Bernard Lewis, uno dei più celebri e autorevoli studiosi della civiltà mediorientale, propone in queste pagine una visione unitaria della multiforme vicenda del mondo musulmano e dei suoi problematici rapporti con l'Occidente: quindici secoli di guerra e coesistenza pacifica, di regni illuminati e regimi dittatoriali, di vette di eccellenza scientifica e letteraria e abissi di mise e terrore sanguinario. Con maestria divulgativa e spaziando dall'organizzazion della propaganda sotto la dinastia abbaside ai tragici fatti dell'11 settembre 2001, l'autore restituisce un affresco vivo e accessibile degli aspetti materi sociali, artistici e religiosi dell'Islam e ci guida nella difficile impresa di fare i conti con alcune delle domande più urgenti degli anni in cui viviamo Perché se, dopo l'attentato alle Torri Gemelle e le guerre in Afghanistan e in Iraq, la questione mediorientale è diventata di bruciante attualità, non si può pensare di risolverla senza prima calarla nel suo reale contesto storico, geografico, religioso e culturale.
C'è assoluta incomunicabilità di linguaggio tra Islam e Occidente? Sarà mai possibile raggiungere un dialogo di pace? Dalla crisi del Golfo a Saddam Hussein, un grande storico dell'Islam ci introduce ai modi e alle forme del linguaggio politico islamico, risalendo alle sue radici storiche e chiarendone le differenze con l'approccio e la cultura occidentali. Bernard Lewis, professore emerito di Studi del Vicino Oriente nell'Università di Princeton, è tra i maggiori storici dell'Islam a livello mondiale.
In questo libro ormai classico, Bernard Lewis ribalta la nostra usuale nozione della parola "scoperta": qui gli europei non sono gli esploratori di terre remote e selvagge, ma gli esotici barbari "oggetto di scoperta e di studio da parte di osservatori provenienti dalle terre dell'Islam". Per questo, Lewis racconta la battaglia di Poitiers come dovette apparire non a Carlo Martello ma agli arabi, e Lepanto e l'assedio di Vienna dal punto di vista dei turchi. Racconta soprattutto l'immagine dell'Europa riflessa nelle opere della cultura islamica: un'Europa che nel Medioevo appariva arretrata e incivile, e che nei secoli seguenti diventa sempre più lontana e incomprensibile.
Sono ormai passati quasi due anni da quando, il 20 marzo 2003, le truppe angloamericane attaccavano Baghdad. Cominciava così la seconda guerra del Golfo. Una guerra che ci si aspettava breve e con pochi spargimenti di sangue e che, invece, nei fatti, si è rivelata essere lunga, estenuante e sanguinaria, con strascichi di morte e terrore. Il volume ricostruisce analiticamente le vicende di questa seconda disastrosa guerra del Golfo, analizzandone cause ed eventi e ricontestualizzandoli all'interno della più generale situazione del Medio Oriente, offrendo così al lettore spunti di riflessione importanti e inedite prospettive di interpretazione dell'intera vicenda.
Chiarendo i rapporti tra storia, lingua, religione e cultura dell'area medio-orientale, Bernard Lewis analizza in questo saggio il tema del nazionalismo arabo, del fondamentalismo islamico e il modo in cui il Medio Oriente ha reagito a secoli di influenza occidentale. Testo caratterizzato dall'equità e onestà intellettuale dell'autore, questo volume è stato fatto tradurre in ebraico dal ministero della Difesa d'Israele e in arabo dalla Fratellanza Musulmana.
Un'ampia e articolata trattazione di grande leggibilità, quasi come un romanzo; un'introduzione al mondo arabo e alla sua storia. Bernard Lewis è professore emerito di Studi del Vicino Oriente nell'Università di Princeton. Molte delle sue opere sono state tradotte in italiano.
Anche in tempi più recenti i conflitti della ex Jugoslavia sono stati per lo più interpretati come conflitti di ispirazione etnico-nazionalista. L'Occidente infatti, avendo separato la chiesa dallo stato, fatica a considerare la religione sufficientemente significativa per l'identità e tende sempre a trovare delle spiegazioni non religiose per conflitti che in realtà dalla religione traggono linfa. E' uno dei tanti esempi che Bernard Lewis ci porta per dimostrare come il linguaggio della politica moderna, tutto occidentale, rischi di non cogliere la diversità culturale dei paesi sorti dallo sfaldamento dell'impero ottomano.
Quattordici secoli di rapporti tra l'Europa e l'Islam in una sintesi di straordinaria ricchezza e vigore espositivo. Bernard Lewis, tra i maggiori storici dell'Islam, è professoreemerito di Studi del Vicino Oriente nell'Università di Princeton.