La giusta accoglienza della nuova edizione chiede di non perdere un’occasione preziosa, così è stata definita anche dai Vescovi italiani nella lettera con cui “riconsegnano” il Messale alla Chiesa italiana, per riscoprire la fecondità del celebrare l’Eucarestia e far riemergere tutta la bellezza di questo rito che forse, troppo spesso, rischia di sfiorire sotto il peso della routine pastorale. Cogliamo al volo la possibilità di far risplendere la celebrazione dell’Eucaristia in tutte le sue potenzialità, così come l’ha pensata il Concilio e come ci è stata consegnata nella Riforma liturgica. La liturgia è fatta per essere vissuta, per essere celebrata e sperimentata in modo che quello che celebriamo si faccia vita: le innovazioni introdotte hanno la funzione di rispondere al mutato linguaggio e alla mutata sensibilità dei fedeli del nostro tempo per aiutarli a comprendere più pienamente e consapevolmente la realtà dell’Eucaristia: la presenza e la centralità di Cristo, che celebra la propria morte e resurrezione per la nostra salvezza. La vera liturgia presuppone che Dio, parlandoci, ci mostri come possiamo adorarLo e testimoniarLo con la nostra vita. Un valore carismatico che possiamo riscoprire proprio a partire da don Bosco, ricordando l’importanza da lui attribuita a particolari espressioni della vita liturgica, quali la frequente Confessione, la frequente Comunione e la Messa quotidiana, ritenute le colonne del suo sistema educativo. Ciò si invera ancora di più pensando a tutto l’ardore che veniva vissuto a Valdocco nella preparazione delle celebrazioni dell’anno liturgico, soprattutto le più importanti.
Un sussidio biblico liturgico per studiare e pregare alla luce della Parola di Dio contenuta nella Messa e nelle antifone, orazioni e prefazi dei tempi di Quaresima e Pasqua. Un tentativo d'intercettare la "danza" delle parole, ispirate da Dio e trasmesse dall'uomo, che si librano nella Scrittura e che la Chiesa lascia risuonare nella sacra Liturgia... Il testo ripercorre la fede della Chiesa e la sua intelligenza delle Scritture, da Quaresima a Pasqua, invitando il lettore a pregare, studiare e contemplare la Parola.
Questo libro è stato pensato per tutti coloro che si sentono chiamati ad una partecipazione più attiva, piena e consapevole alla Messa. Per quanti amano la Parola e credono che essa è decisiva per riconoscere la presenza salvifica di Gesù nell'Eucarestia. Per i sacerdoti, catechisti, insegnanti, operatori pastorali, ma anche studenti di teologia, secondo lo stile suggerito da frate Francesco al confratello Antonio, studiare, "ma senza estinguere lo spirito di santa orazione". Non accontentiamoci di una presenza superficiale alla Messa, entriamo invece nella divina liturgia imparandone lo spartito.
Nei cinque capitoli che compongono l'opera, l'autore si attiene rigorosamente a quanto descritto nel titolo. Ruppi introduce il lettore nelle realtà sacramentali, che si compiono nel tempio, attraverso l'approccio dei concetti di storia della salvezza, di celebrazione dei misteri di Cristo, di riti sacramentali, di parole e gesti salvifici. In maniera sintetica, della mistagogia viene presentato il metodo, il fine, il ministero della Parola nelle principali e varie espressioni che garantiscono una trattazione, semplice nell'esposizione, rigorosa sotto il profilo teologico e liturgico, attenta alle istanze catechetiche e pastorali della presente stagione ecclesiale, rispondendo alle sollecitazioni di una vera e sapiente mistagogia. I destinatari dell'opera sono gli studenti delle Facoltà Teologiche e degli Istituti Superiori di Scienze Religiose, i pastori e gli altri operatori pastorali, soprattutto catechisti e animatori della liturgia. Inclusi, naturalmente, i fedeli desiderosi di scoprire il significato e il valore dei Sacramenti. Per il suo stile piano potrà essere messa in mano anche ai fedeli desiderosi di riscoprire il significato e il valore di quei «capolavori di Dio» - come li definisce il Catechismo della Chiesa cattolica - quali sono appunto i Sacramenti di Cristo e della Chiesa.
Contenuto
L'impegno di guidare i singoli fedeli e le comunità cristiane nella comprensione e nell'esperienza dei segni sacramentali resta un impegno prioritario e imprescindibile per celebrare autenticamente e vivere con coerenza il memoriale delle parole e dei gesti compiuti da Cristo nei giorni della sua vita terrena. I sacramenti non possono ridursi ad atti di costume e di tradizione, a forme espressive di una vaga religiosità e neppure a semplici «mezzi» di grazia per vivere da cristiani. Essi sono piuttosto i segni della nuova alleanza; i «momenti forti» dell'incontro, del dialogo e della comunione che Dio realizza con gli uomini in Cristo Gesù; sono l'attualizzazione, nel «qui» e nell'«oggi» della comunità dei discepoli di Gesù.
Destinatari
Animatori pastorali, liturgisti, presbiteri e laici.
Autore
Don Giuseppe Ruppi, nato a Taranto nel 1960, è salesiano dal 1980. Laureatosi in filosofia con indirizzo psicologico e licenziato in sacra liturgia presso il Pontificio istituto liturgico S. Anselmo, è docente di liturgia e teologia presso l’ISSR di Potenza e il Seminario Teologico di Basilicata, nonché giornalista pubblicista dal 2002. Collabora dal 1994 con alcune riviste nell’ambito della pastorale liturgica e dell’animazione giovanile; è parroco a Foggia e dal 2006 delegato episcopale per la vita consacrata della diocesi di Foggia - Bovino.