L’indicazione conciliare dell’Optatam totius prospetta una nuova figura di teologia morale, il cui tema generatore è appunto l’altezza della vocazione dei fedeli in Cristo. Questo incremento ermeneutico, insieme ad altri, sotto più di un risvolto, interessa l’insieme delle articolazioni, formali e materiali, di quell’unica scienza che è la teologia. Il nuovo rapporto tra due di queste, cioè tra la teologia morale e spirituale, è nel presente volume esplicitamente a tema, seguito e rivisitato in alcuni ambiti specifici, quali la riflessione sullo Spirito Santo, la rilevanza etico-spirituale del metodo teologico, l’esperienza della lectio divina. L’abbandono di una prevalente figura minimale ed amartiocentrica dell’etica cristiana e la contestuale prospettazione della sua eccellente altezza interpellano nuovamente il consolidato rapporto tra le due discipline, così invitate ad un certo ripensamento epistemologico, per sovvenire ad una situazione, percepita con crescente disagio.
Il tema del rapporto tra generazioni di religiosi adulti e giovani nella vita consacrata è oggi diventato oggetto di particolare attenzione, cura e preoccupazione per la stessa concezione della vita religiosa.
Gli studi presentati in questo volume intendono approfondire il tema vocazionale nella prospettiva intergenerazionale avvalendosi di una concreta indagine a carattere scientifico, metodologicamente corretta, così da permettere una fondata validità insieme ad una cauta e relativa generalizzazione.
Partendo da tale indagine si sono strutturate le due relazioni a carattere sociologico di R. Mion sul rapporto religiosi giovani e adulti maturi nella prospettiva della missione apostolica e di G. Dal Piaz sulla lettura delle percezioni giovanili sulla vita consacrata.
Nell’intento di offrire indicazioni operative per una adeguata progettazione educativa e di intervento metodologico, il volumetto è stato arricchito ulteriormente dall’apporto di altre due riflessioni operative presentate da due specialisti del settore pedagogico, rispettivamente G. Roggia, nella prospettiva della formazione permanente, e M. Llanos, in quella della formazione iniziale delle giovani vocazioni.
L’intervento in apertura di E. Rosanna costituisce una finestra aperta sull’orizzonte della condizione giovanile e in particolare sulle sue scelte vocazionali, introduce il lettore nella problematica in questione e lo conduce per mano sulla soglia degli opportuni interventi programmati.
Documentare e riflettere criticamente sull’alto senso di responsabilità, sul nobile impegno educativo-sociale sottesi all’organizzazione sia di una Casa Famiglia per minori dai 12 ai 18 anni sia del Movimento Famiglie Affidatarie – sorti entrambi dalla sinergia dei Salesiani del Borgo Ragazzi Don Bosco e dei loro Collaboratori – significa far conoscere un’importante e concreta via di realizzazione del bene-essere sociale.
Le famiglie affidatarie e il loro Movimento, mentre danno corpo a politiche sociali più commisurate ai bisogni delle persone, specie dei minori, contribuiscono efficacemente alla produzione di un nuovo welfare qualitativo e relazionale e, quindi, alla realizzazione del bene comune, in linea con una corretta interpretazione della solidarietà e della sussidiarietà.
La prospettiva unitaria dei quattro contributi riuniti in questo volume muove dall'intento di coniugare il teologico con il morale, nella consapevolezza preliminare della consistenza propria dell'"humanum" etico rispetto alla lettura che il "christianum" vi apporta, incontrandolo. Ne risulta un quadro che è interessante ed utile ad arricchire il dibattito teologico-morale contemporaneo.
Il volume presenta tre tematiche attuali, scelte e indagate come l'occasione propizia per la verifica e per l'incremento dell'ermeneutica teologico-morale nel settore specifico della bioetica. Questa nuova disciplia, infatti, regista il confluire di differenti approcci di natura disciplinare diversa e conosce nello stesso tempo un forte pluralismo concettuale all'interno del paradigma morale. L'accorto riconoscimento della portata dei singoli "interventi", è premessa per una chiara comprensione della natura stessa della bioetica, a fronte di un suo stato ancora esposto a fraintendimento, sia per la presenza di un "disordine" interdisciplinare, sia per il mancato riconoscimento dell'insufficienza dell'argomentazione etica.
Il volume raccoglie una serie di interventi francesi ed italiani riguardanti la problematica educativa nell'attuale contesto di inizio secolo XXI. La loro origine è da collocare nelle iniziative che periodicamente offre, a Roma, il Centre Culturel Saint-Louis de France dell'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede. Cultura, formazione ed educazione sono fatte interagire in un di rimandi che, pur focalizzati sull'ambito pedagogico-scolastico, incrociano tematiche più vaste, relative alle novità dell'attuale domanda sociale di formazione, alla questione della laicità istituzionale e quella scolastica in particolare, alla crisi dei modelli di educazione dell'ultimo trentennio, al rapporto tra culture nazionali e mondiali.
Attraverso alcuni contributi ispirati al pensiero e alla pratica clinica di Viktor E. Frankl, l'autore ripercorre con sguardo nuovo e posivito l'esperienza del volontariato, la sofferenza, le dinamiche familiari, la religiosità, il suicidio. Legge quindi gli scritti del giovane Frankl, facendone emergere forti suggestioni per una psicoterapia dal volto umano, e delinea il cammino che la logoterapia ha seguito in Italia con le prospettive di sviluppo che vanno manifestandosi.
Eugen Drewermann, teologo e psicanalista tedesco, è un autore noto nel contesto della cultura centroeuropea. Le sue opere sono sempre più tradotte anche in italiano. E' parso utile ad un gruppo di docenti universitari affrontare l'argomento e farne oggetto di studio e di confronto in un colloquio incentrato soprattutto sui problemi e sulle prospettive di interesse sia biblico che morale.
La nuova enciclica di Giovanni Paolo II, "Veritatis Splendor", ha toccato, tra gli altri argomenti, anche quello della cosiddetta opzione fondamentale, un tema su cui da anni si discute in teologia e che è diventato abbastanza popolare. La posizione del Papa nei suoi confronti è sostanzialmente quella di un "sì... ma" che, mentre sancisce l'accettabilità del discorso teologico su questo tema, mette in guardia contro possibili formulazioni devianti, che snaturerebbero l'insegnamento morale cattolico. Questo libro vuole dimostrare da un lato la possibilità di un discorso sull'opzione fondamentale pienamente in linea con i dati della fede, dall'altro la fecondità che può assumere tale discorso ai fini di una migliore comprensione del vissuto morale.