La lingua che parliamo influenza il modo in cui pensiamo? Che cosa vuol dire avere concetti relativi alla propria lingua madre? Si può fare matematica senza termini numerali, e si possono percepire i colori per cui non abbiamo parole? Il volume, nel rispondere a queste e altre domande, traccia una breve storia del relativismo cognitivo, passando in rassegna le varie ipotesi alla base dei nuovi programmi di ricerca. Presenta inoltre un'analisi critica della letteratura sperimentale nel campo dei concetti di colore, spazio e tempo, oggetti e numeri, fornendo una chiave di lettura del dibattito contemporaneo sul relativismo in filosofia della mente e psicologia.
Se i concetti non esistessero, la nostra mente non potrebbe cogliere (e ricordare) ciò che gli oggetti delle nostre esperienze hanno in comune. In queste pagine, filosofia e psicologia cognitiva concorrono a tracciare la natura del nostro ragionare.
Perché qualcosa può essere falso anche se tutti lo credono vero? Che cosa significa che una conclusione è raggiunta correttamente a partire dalle premesse? È possibile distinguere gli argomenti validi dagli "imbonimenti"? Offrendo esempi tratti dal linguaggio quotidiano, il libro aiuta a familiarizzarsi con le "leggi del pensiero" deduttivo, induttivo e abduttivo, non richiede familiarità con la logica formale, di cui però introduce alcune nozioni base, ed è corredato da brevi excursus di antropologia, storia della logica e scienze cognitive.