A tre anni John comincia a manifestare i sintomi di una strana malattia che gli provoca un dolore intensissimo alle articolazioni. Gli viene diagnosticata una febbre reumatoide e i medici gli ordinano di restare immobile a letto. Così per anni lui resta in camera sua, circondato da una carta da parati a roselline gialle e con la costante compagnia della madre. Ma la diagnosi era sbagliata e la terapia prescritta a John dai medici era quindi totalmente errata, per non dire disastrosa: i suoi arti ormai si sono praticamente cementati. Da qui comincia la vita nel mondo "di fuori": John viene mandato alla scuola-ospedale, e poi a un liceo per disabili. Tutto questo diventa un vasto libro di avventure, in cui la curiosità domina su tutto, incontrastata e felice, anche nel sesso, che viene affrontato con eroica caparbietà malgrado tutte le difficoltà che possono presentarsi quando si scopre il sesso per la prima volta, da disabili e per di più gay...
Salvatore Silvestro, il padre. Laura, la madre. Margherita, la figlia più piccola. E Caterina, la figlia maggiore. Nella mente di Caterina ormai dodicenne continua a risuonare l'urlo della zia, quella notte di tre anni fa giù a Nacamarina. L'urlo che annunciava il 'focu', la sciagura. Dopo quella notte, per salvarsi, la famiglia Silvestre è dovuta fuggire. In Altitalia. Dove ha conosciuto l'esilio, e anche una insperata libertà. Adesso qui, al Nord, arriva la notizia di un'altra sciagura. La morte di zio 'Ntoni. Salvatore deve separarsi dalla moglie e le figlie - loro cosi uniti - e tornare nel luogo in cui è nato, per il funerale. Il romanzo alterna il tempo dell'oggi, in cui Laura e le bambine spiano ansiose il viaggio di Salvatore, costretto a fare i conti con le proprie radici, e il tempo del ricordo: la fuga, l'arrivo nel nuovo mondo, lo spaesamento...
Adamsberg, con l'impagabile Danglard, si trova, un po' annoiato, in Inghilterra per una riunione della Grande Europa poliziesca: si tratta nientemeno che di "armonizzare i flussi migratori" con i colleghi di ventitré Paesi. Ma dove c'è Adamsberg tutto può accadere. E il ritrovamento delle diciassette scarpe - o come dice il preciso Danglard, "diciassette piedi, otto paia e un piede singolo" - spinge il nostro "spalatore di nuvole" a percorrere un'altra Europa: quella dove dopo quasi trecento anni la stirpe di Dracula non ha smesso di infestare il mondo. Tra Londra, i dintorni dell'Hauts-de-Seine e la Serbia, attraverso il "nero tunnel" che conduce alla tomba di Peter Plogojowitz, riesumato nel 1725 col sospetto di essere un vampiro, l'indagine poliziesca si intreccia all'esplorazione di quel continente ignoto che è la follia umana. Humour, fantasia visionaria, erudizione, colpi di scena, dialoghi strepitosi, capacità di indagare nelle pieghe più profonde dell'anima si fondono in un intreccio in cui Adamsberg fa i conti con il mito e la realtà del vampiro. E con un passato che sembra tornato per rovinargli la vita.
La disposizione più giusta per calarsi nelle pagine di questa Italia cosiddetta "minore" ritratta da Marcoaldi è lasciarsi alle spalle il mito di una provincia immobile e incontaminata o ancor più il pregiudizio di un suo ripiego verso l'omologazione, l'appiattimento. E invece, nelle parole di vivaisti e arcivescovi, sindaci e artisti, scienziati e giostrai, avvocati e tipografi, storici e imprenditori, artigiani e maestri, nella concretezza dei mestieri ma anche nelle fantasticherie e mitologie di chi popola questo libro, affiora il cuore segreto di un Paese il cui battito è accelerato dall'ansia del cambiamento, o rallentato dalla persistenza dei suoi tratti più antichi. Nell'Italia di oggi, presa nella morsa di una crisi globale, il libro di Marcoaldi trasporta il lettore in quel tessuto di nervature sotterranee in cui si stringono assieme uomini e territorio, tempo e spazio, opere e credenze: le fondamenta stesse in cui crescono le comunità. E ci offre un personale contributo a quel "racconto nazionale" di cui l'Italia ha bisogno per ricomporre lo specchio rotto della sua identità.
È il Comandante che dà forma alla paura. Governa con mente lucida una corte di mercenari, sbirri corrotti, politicanti spregiudicati. E una bellissima donna senza pietà. Si infiltra nel cuore dello Stato. Coltiva accortamente l'odio. Manipola il terrore vero e quello virtuale. E se un cucciolo del Maggio, un po' sbadato, si innamora della donna sbagliata e rischia di lasciarci le penne, peggio per lui. Ma il cucciolo ha la pelle dura. E un potente alleato. Lupo. Un poliziotto che sta dalla parte giusta. L'uomo che conosce meglio di chiunque altro il Comandante. E non lo teme.
La famiglia Manson, Mick Jagger, Keith Richards, Marianne Faithfull e tutti gli altri. L'indimenticabile ritratto collettivo di una generazione di rock star, registi e visionari che in un crescendo di violenza e follia collettiva trasformò nel'69 l'Estate dell'Amore nell'Estate dell'Orrore. Come una sequenza montata col genio e la sregolatezza di Kenneth Anger, le immagini di Sway si susseguono in un crescendo inquietante e magnetico, raccontando il sogno hippy e la sua deriva demoniaca. Dall'innocenza e il glamour dei Rolling Stones degli esordi, alla morte di Brian Jones annegato nella piscina di casa, dagli omicidi Manson al tragico concerto di Altamont.
Quando Mary conosce per caso John Keane in un diner di Manhattan, la Seconda guerra mondiale è appena finita. In un giorno di vento sferzante, foriero di grandi cambiamenti, comincia cosi la storia della famiglia Keane. Negli anni a seguire, arriveranno uno dopo l'altro i quattro figli. Bambini destinati a crescere nei decenni più tumultuosi della storia americana e a vivere in prima persona le più aspre contraddizioni dell'epoca. Sotto lo sguardo preoccupato di genitori ormai incapaci di comprendere un mondo cambiato tanto profondamente, i giovani Keane incroceranno sulla loro strada eventi epocali quali la rivoluzione sessuale e la guerra del Vietnam. Due si lasceranno semplicemente sospingere dall'inesorabile scorrere della Storia, gli altri finiranno per esserne travolti. Tre decenni di storia privata di una famiglia americana distillati in una struggente epica domestica che sottotraccia racconta l'America tutta.
"ACAB". All Cops Are Bastards. Il refrain di un celebre motivo skin anni Settanta diventa richiamo universale alla guerra nelle città, nelle strade. Michelangelo, "Drago" e "lo Sciatto" sono tre "celerini bastardi". Sono odiati e hanno imparato a odiare. Basta leggere l'impressionante e inedita chat del loro reparto per capirlo. Cresciuti nel culto della destra fascista, si scoprono disillusi al termine di una parabola di violenza che è la loro "educazione sentimentale". Nella narrazione di Bonini si svela, attraverso l'occhio e il linguaggio degli "sbirri" e una lunga inchiesta sul campo, la trama occulta dei più sconcertanti episodi di violenza urbana accaduti in Italia negli ultimi due anni. Che collega in un ritmo serrato e una scrittura emozionante episodi accaduti in tempi e luoghi diversi come l'assalto militare degli ultras a una caserma di Roma e la caccia al romeno nelle periferie, i Cpt per immigrati clandestini e gli scontri della discarica di Pianura. La catena dell'odio e delle impunità.