A fronte di rapide trasformazioni geo-politiche globali, il tema dei diritti fondamentali - quale sia la loro struttura, quali debbano considerarsi tali, in qual modo li si possa garantire, quale il rapporto con la cittadinanza e la democrazia - acquista sempre maggiore rilevanza nella discussione pubblica. Luigi Ferraioli propone su questi problemi un'originale e innovativa riflessione, suscitando un dibattito in cui si coniugano rigore scientifico e passione civile.
L'opera intende riproporre quell'interesse per gli studi sistematici relativi alla tarda giurisprudenza romana, in particolare applicati alle opere di codificazione, ripercorrendo, attraverso il confronto capillare degli schemi del Codex Theodosianus e del Codex Jiustinianus, le forme di riflessione logica e di costruzione di un sistema giuridico codicistico. Salvo poi ampliare il confronto anche nello schema del Digesto la cui formazione si veniva verosimilmente completando proprio nel periodo in cui iniziava quella del codice del 534: la stesura di quest'ultimo, dunque, ne potrebbe essere stata a sua volta influenzata. Ne deriva un singolare tessuto di influenze incrociate su cui un ruolo importante devono avere svolto le scuole.
Nel 1986 il Gruppo Italiano Docenti di Diritto Canonico pubblicò il primo volume del manuale Il Diritto nel mistero della Chiesa rielaborato sulla base del Codice di diritto canonico promulgato da Giovanni Paolo II. Nel 1990 fu pubblicato il secondo volume che affrontava le tematiche del libro II e del libro III. Questa nuova edizione del secondo volume ripropone gli stessi argomenti in una trattazione aggiornata ai documenti e agli studi pubblicati nell’ultimo decennio. Gli autori, pur mantenendo una propria autonomia nella trattazione dei diversi temi, sono rimasti fedeli al principio metodologico indicato dal Vaticano II: «Nella esposizione del diritto canonico si tenga presente il mistero della Chiesa secondo la costituzione dogmatica De Ecclesia» (OT, 16) e da Giovanni Paolo II nella costituzione apostolica Sacrae disciplinae leges. Il manuale, anche se pensato principalmente per la scuola, intende offrire a tutti gli operatori del diritto uno strumento agile e aggiornato.
Sommario
Parte I: Il popolo di Dio (A. Longhitano) Parte II: Stati e funzioni del popolo di Dio (D. Mogavero, L. Navarro, A. Montan) Parte III: Chiesa particolare e Chiesa universale (A. Longhitano, P. Urso, A. Giacobbi, V. Mosca) Parte IV: La funzione di insegnare (A. Urru)
Biografia
Il Gruppo Italiano Docenti Di Diritto Canonico (G.I.D.D.C.) è un settore dell'Associazione Canonistica Italiana ed è nato per iniziativa di alcuni insegnanti che, alla chiusura del Concilio Vaticano II, trovatisi senza sussidi didattici per l'insegnamento, si sono riuniti per fronteggiare insieme la situazione. Si è sviluppata così un'opera di collegamento e di fraterno aiuto nel contatto con tanti docenti dei Seminari, degli Studentati Religiosi, delle Facoltà teologiche e degli Istituti di Scienze Religiose e di alcune Facoltà di Diritto Canonico delle Università Pontificie, che ha arricchito tutti in un proficuo lavoro di aggiornamento e di conoscenza. L'impegno si è concretizzato con la costituzione di un organo di collegamento (la Segreteria Nazionale), con l'organizzazione di incontri annuali di studio (privilegiando lo studio sistematico del Codice di diritto canonico) e con l'edizione di alcune pubblicazioni. Il G.I.D.D.C. fa parte del Coordinamento delle Associazioni Teologiche Italiane (CATI).
UNO STUDIO SUL SENSO TEOLOGICO DEL DIRITTO CANONICO. L'OPERA SI ISPIRA ALL'AFFERM AZIONE DEL SINODO STRAORDINARIO DEI VESCOVI DEL 1985: L'EC CLESIOLOGIA DI COMUNIONE E`L' IDEA CENTRALE E FONDAMENTALE NEI DOCUMENTI DEL CONCILIO". IL CONCETTO DI COMMUNIO E`DA CONSIDERARE DUNQUE IL PRINCIPIO FORMALE DEL DIRITTO CANONICO E DELLA CANONISTICA IN QUANTO SCIENZA. COSI`SI SPIEGA L 'IMPOSTAZIONE TEOLOGICO-GIURI DICA DI QUESTA RICERCA, COME TENTATIVO DI APPROFONDIRE IL DIALOGO TRA LA TEOLOGIA E IL DIR "
Il legislatore del 1983 affronta il tema dell'errore che può inficiare l'atto giuridico nel libro sulle norme generali, riprendendo il disposto del can. 104 del codice del 1917 e sancendo al can. 126 che l'atto posto per ignoranza o per errore qui versetur circa id quod substantiam actus constituit o qui recidit in condicionem sine qua non è nullo. Di quali contenuti la dottrina abbia riempito la categoria dell'errore oggettivamente sostanziale e di quale terminologia si sia servita sono le questioni a cui si è tentato di dare soluzione oltre a dare attenzione alla interpretazione della figura a alle sue applicazioni nel diritto matrimoniale canonico.
L'interpretazione giuridica, cioè l'attività volta a cogliere il significato delle disposizioni del diritto, costituisce "il problema eterno del diritto". Le leggi devono essere applicate, e le controversie risolte: il momento dell'interpretazione è dunque ineliminabile. Accanto ad interpretazioni "giuste", vengono date interpretazioni che sono frutto di interessi particolaristici e, dunque, relativistiche. Come si pongono il diritto e l'interpretazione giuridica ripetto alle concezioni antagoniste del bene che si contendono lo spazio nelle società pluraliste contemporanee? Per Rosenfeld la chiave di volta è costituita dal "pluralismo comprensivo" che "riconcilia il sé con l'altro".