
La domanda che dà origine a questa ricerca è quella sulla nozione di «diritti» di cui è titolare la Chiesa cattolica; sul contenuto e sulle implicanze giuridiche di questa affermazione; il suo senso nell’ordinamento canonico e la sua proiezione dinanzi alla Comunità politica.
La trattazione verte sull’insieme delle disposizioni del Codice di diritto canonico che contengono affermazioni sull’autonomia della Chiesa in se stessa e dinanzi ai poteri temporali, espressa in diritti e libertà qualificati come «propri», «esclusivi», «nativi», «originari» o con altri aggettivi somiglianti. Queste norme, sia per il fatto di attribuire certi diritti alla Chiesa come soggetto giuridico, sia perché quei diritti sono attribuiti con qualche qualificazione speciale, portano a pensare che questi diritti manifestano il convincimento della Chiesa sulla pienezza del proprio ordinamento giuridico.
Il presente lavoro si propone di analizzare, in sintonia con il magistero conciliare sulla libertà religiosa e sul rapporto Chiesa-Comunità politica, la possibilità del ricupero dell’argomento dei diritti nativi in diverse prospettive, soprattutto la prassi concordataria postconciliare. In questo modo si cerca di rivalutare la presenza delle affermazioni sui diritti nativi nel Codice, rilevando la loro funzione attuale nell’ordinamento canonico e verso la Comunità politica.
Un contributo alla costruzione di un'Italia laica e rispettosa di tutte le fedi religiose
La libertà religiosa come "termometro" delle altre libertà
La proposta di istituire una Giornata della libertà di coscienza, di religione e di pensiero
Voci laiche, cattoliche, ebraiche e protestanti ripropongono la questione del rapporto tra libertà e democrazia, ossia della libertà religiosa e delle libertà-sorelle – la libertà di coscienza e di pensiero –, che oggi si pone drammaticamente in molti paesi e che in Italia attende ancora una legge.
Dalla quarta di copertina:
In un'Italia in cui le identità religiose e culturali cambiano e si moltiplicano, è fondamentale sottolineare – in base al principio dell'eguale libertà delle confessioni religiose – il carattere di laicità delle istituzioni pubbliche, che costituisce la migliore garanzia per un pieno sviluppo delle fedi.
Giuristi, storici, parlamentari, giornalisti e teologi, laici, cattolici, ebrei e protestanti si confrontano così in queste pagine sui temi della libertà, in particolare quella di religione, e sul suo rapporto con la democrazia.
Pur garantita dalla Costituzione, la libertà religiosa – termometro di ogni altra libertà – in Italia attende infatti ancora una legge...
Gli Autori:
Dora Bognandi
Gabriella Caramore
Leonardo De Chirico
Paolo Ferrero
Angelo Gargano
Maurilio Guasco
Gianni Long
Lucio Malan
Domenico Maselli
Roberto Mazzeschi
Carmine Napolitano
Jean Jacques Peyronel
Paolo Ricca
Anna Segre
Stefano Sicardi
Valdo Spini
Roberto Zaccaria
Nessuna delle categorie giuridiche intorno alle quali si organizza oggi la teoria del diritto può essere considerata semplicisticamente fuori gioco: né la sovranità, né l'ordinamento, né i diritti, né la giurisdizione. Tuttavia, nessuna sembra avere più il significato che le aveva dato la scienza giuridica stratificandosi nei secoli. Da una parte, si parla di degiuridificazione, deregulation, di deroghe e di eccezioni, di regolazione extragiudiziale delle controversie, insomma di svuotamento della capacità ordinativa dello strumento giuridico. Dall'altra, mai come in questo periodo è cresciuta l'enfasi sul nesso diritto-diritti, tanto dal punto di vista delle attese e dei bisogni "dal basso", quanto in funzione della garanzia di un nucleo universalistico minimo di principi e regole di matrice neoilluminista, a fronte del risorgere di conflitti identitari estremi. La realtà è che, a dispetto delle speranze seguite alla caduta del Muro di Berlino, il mondo è stato globalizzato sì, ma non dal diritto. Riprendendo e rinnovando alla luce delle sfide attuali un percorso di ricerca iniziato un trentennio fa con il volume "Decisione e norma", l'obiettivo di questo lavoro è quello di sondare la capacità di alcune categorie centrali della teoria generale del diritto di rappresentare la mobilità del nuovo quadro, senza occultarne ideologicamente l'opacità, restituendo il diritto al ruolo attivo, anche se solo relativamente libero, dei consociati.
Il 17 volume (il 7mo della nuova serie) della pubblicazione periodica del Tribunale della Sacra Rota Romana, relativo all'attività dell'anno 2007.
La prestigiosa collana Studi Giuridici" della Libreria Editrice Vaticana raccoglie contributi di esperti di diritto canonico e non solo su singoli temi monografici. Strumento utilizzato da numerose Università in Dipartimenti e Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche. "
Benedetto XVI ha parlato recentemente di una «rassegnazione» dell’uomo di fronte alla verità, indicando in questo atteggiamento il «nocciolo della crisi dell’Occidente». Se per l’uomo non esiste una verità – aggiungeva il Papa – egli, in fondo, non può neppure distinguere tra il bene e il male e quindi non può fondare ragionevolmente il giusto e l’ingiusto.
Da qui l’attualità della questione trattata in questo libro, che può riassumersi nella domanda: da dove nasce il diritto? Un interrogativo reso oggi più urgente e nello stesso tempo più arduo dalla crisi della metafisica e dalla progressiva perdita di fiducia nella ragione, nella sua capacità di conoscere la verità.
Un teologo, un filosofo del diritto, un costituzionalista affrontano qui il problema del fondamento del diritto, intervenendo a partire dalle rispettive competenze, ma mettendo in ogni caso in gioco le proprie convinzioni di fondo sull’etica, la politica, la società. Tre distinti contributi esprimono il punto di vista di ciascuno. Segue un dibattito in cui gli autori si coinvolgono in un serrato paragone, discutendo insieme punti problematici e prospettive di approfondimento.
Con un intervista a cura di Sergio Cristaldi e Giuseppe Di Fazio
GLI AUTORI
FRANCESCO VENTORINO (Catania 1932) già ordinario di Storia e Filosofia nei Licei, è docente emerito di Ontologia e di Etica presso lo Studio Teologico “S. Paolo” di Catania. Per Marietti ha pubblicato Amicizia coniugale (Milano, 2007).
PIETRO BARCELLONA (Catania, 1936) è docente di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Catania. È stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura e in seguito deputato e membro della Commissione giustizia della Camera. È autore di molte pubblicazioni.
ANDREA SIMONCINI (Giulianova, 1961) è professore ordinario di Diritto Costituzionale presso l'Università degli Studi di Firenze dove insegna anche Diritto dell'Ambiente. Le sue pubblicazioni sono rivolte allo studio delle fonti del diritto.
Il presente volume introduce i molteplici problemi che ci attendono nei prossimi anni all'insegna del web. Sono, fra i tanti, i temi proposti con il free software, l'open source, la "neutralità" della rete, la tutela della privacy o del copyright, il Web semantico o 3.0 e la produzione di beni comuni con la condivisione di risorse tramite sistemi p2p. Là dove rimane ancora del tutto aperto il dissidio tra una tendenza all'accentramento del controllo delle risorse prodotte in rete e un'opposta tendenza al decentramento, fra cultura del permesso e cultura libera, l'intento è di mostrare la posta in gioco nell'intreccio di motivi filosofico-giuridici, politici e socio-economici. Nella consapevolezza che la tecnica non solo amplia ma muta anche il senso delle nostre domande, vengono poste le basi teoretiche per le sfide che ci attendono a breve, con la progressiva convergenza di vita on line e off line che va già delineando le favelas digitali del futuro.
Il volume affronta, con ampia prospettiva storica, le complesse questioni relative all'affidamento dei figli minori in occasione della crisi della coppia, dedicando particolare attenzione alle più recenti riforme legislative che hanno introdotto come regola generale il cd "affido condiviso".