Le teorie politiche ragionano sui grandi scenari, discorsi affascinanti ma che spesso restano solo parole. C'è poi un pensiero politico che si occupa di quello che ciascun cittadino può fare dal luogo in cui è, agendo innanzitutto sul proprio modo di stare nel mondo. C'è necessità di cittadini e politici che siano consapevoli del valore della politica e agiscano mossi dall'intenzione di dedicare il giusto tempo alla cura della comunità. Così intesa la sapienza politica costituisce una necessità ineludibile. Si può dire che proprio dell'umano è l'esigenza della politica, di una politica capace di visione, di progetto, di forza di attuazione.
La contemporaneità ha riscoperto il valore della cura, come pratica fondamentale per la costruzione di un mondo umano. Questo volume è il primo in Italia ad affrontare il tema con uno studio analitico della letteratura internazionale che, nel secolo scorso, ha portato all'attenzione e formalizzato la riflessione sull'etica della cura. Il testo ricostruisce lo sviluppo del dibattito sulla cura, mettendo in evidenza punti di forza e punti critici. In seguito, partendo dalla constatazione che le argomentazioni teoriche prodotte spesso mancano di riferimenti concreti all'esperienza, la parte centrale presenta una diversa interpretazione dell'etica della cura, definita "etica melaretica", che viene costruita tenendo insieme la ricerca sull'esperienza (ricerca empirica) e l'analisi dei testi della filosofia antica (ricerca teoretica), dove già il concetto di cura era essenziale e dove si trova formulata un'idea esperienziale, situata, dell'etica. Questa sintesi permette di riprendere criticamente temi come la relazione con l'etica delle virtù, l'opposizione con l'etica sistematica o etica delle regole, il ruolo delle emozioni e il valore dell'etica della cura per la politica.
La "pedagogia realista" di Giussani, presentata in molte sue opere e soprattutto ne Il rischio educativo, rivela una sorprendente attualità e una chiara pertinenza alle esigenze educative del nostro tempo. I confronti sulle parole chiave di don Giussani e sulle questioni principali dell'educazione, espresse dalle coppie di termini "realtà e verità", "autorità e libertà", "tradizione e verifica", mettono in luce il deciso impegno di uno dei maggiori educatori del Novecento e la dimensione profonda, riflessa e articolata del suo pensiero, che si inserisce a pieno titolo nella cultura dell'educazione, sia cattolica sia laica. Il volume è a cura di Camillo Fornasieri e Onorato Grassi.
Tutti hanno bisogno di essere oggetto di cura e di avere cura. L'essere umano necessita di essere accudito perché, a partire dalla nascita, questa è la condizione necessaria affinché si dischiudano le stesse possibilità di vita. Allo stesso tempo, ha bisogno di avere cura di sé, degli altri e del mondo per costruire il significato nella sua esistenza. Con un'attenzione particolare alla cura nell'ambito della pratica educativa, Luigina Mortari esamina le radici filosofiche di questo concetto, istituendo un nesso chiarissimo con le modalità fondamentali delle concrete pratiche di cura (dalla relazione madre-bambino alla relazione amicale, fino al rapporto paziente infermiere) e costruendo una sorta di mappa delle "buone pratiche".
Il tempo che stiamo vivendo si fa spesso opaco, a tratti buio. Accade quando si perde l'attenzione per le cose davvero importanti. La pratica della cura è fondamentale per la vita: avere cura di sé, degli altri, delle istituzioni, della natura. Senza cura non può esistere una vita buona per l'essere umano. Ma in una cultura neoliberista la cura non trova la dovuta considerazione. Quando le essenziali attività di cura - quelle che procurano ciò che nutre la vita, quelle che riparano le situazioni difficili, quelle che edificano mondi - non trovano il giusto riconoscimento, la politica si inaridisce, perde la capacità di promuovere una vita pienamente umana. È tempo che la politica si ripensi daccapo per diventare una politica della cura.
La crisi ecologica è una delle emergenze del nostro tempo. Per affrontarla adeguatamente bisogna dare vita a un complessivo rinnovamento culturale, che chiama in causa con forza anche i processi educativi. È quanto mai urgente diffondere una pedagogia e una filosofia dell'educazione che aiutino i cittadini di domani ad affrontare questioni non più prorogabili. Se la scienza è stata al servizio di una tecnologia che ha prodotto - oltre a numerosi benefici - esiti negativi sugli ecosistemi, quali presupposti vanno cambiati? Una cultura che ha elevato il consumo a paradigma del vivere, a quali valori alternativi deve attingere? Disponiamo di un'etica capace di orientare correttamente la relazione con il mondo naturale? Questo manuale è uno strumento indispensabile per una filosofia della formazione che disegni stili autenticamente ecologici di abitare il mondo.
María Zambrano, allieva di José Ortega y Gasset e di Xavier Zubiri all'Universidad Central di Madrid, fu esiliata dopo la guerra civile e viaggiò, peregrinando e nascondendosi, dal Messico a Cuba, da Roma alla Svizzera. Con uno sguardo profondo e delicato, Luigina Mortari compone il ritratto di una vita in fuga e di un pensiero libero: "La filosofia di Zambrano spazia sui paesaggi dell'anima, apre all'immensità del cosmo, addolcisce il discorso con parole di poesia, e per queste sue qualità può sembrare una filosofia dell'intimo. Ma così non è: è filosofia per la vita, non solo per la vita intima dell'anima ma per la vita con gli altri, per quella vita che è convivere". Il pensiero di Zambrano è magmatico e denso di mistero. La sua parola è melodia. La scommessa è la rinuncia alla sicurezza illusoria di ogni sistema, alla pretesa divina di spiegare l'essenza delle cose, per cercare un pensiero capace, semplicemente, di risuonare. Ispirata dalla tradizione pitagorica ed eraclitea, Zambrano propone un metodo che "non è una cosa della mente ma della vita, tutta la vita è un cammino di saggezza". E inaugura così una nuova, rivoluzionaria postura per pensare l'esperienza.
È ineludibile la necessità di una rinnovata e vitale cultura etica. L'etica, intesa come quella forma di riflessione che va in cerca di coordinate di senso per fare della vita un tempo buono, riesce a generare nuovi modi di esserci se sta in relazione con la qualità ontologica essenziale della condizione umana. Poiché essenziale è la dimensione della cura e poiché il nucleo della pratica di cura consiste nell'agire secondo virtù, Luigina Mortari sviluppa una filosofia dell'educazione all'etica delle virtù secondo il paradigma della cura.
La cura costituisce la qualità essenziale della condizione umana, ma non è qualcosa che ci appartiene, come il corpo e la mente; è il nostro esserci, il nostro modo di stare nel mondo con gli altri, al quale siamo chiamati a dare forma. L'esserci è una tensione continua a ricercare quello che è necessario per conservare la vita, per farla prosperare e per guarire le ferite ricevute. L'autrice riflette sull'arte di esistere, intesa come capacità di dare senso al tempo e di condurre una vita autentica a partire dalla conoscenza della propria interiorità, che si può raggiungere solo mediante il confronto con il mondo esterno. Riattualizzando il senso della cura di sé, fondamentale nell'antichità ma oggi sintomo di individualismo e di ripiegamento interiore, ne sottolinea la valenza etica e sociale, facendo proficuamente dialogare i pensatori dell'età classica con la fenomenologia del Novecento.