Come promuovere l'innovazione nelle organizzazioni? Le organizzazioni pongono l'innovazione come priorità strategica, spesso senza riuscire a produrre risultati soddisfacenti e sostenibili. Questo volume si sviluppa intorno ad un'idea semplice e molte volte dimenticata: le persone rappresentano gli attori ideali per rendere l'innovazione una pratica concreta ed efficace nel tempo. Le strategie e gli interventi di people management (selezione, sviluppo organizzativo, sistema premiante e compensation, sviluppo delle competenze, development center, coaching, comunicazione e cultura organizzativa) possono infatti essere progettati efficacemente per fungere da abilitatori dell'innovazione nelle organizzazioni. Dopo aver introdotto il paradigma della complessità e le diverse tipologie di innovazione, il testo approfondisce il ri-orientamento delle leve di people management necessario per costruire un'organizzazione innovation centric. Particolare attenzione, inoltre, viene riservata all'approfondimento di due tipici freni all'innovazione: la cultura di gestione degli errori nelle organizzazioni e i meccanismi di percezione delle persone orientati al passato. Le considerazioni teoriche vengono infine confrontate (in un'ampia sezione dedicata con box e casi concreti) con l'opinione e l'esperienza di alcuni protagonisti aziendali, che riflettono sulle loro esperienze manageriali di gestione dell'innovazione all'interno di grandi gruppi multinazionali e italiani.
Il mondo siede su due bombe: la crisi ambientale e quella sociale. Mentre le risorse si fanno sempre più scarse, alcuni segnali relativi al cambiamento del clima indicano che gli equilibri naturali si stanno alterando in maniera irrimediabile. Nel contempo la maggior parte della popolazione non riesce a soddisfare neanche i bisogni fondamentali. Ci troviamo di fronte a un dilemma: più crescita economica per uscire dalla povertà o meno crescita economica per salvare il pianeta? È possibile passare dall'economia della crescita all'economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura? Questo libro dimostra che è possibile purché si mettano in atto quattro rivoluzioni che riguardano stili di vita, tecnologia, lavoro ed economia pubblica.
"Che cosa ci permette di dire che con questo volume su "Che" Guevara economista non si sta facendo né un'opera di amarcord, né una filologica memoria di un dibattito da veteromarxismo tra Guevara e il manuale di economia sovietico dell'epoca? Due sono le risposte che rendono questo libro uno strumento di conoscenza e di lavoro attuale. La prima, estrinseca, la constatazione che molti sono i Paesi che si trovano oggi in situazioni similari a quella di Cuba alla fine degli anni '50, ognuno con le sue peculiarità, ma tutti gravati da una mancanza di sovranità alimentare e dalle regole del giogo economico internazionale. La seconda, intrinseca: per rendere un Paese indipendente sul piano economico, transitandolo fuori dall'economia coloniale capitalistica in una società socialista, occorrono scelte economiche sia di largo orizzonte che peculiari alla situazione. Pianificazione, sistema statale con distribuzione di budget alle imprese, compresenza della legge del valore e del mercato nella transizione: questi sono gli strumenti economici che, non disgiunti dal grande tema della responsabilità umana in un processo di cambiamento, qualsiasi società che volesse uscire dalla morsa di ciò che chiamiamo globalizzazione liberista dovrebbe, accanto ad altri, affrontare."
La Collana "Acqua" è una serie di agili volumetti dedicati alla risorsa più preziosa del pianeta. In "Acqua e conflitti", l'autore affronta in sette capitoli i vari aspetti della risorsa idrica nella nostra società odierna: l'acqua come elemento naturale, culturale, economico, strategico e come strumento di accordo/disaccordo tra i popoli fino alle prospettive con cui avvicinarsi al rapporto tra acqua e conflitti. Il libro è arricchito da box di approfondimento riguardanti i conflitti dell'acqua, il manifesto della democrazia dell'acqua, le dighe e trattati internazionali. Questo volume è edito anche nelle lingue: inglese, francese, spagnola
La società industriale collegava un modo di produzione a un sistema di protezione e di welfare. La questione economica s'intrecciava con quella sociale, con fortissime implicazioni politiche. La società postindustriale tende invece a separare queste due sfere, segnando così l'inizio di una nuova era, dove il dominio assoluto del mercato non crea più tra chi vi partecipa una evidente comunità di destini e di interessi, un orizzonte sociale condiviso. A determinare il nuovo modello postindustriale sono state in primo luogo le quattro grandi rivoluzioni (tecnologica, sociale, culturale, finanziaria) che Cohen pone al centro della sua prima lezione. A queste trasformazioni si aggiunge l'impatto della globalizzazione, con la divergenza tra l'immaginario collettivo proiettato dalla società dell'informazione e le identità territoriali, e con il divario crescente tra ricchezza e povertà su scala planetaria e su scala locale. L'autore ricostruisce la rottura che si è delineata a partire dagli anni Ottanta del Novecento, identificando gli snodi più significativi ed evidenziando le conseguenze di una trasformazione ancora in corso. Nella lezione conclusiva ci aiuta a capire le sfide e le opportunità che ci pone questo scenario, centrato sull'immaterialità e sulla velocità di internet e della finanza internazionale.
Il precariato è oggi l'incubo dei giovani che cercano lavoro. Ma, secondo l'autrice, è diventato anche un luogo comune, uno spauracchio di cui si parla più che della disoccupazione, del lavoro nero e dello sfruttamento. Dietro il "luogo comune" si nasconde, secondo la tesi di questo libro, una realtà più varia di quanto si dica e spesso piena di opportunità: tanti ragazzi riescono a realizzare i loro sogni e le loro aspettative. Come si fa a non farle svanire? In questo libro sono raccontate storie di ragazzi e ragazze. Alcuni sono precari, altri non più, quasi tutti però hanno trovato una propria strada.
L'origine delle democrazie moderne, secondo Albert Hirschman, non sta nel consenso sui "valori", ma sul dato per cui "gruppi diversi, che per lungo tempo s'erano ferocemente combattuti, hanno dovuto riconoscersi incapaci d'imporre il proprio dominio: la tolleranza e l'accettazione del pluralismo sono state, alla fin fine, il risultato di uno stallo tra gruppi contrapposti aspramente ostili". Oggi però le asimmetrie di potere tra i gruppi sociali sono talmente profonde e persistenti da impedire quello stallo: con amara lucidità, Bertrand Russell profetizzava, già tre quarti di secolo fa, un mondo nel quale "un'autorità centrale avrà nelle sue mani il controllo del mondo intero". Non nella forma di un governo planetario; ma "una società di finanzieri, persuasi che la pace è nel loro interesse". Che Russell avesse ragione? Sono molti gli studiosi che sembrano adattarsi a questa pessimistica conclusione: l'autore non l'accetta. E articola con finezza e rigore, originalità e passione l'ipotesi che si possano formare processi di partecipazione collettiva, e specialmente di partecipazione politica, in grado di modificare gli assetti di potere e determinare nuove strutture istituzionali. La democrazia è allora il potere costituente con cui l'azione collettiva, nelle sue molteplici forme, può modificare le Costituzioni formali date. Il tema è decisivo e l'autore lo esplora nelle sue sfaccettature, offrendo motivi di riflessione forti e innovativi.
Il presente volume è rivolto, in primo luogo, a tutti coloro che affrontano per la prima volta la "finanza matematica", in particolare i problemi relativi alla valutazione del prezzo di opzioni e warrants; agli studenti universitari e a chi, in generale, sia interessato a investire negli strumenti finanziari e a comprendere i meccanismi che sono alla base della formazione dei loro prezzi.