Gesù ci invita a diventare come bambini per entrare nel Regno dei Cieli. Il libro propone di prendere queste parole sul serio, come restauro della nostra natura nella grazia della creazione che si manifesta nella prima infanzia.
Per entrare nella sapienza di Dio bisogna compiere un cammino che passa attraverso l'esperienza della propria miseria, che tocca il fondo per poi risalire alla vetta, uniti strettamente a Gesù. Il misticismo cristiano non è altro che questo. L'autore si offre con questo testo di farci da guida, proponendo un itinerario ascetico e mistico accessibile a tutti, un "percorso di semplicità" che richiede come condizione minimale di saper guardare in alto. Si tratta di orizzonti descritti con un linguaggio pacato e convincente, che spesso si apre alla poesia, da un uomo che conosce bene la montagna sulla quale invita a salire, ne conosce i sentieri, sia quando si svolgono in una ascesa graduale sia quando presentano passaggi più ardui e delicati.
Le pecore avevano trovato uno spazio erboso e Mosè si guardava attorno ed osservava con aria distratta quella montagna imponente verso cui l'aveva condotto la ricerca di un pascolo. La sua attenzione improvvisamente si porta su un cespuglio di spine e sterpaglie che sembra aver preso fuoco. Quel fuoco lo attira. Mosè si avvicina... e si scopre aspettato da Qualcuno. Non è facile cogliere subito il significato di un incontro con Dio! Mai, come adesso, Mosè sente l'abisso della propria pochezza. Di' solamente "sì", Mosè, e porterai un popolo immenso attraverso il deserto fino alla terra promessa. E anche tu, chiunque tu sia, di' il tuo "sì", anche se non puoi sapere oggi quanto il Signore l'aspetta, non puoi conoscere il peso che potrà avere per te, per la Chiesa e per tutti i fratelli.
Oggi viviamo tutti - europei e arabi, musulmani e cristiani, indiani e cinesi, statunitensi e latinoamericani - in un mondo globale in cui esistono vantaggi e svantaggi al di là delle appartenenze religiose, linguistiche e culturali. Il che comporta sfide autentiche, ma costituisce anche un'opportunità arricchente per l'identità cristiana e per il dialogo interreligioso. Questo libro intende testimoniarlo, sottolineando quanto i miti delle origini sui beni più significativi e importanti del nostro pianeta e del nostro vivere siano fondati fin da principio sull'ordine e il rispetto loro dovuto dall'uomo di qualsiasi cultura e religione. I miti sul creato, il cielo, l'acqua e le montagne sono un invito al dialogo tra le religioni. Da qualunque parte o cultura provengano, essi sottolineano la sacralità della natura e la necessità di proteggerla per il bene dell'uomo. Non si può fare un uso puramente strumentale della cultura e della religione, perché dobbiamo affrontare questioni comuni che necessitano di mettere in campo le energie di tutti.
Mentre molte riflessioni dedicate alla missione dei laici muovono da una prospettiva teologica, in questo libro padre Buschini ha scelto una strada diversa: parlare ai laici piuttosto che dei laici, accompagnandoli nel discernimento della loro vocazione e nel percorso verso la maturità e la pienezza della sua traduzione nella storia di ogni giorno. Il cuore della vocazione del laico è la chiamata a vivere concretamente in ogni occasione le beatitudini del discorso della montagna, considerate come l'annuncio profetico di un uomo nuovo, impegnato a preparare un avvenire di giustizia più grande e alternativo: un impegno storico capace di modellare il laico come uomo controcorrente rispetto alle ingiustizie. Solo una vita secondo lo Spirito può dare qualità, senso e forza alla missione dei laici.
Scopo del libro è riscoprire e ripulire alcune "tessere" del mosaico della fede, costruito intorno al Volto di Cristo, momento iniziale e finale del nostro incontro con Dio.
Ci sono delle briciole che cadono dalla tavola del vangelo e che tutti possono raccogliere.
Sono piccole, ma sanno di pane buono, pane che nutre, che dà gusto e sapore alla vita.
Come emerge dalla lettura di questo libro, il peccato è un atto di amore che manca il suo bersaglio e i sette peccati capitali l'illusione di poter raggiungere la felicità, salvo poi constatare che non sono stati in grado di mantenere la promessa. Da qui l'insoddisfazione, il vuoto e quel tarlo che tutto divora, ovvero la noia. Sentimenti dell'umano vivere, che in queste pagine vengono chiamati per nome al fine di poter compiere un serio lavoro su di sé, ed essere in grado di tornare a vivere una felicità autentica.
La Bibbia è la fonte primaria di riferimento per la fede degli ebrei e dei cristiani e una delle radici essenziali della cultura dell’Occidente. Coloro che si dicono credenti religiosi e quanti seguono altre strade, sempre alla ricerca del senso della propria vita, possono trovare nei testi biblici un’ispirazione decisiva per le scelte fondamentali dell’esistenza e per i propri comportamenti quotidiani.
Questo libro aspira ad essere un punto di partenza di un viaggio arduo ed entusiasmante, alla scoperta del mondo biblico e dei contenuti di bontà e di bellezza propri delle Sacre Scritture ebraiche e cristiane. Ciò significa spesso iniziare confrontandosi con un modo di ragionare, di emozionarsi, di agire, insomma di vivere che è, ad un tempo, felice e consapevole, appassionato e responsabile, dunque degno di individui intensamente umani.
Ernesto Borghi, nato a Milano nel 1964, sposato con Maria Teresa e padre di Davide e Michelangelo, ha studiato all’Università degli Studi di Milano e all’Università di Fribourg, conseguendo la laurea in lettere classiche (1988), la licenza in scienze religiose (1993) e il dottorato in teologia (1996). Dal 1992 è biblista professionista a livello universitario. Attualmente insegna esegesi biblica alla Facoltà di Teologia dell’Ateneo Salesiano a Torino, all’ISSR «Duns Scoto» di Nola, al Corso Superiore di Scienze Religiose a Trento e all’ISSR di Bolzano. Presiede l’Associazione Biblica della Svizzera Italiana e coordina la formazione biblica nella diocesi di Lugano. È anche docente di didattica della religione al DFA-SUPSI di Locarno. Ha al suo attivo decine di pubblicazioni scientifiche o divulgative nei campi dell’esegesi biblica e della cultura umanistica.
Questo lavoro risponde al desiderio di rilevare le note caratteristiche della comunicazione di Gesù e di trasmetterle ad altri, con l'obiettivo di aiutare la nostra capacità comunicativa a modellarsi su quella di Gesù.
Oltre all'analisi dei colloqui "a tu per tu" del Signore con alcuni apostoli e con personaggi incontrati in situazioni particolarmente significative, trovano spazio in queste pagine principi, regole e tecniche psicoterapeutiche e vari approfondimenti alla luce della teoria della comunicazione e, in particolare, degli approcci relazionali/terapeutici ispirati la'"analisi transazionale.
L'opera che abbiamo tra le mani è una guida a "vedere" e non solo a "guardare", è una sorta di collirio che purifica gli occhi dell'anima, simile a quello offerto da Cristo alla Chiesa di Laodicea, sorella di tante nostre comunità «stiepide, cioè né fredde né calde»: «Ti consiglio di comperare da me collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista» (Apocalisse 3,18), una vista sporcata da tante immagini vane e contaminate. Ed è particolarmente suggestivo che a sostenere quest'opera di catarsi non sia solo il glorioso e necessario insegnamento delle Scritture Sacre o dei Padri della Chiesa, qui ampiamente introdotti con le loro voci diverse che consolano e inquietano. [...] Padre Zelinskij convoca una folla inattesa di testimoni, spesso tenuti fuori dal tempio, eppure segnati dai "semi del Verbo" o dall'ansia della domanda e dell'attesa. La lista è sterminata: da Camus alla Weil, da Goethe a Heidegger, dalla Tsvetaeva a Bulgakov, da Pascal a Brodskij, da Dostoevskij a Stendhal, da Buber a Mandel'_tam, da Rilke a Quasimodo e cosi` via per almeno un centinaio di presenze che attestano non solo l'attrezzatura culturale dell'autore, ma anche ci ricordano che esiste un "cortile dei Gentili", ove si guarda e si tende verso lo spazio sacro della fede e del mistero.
Dalla Prefazione di Gianfranco Ravasi
Vladimir Zelinskij, nato nell'ex Unione Sovietica, sacerdote ortodosso a Brescia, è docente di Lingua e civiltà russa presso l'Università Cattolica
del Sacro Cuore, scrittore, giornalista, traduttore. Laureato in Filologia e letterature straniere a Mosca, dopo la sua conversione al cristianesimo ortodosso si è dedicato, in piena era sovietica, ad approfondire il pensiero religioso-filosofico russo. Ha pubblicato all'epoca numerosi testi sia all'estero che nella stampa clandestina. Nel 1991 si è trasferito da Mosca in Italia; collabora con molte riviste, partecipa a convegni internazionali e nazionali, è autore, in russo, italiano, francese e inglese, di centinaia di articoli e di vari libri. In Italia sono apparsi Perché il mondo creda. Un ortodosso di Mosca dialoga con il cardinal Ratzinger (La Casa di Matriona, 1988), Mistero, cuore, speranza (Ancora, 2010).
La Filocalia, letteralmente “amore della bellezza”, è il breviario ascetico e mistico della Chiesa d’Oriente e racchiude un patrimonio spirituale di grande valore per tutta l’umanità. Guidati dagli scritti dei Padri in essa contenuti e da voci di teologi e mistici – ortodossi e non solo – ci proponiamo di interrogarci sul valore salvifico della Bellezza come volto di Dio. La bellezza divina è un nome dimenticato, frainteso, più spesso sfigurato da caricature mondane. Attraverso l’itinerario spirituale qui proposto cercheremo di farne emergere i tratti luminosi che trovano in Cristo il punto focale e nell’uomo, restituito alla sua originaria dignità di “essere chiamato a diventare dio”, il compimento.
Massimo Bolognino (Torino, 1963) dopo gli studi classici si è dedicato all’approfondimento della mistica e della spiritualità, particolarmente dell’Oriente cristiano. Collabora a riviste specialistiche con testi sul rapporto tra estetica e teologia, sul dialogo interreligioso e su figure della teologia ortodossa quali Pavel Florenskji. Ha curato l’introduzione al volume sulla spiritualità cristiana orientale Attualità del Simbolo dell’archimandrita Silvano Livi (Franco Angeli, 2001) e tiene conferenze sui temi della mistica e della spiritualità cristiana orientale.
Per annunciare ai fidanzati, fin dall’inizio del loro cammino d’amore, il dono che stanno scoprendo: nell’amore per l’altro/a si gioca il loro rapporto con Dio e per amarsi veramente bisogna incontrare l’Amore.
Fidanzati 10 e lode perché questo libro presenta dieci veglie di preghiera proposte alle coppie di fidanzati come occasione per esprimere al Signore la loro lode e il loro ringraziamento.
Fidanzati 10 e lode perché queste pagine si rivolgono a quei giovani che prendono sul serio il loro tenersi per mano per camminare fianco a fianco lungo una strada tutta da scoprire.
Le veglie di preghiera sono nate da un lavoro di équipe all’interno della Commissione per la pastorale della famiglia della diocesi di Cesena-Sarsina.
Mani d’uomo, volto di uomo, vita, solitudine, speranza, disperazione: l’incontro quotidiano con uomini e donne in carcere fa capire che nessuno può sottrarsi al bisogno della tenerezza umana e della misericordia del signore. La nostra umanità è grande, eppure è così fragile; la nostra persona è capace di desideri infiniti, eppure è così limitata; il nostro essere è così simile a Dio che ci ha creati… eppure è così lacerato dalla originale e quotidiana caduta; il nostro essere è così imperfetto da essere sempre teso alla ricerca di qualcosa o di qualcuno che lo sappia ristabilire, che lo completi, che lo guarisca. in tutti arde il medesimo fuoco, lo stesso grido: «Che Qualcuno aiuti la mia solitudine, la mia limitatezza!». Allora la risposta più grande è proprio questa: condividere. La condivisione è l’unica e più grande risposta alle tante necessità dell’uomo. Le testimonianze dal carcere raccolte in questo volume mostrano con estrema forza come le debolezze umane stiano sempre insieme ai grandi desideri, come gli errori compiuti convivano con ripensamenti e grandezze umane neppure immaginabili, che tolgono il respiro.
La salvezza donata dal Signore raggiunge ogni persona, nelle modalità più varie; così ogni uomo e ogni donna hanno la possibilità di risorgere e ricominciare a vivere in libertà. Solo così anche il deserto può diventare un giardino…
Sandro Spinelli è nato a Carate Brianza (MI) l’8 luglio 1951. Ordinato sacerdote nel 1982, ha partecipato alla costituzione della Fraternità sacerdotale Missionari S. Carlo Borromeo, di cui fa parte. Attualmente è docente di Teologia morale e Teologia dell’arte all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Grosseto ed è membro del Comitato di Bioetica dell’ASL di Grosseto. Vive e lavora a Punta Ala (GR). Dello stesso autore: La carità vissuta è un'esperienza.
Preghiere in un soffio. Pochi secondi. Un sussurro, a volte un breve grido. Piccole perle nell'oceano di orazioni sollevate al cielo. A volte di anonimi, altre volte di poeti e personaggi famosi, altre ancora di mistici: invocazioni spontanee nate dalle vicende quotidiane o il sunto di una vita intera di relazione con Dio, il prossimo e la vita.Non sono parti di preghiere più lunghe. Sono come le piante "bonsai": piccole. Si colgono con uno sguardo, affascinanti per la loro bellezza nella quale sono racchiuse la supplica e la lode, la fiducia e l'abbandono, il ringraziamento e la lamentazione.Gandhi affermava che «nella preghiera è meglio avere un cuore senza parole, che parole senza cuore». E Giovanni Climaco: «Quando preghi non cercare parole complicate, perché il balbettio semplice dei fanciulli tocca il Padre che è nei cieli». Le semplici orazioni di questo libro vogliono essere vere e proprie «preghiere del cuore».
Un libro interamente dedicato alla felicità, di cui viene rivelata la «ricetta» attraverso un commento a ciascuna delle otto beatitudini enunciate da Gesù nel Discorso della montagna.«La felicità non è superficialità. È autenticità. È bellezza. Ma nella pienezza. Non è facilità. È impegnatività. Non è fugace impressione. È lenta maturazione. L'essere dell'uomo è elasticizzabile all'infinito. La capacità del suo profondo è abissale. Il suo abisso di anelito grida verso l'abisso dell'Essere. Che ha rivelato un volto, un cuore, delle mani. E ha proclamato il manifesto della felicità sul monte, appunto, delle Beatitudini. Le Beatitudini sono il profilo di Gesù, il Signore. E vedere tutto in questa prospettiva esige l'accettazione del mettersi con la testa in giù, secondo l'espressione di Francesco copia vivente di Gesù beato. Testa in giù - ovviamente - rispetto alla gerarchia dei valori per il mondo. Ma solo con la testa in giù si coglie la strada della felicità-salvezza. Certo, c'è da pagare il costo delle Beatitudini. È la croce, ma bifronte: da una parte, il volto del Cristo appassionato; dall'altra il volto del Cristo risuscitato. Da una parte si distende l'Uomo del dolore; dall'altra si slancia l'Uomo della speranza. Sì, le Beatitudini indicano la strada della croce ma della croce luminosa. È la croce già muro di disperazione diventato ponte di elevazione» (dalla Prefazione dell'autore)
Le pagine di questo libro parlano dell'amore di Dio, non con un taglio da saggio di teologia spirituale, ma attingendo dalla Parola di Dio e dalla mistica cristiana per indicare una via percorribile e concreta per vivere la carità che, come scrive san Tommaso, è la virtù teologale che «raggiunge Dio in se stesso, proprio come egli è».
Monsignor Giuseppe Pollano conduce in questo volume sette meditazioni sulla vocazione cristiana della donna, a partire dal testo della Mulieris dignitatem, la lettera apostolica sulla dignità e vocazione della donna che Giovanni Paolo II ha scritto in occasione dell’anno mariano del 1988.
Le Figlie di Maria Santissima Regina delle madri, cui queste riflessioni erano inizialmente rivolte, hanno inteso offrire la ricchezza di questo tesoro spirituale a tutte le donne che vogliano capirsi di più e valorizzare concretamente il meglio di se stesse, perché anche attraverso l’esempio di alcune figure gloriose della storia della Chiesa, ogni donna possa riconoscere il senso autenticamente cristiano della chiamata alla santità.
Giuseppe Pollano, sacerdote di Torino, vive in questa città presso il santuario mariano della Consolata. È stato docente di Teologia spirituale presso la Sezione torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e Delegato arcivescovile per la pastorale della cultura. Fra le sue pubblicazioni: Come in cielo (Casale M.to, 1955-84-89), Città riconciliata (Milano, 1983), Dio presente e trasformante: saggio di teologia spirituale (Leumann-Torino, 1993), Gesù ogni giorno (Casale M.to, 1994), Cultura e santità (Casale M.to, 1995), Maria: persona e grazia (Milano, 2002), Per una nuova cultura di carità (Roma, 2003), La Chiesa è carità (Roma, 2006), Via Mystica (Cantalupa, 2007).
Questo libro nasce dall’incontro di un frate eremita del secolo XXI con un santo eremita vissuto nel VI secolo: sant’Egidio, considerato uno dei santi ausiliatori fra i più noti nel medioevo. Entrambi afferrati da Cristo, si sono trovati in piena sintonia di spirito. Padre Luciano Proietti ha infatti scoperto in questo santo un amico, un compagno che gli ha offerto l’occasione di cantare quanto ama di più: la solitudine contemplativa per la più profonda comunione con Dio e con i fratelli. Ne nasce una appassionata testimonianza di fede e di amore espressa in prosa – commentando l’antica legenda latina sul santo – e in vibrate elevazioni poetiche.
Le pagine di questo libro offrono perciò, ai lettori più sensibili alla bellezza spirituale, uno stimolo a camminare tenendo lo sguardo fisso su Gesù per seguirne fedelmente le orme e attirare a Lui una moltitudine di fratelli.
Dalla Prefazione di Anna Maria Cànopi OSB
Padre Luciano Proietti, nato nel 1944, è sacerdote Francescano. Dal 1999 conduce vita eremitica nel cuore dell’appennino molisano, dove accoglie pellegrini che vogliono fare esperienza di preghiera.
Preghiere per chi ha poco tempo, per chi ha troppo e per chi ha troppo poco. Ma anche per chi cerca la fede, la pace e l’amore. Per chi si meraviglia e per tutti coloro che hanno un’inguaribile nostalgia dell’innocenza. Chi ha tanta anima troverà in queste pagine una parte di sé o delle persone che gli stanno a cuore... E le parole per parlarne con Dio!
Lore Dardanello Tosi vive e lavora a Milano. Per questa editrice ha pubblicato Tienimi la mano. Tempo di malattia, tempo di verità, Una ragione per vivere. Preghiere per chi piange qualcuno che non c’è più e 100 preghiere per chi non sa pregare. Collabora con la rivista camilliana «Missione Salute».
Dio è amore, Dio è carità: ecco il candore da far di nuovo brillare agli occhi del mondo. Queste pagine hanno dunque un solo obiettivo: restituire l’uomo d’oggi – e di sempre? – al dialogo amicale con Dio che lo ama. Gesù è il vero interlocutore di quest’uomo, il Gesù di Nazaret che ci ha perdutamente amato e ci vuole nella sua vita. Dialogo, interpellanza, invito, coinvolgimento che non hanno un filo di violenza pur essendo una corsa impetuosa verso il cuore e la libertà di ciascuno.
Non c’è paura, in questa parola, non c’è anticaglia, non c’è impossibile: c’è semplicemente il prevalere di Dio, l’insinuarsi del suo amore dovunque, la forza radiante della sua natura nella nostra, in una parola Gesù che dimora in noi e noi in lui. Bisogna imboccare come nostra, senza tradimenti, la via della misticità.
Giuseppe Pollano, sacerdote di Torino, vive in questa città presso il santuario mariano della Consolata. È stato docente di Teologia spirituale presso la Sezione torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e Delegato arcivescovile per la pastorale della cultura. Fra le sue pubblicazioni: Come in cielo (Casale M.to, 1955-84-89), Città riconciliata (Milano, 1983), Dio presente e trasformante: saggio di teologia spirituale (Leumann-Torino, 1993), Gesù ogni giorno (Casale M.to, 1994), Cultura e santità (Casale M.to, 1995), Maria: persona e grazia (Milano, 2002), Per una nuova cultura di carità (Roma, 2003), La Chiesa è carità (Roma, 2006).