L'essere umano vive costantemente un'inquietudine che è propria della sua costituzione più profonda. Da una parte resiste al cambiamento rimanendo nella zona di massimo conforto che il contesto e le condizioni di vita gli permettono; dall'altra, sente dentro di sé l'ineliminabile impulso ad andare sempre oltre, a uscire, esplorare, innovare e ricominciare. Gli scenari e i suggerimenti esposti in questo libro possono essere letti come l'occasione, per le imprenditrici, gli imprenditori e quanti lavorano in organizzazioni profit e no profit, di esplorare e gestire al meglio questa inquietudine. Con l'aiuto di alcune parole del Vangelo è possibile conoscere come vivere la tensione - Change management - verso il "nuovo" e modificare il proprio modello di business, affinché sia in grado di generare un progresso verso l'inclusione sociale: un modello sostenibile e solidale, capace di rispettare l'ambiente e di promuovere la giustizia e la pace.
Il fenomeno della mindfulness dilaga in scuole, ospedali, aziende, conventi e parrocchie. Di fronte al suo diffondersi anche in àmbito ecclesiale, fra Iacopo Iadarola si è chiesto se sia opportuno integrare tale pratica meditativa di origine buddhista nella vita e nella preghiera cristiana. Nel moltiplicarsi di pubblicazioni entusiaste, talvolta superficiali circa la mindfulness, questo studio, che si avvale di una ricca bibliografia proveniente da Paesi in cui essa si è già diffusa da decenni, si pone, almeno in Italia, come l'unica indagine che evidenzi le problematicità di un'accoglienza acritica. Ciò senza cadere in una sorda apologetica ma ancorandosi al magistero e alle fonti buddhiste, e avvalendosi di osservazioni di psicologi, sociologi e di quegli stessi esponenti del buddhismo che mettono in guardia dal consumismo spirituale in cui la mindfulness sembrerebbe scivolare (all'estero si comincia a parlare di McMindfulness!). Un corposo contributo in postfazione di padre Antonio Gentili, esponente di riferimento e di massima apertura nel dialogo tra cristianesimo e Oriente, supporta l'opera di discernimento dell'autore nella ricerca di un delicato equilibrio tra rifiuto incondizionato e ingenua accettazione.
Ritorna il celebre classico, tradotto in tutto il mondo, che ha mostrato come ragione, storia, esperienza confermino la Verità del Vangelo. Dal 1976 questo libro è stato continuamente ristampato e tradotto. Tanto da essere uno dei saggi più diffusi non solo in Italia (oltre un milione di copie), ma anche nel mondo intero, dove circola in una trentina di lingue. Ormai un classico, ma scritto da un autore il cui motto è: «Studiare come un buon professore e scrivere come un buon giornalista». Per questo non è stato contestato dagli studiosi razionalisti e al contempo è stato letto con passione anche da chi non abbia una particolare cultura. Il lettore è coinvolto in una ricerca appassionante che conferma i cattolici nella fede e che può fa riflettere gli increduli. Queste pagine infatti - scritte sì da un cristiano, ma convertito in età adulta dall'agnosticismo - si affidano soltanto all'evidenza dei fatti e della storia.
Nato da un’esperienza di dialogo con i ragazzi nella scuola e a essi principalmente rivolto, il libro costituisce anche per il lettore adulto una possibilità di approfondimento sulla nascita e lo sviluppo della civiltà europea. Lo smarrimento dell’identità causato dal nichilismo dominante può indurre alla paura e al risentimento. Invece, la scoperta dello straordinario patrimonio di umanità generato nei popoli che si sono lasciati investire dall’annuncio cristiano apre a una nuova concezione della persona e della storia. Lungo i secoli questa concezione, in cui sono confluiti l’apporto biblico, quello greco e quello romano, ha dato forma alla fisionomia dell’uomo europeo. Dopo i cenni sulla crisi della modernità, gli autori segnalano alcuni esempi delle moltissime realtà di vita buona oggi attive in Italia, in Europa e nel mondo. Realtà generate «dal basso», cioè non dalle istituzioni, ma dalla libera aggregazione delle persone. A riprova che le radici sono ancora vive e continuano a produrre.
La città rappresenta l’àmbito per il necessario rinnovamento della Chiesa e della pastorale in senso missionario. L’àmbito in cui vivere una fede che sappia misurarsi con la concretezza quotidiana e dove operare per l’umanizzazione del mondo, tenendo fermi due poli di ascolto e di riferimento: la Parola di Dio e la voce, meglio, le voci della città. Nella città confluiscono, e in essa anche nascono, molte sfide che oggi il mondo si trova ad affrontare, ponendo in modo nuovo la questione dell’uomo e del suo destino. Osserva il prof. Antonio Maria Baggio in Prefazione, che «il risanamento di una città comincia dal risanamento dei rapporti tra le persone», il suo stato di salute dipende «da coloro che ne hanno cura: non si tratta dei governanti o dei sapienti che parlano dall’alto, ma dei cittadini-custodi, coloro che si assumono la responsabilità ciascuno degli altri, che generano le persone alla cittadinanza e insieme cercano di scoprire il “disegno” della città e di custodirlo». La città va ascoltata, leggendo le sue trasformazioni attraverso i volti, nella certezza che, come ha detto Papa Francesco, «il Signore è attivo e all’opera nel mondo».
C’è un’intima connessione tra annuncio del Vangelo e servizio all’uomo nella sua concretezza storica. Uno stretto legame tra edificazione della Chiesa, nella quale è vivo e presente il Cristo risorto, e la costruzione della società, quale città degli uomini redenti dallo stesso Cristo morto e risorto. Il cristiano è chiamato a vivere la città, il suo essere cittadino, con la consapevolezza che è suo compito contribuire a edificarla e che, nello stesso tempo, deve attenderla con speranza, perché l’opera è più grande di quello che viene affidato alle sue mani.
«L'antologia dei più importanti lavori pubblicati in campo astronomico tra il 1900 e il 1975 contiene ben sei articoli di Eddington contro i quattro di Einstein e Hubble. Nessuno lo supera e nessuno lo eguaglia» (Patrizia Caraveo, astrofisica italiana). Ma oltre che un grande fisico e un maestro, Eddington fu, come tutti i geni, anche un uomo sensibile al fascino della speculazione filosofica e teologica. Questa meditazione che ci ha lasciato, La Scienza e il mondo invisibile, ne è un saggio d'inossidabile attualità, che si colloca nel solco di una storia più ampia, spesso sconosciuta se non deliberatamente trascurata, che passa da giganti della scienza come Newton, Kelvin, Faraday e che a Eddington fa dire: «Per quanto mi riguarda non ho dubbi, riesco a sentire il pensiero di Dio».
Il recupero dei legami tra la teologia morale e il Vangelo è uno dei principali compiti segnalati dal Concilio Vaticano II, all’interno di quel generale rinnovamento biblico-patristico che domanda ai teologi, e soprattutto ai moralisti, di considerare la Scrittura come fonte eminente delle loro indagini. Questo libro recepisce pienamente la raccomandazione conciliare e la sviluppa nei suoi esiti radicali con una tessitura argomentativa e dottrinale di rara efficacia, sollecita delle esigenze più alte maturate nella comunità ecclesiale. L’autore procede infatti a un vero e proprio rovesciamento del metodo e delle prospettive invalsi nei tradizionali manuali di teologia morale, caratterizzati da un eccesso di razionalismo individualistico che privilegia le teorie della norma e dell’obbligo, per ricollocare al centro della riflessione sull’agire la legge evangelica e le virtù teologali, con il corredo di quelle etiche: un guadagno decisivo per l’orientamento della prassi cristiana, insidiata dal relativismo dei valori e dall’indifferenza nelle scelte.
Il libro è strutturato in tre parti. Dopo aver delineato nozione e ambito della teologia morale, Pinckaers ne studia i rapporti con le scienze dell’uomo per soffermarsi poi sulla dimensione cristiana così come si presenta nell’insegnamento di san Paolo, nel commento di sant’Agostino al Discorso della montagna, in san Tommaso e nel dibattito attuale. Nella seconda parte viene esposta la storia della teologia morale dal punto di vista della sistematizzazione che essa ha ricevuto nell’età dei Padri, presso gli scolastici del XIII secolo, con il nominalismo, nella manualistica post-tridentina di contro all’etica protestante, infine nell’epoca contemporanea. La parte terza esamina le controverse questioni della libertà e della legge, che, se rettamente intese quali originarie potenze spirituali della creatura ragionevole (libertà di qualità e legge naturale), consentono di deporre ogni presunto loro conflitto e di riconoscere nella morale, sull’esempio dei Padri e dei grandi teologi scolastici, il cammino attraverso cui l’uomo attinge l’integrale realizzazione di sé, quella felicità che è il grande tema rimosso dai moralisti dell’età moderna e contemporanea.
«Oggi» - ha detto Papa Francesco, rivolgendosi alla Chiesa italiana - «non viviamo un'epoca di cambiamento quanto un cambiamento d'epoca», insistendo sulla radicalità dei processi che stanno rivoluzionando il mondo, le società, la famiglia. La Chiesa, risponde il cardinale Antonelli con questo libro, è chiamata a una rinnovata evangelizzazione, che non può ridursi a una riformulazione verbale del messaggio, ma deve riplasmare sia la vita personale dei fedeli sia la vita comunitaria della Chiesa, che si pone anche nel tempo presente come ponte tra Cielo e terra in ascolto di tutti e con sguardo aperto. Come sottolinea in Prefazione il Presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, «l'evangelizzazione avviene secondo una dinamica di incarnazione, in cui la testimonianza precede e accompagna l'annuncio. Non basta che il Vangelo venga insegnato; esso deve farsi carne, diventare storia, cambiare le menti e i cuori, le relazioni e le attività, la cultura e le opere. La verità cristiana non è solo dottrina, ma anche evento di carità che accade qui e adesso».
Il Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Famiglia offre in queste pagine una lettura dell'esortazione apostolica di papa Francesco ricca di spunti di riflessione e di vita pratica. Un compendio denso di consigli per aiutare gli sposi a vivere nella stessa fedeltà d'amore di Dio; e per aiutare i sacerdoti e gli operatori della pastorale famigliare ad accompagnare gli sposi, anche divorziati, con uno sguardo di misericordia attento alle Verità di vita che Gesù ha esposto nel suo Vangelo.
Un contributo sintetico, ma particolarmente autorevole - l'autore è presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Famiglia -, per affrontare i temi decisivi della pastorale familiare, mostrando l'orizzonte ampio in cui si colloca la questione specifica della comunione eucaristica alle coppie dei divorziati risposati. In densi e articolati paragrafi si toccano con chiarezza dottrinale i "temi caldi" del dibattito sviluppato al Sinodo sulla Famiglia, dando punto per punto elementi di riflessione che, raccolti insieme, delineano una prospettiva precisa sulla strada da percorrere: la coerenza e la perfettibilità della prassi pastorale autorizzata finora; la varietà delle proposte di cambiamento e le obiezioni contro di esse; l'incapacità della cosiddetta legge di gradualità a suggerire criteri generali per l'ammissione dei divorziati risposati e dei conviventi all'Eucaristia; il caposaldo dell'indissolubilità del matrimonio cristiano; l'oblatività dell'amore in relazione alla validità del matrimonio; l'autenticità evangelica per la fecondità missionaria...
Quest'opera è la più autorevole e completa sul pensiero di Michele Federico Sciacca (1908-1975), autore di oltre sessanta volumi, la maggior parte dei quali tradotti nelle principali lingue; la relativa bibliografia internazionale è ricca di circa seimila titoli.
L'Autore, con rigore storico-critico e profonda partecipazione, ricostruisce l'intero percorso del filosofo e ne mette in rilievo, con nitida incisività , l'impianto teoretico. L'integralità della persona è il centro fecondissimo della ricerca di Sciacca, perseguito sin dal suo distacco dal neoidealismo. La fondazione metafisica della morale, del diritto, della politica, dell'economia, dell'estetica, nonché dell'unitario organismo delle scienze, consente al filosofo di risolvere in forme nuove i problemi dell'esistenza di Dio, della libertà e dell'immortalità personale (pp. 648).
Alberto Caturelli dal 1956 ha insegnato nell'Università di Cordoba, Argentina; ha tenuto e tiene corsi e conferenze in tutto il mondo. Autore di una quarantina di volumi, è oggi il più importante filosofo di lingua spagnola. Presso le Edizioni Ares ha pubblicato Il Nuovo Mondo riscoperto (1992) e Due una sola carne. Metafisica, teologia & mistica del matrimonio e della famiglia (2006).
Si assiste oggi a una onnipresenza dell'etica nei media, nelle istituzioni, nelle aziende, nelle professioni più disparate: ciò che Cicerone affermava di Socrate, ossia che questi aveva fatto scendere la filosofia dal cielo per introdurla nelle case degli uomini, sembra essere diventato realtà. E tuttavia i cultori di etica, i moralisti, per la natura esclusivamente formale dei loro consigli e pareri non sono in grado di incidere sulle coscienze. Emerge pertanto sempre più il sospetto che la causa di questa scarsa influenza dell'etica sulle coscienze e sui mondi della vita sia dovuta all'oblio del punto di partenza antropologico della riflessione etica. L'etica appare schiacciata tra lo sviluppo della scienza e il progresso tecnologico, rimuovendo le domande etico-antropologiche per eccellenza: «Chi sono io?», «a chi appartengo?», «quale persona voglio essere?», «quale modo di vivere è migliore e degno dell'uomo?». Dalle risposte date a tali interrogativi dipende la comprensione piena dell'uomo in quanto soggetto morale. Lungo un itinerario che dalla grecità giunge ai nostri giorni l'Autore indaga e spiega – con particolare richiamo al mondo dell'università e delle professioni – le condizioni (fondamentale l'acquisizione delle virtù) perché la vita umana, nella densità di tutte le sue espressioni pubbliche e private, possa essere una vita riuscita, una vita felice. Non è infatti il vivere da tenere nel più alto conto, bensଠil vivere bere (pp. 304).
Michelangelo Peláez (Zamora, Spagna, 1930), laureato in Giurisprudenza (Salamanca 1953) e in Diritto canonico (Università Pontificia S. Tommaso 1955), è stato ordinato sacerdote alla fine del 1955 e da allora risiede in Italia dove ha svolto in varie città il suo ministero sacerdotale e contemporaneamente coltivato i suoi studi etico-giuridici. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi articoli in riviste italiane e straniere, si segnalano: Introduzione allo studio della criminologia, Etica, professioni e virtù, entrambe tradotte in varie lingue. Dal 1994 è docente di Etica all'Università Campus Biomedico di Roma.
Gli scritti qui raccolti, apparsi in questa collana nel 1996, discutono questioni decisive non solo per la vita della Chiesa, ma per il destino stesso dell'odierna civiltà , vulnerata nelle sue pretese ideologiche e percorsa da inquietanti pulsioni di morte: sono le questioni della verità e libertà dell'uomo nell'epoca della tecnica, delle insidie alla persona e alla vita nascente, della specificità dell'ethos cristiano nel pluralismo delle culture e dei costumi. Innanzi alla figura del mondo che si va delineando, il sapere teologico è sollecitato alla comprensione dei mutamenti e delle possibilità emergenti, così da esprimere una nuova sintesi di fede e ragione, nella consapevolezza che la Rivelazione ha la capacità di soddisfare in pienezza le esigenze e i bisogni della soggettività umana nel suo cammino storico. La fede possiede infatti un'intrinseca ragionevolezza, perché essa crede che «in principio era il Logos» e che dunque senso e fini della creazione non contraddicono le aspirazioni dell'uomo al bene né gli sono di ostacolo all'espansione della sua libertà . E' l'errore del moderno, il tempo dei dualismi antropologici e delle morali provvisorie, i cui effetti si dispiegano rovinosi fino al presente. Ancorate alla ferma parola della fede, così come essa si dà nella Tradizione vivente della Chiesa, queste riflessioni dell'allora cardinale Ratzinger sono insieme diagnosi e terapia della crisi etica contemporanea e, rilette oggi, assumono il valore profetico di un programma di pontificato (pp. 160).
Se il pluralismo rappresenta un vero e proprio valore della nostra civiltà , del relativismo va invece detto che è radicalmente contraddittorio e logicamente insostenibile. Questo libro approfondisce appunto la natura dei due termini, affrontandone sia la dimensione di fondo, nella prospettiva della logica e della metafisica, sia il piano della discussione etica e politica. Sarebbe relativistico esaltare la diversità senza considerare l'identità, la soggettività senza l'oggettività, la molteplicità senza l'unità , la libertà senza la verità , il bene comune senza la persona. E' invece pluralistico valorizzare e tenere dialetticamente insieme entrambi i termini, esprimendo così a pieno una dimensione di cooperazione e di equilibrio. In questo senso non è possibile neppure tralasciare il riferimento alle radici cristiane della nostra cultura. Dove, se non nella Buona Notizia del Cristo, si esprime più e meglio la difficile, eppure irrinunciabile, coesistenza di unità e pluralità , di identità e differenza, di verità e libertà ? Gli interventi di questo libro sono firmati da: G Cottier; F. Di Blasi; R. Di Ceglie; R. Gallinaro; P. Giustiniani; A. Livi; M. Marsonet; P. P. Ottonello; D. Sacchi; H. Seidl; C. Vigna; P. Viotto (pp. 296).
Fede e ragione vanno considerate insieme. Lo ha mostrato Giovanni Paolo II nell'enciclica Fides et ratio, un documento che pare essere nel nostro tempo la più autentica, decisa e autorevole difesa della ragione e della filosofia. La complessità di un rapporto che tiene assieme autonomia e dipendenza, simbolo della stessa condizione umana, è l'oggetto di questo libro. I curatori indagano nel solco di quei pensatori che la Fides et ratio indica come esempi recenti di un'autentica filosofia cristiana: Rosmini, Newman, Maritain, Gilson, Stein, Solov'ëv, Florenskij, Ĉaadàev e Vl. Lossky. Per non essersi adeguati a certa moda razionalistica e scettica, essi sono davvero esempi di un percorso intellettuale e sapienziale orientato alla ricerca della verità , per un autentico servizio all'uomo d'oggi.I saggi che compongono questo volume, curato da Roberto Di Ceglie, sono firmati da: Angela Ales Bello - Gerardo Cioffari - Adriano Dell'Asta - Roberto Di Ceglie - Pasquale Giustiniani - Antonio Livi - Fortunato Morrone - Pier Paolo Ottonello - Tomas Špidlí k - Michelina Tenace - Natalino Valentini - Piero Viotto (pp.320).
Le norme morali inderogabili sono poche ma strategiche, in quanto formano un argine insuperabile contro quell'etica proporzionalistica secondo la quale sempre può esserci un bene maggiore a dar liceità a ogni comportamento umano. Un libro solidamente chiarificatore, scritto da un filosofo del diritto di Oxford (pp. 128).
Una riflessione sul senso ultimo dell'esistenza umana nel suo fondamento. Questo senso è nell'intreccio o appartenenza scambievole di libertà e verità: solo la verità rende liberi, ma solo la libertà induce alla ricerca mai esaurita della verità (pp. 240).
Dalla «analogia entis» alla «analogia fidei». Un grande filosofo del Novecento, Erich Przywara (1889-1972), ripensa la tradizione metafisica occidentale per pronunciarsi sulla possibilità attuale di una metafisica cristiana (pp. 296).
Finalmente in italiano quest'opera che è già un classico della saggistica estetica e del pensiero agostiniano. «Il libro», scrive il card. Ratzinger, «testimonia come Agostino sia stato profondamente sconvolto per opera della bellezza nel corso della sua vita. Ne nasce l'invito ad avviare un dialogo a cui - c'è da sperare - parteciperanno molti (pp. 192).
Antonio Livi ricostruisce la nozione filosofica di «senso comune» e ne dimostra il valore ai fini della fondazione di una scienza della totalità, che è la metafisica. La filosofia del senso comune precisa lo spazio di razionalità che spetta alla fede. Dello stesso autore nella collana «Sagitta», Lessico della filosofia (pp. 224).