Il Signore degli Anelli è romanzo d'eccezione, al di fuori del tempo: chiarissimo ed enigmatico, semplice e sublime. Dona alla felicità del lettore ciò che la narrativa del nostro secolo sembrava incapace di offrire: avventure in luoghi remoti e terribili, episodi d'inesauribile allegria, segreti paurosi che si svelano a poco a poco, draghi crudeli e alberi che camminano, città d'argento e di diamante poco lontane da necropoli tenebrose in cui dimorano esseri che spaventano solo al nominarli, urti giganteschi di eserciti luminosi e oscuri; e tutto questo in un mondo immaginario ma ricostruito con cura meticolosa, e in effetti assolutamente verosimile, perché dietro i suoi simboli si nasconde una realtà che dura oltre e malgrado la storia: la lotta, senza tregua, fra il bene e il male. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un'allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi.
In questo primo romanzo della trilogia di Tolkien, il lettore conosce gli Hobbit, minuscoli esseri saggi e longevi che vivono in un idilliaco paesino agricolo. La piccola comunità è turbata dal destino quando il giovane Frodo, convinto dal misterioso stregono Gandalf, è costretto a partire per Mordor, il paese delle tenebre, per distruggere il terribile Anello del Potere, giunto nelle sue mani per una serie di incredibili circostanze. Un gruppo di Hobbit lo accompagna e, strada facendo, si associano alla compagnia Elfi, Nani e Uomini, anch'essi legati al destino di Frodo. Le tappe del cammino li conducono attraverso molte esperienze, finché la scomparsa di Gandalf, trascinato negli abissi da un'orrenda creatura, li lascia senza guida.
Carré di agnello con Don Chisciotte, bistecca di tonno con Moby Dick, manzo di Kobe con L'adolescente. È il 2037, l'unica carta stampata è quella delle banconote e leggere significa dar fuoco ai libri per cuocervi sopra cibi prelibati. Le edizioni cartacee sono cimeli conservati nei musei: gli chef che si dedicano al book'n'grill lavorano spesso nella più totale clandestinità per soddisfare le richieste dei loro ricchi clienti. Géza, uno di questi cuochi, specializzato in classici russi, racconta i suoi viaggi per il mondo, tra prelibatezze e traffici illeciti, fino allo scontro con una società segreta dedita alla falsificazione di rare prime edizioni che ha il suo centro in cima al monte Manaraga. Divertente, surreale, spiazzante, un romanzo che critica il presente con raffinati strumenti stilistici e inventivi.
Alex Petroski ha undici anni, ama lo spazio e i razzi, sua madre, suo fratello Ronnie e il suo cane, Carl Sagan - chiamato così in onore dell'astronomo suo grande eroe. Alex ha costruito un razzo e desidera con tutte le forze lanciarlo per poter inviare nello spazio il suo Golden iPod, proprio come Carl Sagan (lo scienziato, non il cane) aveva fatto nel 1977 con il Golden Record: il disco d'oro che porta le voci e i suoni più belli del nostro pianeta agli alieni. Dal Colorado al New Mexico, da Las Vegas a Los Angeles, Alex registra tutto quello che gli accade lungo la strada per mostrare agli extraterrestri com'è la vita sulla Terra, la sua Terra. Ma la destinazione continua a cambiare. E i bizzarri, scombinati personaggi che incontra lungo la strada possono prepararlo solo in parte ai segreti che sta per scoprire: dalla verità sul padre perduto molti anni prima al fatto che la sua famiglia è più grande di quanto crede.
Il 10 ottobre del 1998 Fielding Marshall, un programmatore informatico di ventisette anni, sta facendo un'escursione sugli Appalachi con il suo cane Gonker, sei anni, metà golden retriever. Gonker scatta in avanti e sparisce nella foresta. Ha il morbo di Addison e ventitré giorni per sopravvivere senza le medicine che prende regolarmente: deve fare un'iniezione una volta al mese per tenere la malattia sotto controllo. Subito scatta la ricerca, che coinvolge tutta la comunità e soprattutto l'intera famiglia Marshall: un viaggio nel presente ma anche nel passato, in cui riemergeranno vecchie ferite in grado di minare equilibri già fragili.
''Smarrito cane'' è una storia vera sull'eroismo: non quello clamoroso da titoli di giornale, ma quello che si manifesta nelle sfide grandi e piccole che affrontiamo tutti ogni giorno.
La storia della coppia fantastica a cui già si allude in altre opere di Tolkien è il cuore di questo inedito molto atteso dagli appassionati, che la racconta per esteso: quello tra Beren e Lúthien è un amore contrastato, tra un umano della Terra di Mezzo e un'elfa di stirpe regale. Lui mortale, lei immortale, divisi dalla razza, uniti dalla passione e dalla tenacia: il padre di Lúthien si rifiutò di concedere a Beren la mano della figlia, ma ben sapeva di non poter contrastare per sempre i due innamorati. Così sfidò l'umano a portargli uno dei Silmaril della Corona di Morgoth, promettendogli in cambio la sua benedizione. Una missione impossibile che invece riuscì. Beren, ferito a morte, fu poi salvato in extremis, e Lúthien rinunciò all'immortalità per essere sua pari. In questo volume Christopher Tolkien ha cercato di estrapolare la storia di Beren e Lúthien dal contesto più ampio in cui era contenuta; ma il racconto ha subito cambiamenti e si è evoluto man mano che l'orizzonte della Terra di Mezzo si è allargato. Per mostrare la vitalità di questo nucleo narrativo il curatore ha scelto di raccontarla attraverso le parole di suo padre prima nella sua forma originale e poi in passaggi di prosa e di poesia appartenenti a testi posteriori: qui insieme per la prima volta, tutti contribuiscono a rivelarne l'immediatezza.
Il suo mondo era fatto di nuvole. Gli aerei si basavano sulle sue previsioni per atterrare, le navi per farsi strada tra i ghiacci, i trattori per poter lavorare la terra. Aleksej Feodos'evic Vangengejm era il meteorologo dell'Unione Sovietica. Nato in una famiglia della piccola nobiltà, abbracciò la rivoluzione e pose il proprio talento al servizio di quello che gli sembrava un grande ideale. Quando iniziò la conquista dello spazio sognò di addomesticare l'energia del sole e dei venti in nome del socialismo. Ma nel 1934 venne accusato di tradimento e fu rinchiuso nel primo dei gulag. Da allora la sua vita, come quella di milioni di altre vittime del regime sovietico, fu segnata. Negli anni di prigionia, fino a quando fu giustiziato nel 1937, scrisse alla figlia messaggi fitti di disegni, erbari, indovinelli. Proprio la scoperta di questa corrispondenza con una bambina che Vangengejm non avrebbe mai rivisto ha indotto Olivier Rolin a raccontare in tono sobrio e preciso, attenendosi ai fatti, la storia di un uomo che è anche la storia di un tempo feroce, un tempo di promesse non mantenute. "Non era un genio scientifico né un grande poeta, era per certi versi un uomo ordinario, ma era innocente."
Londra, 1940. Per evitare la distruzione dell'esercito britannico a Dunkerque, Churchill ha un'idea che cambierà il corso della guerra: creare una squadra dei servizi segreti che lavori nella segretezza più assoluta, la SOE, Special Operations Executive. La SOE è incaricata di azioni di sabotaggio e intelligence tra linee nemiche: la novità è coinvolgere persone tra la popolazione locale più insospettabile. Qualche mese dopo, il giovane Paul-Emile lascia Parigi per Londra nella speranza di unirsi alla Resistenza. Subito reclutato dalla SOE, è inserito in un gruppo di connazionali che diventeranno suoi compagni e amici del cuore. Addestrati e allenati in Inghilterra, i soldati che passeranno la selezione verranno rimandati nella Francia occupata e scopriranno presto che il controspionaggio tedesco è già in allerta... L'esistenza stessa della SOE è rimasta a lungo un segreto. Settant'anni dopo i fatti, "Gli ultimi giorni dei nostri padri" è uno dei primi romanzi a evocarne la creazione e a raccontare le vere relazioni tra la Resistenza e l'Inghilterra di Churchill.
"Se si possiede un tesoro, bisogna andare a ritrovarlo", sostiene Leo, sette anni. È così che inizia un viaggio che nessuno dei protagonisti potrà mai dimenticare. Leo, suo padre Danny e suo nonno, tre generazioni si ritrovano in un roadmovie avventuroso e divertente su una vecchia auto, con un atlante stradale non aggiornato, una modica provvista di pane e burro, alla ricerca del tesoro del bisnonno di Leo, Hermann Isakowitz. Secondo una leggenda di famiglia, infatti, lo stesso Hermann Isakowitz avrebbe sotterrato questo tesoro prima che la Polonia venisse invasa dai tedeschi e lui fosse ucciso dai nazisti. Così i tre Wattin, nipotino, padre e nonno, si gettano a capofitto in questo viaggio che è anche la storia della loro famiglia.
"Ti riassumo la storia prima di raccontartela: un uomo che sa scrivere uccide un arabo che quel giorno non ha neppure un nome - quasi l'avesse lasciato appeso a un chiodo prima di entrare in scena -, e poi comincia a spiegare che è tutta colpa di un Dio che non esiste e di ciò che ha capito sotto il sole e per il fatto che la salsedine lo costringe a chiudere gli occhi. Perciò l'omicidio rimane un atto assolutamente impunito e non è un delitto poiché non esiste legge fra mezzogiorno e le due, fra lui e Zoudj, fra Meursault e Moussa. E in seguito, per settant'anni, tutti si sono adoperati a fare sparire in gran fretta il corpo della vittima, a trasformare i luoghi dell'omicidio in un museo immateriale e a discorrere sul significato del nome dell'assassino. Che cosa significa Meursault? "Morto solo"? "Morto sciocco"? "Non muore mai"? Per mio fratello, invece, in tutta questa storia non è stata spesa neppure una parola. E tu, come tutti quelli prima di te, hai preso una cantonata. L'assurdo lo portiamo sulle spalle o nel ventre delle nostre terre io e mio fratello, non quello là."
Il più grande desiderio di Etta, che vive in una sperduta fattoria a Saskatchewan, è di vedere il mare. Così, una mattina, all'età di ottantatré anni, decide di alzarsi molto presto, prende con sé un fucile, del cioccolato e i suoi stivali migliori, e inizia a percorrere gli olire tremila chilometri che la separano dall'acqua. Ma Etta sta cominciando a dimenticare le cose, mentre Otto, suo marito, ricorda tutto e la ama profondamente. Anche Russell, il loro vicino, ricorda, ma in maniera diversa: ama Etta da sempre, tanto quanto l'amava cinquant'anni prima, quando ancora non aveva sposato Otto. Con un ritmo simile a quello delle onde, "Etta e Otto e Russell e-James" si muove tra il presente fin troppo pacifico di una Littoria canadese e un passato arido e polveroso, fatto di guerra, passione e speranza, tra la voglia di ricordare e il disperato tentativo di dimenticare, seguendo i passi determinati di Etta nello scenario incantato del territorio canadese.
Clod è un Iremonger. Vive tra un mare di oggetti gettati via o smarriti che provengono da tutti gli angoli di Londra. E al centro di questo mare c'è una casa. Heap House, un insieme di tetti, torrette, comignoli, parti di case smantellate con i loro misteri, raccolti per tutta la città e fusi in un labirinto vivo di scale, saloni e angoli nascosti. Gli Iremonger hanno una caratteristica: ciascun Iremonger è legato, sin dalla nascita, a un oggetto. Ma Clod Iremonger ha una caratteristica ulteriore: lui può udire i sussurri degli oggetti. Il primo di cui ha avvertito la voce è stato il suo oggetto natale: il tappo da bagno universale James Henry che diceva proprio questo "James Hayward Henry". Ma un giorno su Heap House iniziano a radunarsi nubi di tempesta: gli Iremonger sono sempre più irrequieti e le voci degli oggetti si fanno più forti; Clod incontra Lucy Pennant, una ragazza appena arrivata a Heap House, e la sua vita cambia. I segreti che tengono insieme la casa iniziano a dipanarsi rivelando un'oscura verità, che minaccia di distruggere il mondo di Clod.
Una miracolosa, minuta ginnasta rumena di quattordici anni, Nadia Comaneci, compare ai giochi di Montreal e diventa mito planetario: sbaraglia le concorrenti sovietiche, favoritissime, fa saltare i sistemi elettronici che computavano i punteggi ricevendo tutti 10; sospende, col suo volto, il suo volteggio, il suo corpo elastico, la guerra fredda. Lola Lafon, sedotta da questa donna bambina che non sorrideva mai, racconta la storia della sua vita, entrando nei suoi sentimenti e nelle sue emozioni, come fosse il personaggio di un romanzo in cui, tuttavia, tutto è vero. E, nello specchio di questo romanzo, racconta un'Europa spaccata in due, inondata di propaganda, ideologia, menzogne, cinismo, ma anche di grandi passioni, sogni, desideri. Imitando l'audacia magica delle figure tracciate nel cielo della competizione da quella semplice bambina, il romanzo-acrobazia di Lola Lafon, più vicino alla leggenda di Icaro che alla mitologia degli "dei da stadio", rende omaggio con la sua invenzione alla fantasia di colei che, con un calcio alla luna, ha stravolto il cammino angusto che si riserva alle ragazzine, quelle ragazzine dell'estate del '76 che, grazie a lei, hanno sognato di lanciarsi nel vuoto, gli addominali tesi e la pelle nuda.
Un libro senza figure? Che noia. Se un libro è senza figure non c'è niente da guardare. Ci sono solo le parole. Però le parole, se le dici, sono suoni. Rumori. Voci. Versi. E se un libro è senza figure ma è pieno di voci e di tutto il resto si può sapere che razza di libro è? Questo qui. "Il libro senza figure" a prima vista è un libro muto e vuoto. Per accenderlo, riempirlo, animarlo ci vuole un bambino - se sono parecchi è anche meglio - più un grande che si prenda il tempo di mettersi comodo e leggere ad alta voce tutto, ma proprio tutto quello che c'è scritto. E qualcosa, si può starne certi, succederà. Età di lettura: da 5 anni.
In un giorno d'autunno del 1686, la diciottenne Petronella Oortman Nella-fra-le-nuvole è il soprannome datole da sua mamma - bussa alla porta di una casa nel quartiere più benestante di Amsterdam. È arrivata dalla campagna con il suo pappagallo Peebo, per iniziare una nuova vita come moglie dell'illustre mercante Johannes Brandt. Ma l'accoglienza è tutt'altra da quella che Nella si attendeva: invece del consorte trova la sua indisponente sorella, Marin Brandt; nella camera di Marin, Nella scopre appassionati messaggi nascosti tra le pagine di libri esotici; e anche quando Johannes torna da uno dei suoi viaggi, evita accuratamente di dormire con Nella, e anche solo di sfiorarla. Anzi, quando Nella gli si avvicina, seduttiva, memore dell'insegnamento della mamma ("Il tuo corpo è la chiave, tesoro mio"), lui la respinge. L'unica attenzione che Johannes riserva a Nella è uno strano dono, la miniatura della loro casa e l'invito ad arredarla. Sembra una beffa. Eppure Nella, che si sente ospite in casa propria, non si perde d'animo e si rivolge all'unico miniaturista che trova ad Amsterdam. Nella rimane affascinata da questa enigmatica figura che sembra sfuggirle continuamente, anche se tra loro si mantiene un dialogo sempre più fitto, senza parole, ma attraverso piccoli, straordinari manufatti che raccontano i misteri di casa Brandt. Amore e tradimento, rancori e ossessioni, sesso e sete di ricchezza s'incontrano tra i canali di Amsterdam...
Ismet Prcic è un giovane bosniaco scappato dal suo paese d'origine, straziato dalla guerra. Essendosi lasciato alle spalle la famiglia, gli amici, la propria lingua, e l'amore, non sa bene cosa fare della sua nuova vita nella California meridionale, con i suoi cieli azzurri e i locali pieni di vita. Un giorno, quando sente lo scoppio del motore di una macchina, si getta a terra pensando: "Com'è che delle bombe scoppiate tanto tempo fa a Tuzla possono rimettersi insieme, ritornare nella bocca del mortaio che le ha sparate, essere sparate di nuovo e raggiungermi qui, al bar del Moorpark College?" Ismet vive insieme nel passato e nel presente e "Schegge" è la sua storia, una storia di guerra, di crescita personale e una saga sul destino spezzato di una famiglia.
Haya Tedeschi è a Gorizia, sola e circondata da una cesta di fotografie e ritagli di giornali. È una donna anziana, che dopo 62 anni aspetta di ricongiungersi a suo figlio, avuto da un ufficiale delle SS e rapito dalle autorità tedesche per far parte del programma segreto di Himmler: il progetto Lebensborn. Il figlio che sta cercando disperatamente era nato nel 1915 da una relazione con Kurt Franz, giovane ufficiale tedesco alto e biondo di cui si era innamorata, senza sapere che era già a capo del campo di lavoro di Treblinka. Haya riflette sulle esperienze della sua famiglia ebrea convertita al cattolicesimo, e sul massacro degli ebrei italiani nella Risiera di San Sabba, il campo di concentramento di Trieste. La ricerca ossessiva di suo figlio la conduce tra fotografie, mappe, le deposizioni ai processi di Norimberga e le testimonianze dirette delle atrocità avvenute sulla sua porta di casa. Da questo romanzo emerge la sconcertante cronaca dell'occupazione nazista nel nord Italia. Ci sono 9000 nomi elencati nel libro: sono i nomi degli ebrei italiani che hanno trovato la morte nei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale e il loro susseguirsi compone un inaudito memoriale delle vittime.
"Muchachas 3", ultimo volume della trilogia di Katherine Pancol, è centrato sulla vendetta di Stella e l'annientamento di Ray e della sua banda. Stella e Joséphine, che da poco hanno scoperto di essere sorellastre, si sono ritrovate. A New York, il cuore di Gary continua a essere combattuto tra Hortense e Calypso, ma Hortense non se ne rende conto, perché troppo impegnata nel lancio della sua linea di moda insieme alla ricchissima Elena. E anche la vecchia contessa ha una vendetta da compiere... Per alcune è l'ora della rivalsa, per altre della liberazione e della speranza, in ogni caso tutti i fili si riannodano. Non sappiamo cosa il destino abbia in serbo per loro, ma le protagonista di Muchachas non arretrano di fronte agli ostacoli, possono solo affrontare la vita a testa alta e dimostrare tutta la forza e il coraggio di cui dispongono.
Con un'introduzione di Sir Ian McKellen, l'ultimo complemento ufficiale della serie narra la desolazione di Smaug il Magnifico e la rovina della Battaglia dei Cinque Eserciti. Distrutta la Città del Lago, i suoi abitanti si ritrovano a vagare per le rovine di Dale, sperando che Bard li aiuti a ricostruire le loro vite. Sconfortati, tutti gli occhi si rivolgono alla Montagna Solitaria e alla promessa del pagamento di un debito. Sotto la guida di Sauron, Azog il Profanatore si prepara a scatenare un esercito mostruoso, di quelli che la Terza Era non ha mai visto. L'unica speranza è un'alleanza tra i popoli liberi della Terra di Mezzo nella lotta contro il male, e Bilbo Baggins ha con sé qualcosa di risolutivo per poter giungere a un accordo... Seguite l'ultimo viaggio della Compagnia di Thorin Scudodiquercia mentre la battaglia per l'immensa ricchezza della Montagna Solitaria imperversa fino a una conclusione devastante.
Il libro getta uno sguardo dietro le quinte per descrivere l'incredibile lavoro di creazione di migliaia di costumi, armature, armi, accessori e allestimenti per l'adattamento del regista premio Oscar Peter Jackson dello Hobbit di J.R.R. Tolkien. Questo volume contiene moltissime immagini del set, fotografie e fotogrammi da Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato e Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug. Le star del film e i geni creativi autori di queste opere d'arte condividono storie e pensieri, e ci raccontano cosa si prova a creare, utilizzare e indossare questi preziosi oggetti della Terra di Mezzo. Prefazione di Ann Maskrey.
Hortense ha 23 anni, convive con il bellissimo Gary, studente di musica alla Juilliard e idolo di tutte le compagne di corso; ma il romanzo si apre con Hortense brutalmente abbandonata da Gary in mezzo a Central Park. Stella ha 34 anni, vive nella campagna francese insieme al figlio Tom e a molti animali, lavora in una ferriera; è fuggita di casa perché non sopportava di vedere sua madre maltrattata dal marito. Ma la violenza maschile non ha smesso di sfidarla. Josephine è una raffinata parigina, sembra condurre una vita tranquilla, sin quando sua figlia Zoe, sedicenne, esce per andare a scuola e non fa più ritorno a casa. Hortense, Stella, Josephine, tre vite lontane, i cui destini, inesorabilmente, stanno per intrecciarsi. Ma le donne sono ovunque in questo romanzo. Sono loro a condurre le danze. Da New York a Parigi, dalla Borgogna a Lourdes o a Miami. Donne che creano, s'infiammano, amano. Donne che si battono per la vita. E gli uomini? Ci sono anche loro. Ma sono le muchachas che danzano, danzano, danzano. E fanno scintille del loro destino.
Darling ha solo dieci anni, eppure deve navigare nelle agitate acque del mondo in Zimbabwe. Darling e i suoi amici rubano guava, cercano di tirare fuori un bambino dalla pancia della piccola Chipo, e si aggrappano ai ricordi di Prima. Prima che le loro case venissero distrutte dalla polizia paramilitare, prima che la scuola chiudesse, prima che i loro padri partissero per lavori rischiosi all'estero. Ma Darling ha una possibilità di fuggire: ha una zia in America, così decide di viaggiare verso questa nuova terra in cerca della famosa abbondanza americana, ma solo per scoprire che le sue opzioni come immigrata sono terribilmente ridotte. L'esordio di NoViolet Bulawayo ha sorpreso pubblico e critica, ha fatto subito pensare ai grandi narratori che hanno raccontato l'esilio e le nuove patrie, da Zadie Smith a Monica Ali.
Linda ha 31 anni e, agli occhi di tutti, la sua vita è perfetta: vive in Svizzera, uno dei paesi più sicuri del mondo, ha un matrimonio solido e stabile, un marito molto affettuoso, figli dolci e educati, e un lavoro da giornalista di cui non si può lamentare. Ma d'un tratto inizia a mettere in dubbio questa sua quotidianità, la prevedibilità dei suoi giorni. Non riesce più a sopportare lo sforzo che le richiede fingere di essere felice. Tutto questo cambia quando incontra per caso un suo innamorato degli anni dell'adolescenza: Jacob. È diventato un politico di successo e, durante un'intervista, finisce per risvegliare un sentimento che la donna non provava da ormai troppo tempo: la passione. Ora Linda sarà disposta a tutto per conquistare quell'amore impossibile, e dovrà esplorare fino in fondo tutte le emozioni umane per poter poi trovare la redenzione.
"In Brida, il mio terzo romanzo che ho scritto appena dopo L'Alchimista, racconto l'iniziazione di una ragazza al mondo della magia attraverso diverse tradizioni esoteriche. In esso esploro svariati temi che mi sono cari, come la Grande Madre, le religioni pagane e l'amore. Quando ho scritto Brida e l'ho pubblicato in Brasile più di 18 anni fa, alcune tematiche come il volto femminile di Dio erano ancora estranee alla maggior parte delle persone. Tuttavia ho notato, con il passare del tempo, un cambiamento della percezione - una crescente apertura della gente nei confronti di un approccio intuitivo alla conoscenza, accompagnata da una maggiore insofferenza verso le rigide regole sociali. Come ho scritto nel libro, 'la cosa più nobile che un essere umano può sperimentare è l'accettazione del mistero'. Ho la sensazione che il mondo stia sempre più prendendo coscienza del mistero, così, cari lettori, vi faccio oggi dono della storia di questa giovane donna." (Paulo Coelho)
"Mi sono allontanato di corsa, subito. Giusto il tempo di sentire mia madre che diceva: "Cosa fa quel diavolo?" Non volevo restare con loro, rifiutavo di condividere quel momento. Ero già lontano, non appartenevo più a quel mondo ormai, la lettera lo diceva. Sono andato nei campi e ho camminato per buona parte della notte, il fresco del Nord, i sentieri sterrati, l'odore della colza, molto forte in quella stagione dell'anno. Tutta la notte fu consacrata all'elaborazione della mia nuova vita, lontano da lì." In realtà la ribellione contro i miei genitori, contro la povertà, contro la mia classe sociale e il suo razzismo, la sua violenza, i suoi riti, sono venuti dopo. Perché prima della mia rivolta contro il mondo della mia infanzia, è stato il mondo della mia infanzia a rivoltarsi contro di me. Troppo presto, infatti, sono diventato per la mia famiglia e per gli altri un motivo di vergogna, persino di disgusto. Non ho avuto altra scelta che scappare. E questo libro è il mio tentativo di comprendere.
Il giorno 11 novembre del 1997 Veronika, ventiquattro anni, slovena, capisce di non voler più vivere e assume una forte dose di sonniferi. Salvata per caso, si risveglia tra le mura dell'ospedale psichiatrico di Villete, con il cuore stanco e sofferente per il veleno che lei gli ha somministrato. In pochi oiorni a Villete Veronika scopre un universo di cui non sospettava l'esistenza. Conosce Mari, Zedka, Eduard, persone che la gente "normale" considera folli, e soprattutto incontra il dottor Igor, che attraverso una serie di colloqui cerca di eliminare dall'organismo di Veronika l'Amargura, l'Amarezza che la intossica privandola del desiderio di vivere. Veronika spalanca così le porte di un nuovo mondo, un mondo che, attraversato con la consapevolezza della morte, la spinge, sorprendentemente, alla consapevolezza della vita. Fino alla conquista del dono più prezioso: sapere vivere ogni giorno come un miracolo. In questo romanzo, nella storia della giovane Veronika, Paulo Coelho riversa la sua personale esperienza, i ricordi di tre anni consecutivi di ricovero in un ospedale psichiatrico, dove lo scrittore venne rinchiuso solo perché considerato "diverso". E riesce ancora una volta a mostrare al lettore come il miracoloso e inafferrabile dono della serenità possa essere conquistato in qualsiasi luogo, anche in quelli apparentemente più improbabili. Perché il dono della serenità è nascosto nel cuore di ciascuno di noi.
Il protagonista di "Le Valchirie" è un uomo che vuole cambiare la propria vita e seguire un sogno: recarsi nel deserto del Mojave per vedere il proprio angelo custode e aprirsi, infine, alla conoscenza del mondo che lo circonda e di se stesso. Paulo sa che il deserto non è il luogo arido e vuoto che appare. Esso cela la possibilità di incontri nuovi e straordinari, come il maestro J. gli ha indicato. Al riparo dal chiasso del mondo, infatti, vi dimorano un giovane maestro della tradizione e un gruppo di donne guerriere, le valchirie, che percorrono il deserto in moto e che aiuteranno Paulo a portare a compimento la sua impresa. Ad accompagnare l'uomo, la sua compagna Chris che, con lui, condividerà questo cammino, insieme spirituale e reale, colmo di insidie. Un cammino che metterà a dura prova le loro convinzioni e il loro amore, li getterà nella reciproca incomprensione ma che indicherà loro, infine, la strada del vero amore e della vera conoscenza. Un romanzo misterioso e sorprendente che racconta, in forma narrativa, lo strabiliante percorso umano e spirituale dell'autore all'indomani della pubblicazione dell'"Alchimista".
Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.
Un giorno, uno scrittore famoso scopre che la moglie, corrispondente di guerra, lo ha abbandonato senza lasciare traccia e senza alcuna spiegazione plausibile. Nonostante il successo e un nuovo amore, il pensiero dell'assenza della donna continua a tormentarlo e gli invade la mente fino a gettarlo in un totale smarrimento. È stata rapita, ricattata, o semplicemente si è stancata del matrimonio? La ricerca di lei porta lo scrittore dalla Francia alla Spagna e alla Croazia, sino a raggiungere gli affascinanti paesaggi desolati dell'Asia Centrale. E ancora di più, lo allontana dalla sicurezza del suo mondo verso un cammino sconosciuto, alla ricerca di un nuovo modo di intendere la natura dell'amore e il potere ineludibile del destino.
Una guida per seguire da vicino le avventure del secondo film, con tante immagini. Età di lettura: da 6 anni.
Unitevi a Thorin Scudodiquercia e alla sua Compagnia in ricerca del tesoro perduto di Erebor, sottratto dal temibile drago Smaug il Magnifico. Dopo aver lasciato la tranquilla casa nella Contea, Bilbo Baggins ha già dato prova del suo valore grazie a inaspettato coraggio e intraprendenza... ma la sua prova più grande deve ancora venire. "Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug. Il racconto del film" è la guida per la Terra di Mezzo e offre approfondimenti esclusivi sui luoghi e sui personaggi del mondo di Bilbo. Scoprite chi - o cosa - vive al limitare della Carrock. Esplorate Bosco Atro mentre Gandalf cerca di identificare la minaccia senza nome in agguato fra i suoi alberi. Date uno sguardo all'interno del palazzo di Thranduil, sovrano del Reame Boscoso nonché uno fra i più acerrimi nemici di Thorin. State a vedere se, come dice la profezia, la gente della Città del Lago aiuterà davvero il Re sotto la Montagna a rivendicare il suo diritto di nascita. Con un'introduzione di Richard Armitage, l'interprete di Thorin Scudodiquercia.
Continua l'avventura iniziata con "Un viaggio inaspettato", e questa guida ci conduce alla scoperta del secondo film dedicato a "Lo Hobbit", con immagini dal set e nuove interviste esclusive ai protagonisti del cast e della troupe. Ricco di foto degli attori, delle locations e dei costumi, rappresenta un compendio per seguire i nuovi passi di Bilbo Baggins e dei suoi compagni di viaggio.
Ricordate "Le memorie di Schmeed" di Woody Allen?: "Nella primavera del 1940, una grossa Mercedes venne a fermarsi davanti al mio negozio di barbiere al 127 di Königsstrasse ed entrò Hitler. 'Voglio una spuntatina leggera' disse e non tagliatemi molto sopra.'" Schmeed, il barbiere del Reich, depositario dei segreti del Führer. Ecco: il romanzo di Timur Vermes sembra rimandare alla comicità di Allen. È l'estate del 2011. Adolf Hitler si sveglia in uno di quei campi incolti e quasi abbandonati che ancora si possono incontrare nel centro di Berlino. Egli non può fare a meno di notare che la guerra sembra cessata; che intorno a lui non ci sono i suoi fedelissimi commilitoni; che non c'è traccia di Eva. Non può non sentire un forte odore di benzina esalare dalla sua divisa sudicia e logora; e non riesce a spiegarsi l'intorpidimento delle sue articolazioni e la difficoltà che prova nel muovere i primi passi in una città piuttosto diversa da come la ricordava. Regna infatti la pace; ci sono molti stranieri; e una donna (sì, proprio una donna, per giunta goffa), tale Angela Merkel, è alla guida del Reich. 66 anni dopo la sua fine nel Bunker, contro ogni previsione, Adolf inizia una nuova carriera, stavolta a partire dalla televisione. Questo nuovo Hitler non è, tuttavia, né un imitatore, né una controfigura. È proprio lui, e non fa né dice nulla per nasconderlo, anzi, è tremendamente reale. Eppure nessuno gli crede: tutti lo prendono per uno straordinario comico, tutti lo cercano, tutti lo vogliono, tutti lo imitano.
14 luglio 1099. Mentre Gerusalemme si prepara ali invasione dei crociati, un uomo greco, conosciuto come II Copto, raccoglie tutti gli abitanti della città, giovani e vecchi, donne e bambini, nella piazza dove Pilato aveva consegnato Gesù alla sua fine. La folla è formata da cristiani, ebrei e mussulmani, e tutti si radunano in attesa di un discorso che li prepari per la battaglia imminente, ma non è di questo che parla loro il Copto: il vecchio saggio, infatti, li invita a rivolgere la loro attenzione agli insegnamenti che provengono dalla vita di tutti i giorni, dalle sfide e dalle difficoltà che si devono affrontare. Secondo il Copto, la vera saggezza viene dall'amore, dalle perdite sofferte, dai momenti di crisi come da quelli di gloria, e dalla coesistenza quotidiana con l'ineluttabilità della morte. "Il manoscritto ritrovato ad Accra" è un invito a riflettere sui nostri princìpi e sulla nostra umanità; è un inno alla vita, al cogliere l'attimo presente contro la morte dell'anima.
Sidney, affermato studioso di poesia romantica, dopo due divorzi decide quasi d'impulso di sposare una ragazza molto più giovane di lui, Constance. L'uomo, senza esserne del tutto consapevole, tende ad assumere nei confronti della moglie atteggiamenti paterni, suscitando una reazione violenta, legata ai drammi che hanno segnato la vita della ragazza: la morte precoce della madre, la freddezza e l'indifferenza del padre e la gelosia per una sorella minore, Iris, allegra, spontanea e appassionata. Quando il padre rivela brutalmente a Constance la verità sulla sua nascita (frutto di una relazione della madre con il marito di Mildred, la domestica di famiglia), la giovane donna entra nel tunnel di una lucida follia che ha un solo fine: la vendetta contro Iris e Mildred, che sapevano la verità e non le hanno detto niente, e contro il proprio padre, il Grande Assente, che l'inconscio ferito considera responsabile di ogni infelicità. Uno stupefatto e angosciato Sidney assiste allo sprofondare della moglie in un abisso da cui non solo il suo matrimonio, ma la sua stessa vita rischiano di uscire distrutti.
Elizabeth Hunter, matriarca australiana ottantenne, inchiodata al letto, riceve la visita - nella sua dimora di Sydney - dei suoi due figli, entrambi di carattere debole ed entrambi spinti a riavvicinarsi alla madre dal bisogno economico: Basil, attore insignito del titolo di baronetto, e Dorothy, che ha sposato un principe francese, trasferitisi molti anni prima in Europa. Mentre le trame dei figli, dell'avvocato, delle infermiere continuano a sollecitare la sua cattiveria e la sua furbizia, Elizabeth Hunter rievoca la sua vita matrimoniale, fatta di adulteri e fugaci fedeltà. La donna, dotata di particolare fascino e bellezza, ha sempre giocato un'unica carta, quella della sua fortissima femminilità, spinta da uno spasmodico e insaziabile bisogno d'amore. Ancora adesso, Elizabeth continua a esercitare una forte influenza su tutti: come un sole, intorno a lei il mondo continua a girare e a disporsi, sino a un ultimo colpo di coda che farà tremare tutto e tutti. Postfazione di Mario Fortunato.
Siria, 1980. Il regime di Hafez al-Assad reprime ferocemente i tentativi di insurrezione, sfociati anche in un fallito attentato contro di lui, organizzati dalla leadership sunnita. Le famiglie siriane, famiglie normali, con i loro amori, speranze e tradimenti, sono strette tra il fondamentalismo e un regime poliziesco e corrotto. Una giovane universitaria, cresciuta in un'antica casa tradizionale nel cuore di Aleppo sotto l'influenza conservatrice dello zio Bakr, aderisce alla causa per la caduta del regime e diviene un'attivista convinta. La sua famiglia vive prigioniera delle proprie passioni e ossessioni, nel ricordo del suo antico splendore derivante dal commercio di preziosi tappeti, difeso con i denti dalla bigotta, ma infine tenera, zia Maryam. E poi ci sono il vecchio servitore cieco Radwan; zia Marwa, che disonora la famiglia per il suo amore verso un ufficiale del Baath; il misterioso Abdallah, marito di zia Safa, che dallo Yemen all'Afghanistan sposa la causa della creazione di uno stato islamico; e tanti altri. E infine la giovane protagonista che narra l'intera vicenda mentre si appresta -a subire la reazione violenta del regime. Khaled Khalifa compone la sua personalissima geografia dell'odio, senza moralismi, con uno sguardo lucido, in questo "Cento anni di solitudine" del mondo arabo che ha sfidato le leggi della censura e scosso in profondità la coscienza di un intero popolo.
Allan Karlsson compie cento anni e per l’occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna, con tutte le autorità.
Allan, però, è di un’altra idea. Così decide, di punto in bianco, di darsela a gambe.
Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell’unico luogo dove la megera direttrice dell’istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Anzi, senza avere alcuna destinazione in mente. Nell’attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo e troppo fiducioso che l’attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all’ingombrante valigia cui si accompagna, il giovane chiede ad Allan, con una certa scortesia, di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica.
La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti.
Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l’allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia.
E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l’arzillo vecchietto.
Una girandola di equivoci. Una esilarante avventura.
Una vitalità esuberante. Una galleria di personaggi senza paragoni. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino.
Jonas Jonasson è nato in Svezia e vive a Ponte Tresa.
Giornalista e consulente media, sta scrivendo il suo secondo romanzo. Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, ai primi posti delle classifiche di vendita in Svezia per oltre un anno, è in corso di traduzione in oltre trenta paesi.
È stato “Miglior libro dell’anno 2009” in Svezia; premiato dai librai svedesi con lo Swedish Book Seller Award 2009 (lo stesso che fu di Stieg Larsson) e vincitore dello Swedish Audio Prize 2009.
Dal romanzo è in preparazione un film con un cast internazionale.
Un’isola selvaggia nel sud dell’Alaska, raggiungibile solo via mare, ricoperta di foreste e di montagne scoscese. Jim decide di portare in questo angolo di mondo il figlio tredicenne, per un anno intero, e di vivere con lui in una capanna isolata. Dopo una serie di fallimenti personali, vede in questo esilio la possibilità di un nuovo inizio, e di ricostruire il rapporto con il ragazzo, che conosce così poco. Ma il rigore imposto da quel tipo di vita e le inadeguatezze del padre trasformano presto il soggiorno in un incubo, e la situazione diventa velocemente e inesorabilmente incontrollabile. La potenza della natura e le ombre della mente condurranno padre e figlio in un solco violento e imprevedibile che segnerà il loro destino. Con L’isola di Sukkwann David Vann riesce a tracciare gli esatti profili di una natura selvaggia e, insieme, le sinuose e malferme fattezze delle sirene che abitano la mente dell’uomo; e si impone, immediatamente, come uno dei più importanti e promettenti giovani autori americani.
DAVID VANN è nato ad Adak Island, Alaska. Costruisce barche e ha percorso oltre 40.000 miglia nautiche. Il suo primo romanzo, L’isola di Sukkwann, è un best seller internazionale che ha ottenuto otto premi ed è entrato nella selezione di Miglior libro dell’Anno in quaranta paesi. Tradotto in quattordici lingue, è stato selezionato sia dal “The New Yorker” Book Club sia dal “The Times” Book Club, e presto diventerà un film. Autore di altri romanzi, David Vann è professore presso l’Università di San Francisco e collabora con “The Sunday Times”, “The Observer”, “Esquire”, “Outside”, “The Atlantic Monthly”, e altre riviste. www.davidvann.com
1951, Tokyo. Nicholai Hel si trova in prigione per aver ucciso il suo padre spirituale, un generale accusato di crimini di guerra. È disposto a tirarlo fuori di lì un agente dei servizi segreti, che ha bisogno di lui e della sua abilità per una missione segretissima. Hel naturalmente accetta, ma non sa che la sua missione è praticamente mortale: dovrebbe infatti uccidere un consigliere militare sovietico a Pechino, mettendo fine a decenni di amicizia tra Cina e Urss. A addestrare Hel nella missione mortale è la bellissima Solange, una ex prostituta francese che però, partita da semplici favori sessuali, finisce con l'innamorarsi davvero di Hel. Ma le sorprese non finiscono qui. Tra prove-trabocchetto, missioni all'ultimo respiro, tradimenti e successi, giunto al momento della resa dei conti, Hel scopre che il suo aguzzino è la persona a lui più vicina...
Le storie possono essere lette anche come pure rievocazioni dell’esperienza ebraica, dove il tempo sembra non aver scalfito i personaggi.
In La farfalla e il semaforo, Gerusalemme viene descritta nel suo essere adagiata su una collina come una leggenda, mentre l’America viene ritratta come un paese senza città segnate da battaglie.
Un libro magistrale scritto da un’autrice americana al culmine delle sue capacità.
New York, oggi.
Peter, quarantenne, mercante d’arte a Manhattan, ha tutto quello che un uomo potrebbe desiderare. Un lavoro che sta per dargli nuove opportunità, un bell’appartamento, una moglie affascinante, una figlia che è andata al college.
Tutto.
O forse no.
Forse questo non può essere tutto.Forse alla vita di Peter manca qualcosa, il senso di un movimento, un’aspirazione, una tensione. Un pericolo. E quando nell’appartamento che Peter divide con Rebecca arriva Ethan, il fratello minore di sua moglie, un’attrazione misteriosa e inquietante sembra mettere a rischio qualsiasi parvenza di stabilità.
L’autore Premio Pulitzer di Le Ore ritorna con un romanzo seducente e sensuale, dalla scrittura densa e coinvolgente, che conduce il lettore sulle tracce di una Bellezza che tutto può salvare e tutto può distruggere.
Michael Cunningham è cresciuto a Los Angeles e vive a New York. Per Bompiani sono usciti: Le ore (1999), tradotto in ventisette lingue e vincitore del Premio Pulitzer per la Narrativa, del Pen/Faulkner Award e del Premio Grinzane Cavour 2000 per la Sezione Narrativa Straniera, Carne e sangue (2000), per il quale ha ricevuto il Whiting Writer’s Award, Una casa alla fine del mondo (2001), Mr Brother (2002) e Dove la terra finisce (2003). Dal romanzo Le ore è stato tratto il celebre film interpretato da Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, mentre da Una casa alla fine del mondo è stata realizzata una versione cinematografica diretta da Michael Meyers.
Michel Houellebecq torna ai suoi temi più cari, quelli delle “Particelle elementari”; la solitudine di chi è particolarmente sensibile, i limiti delle relazioni amorose, il non senso che pervade il mondo. E ci torna da protagonista, inserendosi nel romanzo con tutti i suoi più tipici tratti come uno dei due personaggi fondamentali. Al centro del racconto vi è un artista parigino, Jed Martin, prima fotografo e poi pittore. Jed fin dall'infanzia non ha avuto una vita facile: sua madre sì è suicidata quando lui era ancora bambino, col padre è caduta una cortina di silenzio che non si è mai più sollevata, con le donne non è andata meglio, perché Jed si è sempre innamorato di donne opportuniste, che pur dopo rapporti lunghi e intensi lo abbandonano. In piena crisi esistenziale, Jed decide di riscattarsi con l'arte, lanciandosi nell'impresa di diventare famoso attraverso il ritratto di scrittori famosi. E per questo cerca Michel Houellebecq, nelle campagne in cui questi è “nascosto” per fargli un memorabile ritratto. Ma sarà proprio questo capolavoro a cambiare la vita di entrambi: ragione di vita per l'uno e ragione di morte per l'altro...
Donne, successo, viaggi, denaro... È questa la vita del protagonista del nuovo romanzo di Tahar Ben Jelloun, un pittore ormai famoso in tutto il mondo, noto e invidiato tanto per la sua fama quanto per il suo successo con le donne. Solo una donna non apprezza il suo fascino, ed è sua moglie, stanca dei continui tradimenti e di doversi fare carico della famiglia e dei figli da sola. Il loro matrimonio è ormai un incubo: lui vorrebbe lasciarla ma non trova il coraggio per decidersi, lei vorrebbe tenerlo legato a sé ma riesce solo a fargli pagare il prezzo delle sue ferite. All'ennesimo litigio, però, il cuore di lui non regge e un ictus, paralizzandolo, lo costringe al letto e alla dipendenza. Dal letto e dalla poltrona della sua malattia, tutto assume un altro aspetto, la verità del suo matrimonio emerge con più evidenza e il pittore ripensa al suo passato, ce ne racconta illusioni e delusioni, tradimenti e fedeltà. Chissà, però, se tutto quel che racconta è vero... Di certo non corrisponde a quel che ne dice la moglie.
Un caso di follia. Roseanne McNulty è chiusa in manicomio da molti decenni, impegnata a redigere meticolosamente e in assoluta clandestinità i suoi diari. Roseanne ci racconta di una vita avventurosa: sposata e poi ripudiata a causa di un breve incontro con un ribelle conosciuto durante la guerra civile irlandese, Roseanne vive del poco che le resta. A interrompere la sua solitudine, una notte d’amore in cui viene concepito suo figlio. Poi più nulla nei suoi ricordi, solo le mura scrostate di quel fantasmatico e sinistro manicomio. Anche il dottor Greene, lo psichiatra che ha in cura da trent’anni Roseanne, affida alla scrittura di un diario le sue considerazioni sulla propria esistenza e su quella strana paziente, sempre più convinto che il suo internamento celi ben altri misteri. E sarà proprio la rivelazione del segreto custodito da anni nella memoria di Roseanne a sconvolgere la sua vita e quella del dottor Greene. Il segreto è un romanzo che appassiona e avvince, fa correre il lettore sul filo di lama che separa la cattiveria degli uomini e il loro insopprimibile bisogno di verità; la luce della scienza e le oscure profondità dell'anima; la normalità e la follia. Un romanzo pluripremiato: vincitore del Costa Novel of the Year Award e del Costa Book of the Year Award. Finalista al Man Booker Prize e al Los Angeles Times Book Award. Vincitore del Hughes & Hughes Irish Novel of the Year e del Tubridy Show Listeners’ Choice Award.
Sebastian Barry è nato a Dublino nel 1955, figlio dell’attrice irlandese Joan O’Hara. Ha studiato al Trinity College. Ha ricoperto varie cariche accademiche, tra cui la Honour Fellowship in Scrittura all’Università dell’Iowa, e quella di Writer Fellow presso il Trinity College. È drammaturgo, romanziere e poeta. Anche il suo romanzo del 2005 A Long Long Way è stato finalista al Man Booker Prize.
Una domanda, uno schiaffo, la maledizione pronunciata nei confronti della madre da un bambino di nove anni. È l’episodio taciuto ne I miei luoghi oscuri, il libro in cui James Ellroy riapriva il caso dell’omicidio tuttora irrisolto di Geneva Hilliker. Jean la rossa, assassinata tre mesi dopo che suo figlio ne aveva invocato la morte. Episodio cruciale dal punto di vista umano ma anche letterario, vero e proprio innesco per la vocazione narrativa che già covava nei pensieri contorti del piccolo Ellroy. “Ero un Ellroy allora. Adesso sono un Hilliker.” Questa trasformazione radicale, conversione a una visione matriarcale del mondo, suggella il rapporto con le donne che scandisce la vita di James Ellroy fin dall’infanzia: “fiamma inestinguibile”, ricerca mistica e affannoso inseguimento, caccia famelica e insieme innocente. Volti che si affastellano, si confondono, si sovrappongono nella loro unicità. Volti scorti attraverso le finestre delle case, per le strade di una Los Angeles “caliginosa e tersa” o sui marciapiedi di Manhattan, volti evocati in solitudine, al buio. Intrecci narrativi che si sviluppano e oscillano spasmodicamente tra vita reale e pagina scritta, tra storia e Storia. Ellroy si confessa in pubblico. Non fa sconti a se stesso, stavolta non tace nulla. Mette a nudo tutte le proprie ossessioni, paure, contraddizioni, perversioni. Riconosce la propria arrogante megalomania e la capacità di sfruttare il passato, si proclama romantico destrorso e trova in Beethoven un fragoroso alter ego. Fa ammenda per gli errori commessi e il dolore procurato. Salda il debito verso tutte le donne della sua vita, da Jean all’ultima delle prostitute rimorchiate sul Sunset Strip. Caccia alle donne può essere considerato un ‘memoir di formazione’, il racconto di un avvicinamento alla maturità durato oltre cinquant’anni. Percorso accidentato, convulso e frenetico come il ritmo della prosa ellroyana, costellato da eccessi e successi, cani parlanti e dipendenze, due matrimoni, un esaurimento nervoso, fetide stamberghe, notti all’addiaccio e case da sogno. “Parole vertiginose” e silenzi roboanti. Invisibilità e umori corporei. Fino alla consapevolezza che la vita reale non è la trama di un noir in bianco e nero.
“C’è così poca immaginazione nel mondo.
Una persona come me
è praticamente sola.
Se voglio vivere nel mondo
dove vivono gli altri
devo fare uno sforzo speciale.”
“Quando finisco con lo specchio
prendo un po’ di libri e di fogli
e li allineo sul tavolo per farli stare
paralleli al bordo.
Mi assicuro che nessun oggetto
ne tocchi un altro e che siano tutti
distanti uguale. Vado per approssimazione,
senza righelli o altro,
e questa cosa di allineare
la faccio da quasi un anno.
È come strapparsi i capelli.
In pratica è magia contro infinito.”
Mathilda ha tredici anni, squadra il mondo come un raffinato geometra, lo cataloga con la precisione di un matematico, non ha ancora avuto esperienze sessuali e ha una sola amica, più bella di lei. Ma, soprattutto, non distoglie lo sguardo da quelle situazioni che tutti sembrano voler ignorare: come ad esempio il fatto che la sua amata sorella maggiore, Helene, sia morta, spinta sotto un treno da uno sconosciuto, ancora a piede libero. O almeno così si dice. I genitori si aggirano per casa, e nella vita della figlia, come sonnambuli e Mathilda decide che la sua missione sarà riportarli in vita e sentire di nuovo il loro calore. La sua strategia? Essere cattiva, trovare l’assassino di sua sorella, e, nel frattempo, imparare ad amare un ragazzo dai capelli viola che le piace parecchio, anche se non sa confessarlo neppure a se stessa. Il primo passo è giocare scherzi perfidi ai genitori per tenerli desti e far sì che abbiano una minima percezione della sua esistenza; e poi frugare, come un’innamorata, tra i segreti di sua sorella e scoprire delle tracce: i suoi vestiti, i diari e, soprattutto, la sua posta elettronica, se solo riuscisse a scoprire quella maledetta password. In un viaggio che è, insieme, passaggio all’età adulta, scoperta del mondo, indagine poliziesca Mathilda dovrà rischiare molto, dovrà mollare gli ormeggi dell’infanzia, avventurarsi in mare aperto e scoprire il mondo e se stessa. Divertente, toccante, avventuroso, sognante Mathilda è stato il miglior debutto narrativo della stagione letteraria negli Stati Uniti secondo Barnes & Noble. Ma soprattutto, una volta fatta la conoscenza di Mathilda, non la dimenticherete più.
Victor Lodato è sceneggiatore, poeta e romanziere. I suoi testi sono stati pubblicati su varie riviste, tra cui la “North American Review”, la “Virginia Quarterly Review”, la “The Southern Review”, la “Northwest Review” e la “New American Short Plays”. Mathilda è il suo primo romanzo.
Il Cammino di Santiago è il
racconto del viaggio che Paulo Coelho
ha compiuto per raggiungere
Santiago de Compostela
in cerca dell’antica saggezza.
Un viaggio che ha cambiato
la sua vita per sempre
e gli ha indicato la strada
di una straordinaria carriera d’autore.
“Ti è mai capitata
una cosa del genere,
che qualcuno
che credi di conoscere a fondo
cambi
fino a diventare
irriconoscibile?”
Mariti e mogli chiamati da incontri o avvenimenti inattesi a fare i conti con la propria vita. Persone di mezza età che si vedono protagoniste, con un po’ di nostalgia, di una vita lontana da quella sognata negli anni ’70. Artisti che vengono a patti con i propri bisogni, ma non per questo smettono di sognare. Hanif Kureishi ci regala storie e personaggi fra i più riusciti del suo mondo narrativo, penetrandone le attese, le delusioni e le felicità, e restituendoci, come solo lui sa fare, umori e incanti della vita quotidiana, in tutte le sue contraddizioni, fra “matrimoni e decapitazioni”, come recita il titolo di una delle storie incluse nel volume.
1910. Tolstoj è ormai circondato da tanti discepoli, oggetto di una vera e propria adorazione, assistito da sempre da sua moglie Sofja, dal suo medico, il suo segretario, la figlia Sasha. Pur avvolto da questa rete di presenze, la sua vecchiaia non è serena: avverte infatti intorno a lui i primi conflitti per il futuro del suo patrimonio e crescono le pressioni per controllare il suo testamento. Chi sarà l’erede del suo patrimonio? La moglie, che ne farà fonte di arricchimento familiare o, come vogliono i suoi discepoli, l’umanità intera, per diffondere l’eredità dell’amato maestro? Sentendosi privato della sua libertà, Tolstoj. non trovando altre soluzioni, per liberarsi da tutti, sceglie un gesto estremo: la fuga. Ma anche così non troverà pace né eviterà i conflitti; arriverà solo all’ultima stazione. Attraverso la voce della figlia di Tolstoj, Parini ci restituisce la personalità e i pensieri di uno scrittore che si trova tra la vita e la morte ma che, nonostante tutto, si lascia guidare sempre dalla sua libertà.
Jay Parini, romanziere e poeta, è nato nel 1948 in Pennsylvania. Attualmente è docente di lingua inglese al Middlebury College nel Vermont. Ha scritto sei romanzi e fra questi: Benjamin’s Crossing, The Apprentice Lover; fra le sue opere di poesia The art of subtraction: new and selected poems. Oltre alle biografie di John Steinbeck, Robert Frost, e William Faulkner, è autore di un volume che raccoglie i suoi saggi su temi letterari e politici e di The Art of Teaching. Ha curato The Oxford Enciclopedia of American Literature ed è un collaboratore regolare del “Guardian” e di altri giornali. Dal 2005 è l’agente letterario esecutivo di Gore Vidal.
Le vicende narrate hanno inizio nel dicembre del 1982 e terminano la notte del 9 novembre 1989, con la caduta del muro di Berlino. Protagonisti del romanzo sono i membri di una famiglia alto-borghese di Dresda, che ha cercato di sfuggire alla durezza del regime socialista rifugiandosi nel quartiere “separato” di Dresda, “la torre”. Tre i protagonisti principali: Christian, che sta tornando a casa per la festa del cinquantesimo compleanno del padre; Richard, il padre appunto; e suo fratello Meno, zio di Christian. Tutti e tre sono raffinati intellettuali: Meno lavora per una casa editrice; Christian suona il violoncello, legge molto e studia con accanimento perché vuole diventare un medico famoso; Richard, chirurgo, è un appassionato d’arte. L’ambiente raffinato ed elitario in cui vivono è una specie di torre di avorio, lontana dai meccanismi del sistema socialista. Ma fuori di lì la vita è meno “pura”: Richard, che ha una relazione extra-coniugale e una figlia illegittima, viene ricattato e obbligato a spiare i colleghi. Meno deve più di una volta censurare le opere che amerebbe pubblicare. Christian, per poter essere ammesso alla facoltà di medicina, è costretto ad arruolarsi per tre anni come volontario nell’esercito e a subire terribili umiliazioni. Tutti i protagonisti vengono colti nel momento limite in cui dovranno decidere se stare ancora col regime o schierarsi contro e mettere a rischio la sicurezza della “torre”.
“Come faccio
a capire se è amore o infatuazione?” chiese.
“All’inizio la differenza non si vede,”
rispose il Señor Peregrino.
“Ci vuole tempo prima di riuscire a capire.
Ma ciò che ha un valore autentico resiste alla
prova del tempo.
E con l’amore non è diverso.”
“Una storia di redenzione e fede
alimentate dalla forza dell’amore:
Cecilia Samartin
offre un’illuminante prospettiva
sul vero significato della bellezza.”
Publishers Weekly
“Incredibilmente intenso,
senza essere sentimentale.”
Kirkus Review
“Realismo e illusione si fondono
in una storia piena di vita.”
Dallas Morning News
“Il personaggio di Jamilet
è un ritratto dal grande fascino letterario.”
Entertainment Weekly
Jamilet è una bellissima ragazza messicana con un segreto che non si può né si deve rivelare: il suo corpo è segnato da un “marchio diabolico”, una “voglia” che le ricopre il collo, la schiena e le gambe. Il naturale disagio che prova mette in discussione ogni aspetto della sua vita, costringendola a vivere ritirata e a fuggire le compagnie, buone o cattive che siano: nessuna libertà, nessuna prospettiva. C’è un’unica cosa da fare: andarsene, dare una svolta radicale alla propria esistenza lontano dalla sua casa e dalla sua gente. Emigrata clandestinamente negli Stati Uniti, Jamilet incontrerà il suo destino nella figura di un originale paziente della clinica in cui ha trovato lavoro: il Señor Peregrino del titolo. Obbligandola con un sottile ricatto ad ascoltare la storia della sua vita e di un meraviglioso pellegrinaggio a Santiago de Compostela, il vecchio saggio trasformerà la mente di Jamilet, mettendola dinanzi alle sue paure e fornendole la consapevolezza necessaria per vincerle una volta per sempre. Da un’autrice salutata dalla critica e dal pubblico come “una nuova Isabel Allende”, un romanzo di fede e di redenzione, e insieme un grande omaggio al potere magico e liberatorio della parola.
“Scrutò il mio palmo per lunghi minuti,
e lo guardai anch’io, come se non l’avessi
mai visto prima. Era attraversato da pieghe,
sporco, pieno da croci e solchi profondi
che lo tagliavano in due. Mi era capitato
di vedere palmi senzaquasi un segno.
Il mio non era uno di quelli, anzi, ne era ben
lontano. Rimasi ad aspettare, come in attesa
di un verdetto. ‘Un vero e proprio atlante,’
disse, le sue dita seguivano le linee più lunghe
sul mio palmo. ‘Che fiumi di desiderio,
che montagne di ambizione!’ ‘Volevo cioè,
speravo’ ‘Voglio voglio, voglio, spero, spero,
spero,’ ripeté a pappagallo l’astrologo,
‘è proprio quello che dice anche la tua mano,
il tuo palmo non è nient’altro che un atlante
di desideri impossibili’. Toccò la linea
della vita e disse: ‘Nient’altro che desiderio’.”
La storia d’amore tra due persone
che si ritrovano quando
il resto del mondo li ha abbandonati
Anuradha Roy ci racconta la storia epica di una famiglia bengalese del Ventesimo secolo che inizia sulle sponde di un fiume in piena, pronto a travolgere ogni cosa, minaccioso e infinitamente distruttivo. In un luogo pieno di colori intensi e profumi speziati, dove i gelsomini fioriscono nei sobborghi e il ruggito della tigre solca il silenzio delle lunghe notti, una famiglia, appena giunta in città, fa conversazione intorno a un tavolo. Sotto il chiacchiericcio leggero scorre però una corrente tumultuosa. Nirmal sogna la felicità con una cugina vedova a cui però non può aspirare; sua figlia Bakul, orfana di madre, pensa solo a come sfuggire alla noia della cena. Vorrebbe correre libera insieme a Mukunda, un orfano senza casta adottato dalla famiglia. In una stanza all’ultimo piano della casa, la matriarca della famiglia farfuglia parole senza senso, ma felice di gridare oscenità con tutta l’aria che ha nei polmoni. Nel frattempo Amulya, lo stanco patriarca, dedica tutto il suo tempo al giardino mentre la sua dinastia si sta lentamente disfacendo davanti ai suoi occhi. Anuradha Roy scrive con un ritmo che seduce il lettore, conducendolo nell’intricata, incantevole storia di una famiglia travolta da amore e desiderio, rifiuto e accettazione, conformismo e ribellione. Una storia commovente nella sua nostalgia per ciò che è destinato a perdersi per sempre, e il profondo desiderio per ciò che non arriverà mai.