Chiunque potrebbe chiedersi: "La mia vita gira a vuoto o è in evoluzione verso una condizione liberata, nonostante le fatiche e le sofferenze?". Può capitare di essere prigionieri di quell'ignoranza esistenziale che non riguarda tanto il non sapere quanto il non aver mai scoperto, finora, un altro modo di esistere. Eppure in ognuno ci sono tre forze che premono perché sia possibile raggiungere una forma di vita buona: il bisogno, il desiderio e la libertà. In questo libro si segue anzitutto il dinamismo tipico di tali forze. Poi si cerca di comprendere come la loro interazione possa promuovere sia la coscienza di se stessi che la trasformazione dell'esistenza, liberandola il più possibile da quanto la opprime. Gandhi parlava della sua straordinaria esperienza biografica come di una serie di "esperimenti con la verità". Ma essi non possono darsi per nessuno senza gli "esperimenti" con la propria libertà. Non sono esperimenti da laboratorio, sono i passaggi di un cammino di esperienze e riflessioni vissute dalla persona per giungere a scoprire che cosa significhi diventare davvero liberi. Il libro indica alcune svolte essenziali per uscire dalla rassegnazione e dalla dispersione, mostrando la soglia d'accesso che ci toglie dalla prigionia del vivere solo per se stessi. Ci si trova allora in una vita dedicata e condivisa, che dà riscontro concreto all'universale aspirazione umana alla felicità.
Un itinerario a partire dal riconoscimento e dall’assunzione della parola “accoglienza”: chiarificando il valore della scelta di accogliere, esperienza originante per ciascuno di noi, per giungere all’esperienza concreta e attualissima dei migranti. Con l’approccio che lo caratterizza, umano, filosofico e spirituale, l’autore ci propone un approfondimento sul diritto di tutti ad avere una casa, perché è solo grazie a un simile cammino che potremo liberarci di una situazione di oppressione e di degrado (coperta dall’eufemismo “crisi”) che grava sulla società mondiale.
Roberto Mancini (Macerata 1958), docente di filosofia teoretica all’Università di Macerata, è autore di numerosi saggi su tematiche fondamentali dell’esistenza umana quali l’ascolto, la pace, il bene e la libertà. Presso le nostre edizioni ha pubblicato L’umanità promessa (2009), Sperare con tutti (2010) e Orientarsi nella vita (2015).
Il senso del Vangelo non va cercato in un concetto o in una dottrina, perché invece è un invito: l'invito alla felicità indistruttibile, l'invito alla vita vera che non ha fine.
La misericordia è la soglia d'accesso per chi sceglie di seguire questo invito. E' come una voce che con tenerezza chiama ciascuno per nome.
La vita è un cammino. Ma verso dove? Come ci si orienta? Quali sono i criteri che possono ispirare le nostre scelte? Ognuno deve poter dare una forma alla sua vita. Se ci rinuncia resta informe, se sbaglia entra nella deformità. A quale scultore si affiderà?
Finora siamo stati ridotti a risorse umane. Per il neoliberismo noi siamo risorse per l'economia, non è l'economia a essere risorsa per noi. E non è neppure la cosa peggiore che possa capitarci: quanti non sono risorse diventano esuberi e rischiano di essere ridotti a vite di scarto. Che succede però se le "risorse umane" si ribellano scegliendo la via della nonviolenza e del rilancio della democrazia per riaffermare la loro dignità? Queste pagine sono appunti di viaggio per chi vuole inoltrarsi sulla via della rivolta civile pacifica, riflettendo sui modi per rigenerare economia e politica.
"Sviluppo sostenibile": è una formula in cui il sostantivo e l'aggettivo sono in lotta tra loro. Lo sviluppo infatti è inteso come figlio di una crescita illimitata, la quale però diventa sostenibile solo se viene limitata per rispettare i vincoli posti dalla natura. La contraddizione tra economia ed ecologia resta irrisolta. Per sciogliere il nodo non bastano rimedi tecnici, occorre che siano ripensati il modello di economia e la forma della convivenza sociale. In tale ottica questo libro propone un'idea integrale di sostenibilità e la correla con quella di democrazia.
Si delinea così il progetto di una società sostenibile, che è tale quando il suo ordinamento non offende la natura e non stravolge gli esseri umani. Per giungere a questa meta è imprescindibile l'impegno a costruire un'economia differente, concepita non più secondo il paradigma della produzione e del consumo in vista dell'accumulazione di capitale, bensì secondo il paradigma della cura del bene comune. Un'economia è davvero sostenibile quando sostiene equamente l'umanità intera e tutela gli equilibri naturali. La sostenibilità integrale riunisce il versante ambientale e quello antropologico, il quale si attua allestendo condizioni di vita che non disumanizzano persone e comunità.
Il percorso del testo si apre evidenziando come l'economia vigente risulti insostenibile non solo sul piano ecologico, ma già agli occhi del giudizio etico. Ciò chiarisce quanto sia miope ostinarsi a riformare il sistema per farlo "ripartire", mantenendone intatti i presupposti. Invece esso va superato portando alla luce un'economia che sia espressione fedele della democrazia. Qui non si tratta solo della forma di governo, ma della forma di società. Una società è realmente democratica se la dignità delle persone e il bene comune vengono rispettati. Solo una simile forma di convivenza potrà integrare sostenibilità ambientale e sostenibilità antropologica. La vera alternativa alla tendenza oggi prevalente - la mercatizzazione che soffoca tutto sotto il predominio del denaro - è la democratizzazione. Essa costituisce quel processo di trasformazione storica che assume la dignità umana, il bene comune e l'armonia con la natura come principi capaci di ispirare logiche organizzative e regole specifiche per un'economia che non faccia vittime.
Roberto Mancini è ordinario di Filosofia teoretica all'Università di Macerata. Inoltre insegna Economia Umana e Sviluppo sostenibile nell'Accademia di Architettura dell'Università della Svizzera Italiana a Mendrisio. È autore di numerosi volumi ed è editorialista della rivista Altreconomia.
La guerra non genera solo orrore e ripulsa, ma anche incanto, seduzione intellettuale e infatuazioni popolari profonde. Sentimenti che maturano lentamente e perdurano anche dopo i conflitti, nonostante le morti e i lutti. Il tempo della guerra si estende ben oltre i brevi momenti delle vigilie e delle mischie furibonde, includendo i giorni dedicati al suo ricordo.
Il libro esplora la presenza della morte sacrificale nel discorso pubblico dell’Italia contemporanea, nei passaggi cruciali dal Risorgimento alla Resistenza. Sottraendo il tema alla mera dimensione retorica e propagandistica, l’autore ne ricostruisce il profilo attraverso l’analisi di una ricca e preziosa documentazione, riconnette il fenomeno alle sue radici profonde e lo inserisce nel corpo della vita politica, sociale e culturale della nazione.
"In queste pagine vorrei delineare il profilo del cristianesimo - senza intenti apologetici - come una fede che, nella sua espressione fedele, sconfessa ogni complicità con la violenza e, anzi, vede realizzarsi la verità che annuncia ovunque vi sia una fioritura d'umanità. Questa fede lascia trasparire l'umano nel suo pieno valore e, per svariate vie, ne promuove l'inveramento nella storia."
Obbedire solo alla felicità non ha niente a che fare con l'egoismo o con l'edonismo; implica la scelta di elevare l'esistenza sino a ciò che la rende autentica e la trasforma in un dono per gli altri.
È possibile cambiare il sistema economico attuale? Esso è tanto un complesso di pratiche e di tecniche, quanto una cultura diffusa, radicata nel mito dell'homo oeconomicus. Chiunque non sia ipnotizzato dalla propaganda neoliberista vede che il capitalismo globale è nocivo all'umanità e alla natura. Quella che però sembra ancora impossibile da vedere è la via per il cambiamento del sistema. Il libro individua questa via nell'interazione di tre svolte essenziali. La prima è la svolta spirituale che conduce oltre il mito del capitalismo e scaturisce dall'incontro tra le sapienze antropologiche delle culture del mondo. Ciascuna di esse coltiva la memoria della dignità umana e la loro convergenza sa dare senso e orizzonte all'impegno per cambiare la società. La seconda svolta è metodologica e implica la riorganizzazione dell'economia. Un nuovo pensiero a riguardo potrà fiorire grazie all'apporto dei modelli alternativi sia al capitalismo che al socialismo reale. L'ultima svolta è culturale e politica. È la svolta che si nutre del potenziale motivazionale di un'etica del bene comune e della forza trasformativa di una politica che sviluppi la democrazia attraverso la prassi della giustizia restitutiva dei diritti. A quanti non vogliono rassegnarsi a subire la situazione esistente questo libro propone una via inedita di cambiamento, che permetta alla società di respirare e all'economia di servire tutta l'umanità senza distruggere la natura.