Opera singolare nella produzione del grande poeta praghese, ma anche opera "centrale" nella sua evoluzione, le Storie furono la prima delle sue opere in prosa che Rilke non volle disconoscere. Il Dio delle Storie è un dio cercato, atteso, smarrito, persino dimenticato e mai posseduto, un Dio che vede, scruta, osserva, prova immensa nostalgia, ma tra lui e l'uomo tornano a frapporsi immagini di una lontananza, o di un dissidio, che lo costringe a ritrarsi sempre più nei suoi cicli. Ma non è mai vera "assenza", tutt'altro; questo buon Dio resta insieme protagonista e "sfondo" delle Storie: un protagonista molto discreto ma insostituibile, che sembra non comparire se non come motivazione ultima del narrare; e invece "sfondo" onnipresente, perché la purezza di ascolto dei bambini sente quella presenza, come uno sguardo innocente e nuovo che sa ancora cogliere la freschezza del mondo e della vita. Presentazione di Peter Girardi.
Quante volte ti sei scoraggiato di fronte alle insidie che vengono tese ai ragazzi, chiedendoti come contrastarle? Quante volte hai temuto che nella loro testa non ci fossero le necessarie risorse per crescere liberi? Quante volte, di fronte alle domande incalzanti degli adolescenti sul sesso, sulla rete e sulla libertà, non sei riuscito a trovare risposte adeguate? L'autore, in questo libro, intende aiutarti a comprendere il mondo dell'adolescenza, indicando una serie di valori e di suggerimenti da fornire ai ragazzi per aiutarli a crescere liberi. Nel DVD allegato si trovano contenuti video con approfondimenti al testo per facilitare la comunicazione fra adulti e ragazzi. Con questo libro puoi sperimentare la Realtà Aumentata!
Il libro offre poesie di un autore che ha già pubblicato parecchie opere di poesia, racconti e romanzi.
A don Davide viene assegnata un'importante missione: raccogliere testimonianze sulla vita e l'opera di un sacerdote appena deceduto, don Mario Torregrossa. Fin dal momento in cui don Davide si pone sulle tracce di don Mario e del sacerdote che lo accompagnava, attraverso una geografia della fede, egli percepisce in sé il cambiamento, un'energia potente che lo fa sentire in sintonia col cosmo, una maggiore convinzione e perseveranza nella fede. È come se don Mario esercitasse un'influenza benefica su tutti coloro che l'avevano conosciuto e anche su chi, dopo la sua morte, si imbatte in lui. Sono rare le personalità di questo tipo, quelle che si confondono con l'umanità dei margini: sono sogni che danno significato all'esistenza, fasci di luce e calore che illuminano la via da percorrere. Ecco allora che occorre credere al potere dei segni, più che ai segni del potere, come oggi viene naturale, per fare propria la lezione di don Mario e recitare con lui l'atto di fede, amore, carità: "Io credo, io spero, io amo".
Che parola abusata, l'amore. E che parola ignota, di cui in fondo sappiamo ben poco. E non solo della parola, ma proprio dell'amore. Queste pagine vogliono soltanto essere un dono sincero.
Si può dedurre facilmente quanto continuare a scrivere incessantemente sia fondamentale per don Fabrizio Centofanti. Scrivere consente di vedere, di sognare, di ritrovarsi, di accendere le luci di un desiderio che è fatto di comunicazione e di comprensione. Scrivere vuol dire riuscire a rendere tangibile ciò che si è fatto della propria vita e dargli un senso che sia un po' meno limitato di quanto spesso si crede che sia stato. Ma, nello stesso tempo, scrivere è il mezzo migliore per dare per concluse le esperienze che diventano così più vere, più autentiche, degne di essere ricordate da tutti e non solo da parte di chi le ha vissute. Affidate al mondo dei lettori, potranno essere dimenticate come angoscia personale del singolo e diventare memento e sanzione per la coscienza di tutti.
Il romanzo racconta, in modo ironico, di un professore di matematica colpito dalla leucemia.
Le liriche di questa raccolta sono lieve emanazione di fortissimo invisibile Altro. Dunque poesia che è pura trasparenza e gioco di simboli che immediatamente consegnano all'Essenziale. Poesia mistica perché vi dilaga esperienza di Dio, mai retorica riguardo al mistero, puntualmente consegnante alla verità d'amore.Il linguaggio di Piera Paltro è sensibilissimo, in apparenza facile, ma ricco di risonanze capaci di coinvolgere e turbare divinamente il profondo dell'anima: « Sì, Padre Dio, Tu portami / dove finisce il timido cuore di ogni uomo / e lì sullo scintillante abisso / bisogna lanciarsi / solo stringendo la tua luce ».
Nella eterna battaglia dell’umanità contro il caos, Platone predicava la vittoria dell’uomo grazie alla ragione. Cristo ci ha dato anche la speranza. Questo libro testimonia come vive questi due insegnamenti, semplici eppure rivoluzionari, un uomo di oggi che ha fatto una scelta radicale, ed è un libro che provoca, aggredisce, costringe a combattere corpo a corpo con le placide certezze nelle quali troppo spesso finiamo per adagiarci.
Dalla Postfazione di Riccardo Ferrazzi
Fabrizio Centofanti è uno scrittore cristiano, o meglio, è un cristiano scrittore. E dunque è un genere speciale di cristiano.
Dalla Prefazione di Tiziano Scarpa
Fabrizio Centofanti è laureato in Lettere moderne. Sacerdote diocesano a Roma dal 1996, opera soprattutto nel campo della spiritualità e dell’approfondimento della Sacra Scrittura. Ha pubblicato un volume su Calvino (Una trascendenza mancata, Istituto Propaganda Libraria, 1993) e uno su Rebora (Il segreto del poeta. Clemente Rebora: la santità che compie il canto. L’immagine interiore dagli appunti sul messale, Istituto Propaganda Libraria, 1987), oltre a numerosi saggi e articoli di natura letteraria. Nel 2005 è uscito il volumetto Le parole della felicità, Laurus Robuffo. Con Effatà Editrice ha pubblicato Guida pratica all’eternità. Racconti tra cielo e terra (2008).
Siamo madri diverse, ammettiamolo. Siamo madri chiamate ad affrontare i piccoli passi della vita dei nostri figli in tempi biblici, quando pure questi passi arrivano, poiché per qualcuna forse non arrivano mai. Madri talvolta sole, perché non sono pochi i padri o che negano la diversità o che la fuggono, alcune volte così lontano da non esserci più. Madri esaurite, madri esagerate, madri protettive, madri arrabbiate, madri depresse, madri esasperate, ma tutte madri “dolorose”. Non ho ancora incontrato una donna felice di avere un figlio diverso…
«Il sorriso e la voglia di vivere di Marta sono il frutto più bello dell’amore di una madre e della tenacia di una donna che ha posto al centro della sua professionalità la fiducia nella persona che le viene affidata e l’orientamento operativo che la sostanzia».
Dalla Prefazione di don Sergio Nicolli
Lucina Spaccia vive con la sua famiglia e insegna a Roma, dove è nata. Intorno ai vent’anni ha iniziato a occuparsi di adolescenti nel movimento Scout e subito dopo la laurea in Scienze politiche a insegnare, attività che svolge tuttora. Penna, pennello, scuola e natura sono le sue “passioni”, insieme ai ragazzi, per i quali ha pubblicato alcuni libri di racconti e di spiritualità: per le edizioni Fiordaliso Skautin’graffiati (1987), Testimoni di Pasqua (1994), Pregare in vacanza (1994), Le voci del presepio (1a ed. 1993, 2a ed. 2000), La città di tela (2000), Veglie d’avvento (1a ed. 1996, 2° ed. 2005). Per le edizioni Albatros – il filo ha pubblicato Alter ego (2009).
Un testo sul rapporto medico-paziente, dedicato a tutti i medici che con i loro pazienti parlano delle cose della vita.
Leggere poeticamente l’essere dell’uomo e del mondo è di pochi. La poesia, ogni genere di poesia, è rivelazione delle profondità d’anima, siano esse limpide o torbide, che riflettono paesaggi inconsueti alla esistenza feriale, e possono, nel caso della limpidezza, obbligare fino all’incanto. Il presente libro offre alla lettura quaranta poesie di Piera Paltro, presente e nascosta in queste composizioni come voce che merita di essere pensosamente ascoltata. Una profonda maturità pervade il discorso di Piera, una moralità eccezionale mai moralistica, che convince senza forzare; un delicato gioco di immagini mai stracariche, che guida alla comprensione vibrante, commossa con serietà. Poesia semplice e completa, in cui la poetessa dice di sé: «Io preparo l’arpa / che suonerò soltanto / all’esodo dell’orrore / dai mondi»; e dice a Dio misericordia, con fiducia estrema per sé e per tutti: «Ti capirò / quando mi coglierai /
nell’attimo / e sarò paradiso».
(dalla Presentazione di don Giuseppe Pollano)
Piera Paltro, scrittrice e poetessa torinese, ha scritto moltissimo. I testi editi superano di molto il centinaio, di cui una quarantina di poesia. La produzione poetica è però assai più ampia, perché molte composizioni sono rimaste autografe e scoperte solo dopo la sua scomparsa. Essa spazia dalla contemplazione della natura a profonde esperienze spirituali, dalle vicende storiche alla storia sacra, dalle persone amate alla umanità intera, ed è in vario modo ma sempre rivelazione di una somma naturalezza con Dio.
Le pubblicazioni in prosa sono più numerose: si tratta soprattutto di narrativa per bambini e adolescenti e racconti della vita di personaggi della Bibbia e di santi per giovani e adulti. Alcune sono state tradotte in diverse lingue straniere.
Nel pensiero di Arthur Schopenhauer la parte relativa alla lettura affronta direttamente non solo l'elemento nodale della pratica del leggere quale attività elettiva del soggetto, nel distogliersi dal meccanico perpetuare del ritmo imposto dalla volontà di vivere, ma anche il suo opposto. Che cosa accade infatti effettivamente nel momento del leggere, se non una imitazione o una riproduzione di un movimento di pensiero non proprio? Questo aspetto fenomenico affascina fortemente il pensatore, perché presenta sotto una luce non ovvia, né tantomeno usuale anche per il linguaggio fìlosofìco, il movimento della lettura e la sua funzione oppiacea, la sua natura mimetica di "falso movimento" cognitivo, poiché "Quando leggiamo, un altro pensa al posto nostro: noi ripetiamo semplicemente il suo processo mentale".
"La Preghiera per chiedere a Dio il buon uso delle malattie (1648) dovrebbe toccare il cuore della gente di questo secolo, nel quale non c'è casa che non sia stata visitata dal dolore, di questi nostri tempi, nei quali, in mezzo alla cupidigia, e in modo che, a memoria d'uomo, per numero di moltitudini compromesse e accavallarsi di rivolgimenti, non ha riscontro, si son fatti largo l'eroismo e la rassegnazione, di questi anni, nei quali son così visibili, la fralezza e la maestà dell'uomo. La malattia di Pascal era atroce. Più di dieci anni, non gli lasciò requie. Non fu mai udito lamentarsi. [...] Quale umiltà sarà pari a quella di Pascal? Quando, l'esempio del supplizio del Golgota, ha tratto da abissi d'anima umana più prona adorazione e più consapevole?" Giuseppe Ungaretti.
Il libro propone un messaggio chiaro: solo ritornando bambini è possibile cogliere e accogliere la novità di Gesù, il suo amore palpitante, la sua promessa di liberazione.