Che cos'è davvero Halloween? Al di là dell'aspetto prettamente commerciale, che cosa può accadere in una delle feste sempre più diffuse anche nel nostro Paese? Quali linguaggi, quale cultura, quali riti si stanno velocemente diffondendo, sostituendo quelli più tradizionalmente legati alla nostra cultura cristiana? La forma a intervista permette al lettore di essere accompagnato da padre Bamonte - conosciuto esorcista - in un percorso di scoperta di questo fenomeno che si sta ormai imponendo nelle nostre società e che sta sempre più progressivamente svuotando di senso religioso la festa dei Santi. Le risposte di padre Francesco possono aiutare a interpretare alcuni riti, segni e linguaggi particolarmente tipici dell'occultismo e di un mondo oscuro e non innocuo, per permettere a ognuno di fare scelte consapevoli per la propria vita, famiglia e nella pastorale.
L'Autore delinea il quadro biblico e teologico per comprendere correttamente la natura e l'esistenza del demonio, tratta estesamente della sua azione straordinaria (possessione, vessazione, ossessione, infestazione), fornisce criteri di discernimento della sua reale presenza e chiarisce il significato e la prassi dell'esorcismo. Dopo aver trattato il tema dell'occultismo e del satanismo, padre Francesco Bamonte a partire dalla propria esperienza offre indicazioni spirituali a chi opera nella pastorale dell'esorcismo.
Edizione riveduta dell'omonimo libro (uscito nel 2006) e aggiornata in base alle Linee Guida per il ministero dell'esorcismo alla luce del rituale vigente (2020), esaminate previamente dalla Santa Sede.
In queste pagine Gennaro Giudetti, operatore umanitario, racconta in prima persona il viaggio che da quattordici anni ha scelto di compiere ogni giorno, vivendo a fianco di chi è considerato ultimo. Un viaggio che comincia in mare, con i salvataggi dei migranti, e prosegue nei campi profughi della Libia e in Colombia, in Ucraina e negli ospedali di Codogno e dello Yemen, durante l'emergenza Covid, e in Kenya tra gli ultimi degli ultimi, dove chi non rispetta le regole viene bruciato vivo nei copertoni abbandonati delle auto. Storie che parlano di possibilità, di assenza di pregiudizi, di desiderio di comprendere, vivendo con loro, come loro, nei campi profughi, sotto le bombe della guerra, nelle case famiglia. Storie vere, vissute dal protagonista sulla propria pelle.
Un libro-reportage sul ghetto di Borgo Mezzanone, tra Foggia e Manfredonia, dove vivono circa 2.000 braccianti, soprattutto nordafricani, che lavorano nei campi 12-13 ore al giorno per pochissimi euro l'ora. Sono loro gli schiavi del nuovo millennio. L'autore, che è andato nel ghetto e ha incontrato i migranti, racconta la loro vita reale, fatta di estrema miseria, sfruttamento, violenza e intimidazioni. Nel ghetto i caporali trovano sempre braccia da sfruttare, ma i migranti sono sfruttati anche dai loro connazionali. Qui la mafia nigeriana gestisce il business della droga e della prostituzione, di cui si servono anche gli italiani. Una denuncia delle reali condizioni di vita dei migranti.
Carlo Urbani è stato un medico e microbiologo italiano. Fu la prima persona a identificare e classificare la SARS o polmonite atipica esplosa tra il 2002 e il 2003, che fu la causa stessa della sua morte, a Bangkok il 29 marzo del 2003. Vent'anni dopo, questo volume nasce non solo per raccontare il "medico della SARS" ai più giovani, a chi il suo nome lo conosce solo per le scuole o vie a lui intitolate, ma soprattutto per conoscere Carlo dalle parole di chi lo ha conosciuto ed è testimone della sua forza umana e professionale, per raccontare quanto lui continui a camminare ancora con le gambe di amici, colleghi, conoscenti, che danno ancora futuro alla sua opera, a quel protocollo che ha permesso fino a oggi, in un mondo segnato dalla pandemia SARS-CoV-2, di salvare milioni di vite. Prefazione di Tedros Adhanom Ghebreyesus. Presentazione di Roberto Burioni.
Padre Vittorio Trani, da ormai cinquant'anni, è un vero e proprio testimone vivente delle trasformazioni avvenute (e di quelle mancate!) in un mondo, quello del carcere, che per tanti resta, purtroppo, un oggetto ancora misterioso. Lo scopo del libro - conversazione appassionata e appassionante fra un cappellano e due giornalisti -: far luce sull'aspetto umano dell'esperienza detentiva e sulla necessità - che impegna tutti, nessuno escluso - di approcciarsi ai temi della pena e dell'esecuzione penale nel solco tracciato dalla nostra Carta Costituzionale. Una sorta di diario del carcere e sul carcere scritto attraverso l'incontro quotidiano con le persone recluse e con le loro storie intrise di sofferente umanità. Prefazione di Pietro Parolin. Postfazione di Antonio Rizzolo.
L'Autrice, sotto forma di diario, racconta la storia della sua secondogenita Chiara, chiamata affettuosamente dalla sorellina Chiarapunzel (ispirato a un personaggio di Disney) nata con la sindrome di Angelman, una malattia genetica rara e grave che si manifesta nei primi mesi di vita. Chiarapunzel non parla, ha un grave ritardo cognitivo e motorio, epilessia, iperattività, deficit dell'attenzione e disturbi del sonno. Nonostante tutte queste problematiche è vivace, in grado di apprendere, e i genitori (Emanuela e Paolo), i familiari, gli educatori e i terapisti sono impegnati ogni giorno, perché Chiara acquisisca nuove competenze, impari a camminare, comunichi e possa vivere una vita quasi normale. L'Autrice mette in evidenza nel suo racconto quanto di buono può esserci anche in una situazione difficile come la loro, al fine d'incoraggiare le persone che vivono una condizione analoga senza nascondere le paure e i dubbi che accompagnano questa esperienza.
Il testo presenta la biografia di Chiara Grillo, una mamma morta improvvisamente a trentasette anni nel 2017, raccontata dai suoi genitori, Lia e Virginio, che narrano l'intensa vita della loro amata secondogenita, cresciuta all'ombra del carisma di Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, di cui Chiaretta ha fatto parte sin da bambina, sull'esempio degli stessi genitori. Chiara, assistente sociale, sposata con Davide ha tre figli ed è il perno, l'anima della sua cerchia familiare, degli amici, conoscenti e aderenti al carisma dell'Unità. Numerosi sono gli aneddoti raccontati dai genitori da cui emerge l'amabile e determinata indole di Chiara, accompagnata dal suo luminoso sorriso che incantava chi l'avvicinava, la sua robusta fede in Dio e l'amore per il prossimo, soprattutto verso i più fragili. Prefazione di Pierantonio Pavanello. Postfazione di Anna e Alberto Friso.
Armida Barelli (1882-1952) parla ai giovani, alle donne e agli uomini del nostro tempo con intuizioni profetiche e una spiritualità profonda, mistica. Nata a Milano in una famiglia indifferente alla fede, da giovane scopre Gesù e dedica la sua vita all'annuncio cristiano precorrendo il protagonismo laicale, che verrà poi evidenziato dal concilio Vaticano II. Terziaria francescana, fondatrice della Gioventù Femminile di Azione Cattolica e sua prima presidente, insieme a padre Agostino Gemelli getta le basi dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, del primo istituto secolare (le Missionarie della Regalità di Cristo, in cui si consacra) e dell'Opera della Regalità (per favorire la partecipazione dei fedeli alla liturgia). Dal carattere riservato ma determinato, dotata di grandi capacità organizzative, si prodiga instancabilmente per le donne del suo tempo, le persone in difficoltà, la Chiesa universale e particolare. Contribuisce così alla promozione della presenza femminile nella società, diventando una delle protagoniste della prima metà del Novecento.
Il libro affronta un argomento di drammatica attualità: il femminicidio e la sorte dei figli, chiamati «orfani speciali», la cui madre è stata uccisa dal padre. La trattazione si articola su due fronti: da una parte mette a fuoco l'entità del fenomeno, con dati e valutazioni della Commissione Ministeriale sul Femminicidio, spiega la relazione tra femminicidio e violenza domestica e descrive le caratteristiche genitoriali di omicida e vittima; dall'altra illustra le conseguenze traumatiche sull'orfano nel breve e lungo periodo e il conseguente danno evolutivo. Presenta quindi linee guida e buone prassi di intervento e supporto per l'accompagnamento dell'orfano nel suo percorso formativo e di inserimento sociale.
Quella del potere è una questione cruciale: stiamo sperimentando sia una decadenza dell'autorità politica tradizionale sia l'emergere di un'autorità di tipo populista. Assistiamo a casi di abuso di potere sul piano economico, ma gli abusi li possiamo verificare anche nei rapporti interpersonali e, non ultimo, nella Chiesa. L'autore esamina gli aspetti storici, psicologici, sociali, morali e biblici del fenomeno, affrontando non soltanto i rischi impliciti nell'esercizio dell'autorità, ma anche le opportunità per aiutare le persone a esercitarla per il bene degli altri. Solo quando avremo elaborato una buona teologia del potere potremo metterlo a frutto nella Chiesa, nella società, tra economia e politica, al servizio della vita e della persona.
La chiamano SAN - Sindrome da Astinenza Neonatale - e riguarda il 60-80% dei nati da madri che hanno fatto uso di droghe e, in particolare, di oppioidi durante la gravidanza. Un complesso disturbo che è aumentato in tutti i Paesi del mondo per l'incremento del consumo delle sostanze. Anche in Italia. Angela Iantosca compie un viaggio nel mondo della maternità "contaminata" dalle sostanze stupefacenti, raccoglie dati, interviste, testimonianze dirette, sente esperti e prova a far luce su un sommerso che spesso si ha paura di vedere. Ma chi sono queste mamme se non donne che hanno cominciato giovanissime a fare uso di sostanze? Quali sono i loro vuoti, le vere dipendenze interiori che provano a mettere a tacere con la droga? Angela Iantosca racconta anche loro, dando voce a chi lavora con i giovanissimi, a chi è entrato in comunità minorenne, a psichiatri e psicoterapeuti, a chi da anni lavora in ospedale dove sempre più si registra il disagio dei più piccoli. L'autrice realizza per giovani e adulti progetti di prevenzione alle mafie e alle tossicodipendenze anche nelle scuole.
Agile biografia di suor Maria Pia Giudici (Viggiù-VA 1922 - Subiaco-RM 2020), salesiana, donna di notevole spessore spirituale e di grande energia creativa, autrice di libri e di poesie. All'inizio della sua vita religiosa, si laurea in lettere e diventa insegnante a Lecco e Milano. In seguito realizza nell'eremo San Biagio (Subiaco) il sogno di una casa di preghiera soprattutto per i giovani, per proporre loro il cammino della lectio divina. L'obiettivo dell'educazione, fondamentale per don Bosco e di conseguenza anche per lei, è stato il punto di riferimento continuo della sua opera lungo gli anni. Il libro, che ripropone la sua voce e quella di altre persone (anche famose: card. Martini, Tamaro...) che l'hanno conosciuta, vuole essere memoria e testimonianza della sua vita, del suo contatto fecondo con la parola di Dio e della sua spiccata capacità di parlare ai giovani. Sempre animata dalla volontà di dare loro una proposta educativa forte, puntava sul richiamo all'interiorità, ancorata saldamente al Vangelo e perciò alternativa all'individualismo e al chiasso contemporanei.
«Sono davvero felice», scrive il cardinale Francesco Montene- gro, «di consegnare ai lettori questa breve biografia che sua eccellenza mons.Vincenzo Bertolone, postulatore dell’Inchie- sta suppletiva per la beatificazione, ha preparato per la solen- ne proclamazione liturgica di Rosario Angelo Livatino a Beato della Chiesa cattolica».
Biografia breve, dunque, che fa zoom soprattutto sulle mo- tivazioni che hanno causato l’omicidio del giovane giudice: il forte senso di giustizia, la sua fede (motivazione fondante di ogni scelta), la sua abnegazione e il grande senso dello Stato. E oggi, per noi cittadini, per i giovani, per ogni magistrato un modello a cui ispirarsi.
Vincenzo Bertolone, della Congregazione dei Missionari Ser- vi dei Poveri di Giacomo Cusmano, è arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace. Dal settembre 2015 è presidente della Conferenza Episcopale Calabra.
Il testo racconta la storia e l'attività di don Fortunato Di Noto, sacerdote siciliano, fondatore dell'associazione Meter, da molti anni in prima linea nella lotta alla pedofilia e alla pedopornofilia diffusa specialmente tramite Internet. Alle descrizioni e osservazioni dell'Autore sulla realtà sociale si alternano lunghi brani in cui don Fortunato parla in prima persona della propria vita, a partire dagli anni della giovinezza a Ragusa per arrivare fino a oggi, mettendo in luce difficoltà e successi del suo impegno a difesa dei bambini. Un capitolo è dedicato anche alla pedofilia nella Chiesa; l'ultimo capitolo raccoglie alcune testimonianze rese in età adulta dalle vittime stesse.
Una giovane coppia con i suoi alti e bassi, i suoi piccoli problemi, improvvisamente spazzati via dal dramma di una sera: in seguito a un incidente capitato durante un'uscita in bicicletta, Cédric, il marito, entra in coma. In forma di diario personale, Sophie, la moglie, racconta l'attesa, l'angoscia, la speranza folle, la realtà dolorosa, i dubbi, i momenti di collera, i sogni: tutto vissuto con amore, senza arrendersi mai. Oltre alla sofferenza, la vicenda suscita anche tante dimostrazioni di solidarietà e amicizia, e induce la coppia a rivelare la propria umanità più profonda. Nonostante la disabilità di Cédric, la vita familiare continua e si evolve, a testimonianza che la felicità è possibile anche in mezzo alle difficoltà. Cédric e Sophie, e la loro storia vera, diventano per ogni coppia in difficoltà un esempio di resilienza e capacità di ricostruire partendo dall'essenziale.
Un mosaico di volti, storie, emozioni. Da chi ha superato la sfida del Covid-19 a chi ne è rimasto sopraffatto. Sino alle testimonianze raccolte direttamente dall'autore di eroi del quotidiano, uomini e donne incontrati in un tempo sospeso. Sullo sfondo un nemico invisibile che "ha fermato il nostro pianeta" e che tiene in scacco i popoli di tutto il mondo. Al di là di ogni interpretazione di un "conflitto" tra l'uomo e la natura, l'autore raccoglie le orme di un cammino che, seppur su un terreno irrigato dalle lacrime, ha lasciato tracce di speranza. Sotto il suo microscopio tante diverse esistenze. Ognuno è protagonista della sua storia mentre queste, tutte insieme, ricostruiscono la nostra storia. Facendo emergere gli "anticorpi della speranza".
Il testo raccoglie numerose testimonianze di chi, a vario titolo, ha avuto un rapporto singolare con Madre Anna Maria Cànopi. Di testimone in testimone - dal teologo, al poeta, allo studioso, all'amministratore, allo scrittore -, scorrendo le pagine, il lettore può scoprire il «tesoro» custodito dall'incontro con la Madre, che qui diventa condivisione e memoria. Tra coloro che hanno contribuito: Gianfranco Ravasi, Arnoldo Mosca Mondadori, Eugenio Borgna, Luigi Bettazzi, Nunzio Galantino, Guido Marini, Michael David Semeraro... A intrecciarsi, ricordi personali ed eventi ecclesiali che hanno contribuito a rendere Madre Cànopi una delle presenze femminili più significative della vita della Chiesa dal post Concilio ai nostri giorni. Libro-omaggio a Madre Cànopi.L'emergere di alcuni aspetti della vita della «Madre» non così conosciuti. Testo che saprà comunicare emozioni forti in chi l'ha amata, ma anche in chi non l'ha ancora conosciuta.
L'autrice, raccontando spaccati di vita, accompagna nel mondo di quelle famiglie, con membri tossicodipendenti, che negli anni vengono maltrattate, mandate sul lastrico dai propri familiari e che, per arginare questa malattia chiamata «droga», si trovano a dover compiere scelte drastiche, ad ammettere le proprie responsabilità. Le storie sono il cuore del libro nel quale non mancano i dati sulla tossicodipendenza e gli approfondimenti di medici, psicoterapeuti, psicologi, e di chi ha vissuto la droga, ne è uscito e ha deciso di restituire il dono del ritorno alla vita, con la creazione di associazioni di riferimento per i familiari.
In un momento in cui si chiudono i porti, si alzano muri, soffiano venti di razzismo, c'è anche chi apre le porte di casa per accogliere chi scappa da guerre e povertà. Nel libro si raccontano le storie di chi, dinanzi a uno dei più grandi drammi del nostro tempo, quello delle migrazioni, ha scelto di non girarsi dall'altra parte, ma di accogliere, dare una mano a chi chiede aiuto.
Sono storie di coppie che hanno adottato bambini di pochi mesi arrivati in barca da soli perché le loro mamme sono morte in mare; di bambini abbandonati da giovani donne violentate; di tutori volontari che hanno fatto di tutto per assicurare un futuro ad alcuni ragazzi e di persone che ospitano rifugiati o sostengono giovani migranti sino a portarli a traguardi impensabili. Sono storie di eroi silenziosi e sconosciuti che nel dare affetto e solidarietà agli altri hanno scoperto che donando si riceve più di quello che si dà.