Nell'economia globalizzata dell'impresa moderna, sempre più attenta alla competitività e alla clientela, il marketing, e non la finanza o la produzione, è divenuto il centro del sistema organizzativo e intorno ad esso va costruito il successo dell'impresa stessa. La raccolta e l'analisi dei dati rilevanti per la pianificazione delle strategie operative aziendali non possono però prescindere dal ricorso agli strumenti statistici di misurazione dei fenomeni di mercato. La pubblicazione pone l'attenzione sull'importanza dell'approccio quantitativo nella soluzione dei problemi del marketing, analizzandone gli aspetti più significativi, e fornisce le principali tecniche statistiche utili alla loro soluzione. Prefazione di Sillio Rigatti-Luchini.
Succede spesso che iniziative assunte per stato di necessità si trasformino, poi, in proposte di grande portata politica. È accaduto con il commercio equo e solidale. È avvenuto in Brasile con la rete di economia solidale ed è successo in Argentina con il rilevamento delle imprese da parte dei lavoratori. Un modo di fare impresa che dovremmo studiare con estrema attenzione, perché potrebbe aiutare noi stessi a trovare nuove vie per risolvere il problema occupazionale e nuove vie per gestire in maniera efficiente e partecipata beni e servizi comuni come acqua, rifiuti, sanità. Ma l'autogestione argentina riapre anche vecchi dibattiti che la nostra sinistra troppo frettolosamente ha messo in soffitta: la natura e la legittimità del profitto, la proprietà dei mezzi di produzione, la programmazione economica, i rapporti di subordinazione fra mercato e politica. Temi ineludibili per la progettazione di un altro modello di società e di economia di cui abbiamo urgente bisogno.
Le banane eque - ormai è chiaro a tutti - non crescono sugli scaffali. I prodotti del commercio equo e solidale arrivano infatti da lontano, nel tempo e nello spazio. E tuttavia ci sono diventati familiari e - dal caffè all'artigianato - hanno tutti un volto e una storia. Sono l'avanguardia dell'economia solidale: hanno cambiato la lista della spesa di un italiano su cinque e la maniera di valutare il prezzo di un prodotto o leggere la sua etichetta. "Un commercio più equo" racconta questo straordinario percorso, attraverso le voci autorevoli di chi il fair trade lo ha sognato, immaginato, progettato e realizzato - in Italia e nel mondo - ha aperto le prime botteghe, ha fatto i conti con la crescita e le sue contraddizioni. In parte il commercio equo resta infatti un ossimoro: pratiche commerciali e spirito solidale, produttori nel sud e consumatori del nord, piccole dimensioni e grande distribuzione. Ma la tensione a superare questa contrapposizione sprigiona un'energia capace ribaltare il mondo.
Sullo sfondo del mercato globale, tenebrosi personaggi tirano i dadi decidendo la vita o la morte per fame di milioni di persone. È "Il Grande Gioco della Fame": le mani della finanza internazionale muovono sul terreno di gioco pedine inconsapevoli. L'avido speculatore, il perfido hedge fund, la potente banca manovrano risparmiatori ignari e il contadino del Sud del mondo. Questo manuale d'istruzioni ci spiega i rudimenti per divertirsi con "Il Grande Gioco della Fame" e racconta con disarmante chiarezza l'intreccio tra speculazione finanziaria e cibo. Un perverso ma affascinante meccanismo per guadagnare tantissimi soldi scommettendo sulla vita altrui. La differenza tra questo e gli altri giochi? Semplice: "Il Grande Gioco della Fame" è reale.
Il presente contributo ha lo scopo di realizzare un sintetico "identikit alimentare" delle produzioni alimentari siciliane di qualità, individuando accanto alle eccellenze già note (prodotti DOP e IGP) o ad alcuni prodotti dall'eco internazionale (i cannoli, la cassata, la pasta con le sarde ecc.) altre produzioni non altrettanto conosciute ma meritevoli certamente di un approfondimento, di una maggiore diffusione della loro conoscenza e di una valorizzazione che potrebbe contribuire, nello specifico, ad un maggiore sviluppo del Sistema agro-alimentare isolano e, più in generale, a quello socio-economico della Sicilia.
Negli ultimi due secoli l'economia del Friuli ha subito radicali trasformazioni, che hanno coinvolto in larga misura tutti I settori produttivi. Analogamente con quanto è accaduto in altre aree del Paese, ma con un percorso non privo di specificità, l.agricoltura ha lasciato dapprima il passo all'industria e, successivamente, al terziario. Il volume, scritto a più mani, considera tale percorso, evidenziando le principali caratteristiche e gli aspetti evolutivi del tessuto economico regionale.
Quando il mio direttore Ezio Mauro, insieme con il capo redattore della "romana" Giuseppe Cerasa, all'inizio del 2007 mi hanno proposto di tenere una rubrica intitolata "Il personaggio" nelle pagine della Cronaca di Roma di "Repubblica" dedicate all'economia della capitale e del Lazio, ovviamente mi ha fatto piacere perché mi si offriva un'opportunità, ma contemporaneamente ero molto scettico. Una rubrica settimanale sui personaggi dell'economia? A Roma, una città nota per le sue bellezze architettoniche, per la storia, per i monumenti, e dal punto di vista economico semmai peri ministeri e i palazzi della politica? E invece, settimana dopo settimana, è stata una scoperta, un rivelarsi continuo di una realtà sorprendente fatta di piccole e anche grandi imprese manifatturiere validissime, di ricercatori alle prese con scoperte innovative e quindi con il bisogno di trasformarle in piccole start-up moderne ed efficaci, di artigiani custodi di antichissime tradizioni che tramandano con cura e infinito affetto per l'oggetto della loro specializzazione, di creatori di moda e design impegnati a proiettarsi sul mercato globale, di geniali "padroni" di una specifica nicchia di mercato impegnati a tenersela stretta e a garantirne uno sviluppo. Insomma, sono produttivi questi romani, eccome se sono produttivi.