Nato cittadino ateniese, Senofonte è stato forse il più celebre ammiratore del modello di vita spartano nella Grecia antica. Nell'esercito spartano combatté contro i Persiani e contro la sua stessa patria, Atene; a Sparta volle risiedere negli ultimi anni della sua vita avventurosa; a Sparta, e secondo il costume della città, volle che fossero allevati i suoi figli. Si spiega così il tono entusiastico che pervade i due scritti raccolti in questo volume: il primo tesse le lodi dell'antica costituzione di Licurgo; il secondo è un lungo epitaffio del re Agesilao, figura discussa e controversa già ai suoi tempi, ma soprattutto amico e protettore di Senofonte, che vede in lui l'ultima incarnazione dei tradizionali ideali virili delle leggi della città.
Scritto nel 350 a.C. circa, rappresenta probabilmente uno dei primi trattati sull'equitazione del mondo occidentale. Senofonte illustra come selezionare, gestire e trattare i cavalli, sia per uso militare che per lavoro, e descrive anche i principi del dressage classico, oltre a raccomandare una tecnica di addestramento basata sulla collaborazione tra uomo e animale.
In un periodo storico nel quale Atene è costretta a ripensare sé stessa e l'economia diventa uno dei temi fondamentali del dibattito pubblico, i Poroi di Senofonte - opera inclusa tra i lavori minori dell'autore - appaiono fondamentali per ricostruire gli aspetti economici e le condizioni sociali dell'Atene del IV secolo. Composta all'indomani della Guerra Sociale, quest'opera non è soltanto l'ultimo lavoro di Senofonte, ma anche la prova della sua riconciliazione con Atene, città alla quale lascia in eredità un insieme di idee e lezioni volte a farle riacquistare una posizione di preminenza all'interno della Grecia. Senofonte legittima, come in parte aveva già fatto nell'Economico, le idee di capitale, guadagno e profitto; introduce il concetto, per certi versi rivoluzionario, di finanziamento dal basso e investimento sul lungo periodo. L'opera ci permette di acquisire una visione diversa dell'economia e dell'amministrazione ateniese.
Una traduzione di tutti gli scritti socratici di Senofonte con testo greco a fronte in volume unico e con relativi apparati mancava in Italia. La studiosa Livia De Martinis ha curato un lavoro completo in tutte le sue parti: chiara traduzione, ricche prefazioni, note per le singole opere, bibliografia e indici analitici. Questo si imponeva come necessario, proprio per le complesse informazioni che la comprensione storico-ermeneutica di questi scritti richiedono. Inoltre, dal momento che, per lo più, Senofonte in queste opere presenta ciò che dice in forma dialogica, era necessario cercare di evidenziare tale procedimento strutturale anche formalmente, ossia scandire con gli «a capo» domande e risposte, e quindi rispettare il metodo dialettico socratico in modo conveniente, come spesso si è invece trascurato di fare, presentando il testo tutto di seguito con l’introduzione di titoli che aiutano la lettura e la comprensione dei testi. Giovanni Reale ha ritenuto opportuno presentare un esauriente Saggio introduttivo, seguendo una linea metodologica fondata soprattutto sulla interpretazione analitica dei testi. Senofonte si impone come un testimone storicamente credibile per intendere Socrate su alcuni concetti essenziali, come già in passato Reale ha dimostrato in altri suoi scritti, in particolare nel volume Socrate, alla ricerca della sapienza umana, opera che ha avuto molta fortuna (pubblicata dapprima dalla Rizzoli, Milano 2000 e poi dalla Bur con varie riedizioni 2001; 20135 e tradotto in lingua greca), e dalla quale ha ripreso alcuni punti-chiave, con ampliamenti e approfondimenti. Senofonte ha intenso in modo perfetto la figura morale di Socrate come un “modello” da imitare e come un uomo che ha saputo vivere una “vita felice” come nessun altro. Malgrado i limiti filosofici, Senofonte offre significativi contributi per l’interpretazione del pensiero di Socrate, in particolare per quanto riguarda alcuni concetti morali e teologici. Insieme ai dialoghi di Platone, gli scritti socratici di Senofonte, soprattutto i Memorabili, si impongono come un punto di riferimento paradigmatico, irrinunciabile per intendere uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi.
Nato cittadino ateniese, Senofonte è stato forse il più celebre ammiratore del modello di vita spartano nella Grecia antica. Nell'esercito spartano combattè contro i Persiani e contro la sua stessa patria, Atene; a Sparta volle risiedere negli ultimi anni della sua vita avventurosa; a Sparta, e secondo il costume della città, volle che fossero allevati i suoi figli. Si spiega così il tono entusiastico che pervade i due scritti raccolti in questo volume: il primo tesse le lodi dell'antica costituzione di Licurgo, che con somma saggezza regolò ogni aspetto della vita spartana, imponendo un modello che l'autore dipinge come esemplare; il secondo è un lungo epitaffio del re, amico e protettore di Senofonte, Agesilao, figura assai discussa e controversa già ai suoi tempi, ultima incarnazione di quei tradizionali ideali virili che permeano le leggi licurghee. Nonostante la passione politica ai limiti della partigianeria che anima le pagine di Senofonte, queste appaiono a tutt'oggi come una testimonianza d'eccellenza sull'ultimo periodo di potenza e sul declino della città lacedemone.
L'"Anabasi" è il racconto del lungo e avventuroso viaggio verso la patria e la salvezza di diecimila mercenari greci, assoldati dal principe ribelle Ciro, sconfitti e abbandonati nel cuore dell'Asia minore, in mezzo ai nemici. La narrazione scabra ed essenziale di un'incredibile epopea narrata dall'uomo che prese il comando della spedizione: lo storico greco Senofonte. Le "Elleniche" raccontano la storia della Grecia dall'ultima fase della guerra del Peloponneso alla battaglia di Mantinea (411-362 a.C.). Un resoconto di cose militari condotto con la vivacità e l'immediatezza di un grande narratore.
L'arte della cavalleria (Perì Hippikès) e Il manuale del comandante della cavalleria (Hipparchikòs), scritti dal greco Senofonte attorno al 370 a.C., costituiscono i più antichi trattati sull'equitazione oggi esistenti, e conservano dopo ventiquattro secoli una sorprendente freschezza e validità, essendo ancora oggi utilizzati dagli studiosi e dagli appassionati di ippica come guida e fonte di preziosi insegnamenti pratici. È autore dell'indimenticabile Anabasi, l'epica ritirata dei Diecimila, si avvale della sua esperienza di letterato, di avventuriero e di uomo d'armi per analizzare nei dettagli i requisiti e le virtù ideali del cavallo da guerra, l'armamento, l'equipaggiamento, l'addestramento e le tecniche d'impiego dei reparti, nonché i doveri e le astuzie che devono guidare il buon comandante di cavalleria. I due trattati vengono tradotti e riproposti insieme, con il testo greco a fronte, per consentire di ricostruire con precisione un aspetto importante dell'arte bellica antica, da cui trassero insegnamento e ispirazione tutte le culture guerriere dell'occidente eredi della civiltà greca. I due testi vengono preceduti da un'ampia e dettagliata introduzione che descrive la storia, l'equipaggiamento e l'impiego della cavalleria greca dalle origini fino all'epopea di Alessandro il Grande, con decine di illustrazioni originali in bianco e nero e 8 tavole a colori.