Questo volume intende offrire il primo contributo del Centro di studi sul genocidio, attivato presso la Lium, la Libera Università di Scienze Umane e Neuroscienze di Bellinzona (Canton Ticino). L'intenzione del libro è di approfondire ciò che l'antropologia, la storia e il diritto, da un lato, e la psicodinamica dall'altro possono offrire per aprire il quadro di riferimento investigativo, proponendo un approccio integrato psico-storico in grado di far parlare tra loro linguaggi spesso distanti, benchè interrelati e applicati a contenuti comuni.
I crimini violenti rappresentano un campo della condotta umana semplicemente abnorme, deformato rispetto a un variegato quanto complesso spettro di presentazione della cosiddetta normalità, ma non estraneo ad essa. Il crimine violento viene analizzato in questo volume mediante gli strumenti della psicologia criminale, utilizzando numerosi riferimenti teorici, dalla psicopatologia alla psicologia giuridica, alla psicodinamica. Agile nella sua struttura, il testo mette in luce le diverse sfaccettature con cui si presenta la condotta criminale spinta al suo estremo.