Il volume, che accompagna la mostra ospitata nella Villa di Capo di Bove a Roma, esce nel cinquecentenario della morte di Raffaello e intende essere un contributo alla storia dell'eredità culturale del grande artista e, insieme, della Via Appia Antica. Si articola intorno a due focus: da un lato la fortuna della Lettera a Leone X (1519), la quale 'rivive' nella storiografia, nella letteratura, nella produzione figurativa del XIX secolo, divenendo un testo di riferimento per le politiche di tutela delle nazioni europee. Dall'altro, l'attività svolta dal maestro e dai suoi discepoli, in particolare da Pirro Ligorio, lungo la regina viarum e la via Latina, tradotta principalmente in disegni architettonici e appunti grafici dei sepolcri antichi. Nel segno dell'interdisciplinarità, il volume contiene sei saggi, a firma di storici dell'arte e archeologi: Ilaria Sgarbozza, Ilaria Miarelli Mariani, Maria Giovanna Sarti, Federico Rausa, Santino Alessandro Cugno, Carmelina Ariosto.
Questo catalogo accompagna l'omonima mostra allestita a Roma, presso il Parco archeologico del Colosseo dal 27 settembre 2019 al 29 marzo 2020, sulla civiltà fenicio-punica, la sua espansione nel Mediterraneo, i suoi rapporti con Roma. Tutto illustrato a colori, con testi brevi e puntuali, il catalogo ripercorre le sezioni della mostra, dalla navigazione all'urbanistica, dai riti funebri ai gioielli, narrando la nascita e la lunga parabola storica di una città splendida e potente. Le vicende di Cartagine e Roma, strettamente intrecciate, costituiscono un lungo percorso narrativo che si snoda dalla fondazione dell'Oriente fenicio passando per la storia della città e dei suoi abitanti, l'espansione nel Mediterraneo e la ricchezza degli scambi commerciali e culturali nella fase che va dalle guerre puniche all'età augustea, sino a giungere alla complessità del processo di romanizzazione che ha portato Roma ad annientare, nel 241 a.C., quella che era ormai considerata un'entità molto problematica. A seguire è narrata la rifondazione della nuova colonia Iulia Concordia Carthago, dotata di edifici spettacolari e lussuose abitazioni private, famose ovunque per la ricchezza dei loro mosaici policromi, alcuni dei quali esposti in mostra; infine si dà conto del nascente cristianesimo, di cui Cartagine è in seguito diventata il centro propulsore, e si chiude con un'appendice sulla riscoperta della città alla luce dell'immaginario moderno e contemporaneo.
Questo volume viene pubblicato in occasione dell'omonima mostra, allestita a Roma presso il Parco archeologico del Colosseo dal 27 settembre 2019 al 29 marzo 2020. Il progetto curatoriale, nel suo complesso, nasce dalla scarsa attenzione finora posta sulla celebre metropoli nord-africana: mentre ai fenici sono state, infatti, già dedicate alcune esposizioni (la più celebre quella di Palazzo Grassi del 1987), Cartagine non ha goduto finora di altrettanto interesse, nonostante il progredire degli studi. Le attività di scavo e di ricerca degli ultimi decenni, dunque, conferiscono al volume un interesse scientifico, offrendo l'occasione di fornire un quadro aggiornato delle conoscenze e di segnalare anche alcune novità e scoperte di rilievo. Oltre l'archeologia lo caratterizza un tuffo nella modernità, con l'affrontare il ruolo di Cartagine nell'immaginario collettivo attraverso uno straordinario corredo iconografico contemporaneo che coinvolge la letteratura, i fumetti, la musica, i videogame, naturalmente senza tralasciare il cinema. Si è cercato dunque di affrontare con un approccio particolare un soggetto familiare ai più: Cartagine, infatti, non può non evocare immediatamente Roma, tanto furono storicamente legate le vicende delle due grandi metropoli mediterranee. Insieme al volume viene pubblicato anche il catalogo della mostra, che ripercorre sezione per sezione il percorso espositivo e presenta la totalità degli oltre 400 pezzi esposti, provenienti dalle maggiori collezioni italiane e internazionali.
"Terrantica. Volti, miti e immagini della terra nel mondo antico", che resterà aperta al pubblico dal 23 aprile all'11 ottobre 2015, si pone nell'alveo delle tematiche affrontate da Expo 2015, con una riflessione sulla forza della madre Terra, tra umano e divino, raccontata attraverso 75 opere tra antichi reperti (statue, vasi, rilievi), e fotografie contemporanee che evocano, insieme alla sua lunga storia, paesaggi naturali che parlano dell'antichità, della sacralità e della magia della Terra.
Il volume è il catalogo della mostra di Roma (Palazzo Altemps, 18 aprile - 7 settembre 2014). La mostra, promossa dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e curata da Filippo Coarelli, si tiene in occasione del quinto centenario della scoperta di 10 tra le sculture che componevano il cosiddetto Piccolo Donario Pergameno, e ora esposte per la prima volta insieme. Il complesso scultoreo riproduceva parte del più articolato ex voto per le vittorie ottenute da Attalo I (269 a.C. - 197 a.C.), la cui versione originale in bronzo si trovava sull'Acropoli di Atene. A differenza delle copie romane giunte a noi, in questo caso erano rappresentate non solo le immagini dei vinti, i galati, ma anche quelle dei vincitori con scene mitologiche della Gigantomachia, della Amazzonomachia, della Medomachia e della Galatomachia.
"In Sacra via. Giacomo Boni al Foro Romano. Gli scavi", curato da Patrizia Fortini e Miriam Taviani, documenta le indagini sulla via Sacra al Foro Romano condotte tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo successivo da Giacomo Boni, vero pioniere dell'archeologia italiana.
Il post-classicismo è una tendenza trasversale dell'arte italiana. La animano alcuni tra i protagonisti dell'Arte Povera e della transavanguardia e solitarie personalità delle ultime generazioni. Sono artisti accomunati da precise intenzioni poetiche: il desiderio di radicare le loro opere in regioni lontane, il bisogno di riaffermare il valore della memoria, la volontà di guardare indietro in modo originale. Sottraendosi alle mitologie del nuovo, distanti dai citazionismi postmodernisti e da vaghe riproposizioni anacronistiche, i post-classici scelgono di frequentare le stanze della storia dell'arte. Pur con sensibilità differenti, pensano la loro pratica come un gesto fondato non sul creare dal niente, ma sul "ritrovare". In particolare, tornano ad attraversare i luoghi della classicità, intesa come archivio di icone e di categorie senza tempo: da reinventare, oltre ogni nostalgia. Non meta, ma "strumento" per misurarsi con i disorientamenti del presente. Patrimonio da rimodulare con disinvoltura. Spazio che può alimentare ansie e inquietudini. Territorio da sottoporre a infinite e continue riscritture, in un gioco di celebrazioni e di profanazioni. Costellazione che, per dirla con Italo Calvino, tende a relegare l'attualità al rango di un rumore di fondo di cui non si può fare a meno.
Venti anni di studi necessari per l'esame critico dei materiali e il loro riordino, i lavori di restauro sull'immenso patrimonio artistico, non ultimo il recupero dell'edificio deputato a ospitarli: questo è il nuovo Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo alle Terme. A un secolo dalla sua istituzione, ha assunto un assetto organico con il compito di rappresentare attraverso documenti originali la formazione e lo sviluppo di Roma antica in tutti i suoi aspetti: cultura artistica, ordinamento pubblico e privato, religione, economia, urbanistica e forme di insediamento extraurbano, monetazione. Il volume, fedele all'organizzazione dell'area espositiva, esplora le opere esposte, in primis quelle prodotte tra la fine dell'età repubblicana e la tarda età imperiale; successivamente la numismatica e l'oreficeria, con una particolare attenzione alle arti figurative che intendono illustrare anche il contesto politico ed economico di riferimento e la sua evoluzione storica.
Inaugurate nel 216 d.C. nella parte meridionale di Roma per iniziativa dell'imperatore Caracalla, le Thermae Antoninianae vissero solo tre secoli ma rimangono celebri per la ricchezza e il fasto della loro decorazione e la qualità artistica delle opere che le abbellivano. Rappresentative degli impianti cosiddetti delle "grandi terme imperiali" con pianta rettangolare e ambienti disposti su un unico asse, erano concepite come luogo per il bagno, lo sport e la cura del corpo, ma anche luogo per il passeggio e lo studio. Il volume, riccamente illustrato, ripercorre la loro storia attraverso la declinazione di sei grandi temi quali, ad esempio, l'architettura, la decorazione architettonica, le opere d'arte - tra le quali spiccano le sculture monumentali della Collezione Farnese - o ancora la vita delle Terme, senza dimenticare l'aggiornamento sui restauri appena ultimati nei sotterranei e nel Mitreo, il più grande ritrovato finora a Roma.
Il volume, dalla raffinata veste grafica, guida alla scoperta dell'area archeologica centrale di Roma, attraverso testi continui descrittivi chiari e accattivanti cui si accompagnano vere e proprie analisi d'opera dei monumenti principali e dei capolavori dell'arte antica custoditi nei musei. Godibile anche la lettura degli approfondimenti sugli aspetti più affascinanti della storia e della civiltà romane, dell'antiquaria, delle campagne di scavo, della fortuna letteraria che costellano l'itinerario di visita. Il percorso si avvia dal Foro Romano, un sito assai complesso dove coesistono costruzioni di epoche molto diverse dall'età arcaica all'Alto Medioevo, verso il Palatino, luogo mitico della fondazione della città da parte di Romolo con le sue case dipinte (dei Grifi, di Augusto e di Livia, l'Aula Isiaca) e le fastose dimore dei Cesari affacciate sul Circo Massimo. Grande rilievo è destinato al Campidoglio, sede dei Musei Capitolini, i più antichi musei del mondo di cui si visitano le sale storiche e i più recenti ampliamenti per apprezzarne i capolavori di scultura antica. Si attraversano anche i Fori Imperiali, descritti in ogni loro parte prima di approdare al Museo allestito nei Mercati di Traiano dove sono custoditi i reperti lì rinvenuti in scavi antichi e moderni. Non poteva mancare un'attenta disamina del monumento simbolo di Roma, il Colosseo, per il quale si attende una nuova stagione di restauri, e dei monumenti che lo circondano nella valle...
Il volume si apre con un saggio generale di uno dei più autorevoli storici della romanità, Andrea Giardina, che ridisegna un ritratto efficace del "principe rosso" attraverso un¿originale interpretazione delle fonti antiche e la discussione critica della sua fortuna "nera".
Marisa Ranieri Panetta narra della morte dell'imperatore attraverso le sue ultime parole famose, mentre alcuni studiosi tracciano la leggenda postuma del personaggio nelle arti figurative (Giacomo Agosti affrontando la pittura accademica dell'Ottocento italiano che ne immortalò le vicende più truci, Jerzy Miziolek analizzando i capolavori pompier del polacco Siemiradzki come Le torce di Nerone sulla persecuzione dei cristiani) e nel cinema (Giuseppe Pucci).
Più prettamente archeologica è l'indagine di Clementina Panella che racconta, attraverso i dati di scavo, il giorno più lungo della storia, quello del terribile incendio che devastò Roma per il quale Nerone è ricordato. Da contributi di diversi specialisti (Viscogliosi, von Hesberg, Tomei, Beste, Filippi) egli emerge come "grande costruttore" grazie alla progettazione e alla realizzazione di una delle dimore più spettacolari dell'antichità, l'immensa Domus Aurea (che si estendeva dal Palatino all'Oppio) restituita filologicamente nelle sue architetture scenografiche, tra giardini lussureggianti, come nelle preziose decorazioni attraverso inedite immagini di realtà virtuale esito di lunghi anni di ricerche.
A Matteo Cadario è affidato il saggio sulla propaganda ideologica in età neroniana attraverso l'approfondito esame delle sculture che restituirono l'immagine di un uomo, delle celebri donne della sua vita e di un epoca mentre di Irene Bragantini è un filo rosso sulla pittura.
Nerone, come molti sanno, volle proporsi anche come abile performer, artista e comunicatore: di qui lo stretto rapporto con gli spettacoli affrontato da Rossella Rea quale strumento del consenso e con i maggiori poeti, filosofi e scrittori del tempo - dall'amato e odiato precettore Seneca a Lucano e Petronio - come si evince dal denso scritto di Emanuele Berti.
Di grande suggestione il corredo iconografico che alle più rare testimonianze antiche di un imperatore "dannato", molte delle quali per la prima volta raccolte in una mostra, accosta una nutrita serie di dipinti e sculture moderne che hanno fatto la sua fama.
Uno dei più autorevoli studiosi di pittura antica affronta in questo volume l'eccezionale ciclo di affreschi proveniente dalla villa scoperta nell'Ottocento nei giardini della Farnesina sul lungotevere a Roma. Gli affreschi e gli stucchi delle antiche stanze, ricostruite oggi all'interno del Museo Nazionale Romano, costituiscono la più vasta e meglio conservata testimonianza delle tendenze della pittura d'età augustea che s'impone nel panorama artistico antico per raffinatezza, varietà cromatica e di soggetti, come le grandi e fedeli riproduzioni nel volume permettono finalmente di apprezzare.
Partendo dai primi provvedimenti ottocenteschi, per arrivare a una riflessione sul concetto di tutela nei giorni nostri, la mostra si propone di illustrare le conquiste e i progressi compiuti nel nostro Paese in difesa del patrimonio artistico, ma anche i problemi posti dai traffici illeciti che su questo vengono costruiti. Articolata in sei sezioni, affronta anche i temi delle calamità naturali che hanno visto lo sforzo comune fra istituzioni, associazioni e collettività per la tutela delle opere d'arte e confermato l'utilità, ai fini del restauro, della documentazione preventiva.
Il volume propone una rilettura dello studio dedicato alla Colonna Traiana, fondamentale per la questione dell'originalità dell'arte romana, in cui si delinea la personalità di un suo protagonista assoluto: il "Maestro delle imprese di Traiano". Una campagna fotografica dei rilievi illustra con efficacia i passi di questa storia per immagini, scelti da Bianchi Bandinelli.