Bombe, attentati, proliferazione nucleare, persecuzioni delle minoranze etniche, religiose e sessuali. Il Pakistan è "un alleato fondamentale dell'Occidente nella guerra al terrorismo" ma anche il paese nel quale si nascondono con successo da oltre dieci anni i capi supremi del terrorismo islamico internazionale - Osama bin Laden, Ayman Al Zawahiri, il mullah Omar. I doppi e tripli giochi dei suoi servizi segreti - e dei loro superiori in divisa e in borghese - sono ormai un segreto di Pulcinella ma fermarli sembra impossibile. O possibile solo al prezzo della dissoluzione di questo paese abitato da centinaia di milioni di persone, che si trova in una posizione strategica cruciale ai confini del "buco nero" afghano, all'ingresso orientale del Golfo Persico, a metà strada tra Cina e India, le superpotenze emergenti dell'Asia: un'apocalisse che tutti vorrebbero evitare ma che è inesorabilmente cominciata.
Il Mahatma Gandhi e le vacche sacre, Sandokan, le tigri e Bollywood, il "Diario indiano" di Ginsberg e il "Libro della giungla", i Beatles e Dominique Lapierre, madre Teresa di Calcutta, i sari e le cremazioni. Chiunque, a seconda dell'età e degli interessi personali, associa alla parola 'India' una di queste immagini, o qualcosa di molto simile. Anche al tempo di Internet, della comunicazione di massa e della globalizzazione, l'India continua a subire infatti, nell'immaginario comune, un destino che pochi altri luoghi al mondo condividono: l'essere, a differenza di molti altri paesi, vittima in qualche modo di uno stereotipo culturale che ha radici profonde nell'Occidente e che sopravvive più o meno intatto anche a dispetto di se stesso e della conoscenza effettiva dell'entità politico-geografica chiamata 'India' e, contemporaneamente, una sorta di 'luogo immaginario' e immaginato, di cui ciascuno regala la propria rappresentazione. Questo libro prende le mosse dalla convinzione del tutto personale che, in realtà, l'India non esiste affatto. Che è composta di centinaia di migliaia di piccoli microcosmi: da quella miriade di microcosmi sono stati scelti cento frammenti, cento scatti fotografici che ricostruiscono, in modo necessariamente parziale, una delle immagini possibili di un continente dove tutto, sempre, si muove e cambia continuamente.