Una riflessione appassionata partendo dalla drammatica attualità delle 169 guerre in corso nel mondo, con una domanda provocatoria sullo sfondo: «Beati i costruttori di guerra?» Come afferma l'arcivescovo Mario Dalpini, credere nella pace oggi sembra un azzardo, mentre la direzione verso un conflitto sempre più mondiale pare ineluttabile. Tra conflitti dimenticati e strategie di politica estera viene fatta luce sulla complessità dell'intreccio che unisce indissolubilmente guerra e pace nell'orizzonte internazionale. Emerge, nelle parole degli autori, l'esigenza di combattere il pensiero diffuso che la guerra sia inevitabile. Contiene l'appello per la pace lanciato dall'arcivescovo Dalpini che nel mese di marzo ha già raccolto oltre 25 mila adesioni di cittadini ambrosiani.
Ai confini dell’Unione Europea i conflitti si moltiplicano. L'invasione russa dell'Ucraina è l'ultima di una lunga serie di guerre che, in tempi recenti, stanno riscrivendo le zone di influenza. Gli effetti negativi di questa situazione di forte instabilità sono numerosi: la sofferenza dei popoli coinvolti, la crisi energetica e alimentare, i processi migratori. Pace, un destino europeo da compiere raccoglie gli interventi e le riflessioni di voci autorevoli su questi temi, analizzando sia i conflitti in corso, sia gli strumenti per prevenirli e per arginare le gravi conseguenze che ne derivano.
Dalla straordinaria esperienza internazionale degli Autori un libro sulla transizione ecologica e socioeconomica, verso un mondo in cui le frontiere siano membrane di osmosi dove tutto attraversa e nulla è trattenuto.
Il mondo è alla ricerca di una terza via tra chi vuole un mondo diviso in centinaia di paesi, migliaia di popoli, centinaia di migliaia di città e cittadinanze diverse e divise, e chi, invece, vorrebbe usare la distinzione e la diversità per ridurre le distanze e diluire o eliminare le divisioni antagoniste. Dalla straordinaria esperienza internazionale degli Autori un libro sulla transizione ecologica e socioeconomica verso un mondo senza false frontiere, che dovrà fondarsi sulla fraternità della concittadinanza globale e dei diritti umani.
Se siamo tutti uguali e con gli stessi diritti, non possiamo più separare. Dobbiamo invece riparare i conflitti armati ed economici, imparare e preparare la rigenerazione di un genere umano felice.
I conflitti sociali sono come gli incendi: si possono prevenire e spegnere sul nascere. Un libro che usa il metodo scientifico per illuminare le origini psicologiche, biologiche ed economiche di alcuni dei conflitti più divisivi della società e, di conseguenza, proporne delle possibili soluzioni. Una lettura forte, che va a toccare alcuni dei nervi scoperti dell'umanità. In quest'epoca di cambiamento e di transizione accelerata viviamo immersi in tensioni bipolari. Conflitti che creano ansie più o meno inconsce nella vita di tutti i giorni. Sicurezza e libertà contro uguaglianza e solidarietà, uomini contro donne, autoctoni e tradizioni locali contro stranieri e multiculturalità, fatti contro opinioni. Molti fanno finta di non accorgersi di questi conflitti o li ignorano. Altri li riconoscono, li detestano, non li accettano, ma non li capiscono e non cercano modi per ridurli. Con questi atteggiamenti non vince mai nessuna delle due parti antagoniste ma, piuttosto, si afferma sempre di più il conflitto che devasta le società, svilisce la politica e frammenta perfino le cose più care, come l'amore di coppia e la famiglia. Gli autori descrivono modi per conoscere ed evitare di restare intrappolati nei conflitti quotidiani, per riconoscere dove e quali sono le differenze che dividono, per recuperare la prospettiva dell'insieme e per superare le frammentazioni.
«Si è sempre fatto così!: per favore non ditele più quelle parolacce». Così papa Francesco ha incoraggiato i giovani a cercare nuove vie per migliorare e salvare il mondo dagli eticismi senza bontà, dai progetti più formali che reali, dagli intellettualismi senza saggezza.
Quaranta persone di origine diversa, uscite dalla routine di una noiosa quotidianità, raccontano con la propria storia personale come sono riuscite a raggiungere la felicità e a cambiare il loro mondo. Favole moderne per adulti che interrogano la vita.
Misericordia, inquietudine e felicità sono esperienze centrali nella ricerca moderna di una nuovo umanesimo. Sono intrecciate tra loro e nessuna è davvero possibile nel mondo globalizzato se manca una delle altre due. Il libro presenta alcuni protagonisti, pensieri e proposte vissuti da cristiani nel mondo contemporaneo, come se ci svegliassimo e vivessimo ogni giorno in un ospedale da campo. Fatti e storie personali dimostrano che nessuno può cambiare davvero e per sempre la vita di qualcun altro, ma attraverso la misericordia, l'inquietudine e la felicità ognuno può scegliere il proprio destino. E così, molti altri potranno seguire lo stesso filo di Arianna, per uscire dal labirinto di contraddizioni, guerre e infelicità del nostro tempo.
Avete mai visto infelice un operatore che nelle periferie delle nostre città e del nostro mondo si occupa dei poveri, degli ultimi, degli ammalati? Questa è la domanda provocatoria che pone l'autore, esperto docente di politiche per lo sviluppo sostenibile, a cui fa da contraltare la risposta, altrettanto provocatoria, che la migliore terapia contro l'infelicità è quella di essere cristiani generosi e gioiosi, come ci chiede il Papa. Le pagine di questo libro, arricchito dalla prefazione di Mattero Truffelli, accompagnano il lettore a intraprendere questo percorso di ricerca della felicità, compiendo il salto dall'idea alla realtà, attraverso la proposta di indicazioni concrete per l'azione: proposte precise per l'impegno di laici che, a partire dai principi, dai contenuti dell'Evangelii gaudium, vogliano prendere sul serio la loro chiamata alla "trasformazione delle varie realtà terrene affinché ogni attività umana sia trasformata dal Vangelo", mettendo al primo posto la "preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale" (EG 201).
Il saccheggio mondiale riguarda tutti noi perché non dipende solo dalle organizzazioni criminali, ma anche dalla richiesta di abusi da parte di milioni di persone che si credono per bene e dalla tolleranza per l'illegalità, che oggi pervade il mondo come un'enorme ragnatela in ogni momento della giornata e in ogni luogo del pianeta. Queste pagine rappresentano il primo rapporto sintetico e completo su come e dove milioni di furbetti e criminali efferati collaborano per realizzare un prodotto criminale lordo di trilioni di dollari ogni anno. Sono una guida efficace attraverso le più diverse categorie di abusi, prodotti, servizi, truffe e rappresentano un invito concreto a riflettere sull'etica e sulla legalità.Per evitare di essere complici involontari e ignari nel villaggio globale del crimine.
La coca. Passato e presente. Miti e realtà accompagna il lettore in un viaggio fantastico ma reale, che comincia oltre mille anni fa presso le culture incaiche che la coltivarono ed iniziarono l’uso religioso e poi come stimolante per resistere alle fatiche umane. Decine di personaggi famosi, dal presidente Grant ad Abramo Lincoln, da papa Leone XIII a Napoleone, da Sigmund Freud fino al farmacista di Garibaldi, ne apprezzarono il gusto ed i vantaggi. Fino a quando due chimici furbi, Mariani e Pemberton, la trasformano nella bevanda più diffusa dell’umanità, la Coca-Cola.
Allo stesso tempo, la miracolosa foglia della coca è anche la materia prima per la fabbricazione della cocaina, una droga che semina violenza in ogni parte del mondo per il controllo del traffico e delle immense fortune che genera. La cocaina per quattro decenni ha finanziato il terrorismo, prima quello di Sendero Luminoso in Perù, poi quello ancora più selvaggio delle FARC in Colombia. È la stessa striscia di polverina bianca che finanzia le armi che sparano su campesinos innocenti e sequestrano Ingrid Betancourt, la stessa cocaina che spara qualche secondo di felicità effimera nei cervelli bruciati dei tossicodipendenti di mezzo mondo. Una delle realtà più complesse di questo nuovo millennio si può comprendere meglio analizzandone uno ad uno i mille risvolti storici, economici, antropologici e sociali.
Sandro Calvani (Genova, 1952), biologo, è specializzato in Ecologia presso la Colorado State University (USA) e in Gestione dei conflitti e delle crisi umanitarie alle Università di Lovanio (Belgio) e di Harvard (Cambridge, USA). Ha scritto 19 libri e oltre 600 articoli su temi di sviluppo, crisi umanitarie, traffici illeciti e crimini internazionali. È stato direttore degli aiuti umanitari della Caritas (1980-88) e di diversi organi delle Nazioni Unite (OMS, ONU, UNAIDS) in vari Paesi, in quattro continenti dal 1988 ad oggi. Ha vissuto e lavorato in oltre 130 paesi, sempre osservando i fatti e le opinioni dalla parte delle vittime. Di lui un giornale colombiano ha scritto: «È il primo cittadino globale che conosciamo che vede le realtà con il cuore e gli occhi di chi le vive e cerca di spiegarle prima ai più deboli, senza preoccuparsi di guadagnarsi la simpatia dei potenti». Da luglio 2007 Calvani è direttore dell’UNICRI con sede a Torino.