La vendetta è un circolo vizioso.
Supponiamo che qualcuno mi uccida. Cosa ci guadagnerei se un altro venisse, ucciso per rappresaglia? Basta pensarci solo un attimo: chi può uccidere Gandhi se non Gandhi stesso? Nessuno può distruggere un'anima. Lasciamo dunque fuori dal nostro cuore ogni pensiero di vendetta.
Non la vendetta, ma il perdono è la via della pace.
La regola d'oro è di essere amici di tutto il mondo e di considerare l'umanità intera come una famiglia. Colui che distingue tra la propria famiglia e quella di un altro, diseduca i membri della sua famiglia e apre la strada alla discordia e alla irreligiosità.
Nonviolenza significa perdonare le offese e non ripagare con la stessa moneta. «Il perdono è l'ornamento dei forti» dice un proverbio in sanscrito.
"Autobiografia di un genio" è un'antologia originale di lettere e pensieri di Ludwig van Beethoven a cura di Michele Porzio, musicologo e docente presso il Conservatorio Statale Giuseppe Verdi di Torino. In questa raccolta originale sono presentati al lettore le ansie, i dolori provocati dalla sordità, i rivolgimenti rabbiosi, gli slanci geniali e i rapporti affettivi e di amicizia di uno dei massimi artisti di tutti i tempi. Sono infatti pochi in compositori nella musica classica in grado di accendere l'immaginazione e la memoria con la stessa rapidità e veemenza di Beethoven, una personalità che ancora oggi riesce a suscitare una costanza di interessi e un'ampiezza di divulgazione impressionante. Eppure la fama universale di questo compositore non ci ha ancora offerto una conoscenza davvero completa degli aspetti più misteriosi e sublimi della sua figura e della sua musica. Troppo spesso tradito dal luogo comune del burbero misantropo, l'uomo Beethoven si rivela invece attraverso questa selezione di scritti come una personalità dotata di un potente misticismo, capace di slanci lirici e devoti, ma anche in grado di affrontare le situazioni più avverse e varie dell'esistenza umana in un'alternanza prodiga di tenerezza, amore, pungente ironia ed entusiasmo per la vita.
Tutto il mio insegnamento consiste nell'amarsi l'un l'altro. Se il mondo vi odia e vi perseguita, non ne siate meravigliati: il mondo ripugna il mio insegnamento. Se voi foste in intesa con il mondo, il mondo vi amerebbe. Ma io vi ho separati dal mondo, e perciò il mondo vi odierà e vi perseguiterà. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Non possono non farlo, perché non conoscono il Padre. Io gli ho spiegato chi è il loro Padre, ma non hanno voluto ascoltarmi. Non hanno capito il mio insegnamento perché non hanno capito quel che dicevo a proposito del padre. E perciò mi hanno odiato ancora di più.
Il camminare che svela la natta e rivela il mondo. L'impulso a conoscere, che nessuna conoscenza può placare. L'arte di viaggiare come arte di vivere.
Nell'ultimo decennio della sua vita Tolstoj si dedicò a raccogliere testi tratti da ogni cultura e da ogni letteratura, dalla religione indù, ebraica, araba e cristiana, da pensatori antichi e moderni, dai grandi saggi d'Oriente e d'Occidente. In questo vero e proprio calendario di saggezza - a lungo bandito dal regime sovietico e poi completamente dimenticato sotto il comunismo - Tolstoj assegna a ogni giorno dell'anno un pensiero, una citazione o un aforisma, che ha come fine non la mera erudizione ma quello di divenire una guida spirituale, capace di illuminare una vita davvero degna di essere vissuta, giorno dopo giorno.
"Perché non possiamo aspettare" è un vivido documento su una stagione chiave della storia americana e mondiale, capace di illuminare il lungo e difficile percorso che da Abraham Lincoln, il grande emancipatore, ha condotto sino a Barack Obama, il primo presidente nero degli Stati Uniti. In "Perché non possiamo aspettare" Martin Luther King descrive con prosa incalzante e ispirata, in una specie di impressionante reportage, i fatti che nel 1963 condussero allo scoppio della "terza rivoluzione americana: la Rivoluzione Negra". La resistenza non violenta e la disobbedienza civile come tecniche rivoluzionarie da impiegare contro la segregazione sono i temi principali affrontati in questo libro dal leader dei diritti civili statunitense. Prendendo ideale avvio dalla celebre "Lettera dal carcere di Birmingham", King passa a descrivere i passaggi chiave che dai moti di Birmingham condussero sino alla Marcia su Washington, nell'anno fatale della "Terza rivoluzione americana", il 1963. L'anno seguente King sarà poi insignito del Premio Nobel per la pace. La filosofia della non violenza è l'altro grande tema affrontato in "Perché non possiamo aspettare": essa è infatti la "lama che rimargina" che riuscì a sconfiggere la segregazione e ad affermare il celebre sogno di King: "che tutti gli uomini siano creati uguali".
No, non è giusto, questo non e buono, non è una causa santa questa in cui viene offuscato e distrutto lo splendore della gioventù. Siamo noi, i vecchi, ad aver peccato; abbiamo mandato questi giovani sui campi di battaglia per le nostre maledette passioni, per la nostra morte spirituale, per la nostra incapacità di vivere generosamente del calore del cuore e della viva visione dello spirito. Usciamo da questa morte, poiché siamo noi i morti, non i giovani caduti per la nostra paura di vivere. Anche i loro fantasmi sono più vivi di noi; ci espongono all'eterno ludibrio di tutti i tempi futuri. Dai loro fantasmi deve scaturire la vita e noi ne saremo vivificati.
In questo saggio breve scritto immediatamente dopo la fine delle ostilità e la sconfitta dell'Impero tedesco - l'unico lavoro rimasto inedito in Italia dello scrittore tedesco - Jünger analizza con una prosa ispirata e toccante l'esperienza e le conseguenze materiali e spirituali del disastro della Prima guerra mondiale, tema che segnerà in modo indelebile la produzione letteraria e filosofica dello scrittore e filosofo tedesco. Ne "La battaglia come esperienza interiore" Jünger riporta l'esperienza terribile della guerra di trincea, luogo dove rivivono gli istinti e le stesse pulsioni ferine che hanno dominato i nostri avi - la stessa volontà di sopraffare e di conquistare. Il vero uomo e il vero soldato è però capace di comprenderle e di dominarle, arricchendo l'esperienza con il senso dell'onore e del rispetto per il nemico. L'artista, lo scrittore, il genio di Jünger è anche capace, oltre a tutto questo, di trasformare tali sensazioni ed esperienze in pura epica, permettendoci di comprendere l'orrore nelle sue molteplici sfaccettature.
In questo saggio Tesla descrive, con uno stile chiaro e lineare, ciò che sarà il futuro dell'umanità e le battaglie che dovremo combattere per conquistare quello stato di coscienza e di sviluppo tale da permettere alla razza umana di compiere il prossimo balzo in avanti nella propria evoluzione. In particolare Tesla punta a inquadrare un problema fondamentale che da ora in poi riguarderà tutti da vicino: l'incremento dell'energia vitale degli esseri umani. Tale aumento di energia sarà fondamentale per la nostra evoluzione, ma andrà innescato e raggiunto nel modo giusto, attraverso la scienza e la ragione, nel rispetto della natura e di tutte le forme di vita, in un regime di pace e di armonia tra i popoli. Tesla ci fa comprendere le leggi fisiche e magnetiche che stanno alla base dei suoi brevetti e delle sue invenzioni, e proprio in questo senso il lettore potrà comprendere tutta la sua visionaria lucidità: qualche anno prima del 1900 Tesla aveva già predetto le due guerre mondiali e auspicato lo sviluppo di tecnologie impensabili per l'epoca, come la trasmissione wireless di qualsiasi tipo di dati o strumenti come l'iPod. Quando nei primi anni del '900 l'industria derivata dal petrolio stava appena muovendo i primi passi, Tesla fu il primo a teorizzare che sarebbe stato fondamentale individuare il prima possibile nuove forme di approvvigionamento energetico, gettando le basi per quella che molti anni dopo verrà definita "coscienza ecologica".
Epocale manifesto dell'individualismo democratico americano e della libertà. La figura di Emerson, spesso misconosciuta e sottovalutata, è stata volgarizzata in Italia con la formula del "maestro americano di Nietzsche". Con uno stile sentenzioso e profetico, quasi da predicatore, Emerson cerca di proporre un'etica individuale basata sulla fiducia in se stessi, "annunciando" la radicale messa in discussione dei valori tradizionali. A "Fiducia in se stessi" si devono i leit motiv che hanno caratterizzato intere generazioni di protestatari e riformisti statunitensi. Ribellione, esortazione a vivere della propria interiorità, inno all'autodeterminazione e dell'anticonformismo, rifiuto di ideali, sistemi educativi e religiosi imposti dalla tradizione. Ralph Waldo Emerson fu veramente critico inattuale e lucidissimo anticipatore dell'epoca che gli si stava parando davanti. Il volume contiene anche Thoreau, epitaffio che lo scrittore americano compose alla morte dell'amico Henry David Thoreau, indimenticabile autore di "Walden" e "Disobbedienza civile".
Ispirato da un viaggio compiuto ad Assisi, Hesse scrisse questo racconto dei tempi e della vita di Francesco, in cui vide incarnato un ideale di vita in armonia con le forze della natura e che poteva rivolgersi profondamente all'anima insoddisfatta dell'uomo moderno, privato di punti fermi e di valori. L'universalità del messaggio di Francesco, affrontato da Hesse con spirito profondamente commosso, viene restituita dalla prosa del grande scrittore attraverso un resoconto biografico narrato con uno stile semplice, quasi favolistico, che rende questo breve scritto un incrocio tra biografia, saggio e, appunto, favola per adulti e bambini, riuscendo così ad assecondare l'universalità e la grandezza del messaggio francescano