La "sinistra sociale" ha rappresentato un'esperienza importante nella storia democratica del nostro paese. Un'area politica e culturale riconducibile alla tradizione del cattolicesimo sociale che si è sempre caratterizzata sul terreno della difesa e della promozione dei ceti popolari, dei ceti meno abbienti e dei lavoratori. Prima, e a lungo, nella Democrazia Cristiana con la corrente di Carlo Donat-Cattin e di Franco Marini, e poi in alcuni partiti che sono succeduti alla fine della Dc. Ma l'irrompere di una nuova e persino drammatica questione sociale nel nostro paese ripropone la necessità di una rinnovata "sinistra sociale" di ispirazione cristiana: per la sua storica sensibilità ai temi sociali e, al contempo, per la sua capacità di delineare un progetto politico partendo dalle domande e dalle istanze dei ceti popolari. In questo libro si evidenziano il profilo politico e culturale della nuova "sinistra sociale", le sue radici ideali, la necessità di una classe dirigente che provenga dall'associazionismo cattolico e sociale e, soprattutto, l'impegno in un partito che consenta a questa esperienza di dispiegare sino in fondo la sua potenzialità. Un progetto che si rende necessario, dopo l'infausta stagione populista, anche per rilanciare la nobiltà, la funzione e il ruolo della politica nella società contemporanea. Prefazione di mons. Vincenzo Paglia.
Il volume ripercorre la vicenda umana, culturale e politica di Sandro Fontana (1936-2013) che, partendo da un paese di provincia, è divenuto esponente di spicco della vita politica regionale, nazionale ed europea. Leader del popolarismo cattolico, ha messo la sua vasta cultura a difesa degli umili e dei ceti contadini per favorirne la riscossa identitaria e per restituire loro il giusto posto nella storia. Con lo pseudonimo di "Bertoldo" - il contadino dalle mani grandi e dal cervello fino - e con l'arma dell'ironia, ha lanciato sferzanti attacchi al conformismo culturale dominante. Spirito libero e controcorrente, da insegnante, giornalista, ministro e parlamentare nazionale ed europeo ha sempre incarnato e promosso i valori cristiano-democratici. Il nesso strettissimo tra politica e cultura che ha guidato ogni sua azione acquista un forte valore esemplare. Prefazione di Antonio Tajani.
Un nuovo partito di ispirazione cristiana? Correnti organizzate all'interno dei partiti? Oppure continuare a garantire una partecipazione nella società civile senza porsi il problema di una rinnovata presenza politica? Dalla risposta concreta a queste domande si gioca anche il destino politico e culturale dei cattolici italiani. Questo perché oggi persiste un progressivo «spaesamento» dei cattolici rispetto all'attuale contesto politico. Dove tra partiti personali, anti politica, demagogia e populismo le culture politiche - e nello specifico quella cattolico-democratica e cattolico-sociale - sono destinate ad essere sacrificate sull'altare di una maldestra modernità. La recente riflessione del presidente della Cei, cardinal Gualtiero Bassetti, ha giustamente evidenziato come nel nostro paese c'è un problema legato alla «rappresentanza politica dei cattolici» pur senza entrare nel dettaglio o nelle singole modalità organizzative. E questo problema è destinato a segnare e a condizionare l'evoluzione della politica italiana. La presente pubblicazione affronta, in modo snello e sintetico, tali temi lasciando aperti possibili esiti. Che dipendono dalle circostanze politiche, dalle dinamiche elettorali e dal dibattito culturale che ci saranno nel nostro paese. Ma anche, e soprattutto, dal «coraggio» che i cattolici italiani sapranno mettere in campo nel rapporto con la politica per ricostruire un vero «bene comune». Che resta la migliore eredità della tradizione del cattolicesimo politico italiano.
La rilettura della storia politica e culturale della sinistra sociale democristiana non è un'operazione nostalgica o datata. Soprattutto se la si affronta dall'angolatura del suo progetto politico, della sua rappresentanza sociale e della qualità della sua classe dirigente, nazionale e locale. E in questa pubblicazione, curata da Giorgio Merlo e Gianfranco Morgando, emerge come la sinistra sociale della De, in particolare quella di Forze Nuove e del suo leader storico Carlo Donat-Cattin, ha svolto un ruolo politico decisivo non solo nel partito di riferimento, ma nel tessuto vivo della società civile e nella stessa area cattolica italiana. Un ruolo riconosciuto in questo libro da molti protagonisti dell'epoca e che non provengono solo dalla sinistra della Dc ma anche, e soprattutto, dalla sinistra ex socialista ed ex comunista. Ne emerge, quindi, un quadro di particolare interesse che può essere utile anche per la politica contemporanea così dominata dalla personalizzazione dei leader e da un progressivo inaridimento dei partiti e delle rispettive classi dirigenti. Ma, ed è quel che più conta, emerge anche la necessità di rileggere oggi un patrimonio culturale, quello del cattolicesimo sociale con una forte attenzione alla politica, che non può essere semplicisticamente archiviato o storicizzato. Prefazione di Enzo Mazzi.
Il volume intende rispondere ad alcune domande di fondo: se, perché, quando occorre occuparsi di fenomeni socialmente rilevanti; chi se ne deve occupare e come, con quali risorse e strumenti in un approccio di sviluppo territoriale. Il libro è organizzato in due parti. La prima vuole ordinare i diversi concetti di base (politiche sociali, pianificazione, programmazione, regolazione, promozione) nei vari modelli di programmazione (dal sinottico agli incrementali, da quelli più semplici a quelli plurilivello). La seconda analizza e documenta, con un approccio razionale e operativo, i vari passaggi del processo programmatorio: dai documenti di indirizzo, agli input (con particolare attenzione all'osservazione dei fenomeni), alla decisione, costruzione, valutazione e implementazione di un programma. Viene inoltre presentata una rassegna di strumenti concreti da utilizzare nel campo della programmazione: da quelli orientati alla coerenza interna, a quelli di analisi territoriale, alla gestione e identificazione di bacini di intervento. Il testo è corredato, on line, da un vasto apparato di box di approfondimento e da un'esaustiva sitografia.
A due anni dal battesimo elettorale la Margherita è giunta a un bivio: o riesce a caratterizzarsi sul terreno programmatico oppure il suo destino politico è legato alle sorti del leader di turno. Pur senza disperdersi in una singolare ricerca dell'identità, è sempre piú necessario contribuire al rafforzamento politico dell'Ulivo attraverso l'apporto della Margherita. Nel programma della Margherita e, soprattutto, nella definizione della sua identità politica e culturale, il rapporto con l'area del cattolicesimo democratico italiano assume un'importanza decisiva in vista del rafforzamento della cultura riformista alternativa alla destra. Giorgio Merlo è giornalista Rai presso la sede regionale del Piemonte.