È cosa lecita e utile venerare i santi e invocare la loro intercessione. Questo insegna la Chiesa cattolica, pur mettendoci in guardia da eccessi e abusi. Oggi, però, questa devozione ci tocca sempre meno: sentiamo di poter tranquillamente tralasciare il ricordo orante dei defunti, siamo anzi scettici sul fatto che si possano davvero mettere in comunicazione morti e viventi. Sono espressioni della fede che "puzzano di vecchio". Ecco perché Rahner sente di dover fornire una giustificazione teologica profonda e rigorosa di questa prassi. Il teologo gesuita intreccia mediazione e immediatezza, ricollega amore di Dio e amore del prossimo, ribadisce che il culto dei santi è contemporaneamente adorazione di Dio. Andrea Grillo, nell'Appendice, applica questi saldi princìpi teologici al caso delle indulgenze, prolungando con fine sensibilità contemporanea la riflessione di Rahner. "Queste pagine di Rahner sono alla radice del grande passo argomentativo con cui papa Francesco ha riletto la tradizione dell'indulgenza, conducendola di nuovo nell'alveo della preghiera della Chiesa" Andrea Grillo. A che servono i morti? Non sono semplicemente svaniti in un vuoto passato? Davvero possiamo credere in una loro "intercessione" per noi? È pensabile una solidarietà perdurante con i defunti, entrati nel silenzio di Dio? È vero che l'accesso a Dio si dà per noi soltanto accostandosi all'altro nell'amore?
La fede cristiana non conosce soltanto, nella preghiera, le forme della gioia e dell'elevazione spirituale. Conosce anche le forme dell'angoscia o dell'oppressione, il dolore del grido disperato, gli accenti della richiesta che viene dal profondo. In questo libro Johann Baptist Metz spiega con parole lucide un tratto irrinunciabile della preghiera cristiana: la «sensibilità al tempo e al dolore». Descrive una preghiera che è luogo dove abitare la memoria e riscoprire la concretezza del credere, uno spazio in cui le istanze di libertà, pace, giustizia, riconciliazione diventano una critica potente verso una fede forse troppo astratta. La preghiera così come raccontata da Metz tiene insieme professione di fede ed esperienza di vita. Evitando stucchevoli frasi fatte, così, il pregare si carica di una tensione e di una drammaticità che non possono lasciarci indifferenti. Il pregare ci rende responsabili proprio perché ci invita non a chiudere, ma ad aprire gli occhi sulle nostre sorelle e i nostri fratelli. Pagine in cui la preghiera perde un'aura ingenua, incantata e sognante, facendosi invece concreta e persino ruvida.
«Non intendevo scrivere qualcosa sul cuore di Gesù», spiega Nouwen. «Nel mio cuore cominciai però a percepire un genuino desiderio di parlare al cuore di Gesù. Parlare ed essere ascoltato. Lasciare che il cuore di Gesù toccasse profondamente il mio cuore. E acconsentire a che quest'ultimo da quell'esperienza fosse guarito. Allora pregai, semplicemente, mentre scrivevo. E scrivevo mentre pregavo. Fu facile, mi venne senza alcuno sforzo. Le parole fluivano spontaneamente. Il cuore di Gesù aveva aperto il mio cuore a questa forma di preghiera». Da cuore a cuore è dunque una intensa effusione orante, capace di esprimere le aspirazioni e le attese del cuore umano, che risponde al cuore di Gesù, rivelato nei vangeli. «In un prossimo documento intendo riproporre a tutta la Chiesa il culto del Sacro Cuore, culto carico di bellezza spirituale, in un mondo che sembra aver perso il cuore» (papa Francesco, Udienza del 5 giugno 2024). Nuova edizione di un testo intimo, ora arricchito da una Appendice sulla storia e l'attualità della devozione al Sacro Cuore.
Che cosa è l'uomo? Quanto più crescono le risposte a questa domanda, tanto meno l'essere umano sa in quali parole può identificarsi. Tanto maggiore è il numero delle possibili risposte, tanto più egli si ritrova in una stanza degli specchi piena di maschere. E sente di diventare inconoscibile anche a se stesso. Il mistero si dischiude solo nella Croce, che è scandalo e stoltezza per i sapienti e gli intelligenti. Eppure è proprio nella Croce che ci è dato di intravedere la chiave che dischiude il senso ultimo dell'essere umano. Siamo dispersi in una molteplicità di funzioni e di ruoli che risulta sempre più difficile ricondurre a unita: chi siamo noi davvero?
«Amerai il Signore Dio tuo» è il primo dei comandamenti, sintesi di tutta la Legge e i Profeti. Eppure non sembra oggi apparire tra le nostre preoccupazioni principali, distratti come siamo da ben altri amori. In dense e brillanti riflessioni, l'autore riesce a mostrare l'assoluta centralità dell'amore di Dio anche per la donna e l'uomo del nostro tempo: la possibilità di viverlo nelle diverse situazioni della vita quotidiana, la necessità di affidarvisi nei momenti decisivi. Cabra evidenzia la forza che l'amore di Dio infonde, l'ottimismo che instilla, l'impegno che suscita, come pure il senso unico e luminoso che può dare ad una vita che lo prende in seria considerazione. Sono riflessioni che toccano le profondità della nostra storia di vita, per orientarle verso l'unico Amore degno d'essere totalmente e incondizionatamente amato, specie da chi desidera unificare e non disperdere la propria esistenza. «Se Dio è il tutto per te, dopo averlo atteso tu resterai sempre con il tuo Tutto. Perché chi ha amato troverà il suo amore e, in esso, la gioia».
Il volumetto è un'antologia di pensieri bonhoefferiani, raccolti da tutte le sue opere, alcuni dei quali vengono qui tradotti per la prima volta. L'insieme dei testi - articolato in quattro sezioni - si propone di essere aiuto alla meditazione, di portare alla luce, attraverso la meditazione sulla fedeltà di Dio al mondo, il grado della nostra fedeltà e di favorirne la realizzazione per mezzo di decisioni positive. Meditazioni ad occhi aperti: la realtà non viene mai dimenticata, ma costantemente assunta e affermata. Testi scelti a cura di Otto Dudzus e Ulrich KabitzIntroduzione di Rosino Gibellini (1995 2° nuova edizione in occasione del 50° anniversario della morte di Dietrich Bonhoeffer, 2004 4°) L'insieme dei testi si propone di portare alla luce, attraverso la meditazione sulla fedeltà di Dio al mondo, il grado della nostra fedeltà e di favorirne la realizzazione per mezzo di decisioni positive.
«Dio è amore» è l'affermazione radicale del cristianesimo. Ce lo ricorda Frederick Bauerschmidt all'inizio di questa piccola meditazione sugli elementi essenziali della fede cristiana. In uno stile tanto ricco, quanto semplice ed elegante, egli ravviva quella affermazione, attingendo alla Bibbia, ai grandi scrittori cristiani e non cristiani del passato e alla sua esperienza personale, per mostrare quanto il cristianesimo sia sovversivo e remi spesso controcorrente. Rifuggendo dall'astratto e dal dogmatico a tutto vantaggio di uno stile amabile e invitante, Bauerschmidt ha qualcosa da offrire a tutti: a chi da sempre frequenta la chiesa, fino a quanti - anche fra le giovani generazioni - cercano sempre più la realizzazione spirituale al di fuori del cristianesimo istituzionale. E propone suggerimenti per ulteriori letture (scritturistiche e non) alla fine di ogni capitolo. Quell'amore che Dio è si rivela il punto di partenza perfetto per un viaggio spirituale verso una relazione più profonda con il Dio di Gesù Cristo. Prefazione di Sarah Coakley.
Questo libro parla del canto e della musica come via privilegiata alla lode di Dio, espressione della fede in Lui e della bellezza dell'incontro con il Suo amore. Coloro che sono resi nuovi dal dono della vita nuova ricevuta in Cristo, restano mendicanti del cielo in cammino verso la Città celeste e come tali sono chiamati a cantare con la voce e con la carità vissuta la nostalgia, l'esperienza e l'attesa di Dio... «Questo testo ci spinge a riflettere e meditare sulla musica, dono stupendo di Dio, che ci rende capaci di esprimere ciò che le parole non possono dire per raccontare la nostra anima. Bruno Forte descrive il potere straordinario della musica, indagando sul suo valore non solo spirituale, ma anche teologico. Sono pagine che potranno aiutare tanti ad amare la musica e ad accostarsi ad essa per riceverne luce, forza, consolazione, anche sul piano spirituale» (Marco Frisina). «Queste pagine vorrebbero invitare a fare esperienza del modo in cui la musica bella, quella sacra e quella che hanno saputo esprimere i geni assoluti della forma musicale, aiuta a camminare sulle vie del Mistero, accedendo il desiderio dell'amore che da Dio viene e a lui conduce» (Bruno Forte).
Cinque pagine di Vangelo, cinque catechesi sulla passione, morte e risurrezione di Gesù si offrono in questo libro come itinerario spirituale attorno a una domanda fondamentale: Cosa ha a che fare la vicenda di Gesù con la mia vita? Risponde Roberto Repole, vescovo e teologo, soffermandosi là dove il Vangelo prende di petto gli interrogativi dell'esistenza umana: il senso della vita, della sofferenza, della sconfitta, della morte. Gesù raccontato ai giovani mostra in queste pagine - pensate per i giovani, ma adatte a tutti, anche agli adulti - la sua straordinaria capacità di rivoluzionare la vita di chi si mette in ascolto e sceglie liberamente di andargli incontro. "Libertà è riceversi dagli altri, è custodirsi a vicenda. In questo, il primo a ricordarsi di noi è Gesù, colui che domina non assogettandoci, ma sconfiggendo per noi la morte dall'interno". Testi nati da un ciclo di incontri di lectio divina, tenuti in cattedrale a Torino con i giovani, opportunamente riveduti e integrati.
«Qualora non siate inclini a provare gelosia, invidia o cupidigia, potreste trovare poco utile dedicarvi alla lettura di questo libro. Se invece, come me, vi sentite talvolta pervasi da sentimenti imbarazzanti di possesso o esclusività negli affetti, oppure se desiderate ardentemente le qualità del vostro prossimo, di un vostro familiare per esempio, allora vi propongono di esplorare il modo di sciogliere questi nodi e di riconciliarvi con questa parte oscura del nostro essere». La gelosia è un sentimento primordiale, radicato nella natura umana; prima o poi nessuno sfugge alla sua morsa. Come affrontarlo, come lavorarci sopra per superarlo e sviluppare relazioni fraterne? Di fronte a questo male che corrode l'anima e causa una tristezza opprimente, Catherine Aubin propone un autentico percorso di guarigione. Questo percorso si basa innanzitutto sulla scoperta dei modi in cui sbarrare le porte del nostro cuore alla menzogna, al costante confronto e al disprezzo di sé, per poi spalancarle alla benedizione, alla fiducia e alla riscoperta dell'amicizia. Con esempi tratti dalle Scritture, Aubin guida a riconoscere l'invidia e la gelosia, senza sprofondare né nei sensi di colpa né nella disperazione. E a riabbracciare ciò che sta al centro della vita cristiana, vincendo la nostra resistenza a lasciarsi amare.
Con l'incarnazione di Dio la nostra vita diventa più divina e più umana. Capire cosa questo significhi è stata la sfida di tutta una vita, per mons. Kamphaus, oggi vescovo emerito di Limburg (Germania). Ed ecco ora che i suoi spunti di riflessione ci accompagnano giorno dopo giorno attraverso il periodo natalizio, dalla prima domenica di Avvento fino alla festa del Battesimo del Signore. Ricco di riferimenti biblici e di suggerimenti per la vita di fede, il libro valorizza dinamiche umane come l'attesa e la speranza, il gioco di tenebre e luce, il dono e la responsabilità di un figlio che viene alla luce... Ma Kamphaus rivolge un'attenzione particolare alle donne e agli uomini di cui si parla nei vangeli della nascita e dell'infanzia di Gesù. Tutti i personaggi del Natale hanno fatto un'esperienza personale del Dio che viene nel mondo, che è qui in mezzo a noi e che continua a venire: e il loro vissuto si fa ispirazione, promessa e invito per i nostri giorni, oggi.
Questo volume prosegue l’ormai tradizionale appuntamento con l’opera collettanea che raccoglie, come ogni anno, le riflessioni dei docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) e di alcuni amici e specialisti della comunicazione a partire dal tema scelto da Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali.
Per la 57ª edizione il Papa ha proposto il tema “Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15)”, chiudendo così il trittico che si apriva con “L’andare e vedere” e proseguiva con “L’ascoltare con le orecchie del cuore”. È questa la comunicazione dell’incontro, una chiamata a calibrare le nostre parole, affinché siano in sintonia e in coerenza con il cuore, luogo della ragionevolezza e della mitezza, ma anche della pacificazione e della condivisione.
Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l’affermarsi di una comunicazione non ostile. Una comunicazione aperta al dialogo con l’altro, che favorisca un “disarmo integrale”, che si adoperi a smontare “la psicosi bellica” che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII sessant’anni fa nella Pacem in Terris.
È uno sforzo richiesto a tutti, e in particolare agli operatori della comunicazione, chiamati a svolgere la propria professione e a ragionare sulle proprie competenze, per contribuire alla costruzione di una comunicazione per l’incontro e la comunione.
Un altro tipo di organizzazione umana, che porta a un nuovo modo di governare? Sì, è possibile. Ma non è un po' azzardato fondarsi su un brano evangelico per inventare qualcosa del genere? È proprio questa, però, l'avventura in cui ci trascina Marie-Laure Durand. Non ci offre un trattato sull'azione di governo, ma ci aiuta a riflettere su ciò che significa un'autorità dal volto umano. Prendendo come punto di riferimento la parabola degli invitati alle nozze (Matteo 22,1-14), ci spinge ad analizzare le nostre rappresentazioni del potere. E sconvolge, così, le nostre evidenze, smonta le nostre immagini e i nostri modi di operare. Soprattutto ci mostra, qualora non ne fossimo già convinti, l'attualità bruciante del testo biblico nei confronti delle nostre relazioni sociali. Sostenuta dalla sua competenza teologica e filosofica, Marie- Laure Durand ci insegna a considerare in modo diverso la vita collettiva. In ambito cattolico si evita di pronunciare la parola "potere", ma chi lo detiene spesso ne abusa in modo sgangherato. L'autrice offre allora un vademecum essenziale per chi, in un modo o nell'altro, in ambiente laico come in quello religioso, in istituzioni civili oppure ecclesiastiche, si trova a esercitare una governance.
A fronte della progressiva perdita del signicato religioso del Natale, il noto teologo friburghese Gisbert Greshake riscopre la solennità dell'incarnazione di Dio come festa dell'avvicinarsi di Dio al mondo. Le sue stimolanti riflessioni pongono in risalto la rilevanza di questo evento che riguarda ogni individuo oggi: se Dio si è fatto uomo e in questo modo ha intrapreso una straordinaria "carriera verso il basso", allora questo ha conseguenze decisive per il nostro presente, il nostro rapporto con il mondo e la nostra esistenza. La fede ci apre infatti a un nuovo rapporto con il mondo, mettendo gli ultimi al primo posto, rendendoci figura di Cristo e lasciando che Cristo abiti in noi. È così che la notte oscura del mondo diventa finalmente una santa notte. Natale non è più un evento del passato, ma un modo nuovo di vivere.
Questo libro suggerisce un approccio spirituale all'eucaristia, la mensa del Signore. Nel percorso che indica, Klaus Egger, da tempo abituato ad accompagnare singoli e gruppi negli esercizi spirituali, si sofferma sulle varie tappe della celebrazione eucaristica (i suoi momenti chiave), illustra come essa sia una guida fidata e ricca di spunti per la vita, offre stimoli al lettore e alla lettrice per l'approfondimento interiore. Questa introduzione è quindi un invito a riscoprire la liturgia eucaristica - e a riscoprirla con sicurezza, fiducia e forza. È rivolto a tutti coloro che si pongono domande e vogliono comprendere il significato di quel che celebrano nella messa domenicale.
Che cosa porta di nuovo Amoris laetitia rispetto al magistero tradizionale della chiesa? In questo suo commento all'Esortazione apostolica di papa Francesco, Brambilla mostra che il documento getta uno sguardo nuovo sulla vita di coppia e della famiglia: introduce uno stile, un linguaggio e un'attenzione particolare all'esistenza concreta delle famiglie, alla fenomenologia della coppia e alla storia della trasmissione fra le generazioni.
Il dibattito suscitato dall’Esortazione papale sull’amore nella famiglia non tiene sufficientemente conto che ogni atto di magistero è una ripartenza dall'inizio, per fare un ulteriore passo avanti, no è la prima volta e non sarà neanche l'ultima. E' l'atto dell "traditia tradens"che non si limita a trasmettere dottrina e morale, ma cerca di interrogarle sempre da capo, ritornando alla freschezza della sorgente e al gesto di mettere il lievito del Vangelo nella pasta del vissuto umano. In cinque percorsi pastorali di introduzione al matrimonio cristiano, così ci viene dato di sperimentare che dono del Vangelo e vita della coppia possono rinascere e rinascere insieme.
Franco Giutio Brambilla, già ordinario di cristologia e di antropologia teologica alla Facoltà teologica dell'Iltalia settentrionale (e preside della stessa dal 2006 al 2012), nel 2012 è diventato vescovo dl Novara. Presso l'Editrice Queriniana ha pubblicato: Il Crocifisso risorto (2021); Antropologia teologica (2014); Liber pastoralis (2018); Praticare e raccontare i “santi segni” (2020).
La morte della moglie nel 2016 ha costretto Jürgen Moltmann a cambiare in modo radicale la propria vita. Non solo, ma ha indotto un teologo come lui - che tanto ha pensato e scritto sulla speranza umana nel tempo storico e nell'eternità - a verificare se tutto quel discorso è vero e regge alla prova dei fatti: la fede è in grado di sostenere un'esistenza e, anzi, un atteggiamento positivo di fronte all'esistenza? «Ho provato a imparare che cos'è la felicità che non passa. Ho cercato di immaginarmi com'è, dopo l'atto finale della morte, la risurrezione di tutta la vita che si è vissuta. Ho riflettuto sul morire e sul risvegliarsi di un'anima vivente» (Jürgen Moltmann). Cosa chiediamo quanto ci interroghiamo su una vita dopo la morte? Che cosa esprimono i cristiani quando parlano di vita eterna? In questo saggio incoraggiante Moltmann - lui stesso molto avanti negli anni - concentra il suo pensiero sull'inizio che sta in ogni fine della vita, anche nella fine di ogni vita umana. «Il mio obiettivo qui non è presentare un'ars moriendi, una preparazione alla morte, ma una preparazione alla risurrezione nella pienezza della vita che chiamiamo vita eterna. Quindi, direi, un'ars resurgendi» (Jürgen Moltmann).
Uscendo dai soliti schemi, una donna si intrattiene giorno dopo giorno con la «benedetta fra tutte le donne». Per descrivere le lettere che Anne Lécu indirizza a Maria di Nazaret bisogna far coincidere gli opposti: sono mistiche e concrete, contemplative e folgoranti, adoranti e familiari, pacate e provocatorie, edificanti e gustose. Rendendole pubbliche, questo libro fa di ciascuno di noi un (o una) corrispondente fra la Terra e il Cielo. Mettendo per iscritto i suoi pensieri e le sue meditazioni, confessando le sue aspettative e i suoi interrogativi, Anne Lécu li colloca nella storia stessa di Gesù, dall'annunciazione alla risurrezione. Le cronache del mondo fanno eco alle grazie più grandi e alle sofferenze più acute conosciute da Colei che ha dato carne al Verbo. L'enigma dell'iniquità scompare davanti al mistero dell'incarnazione, l'infedeltà davanti alla meraviglia. La Vergine abbraccia e stringe a sé tutta quanta l'umanità ferita. Un piacere che è allo stesso tempo spirituale e letterario.
Partendo dalla convinzione che lo scopo della liturgia risieda, per i cristiani, nell'essere un contatto immediato e concreto con la risurrezione, Jeremy Driscoll svela la ricchezza delle celebrazioni che vanno dal Triduo pasquale sino a Pentecoste, focalizzandosi in particolare sui testi scritturistici della messa, ma anche su riti come la lavanda dei piedi, il lucernario, il battesimo dei catecumeni.
Come vivere una vita autenticamente cristiana? Esistono innumerevoli libri e articoli che approfondiscono il contenuto del messaggio evangelico, ma non sempre viene esaminata con altrettanta cura la forma di un'esistenza ispirata dalla fede. Ora, per parlare correttamente una lingua non basta impararne il vocabolario: bisogna conoscere (e praticare) la grammatica. Questo libro vuole allora aprirsi alla comprensione della grammatica della vita cristiana, a partire dal suo nucleo centrale: la nozione di metánoia. Tradotto generalmente con "conversione" o "pentimento", questo termine ha in realtà un significato molto più ricco: descrive una trasformazione totale dell'essere, mai compiuta una volta per tutte, perseguita sotto l'azione dello Spirito di Cristo risorto. La metánoia ci fa uscire da una visione autoreferenziale e dalle nostre azioni limitate e interessate, per portarci nell'oggi di Dio, dove diventare testimoni di una Presenza reale: quella del Corpo universale di Cristo. Una riflessione sulla portata autentica della metánoia evangelica, intesa come continuo processo di trasformazione degli individui, per fede, sulle orme di Cristo.