La memoria della Shoah occupa un posto centrale nella coscienza contemporanea. Non potrebbe essere altrimenti: la narrazione dello sterminio è troppo potente per essere tenuta a distanza, ci riguarda e ci struttura come individui e come membri della comunità. Ciò che muta, si evolve, sperimenta derive e assestamenti non è dunque l'esigenza diffusa di confrontarsi con un evento così traumatico, ma piuttosto l'intreccio degli usi a cui la sua memoria è stata sottoposta, con l'effetto cumulativo di trasformare la Shoah in oggetto di devozione, collante ideologico, categoria di pensiero, prodotto di marketing e, all'occorrenza, strumento contundente. Di tali usi questo libro tratta non con il fine di discriminare la memoria legittima da quella cattiva, ma di indagarne le logiche e i dispositivi retorici; di ricostruire i percorsi di trasformazione dell'evento storico in macchina mitologica, che genera a sua volta sensi e abusi ulteriori; di mostrare - secondo una prospettiva nuova l'interazione fra i tre abusi che oggi si contendono la gestione della memoria: la negazione, la banalizzazione, la sacralizzazione.
Oggi l'analisi semiotica dei testi si insegna nelle scuole e nelle università a molti livelli. L'approfondimento è quindi diverso a seconda dell'età degli studenti e degli ordinamenti. Per tale motivo il volume analizza alcuni testi passo passo, dai livelli più semplici, che potrebbero essere affrontati anche in una scuola media superiore, ai livelli più complessi, che interessano lauree specialistiche e dottorati di ricerca. L'analisi è condotta con un linguaggio semplice e piano, con finestre di approfondimento destinate ai lettori più esperti. I testi analizzati sono tre: un breve racconto di Calvino; un film del regista indiano-statunitense Night Shyamalan, "The village"; cinque barzellette a tema ebraico.
Quali sono i pregiudizi che emergono dalla rivista del razzismo italiano, "La difesa della razza", pubblicata sotto l'egida del Ministero della Cultura tra il 1938 e il 1943? Il razzismo italiano era solo un'appendice del razzismo tedesco o aveva una sua originalità? Si è mai pensato a una razza propriamente italiana? Quali erano gli argomenti del razzismo di allora? Argomenti biologici - la presunta superiorità genetica - argomenti spirituali - uno sviluppo più avanzato dell'anima italiana - o argomenti culturali - un maggior progresso dello stato di civiltà della nostra nazione? Attraverso l'esame dei discorsi dei pensatori razzisti italiani, da Evola ad Almirante, il testo illumina uno dei momenti più cupi della nostra storia.
Cosa succede quando interpretiamo un racconto, una poesia, un articolo di giornale, il testo di una legge o un saggio scientifico? O quando esaminiamo un quadro, un comportamento strano o un oggetto curioso? Cosa accade quando decifriamo un evento del mondo fisico, ad esempio risalendo dal fumo al fuoco, dall'impronta all'animale? Dall'ermeneutica alle scienze del linguaggio, dalla filologia alla storiografia, dall'antropologia alla critica letteraria, alla psicologia e alla sociologia, ciò che questo libro offre è uno strumento di navigazione, una bussola per orientarsi nel dedalo di teorie e di metodi di analisi che, pur perseguendo obiettivi diversi, ruotano attorno allo stesso problema: l'interpretazione.