Questo libro porta in superficie il lato nascosto del pensiero e della personalità di Marshall McLuhan. È il lato costituito dalla sua esperienza religiosa. I suoi critici sono stati già messi a dura prova nell'esaminare le sue "provocazioni" come "il mezzo è il messaggio" che spostavano l'analisi dei media dal contenuto al canale che lo veicola. Men che meno si sono cimentati nel cogliere l'intima connessione tra le sue tesi sul mondo fisico, riguardanti l'universo dei media e i suoi slanci metafisici, orientati a cogliere ciò che sta oltre la parvenza delle cose. E tanto meno hanno letto tutta la profondità e complessità della sua vita, segnata da un momento topico, quello della sua conversione a 25 anni dalla tradizione protestante della famiglia all'adesione alla vita della Chiesa Cattolica. Questo libro raccoglie i testi fondamentali in cui egli ha espresso, con pudore ma con fermezza, questo suo itinerario culturale e spirituale. Ed ha anche proiettato nel futuro i tratti fondamentali della nostra transizione verso la società postalfabetica, immaginando la non lontana apertura del Concilio Vaticano III necessario per ricollocare il cristiano e l'uomo d'oggi come un protagonista del cambiamento in atto.
"Le tetradi perdute" nasce come continuazione di "Gli strumenti del comunicare" e di "La legge dei media". Nel corso del loro lavoro di aggiornamento e revisione, Marshall McLuhan e suo figlio Eric trovano uno strumento teorico completamente nuovo, che si manifesta in una forma assolutamente inusitata e che si applica tanto ai prodotti materiali (come gli occhiali) quanto a quelli astratti (come la repubblica) dell'evoluzione. Le nuove leggi scoperte dai McLuhan sono un metodo valido e rivoluzionario per la comprensione di ogni fenomeno umano. Sono le tetradi. Una tetrade raggruppa le quattro leggi che governano tutte le innovazioni umane: ogni innovazione amplifica, rende obsoleto, recupera e capovolge qualcosa. Questi processi hanno luogo in tutti i casi, senza eccezioni, ogni volta che un'innovazione si sviluppa e si diffonde nella cultura e nella società; perciò sono stati chiamati leggi. Sono le leggi dei media nella loro forma definitiva. Per esempio, il refrigeratore amplifica la gamma dei cibi disponibili, rende obsoleti il cibo fresco e il cibo essiccato, recupera il tempo libero di chi provvede alla cucina e si capovolge nell'omogeneità di sapore e consistenza. Oppure: l'orologio amplifica il lavoro, rende obsoleto l'ozio, recupera la storia come forma d'arte e si capovolge in un eterno presente. O ancora: la macchina fotografica amplifica l'aggressione privata, rende obsoleta la privacy, recupera il passato come presente e si capovolge nel dominio pubblico. Le tetradi perdute di Marshall McLuhan è l'opera che offre la cornice teorica conclusiva per l'analisi di ogni nuovo medium. E lo fa in una forma che trascende la forma tradizionale del discorso, la forma saggio, la forma comune di una comunicazione umanistica: una tetrade è una poesia, una strofe di quattro versi, presentata con un suo peculiare codice visivo. Qui accompagnata dalle spiegazioni di Eric McLuhan, che ci consentono di seguire il processo di invenzione e sviluppo delle tetradi nel suo farsi: ci consentono di assistere all'ultima rivelazione del grande filosofo dei media.
Quando, nel 1967, "Gli strumenti del comunicare" apparve in Italia, parole come media erano praticamente ignote al di fuori della cerchia di specialisti. A distanza di diversi decenni, Marshall McLuhan è tuttora un autore tra i più controversi: ai molti che attribuiscono alle sue intuizioni un valore profetico si contrappongono coloro che criticano il suo pensiero per la mancanza di rigore specialistico o per la perentorietà di molte sue tesi. Non solo per quello che ci ha insegnato sui media, e in generale sui rapporti tra l'umanità e le tecnologie che essa produce, ma anche perché McLuhan è stato probabilmente il primo autore che ci ha invitati o riflettere non sulle rivoluzioni a venire, ma su quello che aveva già avuto luogo e della quale non ci eravamo accorti. McLuhan merita oggi di essere finalmente riconosciuto come un autore classico, che come tutti i classici ogni generazione tornerà a leggere a modo suo e con i suoi interrogativi: un autore insieme del suo tempo e del nostro.
Questo libro presenta articoli e saggi pubblicati tra il 1952 e il 1960, rimasti finora inediti in lingua italiana. Sono anni decisivi di fervente attività e di grande creatività e sperimentazione per lo studioso canadese. Dopo la pubblicazione della Sposa Meccanica (1951), McLuhan è finalmente pronto ad avventurarsi oltre i confini della critica letteraria, tracciando le nuove rotte della mediologia, con lo spirito incosciente e temerario dei grandi pionieri. E nei materiali qui proposti si respira proprio la tensione dell'attesa, il brivido del rischio, l'incanto della scoperta.
"Il medium è il messaggio" e l'idea di "villaggio globale" ci suonano oggi come slogan conosciuti, che la diffusione di internet e il processo di globalizzazione rendono ancora più profetici; ma molto prima di diventare patrimonio dell'immaginario collettivo, sono passaggi centrali dell'articolata, e talora complessa, riflessione di Marshall McLuhan sui mezzi di comunicazione - dalla parola parlata alla stampa, dal telegrafo al cinema alla televisione. Riflessione che McLuhan affida nel 1969 a una lunga e celebre chiacchierata con Playboy, tra le principali testate culturali dell'epoca, qui proposta per la prima volta singolarmente e in una nuova traduzione. Ma fin da subito l'intervista si svela come molto più di un semplice dialogo: è un'introduzione completa ai concetti chiave delle teorie mcluhaniane sui media; è lo sguardo acuto di un grande studioso - che risponde indirettamente a chi lo vorrebbe "guru" dei nuovi media - sulle molteplici influenze che compongono il suo approccio. Soprattutto, è un commento sagace, che stupisce ancora oggi per la sua lucidità, su molti aspetti della società contemporanea.
In questo cofanetto sono racchiusi tutti e tre i saggi che McLuhan ha dedicato allo studio della Letteratura. Nel primo volume lo studioso canadese espone un suo originale punto di vista sulla comprensione del mondo attraverso la letteratura; nel secondo McLuhan intraprende un viaggio nell'universo della critica letteraria; nel terzo invece ci descrive di come la forma letteraria dell'era elettronica torni ad appropriarsi del mito come forma di descrizione.
Ne "La galassia Gutenberg", la riflessione di McLuhan si concentra sull'invenzione della stampa a caratteri mobili, valutandone le caratteristiche di medium. L'intento di questo libro è quello di ricercare nelle modalità di comunicazione del passato le dimensioni dell'uomo contemporaneo che si muove in una società, dominata dai media elettronici, in continuo e frenetico mutamento e ancora tutta da scoprire e decifrare.