Da quindici anni Aldo Grasso ci ricorda una verità semplice eppure rivoluzionaria: le serie televisive americane sono i prodotti artistici che più hanno plasmato l'immaginario collettivo contemporaneo. Che mostrino gli abissi morali in cui può sprofondare un frustrato professore malato di cancro o la dolorosa impossibilità di un pubblicitario newyorkese di sfuggire alle menzogne patinate che confeziona ogni giorno; che raccontino le turbolente vicende sentimentali di una giovane dottoressa alle prime armi, o l'epopea, deflagrata in infinite dimensioni parallele, dei sopravvissuti a un disastro aereo, le serie tv hanno saputo dare forma ai desideri e agli incubi che popolano il reale. E ci hanno reso dipendenti. Nella "Nuova fabbrica dei sogni", Aldo Grasso e Cecilia Penati accolgono la sfida a cartografare la galassia delle serie televisive - dai Soprano a The Wire, da House of Cards a The Walking Dead, dal Trono di spade a Breaking Bad - passando per i personaggi più iconici, i colpi di scena più plateali, e soprattutto per i nuovi demiurghi dell'immaginario, gli showrunner, che accentrano ogni aspetto della produzione artistica. La nuova fabbrica dei sogni-quella che, grazie a Don Draper e Tyrion Lannister, Dale Cooper e Rusty Cole, ha ormai soppiantato Hollywood - non è solo una guida per chiunque voglia affacciarsi al mondo delle serie tv, ma una ricognizione attenta, in cui anche gli appassionati di lungo corso scopriranno nuova linfa per le loro "ossessioni seriali".
Osservare il piccolo schermo con uno sguardo vigile e disincantato, aggirare i luoghi comuni per restituire alla televisione l'immagine di un medium complesso e sfaccettato. Questo libro-intervista ad uno dei più famosi critici televisivi italiani tocca nodi importanti: la sfida del digitale, la rete e le trasformazioni imprevedibili dell'informazione, i tormentati rapporti con la politica. Sullo sfondo, il racconto del mestiere del critico e del docente, tra storia, indagine scientifica e cronaca di un tema per lo più ridotto a chiacchiera.
Lo scenario è a 10 chilometri da Manhattan, dove si stende una grande area chiamata Flushing Meadows, che prima era una palude infestata dalle zanzare.
È il 30 aprile del 1939. Si apre l'Esposizione Universale di New York. La Rca, la società che possiede la catena radiofonica Nbc, presenta l'ultima meraviglia delle meraviglie, una 'cosa' chiamata tv e, poco dopo, il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt viene inquadrato mentre pronuncia il discorso di inaugurazione.
Comincia così la storia della scatola magica più diffusa al mondo: Aldo Grasso spiega come è cambiata e perché la nostra cultura dal momento in cui ci siamo fermati a guardarla.
Il rapporto tra "Corriere della sera" e televisione è una storia affascinante e curiosa, che prende le mosse negli anni Cinquanta, quando si comprende che la tv non va presa sottogamba e che occorre qualcuno che aiuti il lettore (e il quotidiano) a capire il nuovo mezzo di comunicazione. È un racconto tanto ricco di singolari aneddoti quanto generoso di spunti per comprendere la funzione di un'attività sulla quale gravano, fin dalle origini, non poche incomprensioni. Il percorso verso la definizione dei criteri su cui si deve fondare la critica televisiva è stato lungo e tortuoso: la lettura delle critiche apparse sul "Corriere", dal 1954, anno di nascita della tv italiana, fino alla fine degli anni Ottanta, apre un universo inesplorato che aiuta a comprendere come e quanto è stata importante la televisione e la sua evoluzione in Italia.
La nuova Garzantina della Televisione offre un panorama completo dei programmi più visti e apprezzati nelle ultime stagioni. Si spazia dall'informazione e dai talk show (Le invasioni barbariche, Anno zero, Matrix, Ballarò) agli onnipresenti reality (Il Grande Fratello, L'isola dei famosi, La pupa e il secchione), dalla popolare fiction (Capri, I Cesaroni, Elisa di Rivombrosa, Raccontami), ai telefilm di culto (Sex and the city, Brothers and sister, Grey's Anatomy, Weeds, Prisons break). Senza trascurare naturalmente i personaggi: emergenti (come Flavio Insinna) o intramontabili (come Simona Ventura), e le novità della tecnologia, con l'ampia offerta satellitare (da Sky a Fox a RaiSat) e la sperimentazione del digitale terrestre.
Da mezzo secolo la televisione appartiene alla nostra vita e l'attraversa quotidianamente costruisce immaginari, riti e piaceri condivisi, contribuisce alla nostra conoscenza del mondo col suo "vedere lontano", ma al contempo definisce un'arena collettiva che ci comprende e ci chiama in causa. In questi cinquant'anni la televisione è stata temuta e deprecata per i mali che gli si sono attribuiti, o, più raramente, è stata apprezzata per la sua capacità di abbattere barriere e steccati, coinvolgere le persone e renderle più consapevoli, offrire loro intrattenimento, informazione e compagnia. In "Che cos'è la televisione" gli autori affrontano in maniera sistematica gli interrogativi più pressanti che hanno interessato il piccolo schermo.