Dieci discorsi immortali di Cavour riletti come guida alla buona politica Tra lampi di intelligenza e straordinaria abilità nel preparare le sue mosse, Cavour mostra, in questi dieci discorsi parlamentari, una formidabile capacità di costruire la sua visione di futuro. Negoziatore e polemista, mette a fuoco distanze da scavare e vicinanze da far valere, esclude vecchi alleati e ne include di nuovi, ottiene il consenso e sfrutta il dissenso, compone il suo asse di alleanze sapendo che la collaborazione non si ottiene mai senza scambio, negozia e vince, anche consapevole di quando occorra giocare d'azzardo. Questo libro è un «dialogo» con un incomparabile maestro. Parlare di Cavour significa, per Giuliano Amato, parlare di politica, per farcela riscoprire e rispettare ammirando le sue qualità migliori: un'arte essenziale da esercitare con passione.
«... immune dai suoi vecchi vizi e lontano, in ogni circostanza, dall'hybris dell'accentramento autoritario». Non ci interessa dimostrare l'essenzialità dello Stato o del mercato, ma capire come possano interagire per costruire il nostro futuro «Se fotografo i rapporti che oggi vedo fra lo Stato e l'economia e li confronto con quelli che ho vissuto e che ho contribuito a creare, la differenza che noto è grandissima». Uno dei protagonisti della storia politica e istituzionale italiana riflette su come oggi - in un mondo indebolito dalle crisi e sollecitato da grandi trasformazioni - sia illusorio pensare che il mercato possa da solo trovare soluzioni. Ma mentre in passato il ritorno allo Stato ha significato debito pubblico, inefficienza e corruzione, oggi lo Stato torna protagonista come investitore nelle imprese della crescita di domani e come Stato «provvidenza», capace di interventi che mai avevamo visto prima. Che cosa ha provocato un mutamento così profondo? È possibile oggi uno Stato promotore, dove l'utilità dell'intervento pubblico possa resistere alle patologie e alle storture che aprirono la strada al neoliberismo?
Storia costituzionale e forma di governo, crescita della democrazia ed espansione delle libertà, mercato e interesse pubblico, costruzione europea e prospettive sovranazionali: sono i percorsi lungo i quali si è venuta articolando, nell'arco di cinquant'anni, la riflessione giuridica di Giuliano Amato. Un impegno instancabile e fecondo, dedicato non solo a innovare ricerca e saperi ma anche a coniugarli con le domande via via più urgenti poste dalle nostre democrazie, sempre fragili e non sempre in grado di affrontare le sfide dei tempi. Analisi fini e penetranti che hanno avuto come stella polare la realizzazione compiuta di una democrazia pluralista, partecipata, solidale e responsabile, e che trovano ora in questo volume un loro ordine. Augusto Barbera, Sabino Cassese, Maurizio Fioravanti, Giulio Napolitano contribuiscono ciascuno con un proprio commento a illustrare le tappe di questo viaggio intellettuale.
È ancora possibile un'Europa non matrigna ma fonte di benefici? Per Ernesto Galli della Loggia uccidere l'europeismo è la condizione necessaria per far ripartire l'Europa, rifondandola su identità, condivisione e riscoperta di una storia comune, e senza sognarne retoricamente l'estensione a confini impossibili. Pur mostrando tutte le contraddizioni che hanno portato al collo di bottiglia in cui si dibatte oggi il processo di integrazione, da parte sua Giuliano Amato resta persuaso che "Europa conviene", a patto di intraprendere il difficile cammino che porti a superare le fratture tra Nord e Sud, tra paesi debitori e non debitori, e a sconfiggere la crescente ostilità dei populismi antieuropei.
Il grande slancio e i sogni generati dal miracolo economico ci hanno fatto credere che una crescita indefinita avrebbe permesso di garantire senza aggravi fiscali i diritti sociali ed economici. In realtà, dagli anni settanta in poi l'Italia ha pagato benessere e diritti anche ipotecando il proprio futuro. Secondo la stringente interpretazione proposta in questo volume, fenomeni come l'industria di stato, il crollo delle nascite, il Servizio sanitario nazionale hanno avuto un peso maggiore di quello del terrorismo o del compromesso storico nelle vicende di un paese che ha scelto di rinviare finché possibile il faccia a faccia con il declino demografico, il ristagno e ora la decrescita, la perdita di posizioni dell'Occidente. Appendice statistica a cura di Carlo d'Ippoliti.
Lezioni dalla crisi è una guida d'autore alla crisi economico-finanziaria. E un racconto che con linguaggio semplice e divulgativo aiuta a capire le ragioni delle difficoltà che tutti ci troviamo ad affrontare: dalle loro origini lontane agli impatti che più direttamente interessano tutti gli italiani. Giuliano Amato, che nel '92 ha affrontato una precedente crisi da Presidente del Consiglio salvando - secondo molti - l'Italia, dà il suo punto di vista, ma soprattutto - con il vicedirettore del "Sole 24 Ore" Fabrizio Forquet - spiega, racconta, rende chiaro. Lo spread, i Btp, il fondo Esm perdono la loro sacralità astratta e scendono tra noi. Il lettore viene portato a capire e a volte a sorridere. La crisi viene spiegata come quella di un matrimonio che sta saltando, la finanza speculativa viene raccontata nei suoi meccanismi in fondo elementari. "Pinocchio", dice Amato, "passò da babbeo quando, credendo al Gatto e la Volpe, seminò zecchini d'oro sperando di trovarne di più. Oggi con la finanza del nostro tempo sarebbe al vertice di una grande banca d'affari americana".
I problemi di oggi non possono essere affrontati se siamo inconsapevoli della storia, studiata con impegno, anche da non specialisti. È questo l’intento del libro, nato nella squadra del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia: un alfabeto che permetta di appuntare le cose essenziali, che giovani e meno giovani è giusto sappiano per ricercare un senso complessivo allo stare insieme come italiani, come italiani in Europa e come italiani nel mondo. Fuori da ogni retorica il libro, articolato in 70 brevi capitoli in ordine alfabetico, racconta l’Italia così come si è formata, con le sue spinte ideali, con i compromessi, con la qualità delle sue élite dirigenti, con i problemi che in quel contesto seppero risolvere e quelli che lasciarono al futuro. Con le incompiutezze e gli errori, che tocca a noi contemporanei affrontare. L’alfabeto, con i tanti fatti, le mille storie, i luoghi, le persone, le parole-chiave, è un contributo a trovare le ragioni per un futuro comune, da Nord a Sud, anche se la risposta alla domanda sull’esistenza di un sentimento nazionale o sulla volontà di costruire tale futuro è in ciascuno di noi. E si proietta ben oltre le celebrazioni dei 150 anni.
Il volume ripropone il capitolo dal medesimo titolo contenuto nel "Manuale di diritto pubblico" curato da G. Amato e A. Barbera, volume I "Diritto pubblico generale", precedentemente edito. È stata aggiunta una parte conclusiva che riguarda le più recenti tendenze degli assetti statuali contemporanei, che debbono confrontarsi con forme di governo multilivello e con il governo delle diversità, con il multiculturalismo e con varie forme di regionalizzazione.
Serve ancora la sinistra nel nuovo mondo globalizzato? E' la domanda che fa da filo conduttore a questo libro di Giuliano Amato. In questi anni tutto è cambiato, ma soprattutto sono entrate in crisi le istituzioni fondamentali, come gli Stati nazionali, i partiti, i sindacati. Ciò che conta è tenere il bandolo del cambiamento, saper governare il nuovo mondo globalizzato. Ecco allora che la sinistra ha davanti a sé un grande compito: quello di scendere in campo aperto e affrontare con coraggio la sfida di costruire le strutture portanti del nuovo mondo.