato da un personaggio che è icona della forza gestaltica della relazione e della capacità di portare avanti fino in fondo ciò che il cuore detta: Antigone, protagonista dell'omonima tragedia di Sofocle. Sono le riflessioni di Giovanni Salonia a guidarci nei sentieri del cuore e delle vicende di questa fanciulla che, con grazia ed intensità tutta femminile, sa proclamare ad una società che si è smarrita nella insensatezza ed aridità di una logica autoreferenziale, quell'ordine degli affetti che - solo - può restituire via e vita. "Solo perché lei sacrifica i suoi affetti più cari non scomparirà nella città il diritto degli affetti". Al saggio di Salonia fanno da cornice una prefazione di Antonio Sichera che introduce ad un lettura gestaltica dell'eroina sofoclea ed una traduzione inedita ed integrale del testo greco, preceduta a sua volta da una breve pagina di delucidazione sui criteri ed i riferimenti che hanno guidato l'opera di traduzione.