La crisi economica globale, i drammatici focolai di violenza e conflitto, la povertà che divide il mondo in due, il timore per la distruzione del pianeta, non sono ancora riusciti a spegnere la speranza in un mondo migliore o frenare le nuove domande che emergono con sempre maggiore intensità dal tessuto sociale.
Esiste una crescente attenzione ai diritti umani, alla condizione delle donne e dei minori, a quella dei migranti e degli sfollati, aumenta la consapevolezza della necessità di salvaguardare l’ambiente e risparmiare risorse ed energia, cresce la voglia di giustizia e di pace e siamo alla ricerca di un mercato più equo e sostenibile, sempre più voci si levano contro la guerra, la pena di morte o il mercato delle armi. Dialogo, giustizia e pace sembrano diventati termini di dominio pubblico. Ma le domande di speranza che emergono dal mondo, i termini utilizzati dalla cultura e dalla società contemporanea possono essere letti alla luce dell’esperienza cristiana? Anzi: la comunità cristiana può essere oggi profezia di speranza, o sa soltanto dire no? Noi, cristiani del nostro tempo, abbiamo un contributo da aggiungere a questo mondo distratto, una direzione di marcia da indicare?
Tredici parole di oggi – da amore a Chiesa, da corpo a Europa, da fede a gay, da giustizia a mondo, da morte a Parola, da poveri a speranza, fino a verità – «parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale» vengono declinate a voce alta per condividere la speranza e la gioia del vangelo con tutti gli uomini di buona volontà.
Due saggi acuti e incalzanti, che da diversa prospettiva affrontano la situazione del cristianesimo contemporaneo e la sua fatica di fare presa sulla realtà. Non è più un segreto che l’esercizio del cristianesimo, nelle terre d’Occidente, continui a perdere di incidenza, di provocatorietà, di capacità di appello, di convocazione. È un esercizio che non media più, non medica più, e non fa meditare più. Con le parole di papa Benedetto XVI, è una fede stanca, una fede senza gioia, dentro una Chiesa – come ha detto più volte papa Francesco – troppo autoreferenziale. Che cosa dunque è successo a questo cristianesimo? Che cosa ci è chiesto di fare per uscire da questa situazione che sembra l’avverarsi della triste profezia di Nietzsche circa il monotonoteismo del cristianesimo? In un’intervista recente Jürgen Moltmann ha affermato: «Già troppo a lungo la gente ha relegato il cristianesimo nell’angolo della fede [...] per proseguire indisturbata la secolarizzazione. È tempo che la fede cristiana esca dall’angolo: Cristo non ha fondato una nuova religione, ma ha portato una vita nuova!».
Destinatari
Tutti.
Autore
ARMANDO MATTEO è docente di teologia presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma e l’Istituto Teologico Calabro «S. Pio X» in Catanzaro. Ha pubblicato numerosi testi sul destino del cristianesimo, tra i quali: Come forestieri. Perché il cristianesimo è divenuto estraneo agli uomini e alle donne del nostro tempo, Rubbettino 2008; Presenza infranta. Il disagio postmoderno del cristianesimo, Cittadella 2008; La prima generazione incredula, Rubbettino 2011; Nel nome del Dio sconosciuto, EMP 2011; La fuga delle quarantenni, Rubbettino 2012. TIMOTHY RADCLIFFE è un teologo domenicano, già docente di sacra Scrittura all’Università di Oxford, Maestro generale dell’Ordine dei Predicatori dal 1992 al 2001. Attento ai cambiamenti sociali e religiosi del nostro tempo, è apprezzato conferenziere e scrittore. Tra i suoi libri: Cantate un canto nuovo. La vocazione cristiana, EDB 2001; Testimoni del vangelo, Qiqajon 2004; Le sette parole di Gesù in croce, San Paolo 2006; Il punto focale del cristianesimo. Cosa significa essere cristiani?, San Paolo 2008; Essere cristiani nel XXI secolo, Queriniana 2011.
Un nuovo libro di Timothy Radcliffe, dallo stile sempre vivace e appassionato, che invita a riscoprire il battesimo. E sprona a essere autentici, a scommettere la propria vita su Cristo: a prendere il largo, insomma, avventurandosi in mare aperto. Soltanto così la fede cristiana potrà prosperare negli anni a venire.
Descrizione
La fede cristiana potrà prosperare soltanto se riscopriremo il battesimo. Ovvero soltanto se sapremo superare sia la sfida del secolarismo, sia la sfida del fondamentalismo religioso. Immergersi nelle acque feconde e salutari del fonte battesimale è fare il grande passo, perché quello è un gesto che condensa in sé i momenti più profondi della vita umana: la nascita, la crescita, l’innamoramento, il coraggio di donarsi agli altri e di sacrificarsi, la ricerca di senso, la sofferenza e il fallimento, la morte e la risurrezione.
«Se coglieremo la bellezza di questo semplice sacramento, la chiesa rifiorirà e sarà vigorosa nell’offrire la buona notizia al mondo in cui viviamo».
I lettori di Timothy Radcliffe, autore di una serie di autentici best-seller, non ne rimarranno delusi.
«Un libro di ampio respiro, pieno di saggezza e di simpatia. Radcliffe affronta dapprima le esitazioni e le domande pratiche dei nostri contemporanei. Poi, passando in rassegna i riti della liturgia battesimale, discute svariati aspetti della fede cristiana, come la sua identità e le sue sfide permanenti. Nel far questo egli mostra una profonda conoscenza della teologia sacramentale, ma anche una profonda compassione e sollecitudine pastorale per le persone reali. Forte della sua esperienza e della sua cultura, mette in campo un approccio inclusivo, trovando appoggio volta per volta nei vangeli e nell’insegnamento della chiesa. Ma soprattutto mostrandosi sempre lucido e onesto» (da Spirituality).
Se si vuole che il cristianesimo continui a vivere e a crescere, proiettato nel XXI secolo, occorre evitare due tentazioni: la prima è quella di rinchiudersi in un ghetto, l’altra è quella di assimilarsi alla società ed essere succubi di una cultura ormai secolarizzata. Dobbiamo invece stare con la gente, condividerne i problemi. Metterci al fianco dei nostri contemporanei, in ascolto del Vangelo e degli insegnamenti della Chiesa. E solo allora potremo scoprire insieme una Parola che va condivisa.
«Padre Radcliffe affascina: ti lega con il suo stile e i suoi contenuti, profondi, ma presentati in modo gradevole, simpatico. Il suo humour spesso sorprende, perché da sempre siamo abituati al fatto che i discorsi seri vanno affrontati in modo serio. E invece è proprio questa la magia delle sue riflessioni: pur essendo profondamente aderenti alla vita, le parole di padre Timothy portano in alto, elevano lo spirito, appassionano a visioni belle di futuro, che danno senso al nostro essere cristiani e ci fanno amare profondamente e autenticamente Dio e il mondo. Da questa interazione gioiosa nasce spontaneamente rinnovata e rafforzata la speranza, che dovrebbe essere la dote di ogni cristiano» (dalla Prefazione di Paul Renner).
Il presente libro raccoglie gli scritti più recenti dell’autore sui temi dell’attualità ecclesiale e teologica.
Perché andare in chiesa? Il dramma dell’eucaristia
di Timothy Radcliffe.
Molti trovano noioso e inutile andare in chiesa. A che cosa serve?
Secondo Timothy Radcliffe, l’eucaristia opera ad un livello profondo, trasformando la nostra umanità per condividere così la vita di Dio. L’ascolto delle letture, l’omelia e il Credo ci conducono attraverso le crisi e le sfide della fede. Dall’offertorio fino al termine della preghiera eucaristica siamo immersi nella speranza, che è stata quella di Gesù, quando ha dovuto affrontare il Venerdì Santo. Infine, dal Padre Nostro fino al congedo finale, soprattutto al momento della Comunione, veniamo formati come persone capaci d’amore.
Perché andare in chiesa? Per essere mandati.
destinatari
Un libro per tutti i credenti.
autore
Timothy Radcliffe è padre domenicano. Ha studiato a Oxford e Parigi, ha insegnato teologia a Oxford e ha lavorato nella pastorale rivolta alle persone malate di AIDS. È stato Provinciale dell’Ordine in Inghilterra e successivamente, da Maestro dell’Ordine Domenicano, ha viaggiato a lungo in Asia, Africa e America Latina. Con l’editore San Paolo ha pubblicato: Le sette parole di Gesù in croce (2006); Il punto focale del cristianesimo. Che cosa significa essere cristiani? (2008). Vive a Blackfriars, Oxford.
Al cuore della nostra fede
c’è il dono di un corpo:
“Questo à il mio corpo, offerto per voi”.
“Io penso che il modo migliore per intravedere qualcosa della profondità e della bellezza della sessualità sia meditare sull’ultima cena. Essa ci insegna che cosa significa donare il proprio corpo ad altri. Nel cristianesimo si parla molto di amore, ma a volte sembra che questo amore sia un po’ astratto, avulso dalla realtà. Eppure è necessario amare con quello che siamo, con la nostra sessualità, i desideri, le forti emozioni”.
Noi dobbiamo amare le persone
in modo che esse siano libere
di amare gli altri più di noi.
Timothy Radcliffe (Londra 1945) è entrato fra i domenicani a vent’anni ed è stato maestro generale dell’Ordine dal 1992 al 2001. Ha insegnato a lungo Nuovo Testamento a Oxford, dove ora risiede. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Testimoni del vangelo.
Nell’anno del XXIV Congresso eucaristico nazionale (Bari 21-29 maggio 2005), la domenica è al centro della riflessione della Chiesa italiana. Sul tema, il volume propone due contributi di mons. M. Magrassi e uno di p. T. Radcliffe. Si rendono così disponibili le relazioni tenute dal compianto arcivescovo di Bari-Bitonto in due diverse Settimane liturgiche nazionali: nella prima egli rilegge il giorno domenicale nel triplice riferimento alla risurrezione di Cristo, in quanto memoria dell’evento pasquale, presenza attuale del Signore risorto, attesa della consumazione nella gloria; nella seconda illustra il rapporto tra giorno del Signore (dies Domini) e giorno dell’uomo (dies hominis).
Lo scritto di p. Radcliffe, frutto di un intervento pronunciato all’Istituto di teologia ecumenico-patristica greco-bizantina “San Nicola” di Bari, affronta invece uno dei temi più attuali riguardanti la domenica: il bisogno di riposo. Egli lo rilegge sulla base di una solida interpretazione della Scrittura e della tradizione, a partire da un’inconsueta prospettiva, quella di un’approfondita analisi dell’odierna situazione socio-culturale.
«I due autori, due religiosi, sembrano dialogare a distanza, e usano la parola come “cetra” per toccare le corde più segrete del lettore. Allo stile semplice e accattivante di mons. Magrassi fa da “contrappunto” la prosa scintillante, non disgiunta da humor tutto inglese, di Timothy Radcliffe. Entrambi sanno parlare in modo suggestivo all’uomo di oggi, suscitando in lui la nostalgia del “giorno ottavo”» (dalla Presentazione).
Sommario
Presentazione (V. Angiuli). La Domenica “sacramento della Pasqua” (M. Magrassi). Giorno del Signore e signore dei giorni (M. Magrassi). Riposando nel Signore (T. Radcliffe).
Note sugli autori
Mariano Magrassi (1930-2004) nacque a Mombissaggio di Tortona (AL). Sacerdote nel 1953, l’anno successivo emise i voti monastici nell’ordine benedettino e nel 1972 fu eletto abate del monastero Madonna della Scala a Noci (BA). Nominato arcivescovo di Bari nel 1977, cinque anni dopo gli fu affidata anche la Chiesa di Bitonto. Fu presidente del Centro di azione liturgica (CAL). Costretto da una grave malattia a rinunciare nel 1999 al governo della diocesi, si ritirò nel monastero di Noci, dove trascorse gli ultimi anni della sua esistenza.
Timothy Radcliffe op (1945), maestro dell’Ordine dei frati predicatori (domenicani) dal 1992 al 2001, proviene dalla provincia inglese dove ha ricoperto principalmente mansioni di docenza universitaria (è stato per una decina d’anni professore di Nuovo Testamento a Oxford). Sensibile alla dimensione sociale della fede cristiana, è capace di coniugare una straordinaria capacità di percezione dello spirito della modernità con una profonda riflessione teologico-spirituale. Con le EDB ha pubblicato: Cantate un canto nuovo. La vocazione cristiana (22002).
“Il villaggio globale offre un mondo che è sensibile ai segni.
In questo World Wide Web la gente ha fame di felicità e di appartenenza.
Noi cristiani possiamo rendere visibili una felicità
e un’appartenenza che vanno al di là delle parole,
ma che possono toccare i desideri più profondi delle persone”.
“Pregare non è pensare a Dio. Quando siamo con gli amici non pensiamo a loro, stiamo con loro. Pregare è stare con Dio”. Qui c’è tutto p. Timothy Radcliffe: la sua umanità, la sua fede, la sua sete di verità, la sua gioia di vivere e far vivere... Le pagine di questo libro – in cui un’intervista a cuore aperto viene accostata ad alcuni tra i testi più significativi del suo magistero non solo per l’Ordine dei Predicatori e per la vita religiosa, ma anche e soprattutto per la chiesa nel suo insieme – ci svelano un cristiano da ascoltare perché a sua volta è ascoltatore della Parola e ascoltatore dell’uomo. Il lettore, qualunque sia la sua vocazione specifica nel cammino sulle tracce di Cristo, potrà “stare” un po’ in compagnia di un amico e, attraverso di lui, ritrovarsi a “stare con Dio”, amico dell’umanità, nell’attesa di vederne il volto tanto cercato negli sguardi dei fratelli e dei sofferenti.
(dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi, priore di Bose)
Timothy Radcliffe (Londra 1945) è stato dal 1992 al 2001 Maestro generale dell’Ordine dei Predicatori e ottantaquattresimo successore di san Domenico: in tale veste ha visitato i conventi maschili e femminili dell’Ordine nei cinque continenti. Entrato fra i Domenicani a vent’anni, ha insegnato a lungo Nuovo Testamento a Oxford, dove ha ora ripreso a risiedere.
La raccolta propone alcuni saggi e discorsi dell’ex maestro generale dei domenicani, la cui chiarezza, profondità e saggezza sono ormai note al grande pubblico. I testi racchiudono un’esperienza di straordinario respiro e una ricchezza di visioni non limitate alla vita religiosa, ma estese alla chiamata apostolica di tutti i credenti.
Il titolo vuole mettere in evidenza la vitalità della vita religiosa oggi, invitando – come suggeriva sant'Agostino – a cantare per vincere la paura, che è la più grande nemica della vita cristiana. "So che questo titolo, Cantate un canto nuovo può apparire inadeguato, poiché nulla di quanto scrivo è realmente nuovo. […] Non ho esitato a impossessarmi di qualsiasi esperienza incontrata durante i miei viaggi e a condividerla. Dopo tutto, sono un frate questuante. La novità del canto consiste nella irrefrenabile novità di Dio, non nella mia" (dalla Prefazione).
Note sull’autore
Timothy Radcliffe op (1945), maestro dell’Ordine dei frati predicatori (domenicani) dal 1992 al 2001, proviene dalla provincia inglese dove ha ricoperto principalmente mansioni di docenza universitaria (è stato per una decina d’anni professore di Nuovo Testamento a Oxford). Sensibile alla dimensione sociale della fede cristiana, è capace di coniugare una straordinaria capacità di percezione dello spirito della modernità con una profonda riflessione teologico-spirituale. Tra i suoi libri, ricordiamo l’ultima pubblicazione I Call You Friends, London-New York 2000.