Se fosse un "filmino di famiglia", la globalizzazione muoverebbe i primi passi nel 1973, anno in cui l'economia Usa rallenta e inizia il processo che porterà alla deregulation degli scambi commerciali internazionali. Alessandro Volpi percorre - un fotogramma dopo l'altro - la storia della globalizzazione, le prime "turbolenze" e il pericoloso fidanzamento con la finanziarizzazione, un rapporto perverso che porta all'esplosione della crisi nell'estate 2007. Questo libro, dedicato ai cittadini attenti, ma anche a studenti e studiosi, è lo strumento ideale per comprendere il nostro "presente storico": l'autore non solo segue la parabola della globalizzazione, ma racconta le sue dinamiche economiche e politiche, ne misura le conseguenze sul destino di persone e popoli e delinea un quadro in cui non solo è urgente restituire il primato alla politica ma è necessario un ardito superamento delle logiche nazionali.
Presunta morte naturale" è l'epitaffio di Stefano Cucchi, morto a Roma il 22 ottobre 2009 all'ospedale-carcere "Sandro Pertini". Una settimana prima era stato arrestato per spaccio: sette giorni nelle mani dello Stato, dai carabinieri alla polizia penitenziaria, dai magistrati ai medici di carcere e ospedale. La famiglia lo rivedrà dietro una teca di vetro: sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Ma lo Stato, dopo averla alzata, nasconde la mano, negando la propria responsabilità. Ne è prova la sentenza di primo grado del processo, che commina pene lievi ai medici, assolvendo i tre agenti di polizia penitenziaria imputati solo per lesioni. Il pestaggio, infatti, è riconosciuto ma resta "orfano". Un'inchiesta dalla parte dei "vinti" che minuto per minuto, attore per attore - recupera le testimonianze accantonate, le ragioni delle parti civili e depura i fatti da ogni omissione. Ma non solo: affronta temi quali l'"esercizio esclusivo della forza" da parte dello Stato, il reato di tortura, la legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Prefazione di Luigi Manconi e Valentina Calderone. Testi di Ilaria e Giovanni Cucchi, Patrizio Gonnella (Antigone), Mauro Palma (giurista) e Lorenzo Guadagnucci (giornalista).
Come salvarci dal "welfare west"? La cura è il "welfare di relazione", di cui sono protagonisti insieme comuni, aziende, terzo settore, cittadini. "Non ce lo possiamo più permettere", è il mantra che ripetono da anni gli addetti ai lavori: lo Stato sociale è da smantellare, perché mancano i soldi. Nessuno però ci spiega con chiarezza quanto costa davvero, come funziona e quali tagli sta subendo il welfare. Questo libro avvicina con semplicità il lettore al sistema di welfare italiano, in primis locale, e scopre che "tra il dire e il welfare" esistono buone prassi che vedono insieme protagonisti enti pubblici, aziende, mondo no profit e i cittadini stessi. Storie inedite di welfare responsabile e quotidiano, dal ristorante sociale al mutuo soccorso, dal microcredito alle cooperative antimafia. Un welfare solidale, che non guarda alla singola prestazione ma al benessere di tutta la società. Scrive nel suo intervento don Giacomo Panizza, anima di Progetto Sud: "Questa è la bellezza di essere cittadini e cittadine, di rinnovarsi come persone che vivono a testa alta, di dare un nuovo senso e una nuova organizzazione alla vita". Con un'intervista al sociologo Cristiano Gori.
Un libro che racconta 20 storie di imprese, produzioni e progetti "minimi" e che descrive un modello economico e sociale proiettato "in direzione ostinata e contraria" rispetto al mainstream: quello delle produzioni agricole contadine, delle filiere corte, delle reti locali, delle imprese lillipuziane, dei piccoli Comuni virtuosi, dell'informazione indipendente, dei comitati contro lo scempio del paesaggio, delle "piccole opere", del crowdfunding, dell'economia delle relazioni, infine, per usare un'espressione sintetica. Qualche esempio. Una cooperativa agricola di proprietà di tutti che produce pasta bio pagando il giusto i suoi contadini, una "città visibile" e senza rifiuti, una fabbrica di cemento sottratta alla mafia, le forme di "piccola distribuzione organizzata", una Confindustria "etica" in Val di Susa, un documentario indipendente e altre imprese finanziate dal basso, un pescatore senza strascichi, i "folli" viaggi del turismo responsabile, le cooperative incarcerate, i ristoranti con l'anima e il cibo equo che viene da lontano, la banca che oggi finanzia l'Italia dell'economia solidale. E tante altre minuscole storie.