Il volume mette a fuoco alcuni aspetti dell'intersezione fra la nozione di vulnerabilità e quella di percezione sensoriale. Quest'ultima non è mai neutrale, e in essa può fiorire sia la motivazione a discriminare le figure vulnerabili sia l'argomentazione che a tale discriminazione si oppone sul piano normativo. Lontano da ogni intento di rigida categorizzazione, il libro propone un possibile percorso argomentativo che collega ciascun senso a una figura della vulnerabilità: la "razza" è così associata a simbolismi visivi del colore e dell'occhio, e lo "straniero morale" è la figura che sfida le nostre capacità di ascolto. Attraverso la metafora dei cinque sensi, si giunge così a scandagliare alcune dinamiche culturali e giuridiche che orientano il rapporto tra percezione e discriminazione, e che si annidano in varie articolazioni sociali e istituzionali.
Il volume fornisce un quadro di sintesi della riflessione filosofico-giuridica contemporanea che si compone di saggi introduttivi al pensiero degli autori più significativi dei nostri giorni. I concetti chiave sui problemi normativi e sulla morale, sulla legge e sull'interpretazione costituzionale, vengono chiariti attraverso l'esposizione del pensiero delle grandi figure filosofiche del nostro tempo, dando origine da un lato a un capitolo "aperto" di storia della filosofia del diritto e dall'altro a uno strumento per ripensare in modo non banale le delicate questioni di etica pubblica: dall'aborto ai problemi di diritto costituzionale, dai diritti degli omosessuali al multiculturalismo, dal principio di uguaglianza alla sfida del femminismo.