Le discussioni che appassionano l’opinione pubblica sono spesso difficili da seguire per il grado di tecnicità che le contraddistingue, e i dibattiti sulle problematiche morali non fanno eccezione.
Per venire incontro a questa situazione, da anni il professor Mario Rossino cura una rubrica sul bollettino del santuario torinese di Santa Rita. La sede degli interventi non è accademica, ma il servizio della rubrica è estremamente prezioso e va a vantaggio di un pubblico di lettori molto numeroso.
Il professor Rossino ha un’esperienza assai vasta, grazie al ministero pastorale che esercita da parecchi anni e alla competenza della sua specializzazione in teologia morale, oggetto da tempo del suo insegnamento nella Sezione Torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
Questa trattazione in pillole, esemplare per l’accuratezza dell’informazione e la semplicità dell’esposizione, si colloca accanto agli studi specialistici dell’Autore e offre un servizio non indifferente per favorire chiarezza di idee e solidità di principi in una discussione che continuamente si rinnova.
Il libro mette a fuoco l'attuazione del Concilio Vaticano II nella diocesi di Torino negli anni cruciali in cui era vescovo il card. Michele Pellegrino, concentrando l'attenzione sull'architettura religiosa, considerata nel contesto della città e del suo sviluppo.
La ricerca intrapresa scaturisce da un originario interesse per le grandi tematiche della bioetica, con particolare attenzione al tema della sofferenza, inquadrato in quello ben più ampio e complesso del patire umano. L’intento fondamentale dello studio è stato effettuare una ricognizione in primis antropologica e poi etica sulle forme del patire e sull’esperienza della passività, traendo frutto dall’approccio del sapere fenomenologico, non tralasciando però l’orizzonte di un agire attivo nella speranza.
L’indagine sull’esperienza umana della sofferenza è stata, quindi, condotta attraverso diversi livelli di comprensione del dolore: il contesto culturale odierno, caratterizzato dal forte incremento del sapere scientifico, con le discussioni bioetiche più recenti; il sapere filosofico, alla luce della fenomenologia di Max Scheler; infine il sapere teologico, colto a partire dall’esperienza cristiana del dolore, nella sua relazione al senso del patire e del morire di Gesù Cristo.
Il presente volume raccoglie una serie di studi sulla filosofia della scienza e della natura, seguendo un percorso di dialogo fra le scienze naturali, la filosofia e la teologia. Sulla scia del gesuita canadese Bernard Lonergan, viene presentato un percorso d'integrazione "sapienziale", rispettoso dell'autonomia metodologica di ogni sapere, ma capace anche di offrire alla teologia cristiana, con la mediazione della filosofia, uno strumento di dialogo con le visioni attuali dell'universo, della vita e dell'uomo. Il libro è suddiviso in quattro sezioni distinte: nella prima si presentano, in prospettiva storica e metodologica, le varie scienze della natura. La seconda affronta le questioni più squisitamente epistemologiche e ontologiche delle scienze naturali. La terza sezione è dedicata al mondo fisico. La quarta parte, infine, si occupa di alcuni problemi etici che riguardano le scienze e gli scienziati del mondo d'oggi, con particolare riguardo agli enormi sviluppi della bioetica e alla ricerca di una nuova visione sapienziale delle cose attraverso il contributo della teologia.
Il volume ha l'intento di contribuire a quel rinnovamento della teoria della fede che è uno dei compiti più interessanti e più urgenti della teologia postconciliare.
Le pagine di questo volume sono una parte importante del percorso ricostruttivo nell'ambito della ricerca sulla politica ecclesiastica riformatrice dei vescovi nel Piemonte medievale, sia in senso teorico-storiografico sia in senso pratico-applicativo. Se si può parlare di riforma vescovile in Piemonte, e in particolare del consolidarsi dell'autorità ecclesiastica, questa è riscontrabile alla fine del secolo X e all'inizio dell'XI, quando i presuli difendevano la libertas della propria chiesa di fronte alle nuove iniziative romane che tentavano di imporre il primato della sede apostolica attraverso l'ingerenza nelle questioni locali. Accanto alla difesa delle autonomie, questi vescovi erano partecipi di uno spirito riformatore che guardava al modello della Chiesa imperiale, anch'essa attraversata in quel momento da ideali di riforma. A partire dalle singole figure dei presuli subalpini, l'autrice tenta di ricostruire gli elementi che concorrono al consolidamento dell'autorità ecclesiastica del vescovo, protagonista sin dal Medioevo di orientamenti riformistici.
«A quel tempo si cominciò a invocare il nome del Signore » (Gen 4,26). Non da subito, quindi, ma solamente a un certo punto della propria storia gli esseri umani iniziano a invocare il nome del Signore. È un nuovo modo di comprendere se stessi, il proprio ruolo nella storia e le conseguenze che comporta l'assenza di Dio dal proprio orizzonte. Invocarlo significa sentirne ora dolorosamente la mancanza. Questa sorprendente notazione dei racconti biblici annuncia il tema della ricerca di san Giovanni della Croce: la coscienza mistica. Ad essa appartiene tutto quanto ha a che fare con la sorpresa di ciò che ha avuto inizio, e in particolare l'esperienza originaria della libertà, che conduce l'uomo a partecipare della capacità generativa: agendo, egli crea nuovi fatti storici. Questo volume è legato al precedente (dedicato a Dietrich Bonhoeffer) nel progetto di esplorare il travaglio della libertà confrontandosi con due autori tra loro distanti nel tempo, ma non nello spirito.
Primo volume della sezione "Inediti Pellegrino" della collana "Studia taurinensia", promossa dalla Sezione di Torino della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, il libro riproduce cinque conferenze tenute dal cardinale Michele Pellegrino presso l'Università di Ginevra nel 1978-79. Ambrogio, Massimo di Torino, Agostino, Cesario di Arles e Gregorio Magno sono i cinque santi vescovi della Chiesa latina scelti da Pellegrino: tutti caratterizzati da un'intensa attività pastorale e dall'aver meditato, parlato e scritto sul ruolo del pastore e sul suo rapporto con i propri fedeli.
Il volume raccoglie una piccola parte di una corrispondenza di direzione spirituale che il cardinale Michele Pellegrino tenne lungo quasi tutto l'arco della sua vita. Le lettere sono indirizzate ad alcune signorine che erano state sue allieve all'Università di Torino, in un periodo che complessivamente comprende anni tra il 1946 al 1979. L'epistolario costituisce una sorta di biografia interiore di don Pellegrino, che rivela la sua maturazione nel ministero sacerdotale, da giovane chierico ad anziano vescovo.
Questo libro è frutto dell’impegno scientifico e pastorale di un Religioso che ricopre da oltre quarant’anni un importante insegnamento nella Sezione Torinese dell’Università Pontificia Salesiana e da trent’anni svolge un rilevante compito nella Chiesa locale, come Vicario Episcopale per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Ecclesiologia, teologia della vita consacrata, pastorale del mondo giovanile sono i temi principali di una riflessione fresca e aggiornata, giunta a una feconda maturità.
Don Paolo Ripa Buschetti di Meana è nato a Torino ed è sacerdote, membro della Famiglia Salesiana. Dal 1965 è professore di teologia dogmatica (specializzazione in ecclesiologia), prima nello studentato salesiano di Bollengo e dal 1968 nella Sezione Torinese dell’Università Salesiana. Dal 1981 è Vicario Episcopale per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica nell’Arcidiocesi di Torino. Campo prediletto della sua attività fra i giovani è quello dell’organizzazione scoutistica. La sua attività scientifica ha portato alla pubblicazione di contributi disseminati in riviste teologiche e pastorali.
Ricordi dell'ostensione della Sindone 10 aprile - 23 maggio 2010
Questo libro è una celebrazione della memoria nel senso più bello: fra i contributi più significativi sul piano spirituale e culturale conserviamo gli interventi del Papa, soprattutto quello, memorabile, davanti alla Sindone; quelli del Cardinale Arcivescovo di Torino, Severino Poletto.; quelli delle tre conferenze serali del Cardinale Christoph Schonborn, di Monsignor Timothy Verdon e del cardinale Gianfranco Ravasi.
Le illustrazioni ci rimandano a un evento collaterale, strettamente collegato all'ostensione: la mostra della reggia di Venaria Reale Gesù. Il corpo, il volto nell'arte.
A quarant'anni di distanza dalla sua chiusura, il Concilio Vaticano II continua a rappresentare un argomento fondamentale per comprendere la storia della Chiesa più recente. Fra le tante tematiche connesse al Vaticano II, la questione storico-ermeneutica occupa certamente un posto centrale, soprattutto in relazione al processo e alle fasi di recezione del Concilio stesso. Cosa è stato il Concilio Vaticano II e qual è stato il suo apporto originale all'interno della storia della Chiesa? Continuità e riforma, oppure discontinuità e trasformazione epocale? Sono interrogativi ai quali gli studiosi, con differenti orientamenti di pensiero, hanno cercato di rispondere, e che il presente volume analizza ricostruendo le tappe salienti del periodo compreso fra il 1965 e il 1985 ed esaminando la documentazione storiografica sul Concilio, alla luce della dialettica fra tradizione e progresso.
Ogni discorso sulla libertà umana acquista credibilità nella misura in cui essa viene riconosciuta come risultato e non dichiarata semplicemente come preliminare. Un confronto con Dietrich Bonhoeffer.
Il casato dei Fontanella, nobili comaschi, signori di Santena, conti di Baldissero, ha contato uomini illustri, donne influenti e non poche monache di vari ordini religiosi. Tra le monache consacrate nel Carmelo riformato teresiano, Maria degli Angeli fu amatissima in vita e assai venerata dopo la morte, anche se l'attenzione alla sua eredità ha avuto momenti di intensità diversa. Don Bosco la propose risolutamente come modello di comportamento anche per i suoi contemporanei. Ai nostri giorni continua lo stupore espresso dal Cardinale Ballestrero: «Per amore volle vivere nel distacco totale, nella completa mortificazione, nella rinuncia a tutto. Per questo poteva ripetere il suo ritornello: Gesù, non altri, solo te! Era una invocazione, ed esprimeva il programma concreto della sua vita». Il 7 gennaio 1661 nasceva a Torino Marianna Fontanella, figlia del conte Donato Fontanella di Santena e di Maria dei conti Tana di Chieri. La sua vita si svolse tutta a Torino, dove essa morì il 16 dicembre 1717, monaca carmelitana a Santa Cristina. Dal suo nascondimento esercitò un influsso eccezionale sulla classe dirigente della città e sulle classi povere. Durante il duro assedio del 1706 ella costituì, insieme al padre filippino Beato Sebastiano Valfrè, il baluardo morale per tutta la cittadinanza. Questo libro illustra i rapporti che legarono questa vita alla vita dei suoi coetanei, a cominciare dalle principesse sabaude del tempo. Ogni contributo muove dalla convinzione che, pur nel mutamento delle forme di vita e di sentire del nostro tempo, l'esperienza di Maria degli Angeli abbia da portare un messaggio di attualità capace di richiamare a valori più convincenti di quelli, effimeri, in cui siamo solitamente immersi.
Profilo biografico di don Gabriele Cossai (1917-2004), figura significativa del clero torinese del Novecento.
La filosofia del Novecento, nonostante l'apparenza contraria, è ricca di interesse per la religione, anche quando ne prende distanza. La ricostruzione di alcuni momenti di tale vicenda si dispone in queste ricerca secondo il modulo indicato dal titolo: il circolo tra fede e ragione, tra teologia e filosofia, ma anche la loro dissonanza che non è stridore ma ancora una volta conoscenza dei limiti e delle possibilità.
L'eredità che riceviamo dalla fenomenologia, dall'ermeneutica e dalla decostruzione ci è oggi indispensabile per far fronte al compito di tracciare i rapporti tra la ragione e l'universo religioso e, davanti a nuovi scenari e sfide, all'incombenza non conclusa di pensare la religione e il cristianesimo in tutto il ventaglio delle loro valenze.
La realtà del prete è da sempre misteriosa, per chi la guarda dal di fuori e anche per chi la vive dal di dentro. Lo chiamano "intermediario" e intermediario è uno che si trova in mezzo: non deve mettercisi per scelta propria e non deve rifiutarsi quando Dio lo chiama a farlo. Ma per chi ha detto sì una volta e si trova adesso a vivere questa realtà, la tendenza a dimenticare lo straordinario della dignità e dell'impegno, ad adagiarsi a vivere un quotidiano di comodità e di compromesso si fa strada ogni giorno. E occorre riscoprire dunque ogni giorno le motivazioni di una condizione un po' anomala e pur tanto bella. Principale filone suggeritore di questo libro è stato il dialogo che il vescovo ha intessuto con ogni candidato al sacerdozio nel momento dell'ordinazione: riandare a quelle domande, che avevano sempre ottenuto risposta positiva, serve a riprendere coscienza, alla luce di un oggi ormai distante da quel momento, di quel che si era chiesto e promesso per sempre.
Il percorso teologico contenuto in questo volume, partendo dal rinnovamento del teologare operato dal concilio Vaticano II e da alcuni dei principali teologi del '900 (H. de Lubac, Y.-M. Congar, H. U. von Balthasar, K. Rahner, J. Ratzinger), riprendendo alcuni percorsi filosofici (S. Kierkegaard, in particolare), intende ripensare i dati fondamentali, al fine di rendere teologicamente ragione del sorprendente mostrarsi, dirsi e darsi definitivo di Dio/Agape nella singolarità dell'evento cristologico.
Il libro ha come tema centrale la spiritualità del matrimonio e della famiglia e si rivolge agli operatori pastorali per offrire loro, oltre a concetti basilari di morale fondamentale, anche spunti e riflessioni su altri campi della teologia e sulle scienze umane, in una prospettiva interdisciplinare. È una sorta di «manuale», che offre schemi e materiali utili per incontri, conferenze, corsi di preparazione al matrimonio, ma anche per riflessioni e percorsi di gruppi famiglia e, non ultimo, per la formazione di genitori e catechisti in vista dell'educazione affettivo-sessuale di bambini, ragazzi e giovani.
Collezione di studi, saggi e conferenze di argomento teologico, filologico e biblico sulla figura dell'Apostolo delle genti", Paolo di Tarso, nel bimillenario della nascita. "
Questo volume contiene una serie di contributi che intendono illustrare i principali temi che sono oggetto di una nuova articolazione del rapporto tra fede e scienza: dal rapporto tra fede e cultura allo specifico intreccio tra fede e scienza come si è delineato nella storia e nel nostro tempo, dai problemi connessi alle neuroscienze al grande tema dell’evoluzionismo in connessione con la fede cristiana nella creazione e alle tematiche connesse dell’ecologia, dei dibattiti sulla donna e sul «gender».
Le relazioni di questo libro sono un'ottima introduzione alla conoscenza della vicenda personale di Adolfo Barberis.
Profilo biografico di Giovanni Battista Pinardi (1880-1962), Servo di Dio, parroco per scelta e vescovo ausiliare per obbedienza.
Miscellanea di saggi di scienza biblica e di storia della Chiesa in omaggio di Mons. Giuseppe Ghiberti e mons. Renzo Savarino, insegnanti alla Facoltà Teologica di Torino, in occasione del 75° compleanno.
Un percorso di oltre cinquant'anni, dentro le vicende del mondo del lavoro, del movimento cattolico, della Chiesa, durante l'età liberale: è l'alveo nel quale scorre la vita dell'Unione Operaia Cattolica di Torino (UOC), dalla sua fondazione nel 1871 al suo confluire nella Federazione Italiana Uomini Cattolici nel 1923. L'associazione fu tra le prime società di mutuo soccorso cattoliche sorte in Piemonte e divenne col tempo la più consistente e attiva: dal punto di vista del numero dei soci essa, per un certo periodo, fu in grado di non sfigurare di fronte alle organizzazioni liberali e socialiste. Per questi motivi, e anche per la sua primogenitura, divenne un modello per altre società non solo della regione, ma pure a livello nazionale, fin verso la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, quando il movimento operaio cattolico prese ad organizzarsi per categorie professionali, sulla base del tipo di lavoro svolto dalle maestranze. A questo punto l'UOC dovette cedere il campo, nel movimento operaio cattolico torinese, ad altre modalità organizzative: le Unioni professionali, la Lega del Lavoro, l'Ufficio del Popolo e infine l'Unione del Lavoro, nuclei più combattivi, disposti ad intraprendere azioni di resistenza e talvolta anche di sciopero, sorti nel solco dell'esperienza democratico-cristiana alla quale del resto l'UOC aveva contribuito a preparare il terreno.Tra i suoi meriti si devono collocare il contributo portato alla maturazione di una coscienza operaia tra le file cattoliche, l'opera di formazione di molti laici del ceto popolare all'apostolato attivo, l'apporto fornito allo sviluppo del movimento cattolico torinese e piemontese di fine secolo e dei primi del Novecento.Gli sforzi di quei decenni non risultarono vani: nella Chiesa era diventato più visibile il ruolo del laicato, le società di mutuo soccorso avevano preparato la strada ai sindacati, il movimento cattolico si era diversificato in varie espressioni, compresa quella partitica. Con il fascismo la stagione della libertà avrebbe conosciuto una lunga interruzione, ma le idee e l'impegno di molti avrebbero saputo superare l'inverno del ventennio per germinare in una nuova primavera.
San Gregorio di Nazianzo, famoso oratore, «teologo» per antonomasia, poeta e asceta, fu tra i Padri Greci il più complesso ed insieme il più moderno per la drammaticità e la lucidità delle sue vivaci esperienze interiori. Questo volume indaga alcuni aspetti fondanti del suo ruolo di oratore e del suo pensiero teologico – la dottrina morale ed ascetica, la conversione, i concetti di male, di peccato e di verità, la teoria e la pratica della preghiera, le opinioni politiche e le idee sulla pace, la figura di Maria – attraverso lo sguardo attento di uno dei suoi critici più esperti. Francesco Trisoglio – o meglio, Fratel Enrico – offre in questi saggi, come in tutta la sua opera e la sua vita di studioso ed educatore, un contributo creativo e fecondo al dialogo ragione-fede di fronte all’attuale disorientamento, considerato una «sfida» alla cultura e al cristianesimo stesso.
Francesco Trisoglio, già titolare della cattedra di Storia bizantina e di Storia della Civiltà classica presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, è autore di 125 pubblicazioni sui classici greci e latini, sui Padri della Chiesa, su autori bizantini e rinascimentali. Nella critica letteraria è soprattutto sensibile a rischiarare l’intelligenza per una più intima comprensione della vita umana e dei valori artistici. Ha pubblicato per Effatà Editrice Avvio alla politica (2007).
L’opera presenta gli argomenti affrontati dal secondo Corso di Master in Bioetica avviato dalla Sezione Torinese della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Questo secondo volume si pone, come il precedente, dalla parte della vita, ma declinandola e coniugandola con gli stili comportamentali, le fragilità umane e le sfide del Terzo Millennio nella consapevolezza che la bioetica, nata intorno all’uomo per tutelarne la dignità, si arricchisce nel tempo di ulteriori valenze. La sua natura interdisciplinare coinvolge le competenze culturali ed etiche di ogni ambito del sapere, relazionando l’uomo anche con il suo contesto sociale e ambientale.
Questo volume intende analizzare gli aspetti ecclesiologici del carisma e della spiritualità cottolenghina, cioè della Piccola Casa della Divina Provvidenza, l'Opera fondata da San Giuseppe Benedetto Cottolengo (e comunemente nota con il suo stesso nome) a Torino tra il 1828 e il 1842. Il lavoro è un tentativo di tematizzare ecclesiologicamente la carità, cioè di considerare una realtà di Chiesa - qual è appunto la Piccola Casa della Divina Provvidenza - dal punto di vista della carità che la edifica (stando al suo motto programmatico Caritas Christi urget nos). Essa infatti, non è solo un'istituzione sanitaria cattolica e in quanto tale opera di Chiesa, ma realtà ecclesiale e carismatica, cioè comunità di Chiesa (ispirata alla primitiva comunità cristiana) avente un suo carisma e una sua spiritualità.Il motivo del lavoro è, per un verso il tentativo di colmare la lacuna di una riflessione di tipo teologico intorno agli elementi del carisma e della spiritualità cottolenghina, per un altro verso, offrire uno sguardo più ampio sull'ecclesiologia del XIX secolo, troppo costretta, a livello accademico, nelle strettoie della societas perfecta, ma aperta, nell'esperienza ecclesiale, a prospettive più coraggiose, addirittura profetiche, come nel caso dei cosiddetti "santi sociali" ottocenteschi che esprimono un'ecclesiologia implicita ancora poco studiata.
La dottrina sociale della Chiesa è una sorta di laboratorio nel quale si sono condensati i rapporti tra Chiesa e società moderna dalla rivoluzione francese ad oggi.
In questo volume la dottrina sociale della Chiesa è avvicinata con un metodo storico-critico ed ecclesiologico-pastorale.
Lo studio che viene proposto vorrebbe essere un'esercitazione pratica di questo approccio metodologico limitatamente al periodo che va da Leone XIII a Pio XII. È un periodo storico durante il quale, da un lato, si assiste alla continua riproposizione dell'utopia della restaurazione della società cristiana e, dall'altro, si osserva il passaggio tutt'altro che indolore dallo scontro aperto con la «empietà nuova» (Leone XIII) della società democratica alla sua comprensione come la forma politica del nuovo ordine post-bellico (Pio XII).
Sabino Frigato, sacerdote della Società di Don Bosco, insegna Teologia morale fondamentale e Teologia sociale presso la Sezione di Torino della Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana e Dottrina sociale della Chiesa al Biennio di Specializzazione in Teologia morale con indirizzo sociale presso la Sezione torinese della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Ha pubblicato numerosi testi sulla Dottrina sociale della Chiesa.
Il volume contiene gli Atti del Simposio tenuto a Torino il 5 e 6 maggio 2006 in occasione della ricorrenza del cinquecentesimo anniversario della concessione, da parte di Papa Giulio II, della liturgia della Sindone. Si tratta del primo convegno interamente dedicato ad una prospettiva di fondamentale interesse, finora poco curata nelle programmazioni riguardanti la Sindone.
Giuseppe Ghiberti insegna discipline bibliche neotestamentarie alla Sezione torinese della Facoltà teologica dell'Italia Settentrionale e all'Università Cattolica di Milano.
Gian Maria Zaccone è Direttore scientifico del Museo della Sindone, Vice-direttore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino.
Al volume è allegato un CD contenente le musiche eseguite nel Concerto sindonico del 3 maggio 2006 nella Cattedrale di Torino
Il bioeticista H. T. Engelhardt fa parte della nutrita schiera dei teorici contrattualisti che hanno come comune denominatore la concezione sociologica della persona, il rifiuto della metafisica e di norme morali universali. Non disdegna la dimensione della fede, ma nega l'opportunità d'avvalersi nel dibattito pubblico di premesse d'ordine teologico. Il libro individua le tappe del lento processo che portò al relativismo e allo scetticismo dilaganti nel pensiero engelhardtiano e più in generale nell'attuale cultura postmoderna. Giustifica, infine, la possibilità d'orientarsi, con l'uso della ragione, illuminata dalla fede, al raggiungimento delle verità basilari dell'esistenza e all'apertura ad un dialogo interculturale capace d'indirizzare responsabilmente l'accoglienza e la tutela di ogni essere umano.
Presentazione di mons. Elio Sgreccia Questo testo presenta gli argomenti affrontati dal primo Corso di Master in Bioetica avviato dalla Sezione Torinese della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Il metodo seguito è quello della interdisciplinarità che ha fatto incontrare, di fronte a fatti e problemi umani di grande rilievo, l'apporto della scienza sperimentale, la dimensione antropologica, la riflessione etica e giuridica. Un itinerario per affrontare tematiche cruciali come procreazione artificiale, aborto, cura al morente e eutanasia, restando dalla parte della vita.
Indagine storico-teologica degli aspetti antropologici dell'ordinazione delle donne.
Questo volume riprende e amplia gli interventi di un convegno tenutosi presso la Facoltà Teologica torinese nel 2005 sul metodo e il pensiero del gesuita canadese Bernard J. F. Lonergan, teologo, filosofo, metodologo ed epistemologo. Si è voluto presentare la feconda riflessione metodologica ed epistemologica del pensatore canadese, frutto di un'acuta intelligenza e di una vasta esperienza di insegnamento prima in Canada e poi all'Università Gregoriana di Roma.
Con questo volume si intende onorare la memoria del noto teologo don Franco Ardusso, presentandone gli ultimi scritti, organizzati attorno a tre sezioni. A cura di Valter Danna e Roberto Repole.
«L a Voce dell’Operaio», sorta sotto altro titolo nel 1876, come mensile dell’Unione Operaia Cattolica di Torino, accrebbe col tempo il suo formato, migliorò i suoi contenuti e divenne quindicinale nel 1887 e settimanale nel 1895. Non si limitò ad essere specchio della vita dell’associazione della quale era il bollettino ufficiale, ma assunse a poco a poco il ruolo di una «voce» rivolta ai ceti popolari di Torino (operai, artigiani, commercianti, piccoli imprenditori...) e agli abitanti delle campagne dell’intera regione subalpina.
Del giornale questo libro traccia in modo dettagliato la storia, spingendosi fino agli inizi del fascismo e poi fino al 1933, quando assunse la testata «La Voce del Popolo» che conserva ancora oggi, come settimanale dell’arcidiocesi di Torino. Si accenna anche, per sommi capi, agli anni successivi, fino al 1947, quando la direzione e l’amministrazione passarono dai Giuseppini del Murialdo all’arcidiocesi di Torino.
Scorrendone le pagine, «La Voce» aiuta a rivivere il clima, le tensioni, le sconfitte e i successi non solo di una regione, ma di una nazione, non solo della Chiesa e del movimento cattolico, ma dell’intero popolo italiano, nei decenni successivi all’unità d’Italia, attraverso le problematiche della questione sociale, le lotte operaie, le tensioni anticlericali, il sorgere del movimento democratico cristiano e la nascita del fascismo, al quale «La Voce» si oppose nei primi tempi, costretta poi a scendere a compromessi per non rimanerne schiacciata. A suo merito va comunque ascritto lo sforzo che accompagnò e favorì la crescita del cattolicesimo organizzato nell’area subalpina, fino a fare del giornale «La Voce» della Chiesa locale dapprima piemontese e poi specificamente torinese.
Giovenale Dotta, nato a Isola di Bene Vagienna (Cuneo) nel 1956, sacerdote nella Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo), insegna Storia della Chiesa e Patrologia presso l’Istituto Filosofico-Teologico di Viterbo. Tra le sue pubblicazioni: La nascita del movimento cattolico a Torino e l’Opera dei Congressi (1870-1891), Casale Monferrato 1999; Guida ai luoghi murialdini di Torino. Per vivere il centenario ripercorrendo le strade di san Leonardo, Roma 2000; I verbali delle adunanze dei maestri del Collegio Artigianelli di Torino (1870-1878), Roma 2002; La pedagogia del Murialdo, Roma 2003; Problemi di critica testuale nell’epistolario del Murialdo, Roma 2003; Bibliografia murialdina (1982-2002), Roma 2004 (in collaborazione); Leonardo Murialdo, gli Artigianelli e l’Oratorio San Martino, Roma 2004 (in collaborazione).
La tradizione cristiana, specialmente in Occidente, ha molto stimato e apprezzato i modi in cui san Gregorio Magno (540-604) ha guidato con la parola, con gli scritti e con la corrispondenza epistolare molte persone in cerca di verità.
San Gregorio, essendo anima tendenzialmente contemplativa, anche se costretto suo malgrado ad occuparsi di molte cose, ha frequentato con assiduità la sacra Scrittura e volentieri ripropone nei suoi scritti indicazioni morali, ascetiche, mistiche che dischiudono l’orizzonte della salvezza e della santità.
Egli non si limita a piangere sulla malizia dei tempi. Uomo di fede, non illude e non scoraggia. Non intende mai rimuovere dai sentieri dell’uomo né la fatica né la tribolazione; non si compiace mai di se stesso. È maestro nell’aiutarci a rivalutare e riconsiderare non solo la nostra speranza ma anche quella di tutti gli altri esseri umani.
Antonio Nicola è nato a Casalgrasso (Cn) nel 1928.
Sacerdote dal 1953, è stato viceparroco (1954-1959) a Rocca Canavese (To) e parroco (1959-1962) in Benne di Corio (To). Dal 1962 è pievano a Corio (To). Ha conseguito la Licenza in filosofia-pedagogia presso la Pontificia Università Salesiana in Roma, il Dottorato in teologia presso la Pontificia Università di San Tommaso Angelicum in Roma e la Laurea in lettere presso l’Università degli studi di Torino. Ha pubblicato in questa Collana il volume Seminario e seminaristi nella Torino dell’Ottocento. Assetto economico ed estrazione sociale del clero.
Teologo, antropologo, filosofo della cultura, storico della spiritualità, teorico della psicanalisi, de Certeau è materia vulcanica continuamente in eruzione. Difficilmente si lascia afferrare, nella sua inesauribile contaminazione, dentro la griglia epistemologica e dipartimentale delle discipline. Eppure, c'è sempre in lui - esibito o elegantemente nascosto - il tratto minuzioso dell'archeologo del pensiero: che lavora sulle tracce, sui dettagli, sulle minime increspature dei testi e dei lemmi, delle spulciature d'archivio e dei particolari minimi delle cronache. I due tratti sono in tensione fra loro, e generano supplementare difficoltà di accostamento ad un Autore virtualmente più interessante - anche per la teologia - della recezione che sino ad ora lo ha inquadrato. [...]Il merito del congegno espositivo e critico adottato dalla Quirico risiede certamente nella composizione di un racconto del modo in cui il progetto di de Certeau si è generato accessibile anche al non specialista. L'esperto riconoscerà l'interesse di questo procedimento maieutico, in termini di orientamento alla trasparente restituzione del suo nucleo fondativo. Il lettore sensibile ai percorsi di una riflessione teologica e religiosa che deve necessariamente intercettare le pieghe di un orizzonte antropologico la cui intelligenza impone il superamento delle convenzionali separazioni disciplinari, è in grado di assimilare l'avventura di un intellettuale credente che si è consegnato - tra i primi - alla passione e all'azzardo della nuova, e necessaria, navigazione.
"Nicolas Malebranche (1638-1715), prete dell'Oratorio francese, filosofo e teologo, appartiene al novero di quegli intellettuali credenti che, conquistati dalla novità cartesiana, tentarono di rielaborare radicalmente, a partire da essa, il pensiero cristiano. Nella sua geniale sintesi di agostinismo e cartesianesimo, le istanze teologiche, filosofiche, spirituali e scientifiche trovano una unità forse non più riscontrabile nei secoli successivi fino ad oggi. L'arditezza del legame da lui stabilito tra antropologia della coscienza e ontologia della grazia non è ancora stata colta nella sua profondità e nel suo interesse teologico tuttora di grande attualità: a questo scopo è dedicata la presente ricerca." (Dalla Prefazione di Pierangelo Sequeri). "Il bel saggio di Ferruccio Ceragioli, racconta il pensiero di Malebranche con occhio attento alla storia del pensiero teologico e filosofico alla quale egli appartiene a pieno titolo. In questo studio la teologia di Malebranche viene così restituita alla coerenza della res verso la quale si impegna: questione dell'umano, della trascendenza, della libertà e degli affetti, della grazia e del legame col Figlio. L'interpretazione più diffusa di Malebranche è sempre stata quella d'un "Malebranche schietto razionalista", spesso d'un razionalismo di stampo deistico o addirittura illuministico, che tutto concede alla ragione al punto che questa finirebbe di fagocitare verità di fede e Sacra Scrittura." (Postfazione di Amalia De Maria)
Il titolo di quest’opera è stato scelto perché si avvicinava, in forma descrittiva, al cuore del mistero a cui è dedicata ogni pagina del libro. Pur raccontando tante vicende e dibattendo tanti problemi, esso non si propone altro che porsi al servizio di quell’evento di amore: il passato è da ricordare per quanto insegna, il presente porta la responsabilità di una eredità ricca, che vuole evolvere in chiarezza di intenti, individuando nuovi obiettivi, in coerenza con quell’eredità.
Giuseppe Ghiberti ha compiuto studi teologici e biblici a Torino, Roma e Monaco di Baviera. Sacerdote della diocesi di Torino dal 1957, insegna discipline bibliche neotestamentarie alla Sezione torinese della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e all’Università cattolica di Milano. È stato preside a più riprese a Torino e direttore del dipartimento di Scienze religiose a Milano. È stato direttore delle riviste «Parole di vita» e «Rivista Biblica»; dirige tuttora «Archivio teologico Torinese» È impegnato in campo ecumenico e segue per incarico dei suoi Arcivescovi la complessa problematica sindonologia. Ha pubblicato monografie e articoli su tematiche giovannee, della risurrezione e della sepoltura di Gesù, della storia dell’esegesi recente, di teologia biblica e di pastorale sindonica.