«La riflessione nelle pagine che seguono vorrebbe suggerire alcuni spunti di discussione circa quello che oggi si percepisce come una crisi. All'alba del XXI secolo sembrano emergere vari livelli di crisi: certamente vi è, in generale, una crisi economica, una crisi nata dalla pandemia di Covid-19, una crisi sociale (ad esempio quella data dalla crescente solitudine compensata con mezzi digitali o televisivi), e, certo, anche una crisi della politica. Oggi si percepisce una crisi in generale, sia per quanto riguarda il modello democratico dei paesi "occidentali", ma, anche, in forme diverse, per tutti gli altri modelli alternativi (pensiamo alle monarchie arabe, ai sistemi post-comunisti e totalitari, alle altre forme di stati con ristretta partecipazione dei cittadini...). Oggi sembra in profonda crisi sia l'idea storica di stato nazionale, sia quella più recente di governo ispirato da ideologie, o altri modelli non basati sulla sovranità di uno specifico paese (come ad esempio il progetto europeo). Forse siamo di fronte alla crisi, in effetti, dell'identità personale dell'uomo» (per la II Parte del volume vedasi l'Introduzione guida iniziale).
"Ancora" è l'inizio scelto per il titolo di questo libro, scritto senza accento su "a", né forzatura di voce su "o". Così è lasciato aperto il modo di lettura possibile perché entrambe le scelte sono volute, messe insieme, a somiglianza del ritornello storico "et...et", tante volte richiamato nelle pubblicazioni dell'Autore sul Concilio Ecumenico Vaticano II. In effetti esso è un' àncora della barca altresì di Pietro, il Nocchiero, nel gran mare del mondo e del tempo, del lockdown cioè che caratterizza questo anno del Signore, ma anche della pandemia. L'altro aspetto, dell'ancòra, rivela che quasi si può dire, del Magno Sinodo, "numquam satis", per cui pur con una bibliografia vertiginosa, c'è spazio per far entrare il tempo attuale nello sviluppo della ricerca che continua, anche se si rivela in rapporti ancora contrastanti.
Il presente volume nasce con il desiderio di far un'altra voce sul binomio "primato e sinodalità" e dalla necessità di un dialogo anche intra-ecclesiale sulla riforma, alla luce della storia e del Concilio Vaticano II. È un tema attualissimo nella odierna realtà stimolata e ravvivata da Papa Francesco. È una voce che si dirà forse tradizionale ma non tradizionalista (la distinzione è importante e sempre da tener presente), la quale chiede una certa paressìa.
In un discorso ormai divenuto famoso, del 22 dicembre 2005, Benedetto XVI ha visto nell'interpretazione del Concilio ecumenico Vaticano II e nella lotta tra due ermeneutiche contrapposte - quella "della discontinuità e della rottura" e quella "della riforma, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato" - uno dei principali problemi del nostro tempo. Secondo l'ermeneutica della rottura - che ha goduto spesso "della simpatia dei mass-media, e anche di una parte della teologia moderna" con il Concilio ha avuto inizio una nuova Chiesa, relegando quella del passato tra i rottami della storia. In realtà quello che il Concilio ha inteso fare è una riforma, in cui il passato continua ad essere rispettato ed amato, e l'immutabile deposito della fede, cioè il Vangelo, viene riproposto in modo rinnovato, purificato, ed arricchito nella sua comprensione e formulazione. Pietro Cantoni affronta questo argomento con il distacco e l'oggettività di una teologia che vuole essere fedele alla Parola di Dio, al Magistero della Chiesa e alla metafisica classica.
L'Addendum al volume Il "Diario" Conciliare di monsignor Pericle Felici descrive la materia che costituisce il "diario". La sua uscita è stata resa possibile dalla donazione dei documenti originali di Felici fatta a favore della Segreteria di Stato di Città del Vaticano da parte dei familiari più stretti del Carbone i quali, dopo la sua morte, li avevano presi in custodia.
In occasione del 50mo anniversario del Concilio Vaticano II, l'arcivescovo Marchetto raccoglie la bibliografia di questo evento, fornendo la sua nalisi critica e il suo contributo scientifico a sostegno del Magistero pontificio. Sono qui proposte le recensioni e le note critiche, scritte da Mons. Marchetto dal 2004 a oggi, tutte dedicate al Concilio e alla sua corretta ermeneutica, in vista della sua giusta comprensione. L'opera risulta un utile strumento per comprendere uno degli eventi più importanti della Chiesa Cattolica.
A mezzo secolo dal suo svolgimento, il Concilio Vaticano II, pur con le sue peculiari caratteristiche, si colloca all'interno della lunga storia conciliare, in continuità con i Concili che l'hanno preceduto. Rinnovamento, o riforma, nella continuità è il tema trattato alla luce del binomio inscindibile, per la Chiesa Cattolica, "nova et vettura".
È del resto la corretta ermeneutica la prima "chiave" indicata da sua Santità Benedetto XVi nel famoso discorso alla Curia romana, qui riproposto, quale faro per una corretta interpretazione del Vaticano II.
Né poteva mancare, a motivo dell'Anno della Fede, un approfondimento sulla fede stessa quale ulteriore "chiave" per interpretare e ricevere il Vaticano II.
Poderoso volume dedicato al Vaticano II. La presentazione e del card. Camillo Ruini.