Le parolacce sono i palliativi verbali delle molteplici miserie e angosce che segnano l'umano arrancare. Con vivacità e ironia, il volume racconta la storia del colorito frasario volgare e mostra che il linguaggio basso e sprezzante, per la sua straordinaria potenza emotiva, esiste da sempre. Negli ultimi decenni, però, il turpiloquio ha infranto le barriere che ne regolavano la circolazione: non è più "una cosa da uomini" né una risorsa espressiva di uso marginale, ma è sconfinato dal privato al pubblico, nella fluviale comunicazione social e perfino nel dibattito politico. Ecco perché la nostra è stata definita «l'epoca d'oro dell'ingiuria».
Non solo Dante, Leopardi, Manzoni: nella costruzione della lingua italiana un ruolo importante è quello svolto da tanti umili personaggi senza nome, privi di prestigio e spesso di cultura. Ma il loro prezioso contributo - messo in risalto nel libro - rivela aspetti della comunicazione altrimenti condannati per sempre all'oblio collettivo. "Pocoinchiostro", il soprannome di un giovane che negli anni dell'Unità stilava lettere di ricatto per le bande di briganti analfabeti, allude anche all'attuale affermazione dei nuovissimi mezzi digitali, che hanno ridotto l'inchiostro a simbolo obsoleto.
La Grammatica italiana di base spiega in maniera chiara e ben strutturata come è fatta la nostra lingua, le regole che la governano e le eccezioni che la caratterizzano, sia nell'ambito della lingua scritta e formale, sia in quello del parlato e dello standard. Lo fa con parole semplici, con uno stile conciso e attraverso frequenti esempi, senza rinunciare all'approfondimento e alla completezza. È una grammatica adatta per lo studio, per chiarire dubbi e per colmare lacune. Questa terza edizione si arricchisce di numerosi esercizi, efficaci per un ripasso mirato e utili anche a un pubblico straniero con un livello di italiano medio-alto. Gli argomenti trattati nella Grammatica italiana di base sono: suoni e lettere; l'articolo; il nome; gli aggettivi qualificativi; gli aggettivi pronominali; i pronomi personali, relativi, allocutivi, doppi; il verbo; l'avverbio; la preposizione; la congiunzione; l'interiezione; la frase semplice; la frase complessa; la formazione delle parole. Gli esercizi in questo libro possono essere svolti anche online, al sito dizionaripiu.zanichelli.it/eliza/grammatica_italiana_base. A questo indirizzo sono inoltre disponibili ulteriori esercizi trasversali. Per accedere agli esercizi online è necessario disporre di una connessione Internet e, al primo accesso, registrarsi sul portale MyZanichelli (my.zanichelli.it)
A che punto è lo studio dell'italiano all'estero? Quali motivi spingono a intraprenderlo? Sulla base di un'indagine planetaria il libro mostra come la nostra lingua mantenga ancora una posizione di rilievo, promossa da una pluralità di fattori, in sintonia con le diverse anime di un paese che coniuga tradizione e modernità. Ma la sua carta migliore rimane ancora la forza di attrazione di una cultura in cui il mondo riconosce uno dei vertici della civiltà occidentale.
Un ritratto ironico e leggero della grammatica e del vocabolario della disunione italiana, a cominciare dalle aggressive formule usate da italiani contro altri italiani. Che non risparmiano neppure il nome del paese, apertamente deriso attraverso parole come "Italietta", "italioti", "italico", "italiesco" o espressioni come "Italia alle vongole" e "all'italiana". Di questi e di tanti altri stereotipi negativi (da "terrone" a "polentone", da "sudici" a "lumbard", da "beduino" nel senso di "meridionale" a "baluba" nel senso di "settentrionale") si dà conto in questo libro, che ricostruisce una storia divertente oltre che istruttiva. L'autore discute anche della faziosità attribuita a Dante; confronta i problemi linguistici della giovane Italia unita del 1861 con quelli di oggi, spiegando perché gli italiani non capiscono le parole dell'inno nazionale; descrive Roma come capitale "alla matriciana", anzi come "capoccia"; tratteggia le diverse immagini del paese che emergono dai neologismi di origine dialettale.
Pietro Trifone è professore di Storia della lingua italiana nell'Università di Roma Due "Tor Vergata". Con il Mulino ha già pubblicato "Malalingua. L'italiano scorretto da Dante a oggi" (2007). Ha inoltre curato "Lingua e identità. Una storia sociale dell'italiano" (II ed. Carocci, 2009).
I protagonisti di questo libro sono dieci nuclei generativi dell'immaginario nazionale: cucina, moda, opera lirica, cinema, televisione, politica, burocrazia, sport, letteratura per l'infanzia, religione. L'attenzione si rivolge soprattutto alla lingua di una schiera di mediatori culturali che hanno concorso a fornire agli italiani le coordinate per un progetto di destino comune: il Collodi di "Pinocchio", l'Artusi della "Scienza in cucina", i librettisti, gli uomini di governo e di chiesa, i giornalisti, i registi, fino a Mike Bongiorno. Sul tessuto connettivo di questo artigianato della lingua e della cultura è maturata nel paese un'identità di memorie più salda della sua stessa identità politica, sottoposta anzi a nuove tensioni destabilizzanti. Nella nuova edizione si è aggiunto un contributo panoramico di Luca Serianni sulle forze in gioco nella storia linguistica italiana, di cui va sottolineato il legame con il sottotitolo del volume: "Una storia sociale dell'italiano". La nuova edizione è inoltre corredata di un utilissimo indice delle forme notevoli.
La capitale d'Italia ha una storia linguistica turbinosa: l'originario dialetto di tipo meridionale ha conosciuto un'autentica metamorfosi nel Rinascimento, accostandosi al toscano, e poi ha continuato a modificare il suo volto, fino al neoromanesco "coatto" di oggi. Il testo mette in evidenza come, a dispetto di un'oleografica immagine bonacciona, queste incessanti trasformazioni riflettano i profondi contrasti sociali di una città proteiforme, caput mundi di michelangiolesco splendore e chiavica der monno bellianamente plebea.
Questo libro rovista nella "pattumiera" della lingua italiana: dal Dante più scorretto al Verga più anomalo; dalle storpiature dei comici come Totò agli strafalcioni degli studenti, ma anche di uno scrittore come, Svevo; dalle bizzarrie del linguaggio giovanile agli anglicismi e alle frasi fatte dei gerghi aziendali e mediatici. Come accade per tutte le cose, anche gli errori linguistici non sono più quelli di una volta. In passato i problemi nascevano dalla distanza tra la lingua parlata (il dialetto) e la lingua scritta (l'italiano), ma per chi è nato dopo gli anni Sessanta il rischio è quello opposto, di appiattire troppo lo scritto sul parlato. Sono cambiate le condizioni, eppure ieri come oggi, chi più chi meno, siamo tutti esposti al rischio della figuraccia, abbiamo tutti qualcosa da farci perdonare, una virgola, un accento, un suono, una desinenza, una parola, un costrutto. Tuttavia questo non è il solito libro contro la bistrattata "malalingua": tende semmai a riabilitarne alcuni aspetti, non certo le espressioni omologate, e tanto meno l'"inglesorum", ma i sani condimenti popolari e regionali che insaporiscono il nostro idioma mediterraneo.
La descrizione della strutture grammaticali della nostra lingua, riportata in questo volume, è accompagnata da un insieme di percorsi informativi linguistica storica, sociolinguistica ecc. - e dall'analisi di settori particolari - dalla formazione delle parole alla tipologia dei neologismi, dal prestito linguistico ai moderni linguaggi settoriali - così da avere un quadro completo dei vari fenomani presenti nell'italiano di oggi. L'opera contiene anche 79 intertesti di linguistica e un glossario linguistico di oltre 300 termini.