Un manuale di geografia finalmente all'altezza dei tempi in cui viviamo. Un testo che si propone di superare le impostazioni ottocentesche di una disciplina che è tornata a essere di grande attualità nell'epoca delle paure e delle incertezze globali. Negli ultimi trenta anni il nostro pianeta ha attraversato un vorticoso processo di trasformazione che ha modificato radicalmente i tradizionali rapporti di forza tra i continenti. In tutto questo, la geografia, ovvero la disciplina che studia il rapporto tra l'uomo e lo spazio che lo circonda, è tornata ad avere un ruolo centrale. Da umile ancella al servizio dello Stato moderno e delle sue vocazioni imperiali, forse per prima ha cercato di interpretare i mutamenti epocali che stiamo vivendo. Grazie ai suoi metodi e ai suoi strumenti, ha compreso che il potere, ovvero il rapporto tra società e spazio, ha assunto un carattere frastagliato e molteplice. Dunque, a differenza di altri strumenti didattici che hanno scelto un approccio più tradizionale, questo manuale ha scelto di compiere una scelta innovativa. Ovvero di trattare assieme aspetti politici e geopolitici, economici e demografici proprio per dare meglio conto di questa nuova fase. Migrazioni, cambiamenti climatici, sostenibilità ambientale, guerre: temi e concetti fino a ora poco affrontati dalla geografia, vengono presentati in forma originale e didatticamente efficace.
Il volume offre un’introduzione agli studi sulla comunicazione, in una prospettiva innovativa che tiene insieme l’analisi dei meccanismi fondamentali della comunicazione e le sue trasformazioni indotte dal digitale e dal web.
La trattazione fa ampio uso di esempi, dalle analisi dei quali i concetti vengono dedotti e illustrati.
Materiali didattici disponibili a breve sul nostro sito.
La maggior parte degli strumenti didattici sui media digitali si concentra generalmente sui fenomeni del presente o sugli ultimi anni dell'evoluzione della digitalizzazione. Questo manuale vuole essere innovativo e guardare alla relazione tra società e media digitali in un arco temporale di lungo periodo. Ciò nella convinzione che sia necessario fornire un quadro ampio e coerente dei modi in cui i media digitali sono diventati così rilevanti per le società contemporanee. Adottare una prospettiva di lungo periodo è utile in primo luogo per far emergere l'inestricabile intreccio tra il cambiamento portato dalle tecnologie digitali e le forme di continuità con il sistema dei media precedente e, in particolare, con le pratiche e le culture formatesi con i media analogici. Infatti, il computer, internet e i telefoni mobili - a cui sono dedicate ampie parti del libro - se da una parte sono emblematici della cosiddetta 'rivoluzione digitale', dall'altra hanno radici profonde nel passato della comunicazione: quella analogica. Una sezione importante del libro è dedicata all'evoluzione del processo di digitalizzazione nei media 'tradizionali' (musica, libri e giornali, cinema e video, fotografia, TV e radio), di cui si esaminano le principali tendenze, ma anche le contraddizioni più evidenti. Il capitolo finale del libro si concentra sulle narrazioni e sulle vere e proprie 'mitologie' legate ai media digitali: storie eccezionali (e talvolta esagerate) di personaggi, prodotti, aziende e luoghi che hanno svolto un ruolo di supporto simbolico all'affermazione della digitalizzazione nelle società contemporanee. Oltre alla bibliografia, utile per approfondire alcuni dei temi affrontati nel libro, è presente anche un'appendice di dati che riportano alcune serie storiche, selezionate poiché in grado di illustrare le principali tendenze nello sviluppo dei media digitali a livello globale.
Alberto A. Sobrero insegna Linguistica italiana alla Facoltà di Lingue straniere dell'Università di Lecce. Si occupa di linguistica italiana, dialettologia, educazione linguistica e sociolinguistica. Annarita Miglietta insegna Linguistica italiana e Lingua italiana alla Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Lecce. Si occupa di linguistica italiana, dialettologia, educazione linguistica e lingua italiana contemporanea.
Dalle scoperte geografiche e dall'espansione economica del Cinquecento all'età napoleonica: è la periodizzazione di questo volume pensato esplicitamente per la didattica universitaria ma con tutte le possibilità di essere apprezzato anche dal pubblico di libreria. Una trattazione classica della storia moderna arricchita dai risultati più innovativi della ricerca storiografica nel settore della storia sociale e culturale. Renata Ago insegna Storia moderna alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma La Sapienza. Vittorio Vidotto insegna Storia contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia all'Università di Roma La Sapienza.
Oggi molte delle categorie attraverso le quali leggevamo la storia contemporanea (Stato, nazione, impero, classe) sono andate in crisi e hanno subito trasformazioni sostanziali. La globalizzazione e le sue conseguenze impongono di ripensare radicalmente i processi storici tenendo conto di uno spaziomondo di cui sono protagonisti uomini e civiltà appartenenti ad etnie, culture e religioni differenti, dislocati in tutto il pianeta. Questo manuale, allora, si propone di ricostruire quella che definiamo come età contemporanea superando la periodizzazione tradizionale basata sul canone della storia nazionale ed europea. Momento inaugurale delle dinamiche dell'età contemporanea vengono considerate le trasformazioni mondiali imposte dall'imperialismo di fine Ottocento. Connessa a questa scelta cronologica sta quella geografica orientata a rivedere il rapporto centro-periferia, ovvero tra un Occidente centrale e propulsivo e il resto del mondo 'periferia', da considerarsi solo quando e se interagisce con il centro. I lunghi e travagliati processi dell'età contemporanea, infatti, hanno mostrato come nello spazio-mondo questa relazione sia mobile e duttile, oppure che le geometrie degli equilibri fluttuano spesso e rapidamente. Ma l'approccio qui utilizzato non rappresenta solo un correttivo geografico. A cambiare è la narrazione stessa che cerca di superare le problematizzazioni storiche più classiche. Temi transnazionali e trasversali (migrazioni, capitali e commercio, espansione degli imperi, circolazione delle idee) affiancano e contribuiscono a superare l'impostazione di una storia scritta esclusivamente dal punto di vista dei governi nazionali o incentrata sulle comunità geografiche. Ampio spazio è quindi dedicato a temi internazionali, ai nuovi protagonismi mondiali, alle nuove guerre, ai cambiamenti sociali e geopolitici degli ultimi decenni di cui si evidenziano le radici e l'evolversi nel passato più prossimo restituendo la giusta complessità al tempo che viviamo.
Spesso definiti come ‘l’epoca della espansione dell’Europa nel mondo’, i secoli della cosiddetta età moderna, dalla fine del Quattrocento alla fine dell’Ottocento, sono stati raccontati come un processo di progressiva, inarrestabile estensione del modello di civiltà europea alle altre parti del pianeta. Oggi, di fronte a rinnovati e non meno sconvolgenti processi di globalizzazione, la ricostruzione storica di quei secoli non può che farsi in maniera profondamente diversa. L’età moderna non è la marcia trionfale dell’Europa, dei suoi Stati, della sue economia, dei suoi valori, ma è il tempo di nascita dello spazio-mondo, attraverso la creazione di una serie di connessioni – politiche, economiche, culturali – che ora assumono una capillarità e una costanza di funzionamento mai possedute in precedenza. È in questi secoli che ciò che accade nei Caraibi o negli stretti delle Molucche rimbalza rapidamente a Londra o a Lisbona, ciò che a Istanbul decide il Sultano piega e spiega il Mediterraneo, così come quello che a Delhi progetta il grande imperatore Moghul si irraggia in uno spazio che va dalla Persia alle coste islamizzate dell’Africa orientale. Una storia che guarda alle connessioni non dimentica né gli spazi più tradizionali, né gli avvenimenti che vi si svolsero, comprendendo, ovviamente, in essi anche quelli dello spazio europeo. Ma le connessioni di una storia globale non seguono la geografia dei continenti e i confini delle nazioni. Li ridiscutono e li rimescolano, cercando di individuare attori e contesti che si fanno protagonisti delle differenti fasi storiche. E, sorprendentemente, questa ricerca, anche per secoli apparentemente lontani, mette allo scoperto geopolitiche che oggi ritroviamo attuali: la storia-mondo, dunque, come storia di lunga durata.
Un manuale di geografia finalmente all’altezza dei tempi in cui viviamo. Un testo che si propone di superare le impostazioni ottocentesche di una disciplina che è tornata a essere di grande attualità nell’epoca delle paure e delle incertezze globali.
Negli ultimi trenta anni il nostro pianeta ha attraversato un vorticoso processo di trasformazione che ha modificato radicalmente i tradizionali rapporti di forza tra i continenti. In tutto questo, la geografia, ovvero la disciplina che studia il rapporto tra l’uomo e lo spazio che lo circonda, è tornata ad avere un ruolo centrale. Da umile ancella al servizio dello Stato moderno e delle sue vocazioni imperiali, forse per prima ha cercato di interpretare i mutamenti epocali che stiamo vivendo. Grazie ai suoi metodi e ai suoi strumenti, ha compreso che il potere, ovvero il rapporto tra società e spazio, ha assunto un carattere frastagliato e molteplice. Dunque, a differenza di altri strumenti didattici che hanno scelto un approccio più tradizionale, questo manuale ha scelto di compiere una scelta innovativa. Ovvero di trattare assieme aspetti politici e geopolitici, economici e demografici proprio per dare meglio conto di questa nuova fase. Migrazioni, cambiamenti climatici, sostenibilità ambientale, guerre: temi e concetti fino a ora poco affrontati dalla geografia, vengono presentati in forma originale e didatticamente efficace.
Venticinque anni di vita, ventiquattro ristampe, il manuale storico che ha formato generazioni di psicologi in una nuova edizione rivista e aggiornata alle più recenti ricerche in ambito scientifico.
La psicologia non è solo una branca di studio relativamente giovane, ha anche dei tratti sui generis. Per esempio non è una scienza unitaria, che si dispiega nel tempo in modo coerente attorno a un nucleo fondamentale di princìpi teorici, condivisi e accettati unanimemente dalla comunità dei suoi ricercatori. Costituisce piuttosto una famiglia di linee di ricerca, ciascuna delle quali ha propri assunti teorici fondamentali che la caratterizzano rispetto alle altre, proprie metodologie e proprie aree privilegiate di indagine. Possiamo rintracciarne sei fondamentali: la fenomenologica, la psicodinamica, la comportamentista, la cognitivista, la storicoculturale, la biologica o, oggi diremmo, neuroscientifica. Ma non finisce qui: accanto a tale plurivocità teorica e metodologica, rintracciamo un singolare filo rosso che collega personalmente gli esponenti delle varie prospettive e delle diverse teorie. Si tratta delle biografie degli psicologi: personalità complesse, vite inquiete e inquietanti, eventi tragici. Si pensi soltanto alle vicende sentimentali di Franz Brentano, James M. Baldwin, Carl G. Jung e John B. Watson; alle depressioni di William James, Melanie Klein, Jean Piaget, Burrhus F. Skinner; alle sofferenze psichiche e fisiche di moltissimi psicoanalisti e psicologi ebrei a causa delle emigrazioni forzate negli anni ’30; agli ultimi anni di dolore fisico di Sigmund Freud e Lev S. Vygotskij; ai suicidi di Vittorio Benussi, Bruno Bettelheim, Karl Duncker, Stefan Miller, Marta Muchov, Richard Semon e Victor Tausk; alle morti di Vladimir M. Bechterev avvelenato da Stalin, di Wilhelm Reich in un penitenziario statunitense, di Otto Selz nel lager di Auschwitz, di Georges Politzer fucilato dai nazisti, di Sabina Spielrein uccisa dai tedeschi, ed infine di numerosi psicologi russi nei gulag stalinisti. Non sembra che ci sia altra scienza, se non la psicologia, per la cui comprensione occorra richiamarsi così direttamente alla vita, spesso drammatica, dei suoi protagonisti. Il libro è organizzato in sette capitoli: il primo capitolo è dedicato allo sfondo teorico e metodologico della fine dell’Ottocento, dal quale si distaccarono sin dai primi anni del Novecento le varie prospettive psicologiche, trattate negli altri sei capitoli. Ogni prospettiva è delineata nelle sue caratteristiche teoriche e metodologiche principali, nella sua evoluzione storica ed è corredata da schede biografiche di autori e scuole.
Fra le molte periodizzazioni possibili per segnare il problematico termine a quo della storia contemporanea, questo manuale adotta l’ondata rivoluzionaria del 1848 – evento senza dubbio epocale a livello europeo, e avvertito come tale anche dai contemporanei – per raccogliere in un unico volume l’intera materia che comunemente viene ricompresa in questa disciplina. È una scelta che ha il vantaggio di includere in una trattazione organica problemi ed eventi imprescindibili per la comprensione del mondo contemporaneo, a cominciare da quelli relativi alla realizzazione dell’unità italiana. Questa nuova edizione si presenta ora in una forma decisamente rinnovata e accresciuta. La parte sul Novecento, in particolare, è stata ampliata e articolata in un maggior numero di capitoli di taglio essenzialmente tematico, per meglio dar conto delle trasformazioni degli ultimi decenni.
La nuova edizione aggiornata di un manuale che ha avuto ottima accoglienza nelle università e nelle scuole. Il Novecento, un secolo che si apre col trauma originario della Grande Guerra e si chiude con le grandi trasformazioni seguite alla caduta del muro di Berlino: è la periodizzazione di questo manuale, che si spinge ad analizzare gli ultimi eventi dei nostri giorni senza rinunciare a una struttura agile, maneggevole e rigorosa, a una scrittura piana e comprensibile, a una strumentazione didattica particolarmente efficace, dalle numerose cartine alle bibliografie ragionate che guidano l'approfondimento dei temi toccati. In questa nuova edizione, fortemente accresciuta e rivista, sono state inserite numerose nuove parole chiave, indispensabili per focalizzare le principali categorie tematico-concettuali del periodo.
Dalle grandi rivoluzioni di fine Settecento alla Prima Guerra mondiale: è la periodizzazione di questo volume pensato esplicitamente per la didattica universitaria. Una periodizzazione che vede l'Ottocento come un "secolo lungo" - dalla rivoluzione americana ai primi anni del secolo - e che è non solo largamente invalsa a livello storiografico, ma anche consacrata dai programmi scolastici e fatta propria dai nuovi ordinamenti universitari e dalla logica modulare che li contraddistingue.
Questa "Storia della filosofia contemporanea" è la continuazione della "Storia della filosofia antica" di Giuseppe Cambiano e della "Storia della filosofia moderna" di Massimo Mori e, come i volumi precedenti, è diretta a studenti universitari e a un pubblico più generale. Data la sua destinazione, offre un corso completo ricco di contenuti sia sul piano delle informazioni, sia sul piano della ricostruzione delle dottrine, con una introduzione che lo raccorda alla storia della filosofia moderna. La bibliografia contiene, a proposito degli autori stranieri, anche indicazioni riguardanti le edizioni in lingua originale e studi in lingue diverse dall'italiana, utili soprattutto per la composizione di relazioni e tesi di laurea.
La psicologia sociale è lo studio delle dimensioni sociali della mente umana, ossia le modalità di articolazione tra gli aspetti individuali della vita psicologica e il livello della vita sociale, inteso in termini di interazioni tra le persone, ma anche in termini più ampi di contesto socio-culturale: "scegliere come ambito della disciplina non uno dei livelli, bensì l'intersezione tra essi, significa non limitare la scelta degli oggetti di studio ad alcuni temi, ma piuttosto sforzarsi di elaborare un modello di interpretazione che, proprio in quanto tiene conto di entrambi i livelli, risulta applicabile ai fenomeni più diversi. Può così essere impostata in modo più produttivo anche la relazione tra le diverse discipline che si occupano del comportamento umano e in particolare tra psicologia generale, psicologia sociale e sociologia; la distinzione tra esse, infatti, non si pone in relazione ai temi trattati ma al tipo di approccio scelto per interpretare i fenomeni. Ad esempio, tematiche come la percezione, la memoria o le emozioni si possono considerare argomenti di stretta pertinenza della psicologia generale ma diventano oggetto della psicologia sociale quando se ne evidenzi il legame con i processi di interazione e con il contesto socio-culturale. Allo stesso modo, un fenomeno come le dinamiche di gruppo costituisce un tema di evidente interesse sociologico per tutto ciò che riguarda aspetti come l'interdipendenza e la differenziazione, i rapporti di potere...
Questo Manuale di pedagogia e di didattica - in continuità con il Manuale di pedagogia generale di cui riprende i nuclei tematici e problematici fondamentali - presenta una rinnovata riflessione sulla struttura epistemologica e sugli orientamenti più attuali della ricerca pedagogica e didattica. Ciò alla luce delle teorie della complessità e delle emergenze storico-culturali degli ultimi anni. Le categorie della differenza, del pluralismo metodologico, dello sviluppo formativo-trasformativo, della ibridazione tra i saperi e tra le culture, dell'apertura alla totalità delle scienze umane, dell'integrazione degli alfabeti - così come dei luoghi e dei tempi dell'educazione - propongono al lettore un'idea di pedagogia critica e problematica, mobile e in continuo divenire.
"Guida allo studio delle letterature comparate" è un manuale ma anche un grande romanzo d'avventura: è la storia dei racconti e della poesia nelle diverse lingue del mondo che gli uomini hanno inventato per intrattenere se stessi e gli dèi. C'è chi sostiene che oggi, in un mondo sempre più interconnesso, parlare di letteratura in termini comparatistici sia l'unico modo di trattare la letteratura. Ma la letteratura comparata esiste da più di duemila anni, da quando cioè romani e greci paragonavano autori e testi delle rispettive tradizioni per spiegarne ai lettori l'efficacia e la bellezza. Seguire il percorso vuol dire tracciare una tela fittissima di testi scritti in lingue diverse che consente l'ascolto contemporaneo di tante voci riecheggianti, un iPad che permette di seguire simultaneamente le infinite riscritture di cui è intessuta la tradizione. In questa Guida, organizzata per generi (epico, sacro, tragico, comico, lirico, fantastico) e per grandi aree tematiche (ad esempio, la peripezia, il mito, la metamorfosi) si dispiega tra collegamenti e cortocircuiti - la ramificazione perenne della letteratura, dall'antichità ai nostri giorni: da Omero e la Bibbia a Dante e Shakespeare, da Pindaro e Leopardi a Tolstoj e Joyce, da Edipo e Ulisse a Faust e Don Giovanni.
L'obiettivo di questo manuale è fornire un sapere teorico-pratico integrato per chi voglia operare sulla carta stampata, sul radio-televisivo e sulle diverse piattaforme digitali presenti in Rete. Il libro si sviluppa lungo otto linee didattiche, ciascuna delle quali tiene insieme le acquisizioni della tradizione con le nuove evoluzioni teorico-pratiche del giornalismo: la ridefinizione del concetto di notizia ai tempi dell'informazione in tempo reale; la teoria e la tecnica della scrittura giornalistica, tra cartaceo e on-line; lo studio dei generi del giornalismo; l'organizzazione del lavoro nei principali media e la sua evoluzione segnata dal ruolo crescente delle tecnologie; la crisi delle aziende editoriali e la transizione verso il mercato delle nuove piattaforme digitali, attraverso esempi concreti tratti dalle esperienze di alcune delle più grandi e innovative imprese del mondo, come "New York Times", "Washington Post", Bbc, "Guardian", fino allo studio delle nuove avventure editoriali sulla rete; l'analisi del caso italiano, dell'omologazione e della prevalenza dell'informazione politica che caratterizza i media nostrani; lo studio del foto e video-giornalismo e delle nozioni di grafica essenziali; l'etica del giornalismo e i problemi aperti dalla necessità di tutelare la privacy di fronte alla grande forza di impatto che le moderne tecnologie informative hanno sulla vita delle persone
Dalla psiche di un bimbo di 5-6 anni alle dinamiche psicologiche dell’adulto e dell’anziano, uno strumento di base per comprendere le diverse fasi dello sviluppo umano.
I rapporti e le relazioni fra adulti e bambini e fra adulti e adolescenti sono regolati, come in altri casi, da fattori psico-biologici, economici e socio-culturali che si intrecciano e si influenzano. Ripercorrendo e confrontando epoche storiche diverse, è possibile ravvisare analogie ma anche differenze rilevanti nel modo di allevare i bambini e nel tipo di inserimento degli adolescenti nella società. Soprattutto nell’età contemporanea l’adolescente si trova a fronteggiare cambiamenti che avvengono ‘dentro’ (fisici, intellettivi) e cambiamenti nei suoi rapporti con ciò che sta ‘fuori’ (famiglia, scuola, società). Le nuove tecnologie e l’evolversi dei costumi hanno trasformato fortemente le relazioni fra adulti e ragazzi. Mutamenti che richiedono atteggiamenti nuovi, un nuovo linguaggio, strategie differenti rispetto a quelle usate negli anni dell’infanzia. In questo volume sono prese in esame le condizioni che influenzano le relazioni umane nel corso dello sviluppo e sono analizzate le dinamiche psicologiche dell’intero arco vitale, dalla prima infanzia all’età adulta, a confronto con le principali teorie sullo sviluppo della personalità e la costruzione dell’identità.
Una guida al vasto panorama delle tradizioni religiose, del passato e del presente, affinché, nell’avvicinarsi all’una o all’altra di esse, in base ai propri interessi, sia possibile muoversi con criterio nello studio delle loro rispettive storie e identità.
Intento del volume non è quello di entrare nel merito delle singole religioni ma piuttosto proporre una riflessione sulle questioni di fondo che accomuna le diverse tradizioni. Le tematiche di fondo che vengono affrontate vanno dalla nozione di ‘religione’ a una breve storia degli studi sui fenomeni religiosi, da una riflessione sulle tre categorie fondanti del storico-religioso – il mito, il rito, il sacrificio – alla differenza fra religioni etniche e religioni fondate.
L’autrice si sofferma in particolar modo sul mondo mediterraneo antico e tardo-antico, che per un verso è più familiare al lettore e quindi a lui più immediatamente accessibile, e per l’altro si configura come un importante terreno di manifestazione di esperienze decisive per la definizione dell’identità culturale, oltre che religiosa, dell’attuale scenario europeo e mondiale.
La psicoanalisi delle origini; gli sviluppi della scuola britannica; la psicoanalisi statunitense; la ricerca empirica contemporanea: il testo prende in esame le linee di ricerca che hanno attraversato la psicologia dinamica dalle origini a oggi. Particolare attenzione viene riservata all'evoluzione delle categorie di 'inconscio', di 'mondo interno' e 'rappresentazione', al problema mente/corpo, al rapporto tra passato e presente nella psicopatologia. L'esposizione dei principali concetti della teoria, o del contributo specifico di un autore, parte da un ampio inquadramento del contesto storico e culturale in cui ciascun modello si è sviluppato e come esso abbia risolto i problemi via via indicati, discostandosi dalla tradizione precedente. Ogni capitolo del volume propone una sintetica introduzione storica alla nascita del modello o della teoria presentati, l'esposizione dei principali concetti che li contraddistinguono e una conclusione in cui si valutano le ricadute cliniche degli assiomi teorici.
In breve
Dalle rivoluzioni settecentesche al 1914, un sapiente intreccio fra analisi politico-economica e racconto delle esperienze sociali e culturali in un continuo dialogo fra testo, fonti scritte, immagini, cartine e grafici.
Il manuale affronta, da un lato, i profondi mutamenti nel modo di commerciare, consumare e produrre, che spingono l’Occidente fuori dagli equilibri economico demografici propri delle tradizionali economie agrarie; dall’altro, le trasformazioni nel modo di concepire la sovranità politica, avviate in modo traumatico dalle due rivoluzioni politiche di fine Settecento (quella americana e quella francese) fino ad arrivare alla definizione dei tratti fondamentali delle nascenti società di massa. Seppure interesse precipuo sia l’Occidente, due capitoli del volume sono interamente riservati alla descrizione delle trasformazioni vissute dai mondi fuori da Europa e Stati Uniti, dalla fase del colonialismo e dell’imperialismo europeo, ai revival religiosi che attraversano i paesi islamici, così come l’India, la Cina, il Giappone, alla nascita dei primi movimenti anticoloniali, nei quali si fondono identità religiose originali e spinte antioccidentali. Uno spazio adeguato è riservato anche alla descrizione delle ragioni della crisi politica, amministrativa e religiosa dell’Impero ottomano, seguita dall’inizio Ottocento fino al crollo finale dei primi anni del XX secolo.
Indice
Introduzione - 1. Nuovi modi di commerciare, consumare, produrre - 2. La Rivoluzione americana - 3. La Rivoluzione francese - 4. La Francia e l’Europa - 5. Napoleone - 6. La Restaurazione - 7. Tornano le rivoluzioni (1820-31) - 8. Il Risorgimento italiano - 9. Le rivoluzioni del 1848-49 - 10. Un progresso che sembra non avere ostacoli - 11. Le classi sociali - 12. Passioni e sentimenti - 13. Il modello parlamentare: il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda - 14. La Francia del Secondo Impero e l’Unità d’Italia - 15. L’unificazione tedesca e le sue conseguenze - 16. Gli Stati Uniti e la Russia - 17. Globalizzazione e dominio coloniale - 18. Popolazione e produzione - 19. Studiare, lavorare, comprare, amare - 20. Il «Sole dell’avvenire» - 21. Nazionalismo e razzismo - 22. La politica in Occidente - 23. La politica in Italia da Depretis a Giolitti - 24. L’Occidente alla conquista del mondo - 25. Alleanze e contrasti fra le grandi potenze - Indice dei nomi
Articolato in quindici capitoli, il manuale tratta del periodo che va dal 1914 a oggi. Azioni e mentalità di uomini e di donne sono proiettate nel tessuto della grande storia quali oggetti d'analisi di straordinaria capacità espressiva; i mezzi di comunicazione, i consumi e la pubblicità, le arti, gli stili di vita, lo sport, il linguaggio, la scienza - ma anche temi dalle forti implicazioni simboliche e politiche, come le identità sessuali o le discriminazioni razziali - tematizzano criticamente l'analisi degli eventi. La narrazione si concentra sulle dinamiche che attraversano l'Occidente, con una particolare attenzione alla descrizione delle trasformazioni vissute al di fuori di Europa e Stati Uniti, dalla fase del colonialismo europeo ai processi di decolonizzazione, alla ridefinizione di nuove identità collettive nei decenni più recenti, alle traiettorie dei grandi paesi come Giappone, Cina, India, fino ai mutamenti nella sensibilità religiosa e politica del variegato mondo islamico.
Questa Storia è un sintetico ma esaustivo percorso nella conoscenza della filosofia antica. Ha scopi e impianto spiccatamente didattici che consentono di: fornire allo studente le cognizioni di base necessarie ad orientarsi nella storia del pensiero filosofico; favorire l'apprendimento dei contesti storici e delle costellazioni concettuali più importanti della filosofia con lo scopo di restituire la fisionomia dei movimenti intellettuali all'epoca in cui sono sorti e si sono sviluppati, illustrandone la genesi e gli influssi sui momenti successivi del pensiero. Giuseppe Cambiano insegna Storia della filosofia antica alla Scuola Normale di Pisa. Tra le sue prinicipali pubblicazioni, la traduzione di Platone, 'Dialoghi filosofici' (Torino 1970-81).
Dalle grandi rivoluzioni di fine Settecento alla Prima Guerra mondiale: è la periodizzazione di questo volume pensato esplicitamente per la didattica universitaria. Una periodizzazione che vede l'Ottocento come un "secolo lungo" - dalla rivoluzione americana ai primi anni del secolo - e che è non solo largamente invalsa a livello storiografico, ma anche consacrata dai programmi scolastici e fatta propria dai nuovi ordinamenti universitari e dalla logica modulare che li contraddistingue.
Il Novecento, un secolo che si apre col trauma originario della Grande Guerra e si chiude con le trasformazioni seguite alla caduta del muro di Berlino. È la periodizzazione di questo volume, che in questa edizione si spinge fino ad analizzare gli ultimi eventi dei nostri giorni, come ad esempio la guerra in Iraq.
Gli autori hanno adottato una diversa periodizzazione, fra le molte possibili per segnare il problematico termine a quo della storia contemporanea, e di partire dall'ondata rivoluzionaria del 1848 - evento senza dubbio epocale a livello europeo, e avvertito come tale anche dai contemporanei - per raccogliere in un unico volume l'intera materia che comunemente viene ricompresa in questa disciplina. Rispetto ad altre altrettanto legittime (come quelle che fanno riferimento alle grandi rivoluzioni di fine Settecento, al congresso di Vienna o all'unificazione tedesca), presenta alcuni indubbi vantaggi: consente di includere in un'unica e organica trattazione, problemi ed eventi imprescindibili per la comprensione del mondo contemporaneo.
Alla base di questo libro ci sono alcune idee di fondo. La prima è che la sociologia è una disciplina storica. Lo è in un duplice senso: ha un'origine storica, che ovviamente segna i suoi metodi e i suoi contenuti; il suo oggetto di studio sono fatti storici - le azioni degli uomini in società - che devono essere interpretati. In questa prospettiva, si può dire che la sociologia è ciò che hanno fatto - e tuttora fanno - i sociologi: per questo motivo, il testo utilizza un percorso basato sulla presentazione di singoli autori o scuole di pensiero e non un approccio destoricizzato per concetti. Il manuale mette in luce lo stretto legame storico e concettuale che esiste tra sociologia e mondo moderno in tre distinte fasi: l'avvento della modernità (sino alla fine della prima guerra mondiale); la modernità compiuta (sino al 1989); la modernità globalizzata (i nostri giorni). Al centro della trattazione è la consapevolezza che la sociologia è una scienza sociale e deve essere compresa senza essere separata nettamente dalle altre discipline - come il diritto, la storia, l'antropologia, la scienza politica, la psicologia, l'economia - con cui condivide, nella sostanza, un unitario progetto scientifico.
Quando si parla di democrazia, in senso empirico, occorre intendersi: non c'è una sola "democrazia", ma ce ne sono molte. Nessuna è superiore all'altra per definizione. Questo manuale non è un libro sulla democrazia, sul piano teorico, ma sulle democrazie, cioè su come funzionano, come sono organizzate e governate, in cosa differiscono tra loro. L'autore prende in esame solo le democrazie consolidate, ovvero da tempo stabilmente democratiche: si occupa dunque delle ventitré democrazie occidentali, più il Giappone e l'Unione Europea nel suo complesso. Dallo studio delle diverse soluzioni adottate, emerge come le più importanti democrazie della contemporaneità siano strutturate secondo tre grandi modelli: democrazie competitive, ovvero basate sull'alternanza di governo; consensuali, basate sull'aggregazione al governo di diverse opzioni politiche; composite, basate sull'equilibrio tra istituzioni separate. Fabbrini passa in rassegna le democrazie contemporanee nei loro tre principali livelli di organizzazione: quello dei sistemi elettorali e dei partiti, dei sistemi di governo e della distribuzione territoriale del potere. L'ottica comparata in cui viene svolta l'analisi consente di capire le modalità concrete attraverso cui una democrazia differisce dalle altre, e di risalire alle cause storiche di queste divergenze.
Abbracciando un ampio arco temporale, questo manuale ricostruisce l'evoluzione della comunicazione umana e gli approcci, prevalentemente sociologici, che l'hanno analizzata. La novità del volume è l'attenzione ad ampio raggio con cui viene inquadrata la disciplina, combinando insieme la storia della comunicazione e le sue teorie. Il libro si sofferma in particolare su figure o problemi chiave che segnano tappe di snodo fondamentali lungo la strada evolutiva della comunicazione, e mette così in luce alcuni eventi che, sebbene di grande rilevanza per la storia del gusto, delle mode e delle stesse strutture comunicative, raramente trovano spazio nei manuali tradizionali. Più in particolare, Alberto Abruzzese tratta dei processi di modernizzazione, della nascita delle comunicazioni di massa, dello sviluppo dell'industria culturale, delle ricadute dell'evoluzione tecnologica nel periodo dalla prima Rivoluzione Industriale fino agli anni Cinquanta del Novecento, mentre Paolo Mancini affronta il tema dei mass media nella contemporaneità.
Questo volume si propone come strumento introduttivo allo studio della storia della psicologia, delle sue ipotesi e teorie con lo scopo di mettere a fuoco il complesso gioco di argomentazioni critiche che ha caratterizzato nel tempo il modo di porre le domande sulla mente e sul comportamento umano, e conseguentemente le direzioni nelle quali a queste domande si è cercata risposta. Contrariamente all'impostazione comunemente adottata dai manuali di settore, l'autrice parte dal presupposto che sia inadeguato, e storiograficamente scorretto, assumere che la psicologia scientifica sia "nata" a Lipsia nel 1879, con l'apertura del Laboratorio di Psicologia Sperimentale di Wilhelm Wundt. Nel ricostruire il lungo percorso della disciplina si preferisce piuttosto adottare la scansione temporale che divide la storia della psicologia in due grandi fasi: il "lungo passato", che partendo dagli antichi Greci abbraccia tutto il Settecento, e "la breve storia", che, dopo qualche breve cenno al pensiero filosofico di Wundt, si concentra sugli sviluppi teorici novecenteschi della disciplina e sull'opera delle scuole che hanno dato l'avvio a specifici sottosettori delle ricerche psicologiche generali, quali la psicologia sociale o la psicologia dello sviluppo, la psicologia dinamica o la psicologia clinica.