
Cos’è l’economia sospesa? E’ l’evoluzione del famoso caffè sospeso tanto caro alla tradizionale generosità italiana. Grazie a Tucum, un’app per dispositivi mobili che permette di compiere l’elemosina anche attraverso la moneta elettronica, si eliminano tutti gli abusi legati ai falsi poveri e al racket dell’elemosina ed è possibile aiutare chi ha veramente bisogno. In tal senso, l’implementazione di un’app a servizio degli ultimi esprime tutta l’ingegnosità del Vangelo di Gesù. Il libro racconta come dal caffè sospeso e dagli incontri quotidiani con amici, professori, ragazzi del catechismo, persone senza fissa dimora, sia nata l’idea di un’app che consenta di realizzare un “volontariato di transito” dai donatori (chi desidera fare un’elemosina) ai beneficiari (coloro che ricevono l’elemosina).
L'Europa può ancora credere in una moneta unica? Si può uscire dallo stato di paralisi che sta vivendo il Vecchio Continente? L'euro si può salvare? Dopo aver spiegato come le misure promosse in questi anni, specie nei confronti dei paesi in crisi, abbiano ulteriormente aumentato il divario che separa le economie più forti da quelle più deboli, Stiglitz delinea tre possibili vie di uscita: riforme fondamentali e politiche economiche da imporre ai paesi membri; un abbandono controllato dell'esperimento dell'euro come valuta unica; oppure un coraggioso nuovo sistema definito «l'euro flessibile». Una spietata requisitoria contro l'Europa che ha adottato una moneta comune senza approntare le istituzioni per sostenerla, promuovendo un'integrazione economica che corre più veloce di quella politica.
“Essere fedeli al carisma richiede spesso un atto di coraggio: non si tratta di vendere tutto o di dismettere tutte le opere, ma di fare un serio discernimento, tenendo lo sguardo ben rivolto a Cristo, le orecchie attente alla sua Parola e alla voce dei poveri. In questo modo le nostre opere possono, al tempo stesso, essere feconde per il cammino dell’istituto ed esprimere la predilezione di Dio per i poveri.”
Papa Francesco
Il sistema monetario non è qualcosa di prettamente tecnico e separato dal resto delle istituzioni sociali. La soluzione che viene data al problema della moneta è parte integrante dell'habitat istituzionale dentro cui viviamo. E da essa dipendono i gradi di libertà di cui possono beneficiare le nostre azioni. Friedrich A. von Hayek, Premio Nobel per l'Economia e maggiore rappresentante della cultura liberale del Novecento, ha fatto della questione monetaria il tema della sua prima riflessione teorica. Si è poi dedicato ad analizzare i presupposti gnoseologici e normativi su cui si basa la società libera. E ha formulato una severa critica alla "democrazia illimitata", quel tipo di sistema sociale in cui «non è più la volontà o l'opinione della maggioranza a determinare cosa debba fare il governo, ma è il governo che è costretto a soddisfare ogni tipo di interesse, allo scopo di mettere assieme una maggioranza». Tale situazione è in parte sostanziale favorita dal monopolio governativo dell'emissione della moneta. Come dire che, per ripristinare una "democrazia limitata", per circoscrivere cioè il potere del ceto politico, è necessario abbattere quel monopolio, responsabile di inefficienza, disoccupazione, fenomeni degenerativi della vita sociale. Ossia: bisogna affrancarsi da qualsiasi forma di sovranismo monetario. Il che è possibile solo a condizione che la moneta venga offerta da istituzioni che operino in regime di concorrenza. Hayek presenta in questo suo saggio una proposta ben articolata, su cui tutti i difensori della libertà individuale di scelta devono riflettere. Come alcuni commentatori hanno messo in evidenza, è possibile che tale proposta debba essere integrata ed emendata. Lo stesso Hayek lo riconosce. Ma resta il problema che il monopolio dell'emissione della moneta non è compatibile con le priorità funzionali di una società aperta. E una soluzione dev'essere trovata.
"La promessa della rivoluzione francese si è rivelata ingannevole, almeno rispetto all'uguaglianza, e una gran parte della mia ricerca gira intorno alle domande su cosa, in ultima analisi, non abbia funzionato in quella promessa." (L'autore)
Combinando una prosa accessibile con un'analisi economica raffinata, Stiglitz e Greenwald spiegano perché è importante eliminare il divario di conoscenza, se si vuole ridurre il divario nello sviluppo. Da tempo si è riconosciuto che un miglioramento degli standard di vita deriva dai progressi nella tecnologia e non dall'accumulazione di capitale. Ciò che separa veramente i Paesi sviluppati dagli altri non è solo un divario nelle risorse o nella produzione ma un divario nella conoscenza. La velocità in base a cui i Paesi in via di sviluppo crescono è funzione della velocità con cui riescono a colmare tale divario. Gli autori illuminano il significato di questa intuizione per la teoria economica e le politiche di intervento necessarie. Ci spiegano perché la produzione di conoscenza differisce da quella degli altri beni e perché le economie di mercato generalmente non producono e trasmettono conoscenze in modo efficiente. Ridurre il divario delle conoscenze e aiutare tutti i Paesi ad allungare il passo sono elementi centrali per la crescita e lo sviluppo.
Il volume di Antonio Carullo "Lezioni di diritto amministrativo dell'economia", analizza i soggetti e gli atti, le fonti del governo dell'economia, il mercato come mezzo dell'azione amministrativa, mercato, deroghe, sovvenzioni ed aiuti, il mercato mobile ed immobiliare, la finanza pubblica, i servizi pubblici, il partenariato pubblico e privato, il mercato dell'energia elettrica, del gas naturale e il trasporto pubblico terrestre.
L'originale agenda giapponese per tenere traccia dei soldi e non temere l'estratto conto a fine mese. Con interni a 4 colori per distinguere i diversi tipi di spese.
2 febbraio 2020. È tutto pronto, il grafico incisore che ha avuto dal ministro dell'Economia l'incarico di disegnare la Lira Nuova ha finito, il punto di verde è perfetto. Banconote e monete verranno messe in circolazione a partire dalla mezzanotte. In ossequio al credo nazionale sono stati abbandonati i poeti, gli artisti e gli scienziati: al loro posto le immagini degli eroi popolari e i martiri del governo sovranista. Il governo è in carica da un anno e mezzo, e ormai la maggioranza è costituita da un partito unico, il Psi - Partito sovranista italiano. Per tener fede alle promesse elettorali il Psi ha fatto saltare i conti pubblici. Così non c'è altro da fare che andare fino in fondo: mettere in atto il piano B, uscire dall'euro. Intanto la speculazione internazionale è già preparata e le corazzate finanziarie sono pronte ad affossare l'Italia. E fra chi scommette contro il Paese c'è anche un politico importante, che ha un ruolo di rilievo nell'operazione Morris, com'è stata battezzata in codice. La mattina del 3 febbraio, la nuova valuta crolla in poche ore mentre le Borse vanno a picco. Le banche hanno bloccato i bancomat, la fuga di capitali è immediata e imponente. L'inflazione comincia a galoppare. I tassi d'interesse esplodono, le imprese indebitate dichiarano bancarotta, i mutui vanno alle stelle. Il potere d'acquisto dei salari è divorato dall'impennata dei prezzi, la disoccupazione tocca livelli astronomici, la povertà dilaga. Il paese è in ginocchio. L'Italia sembra uscita da un'altra guerra mondiale. L'unica soluzione è emanare un decreto per vendere i monumenti agli stranieri. I cinesi offrono 100 miliardi di euro per il Colosseo e i russi si prendono Pompei in cambio merce: le forniture di gas naturale all'Italia per 25 anni. Non basterà. Ma neppure si potrà tornare indietro. Il racconto di un'Europa in cui non esistono più scenari impossibili.
"Il sogno di Solomeo" è quello di un contadino che, seguendo i valori umanistici scoperti nella vita rurale e nella filosofia, diventa un grande industriale. Un sogno in grado anche di mostrare che si può restituire vita ai centri antichi e nobiltà alle periferie. Brunello Cucinelli ripercorre il suo cammino personale ed evoca il senso dell'umano appreso dai Greci, che ogni giorno l'ha accompagnato nella ricerca della saggezza e della pratica virtuosa. Le sue guide sono la dignità morale e quella economica dell'uomo. I punti cardinali che orientano questo viaggio sono la bellezza, quando è unita alla custodia, e la vecchiezza, quando è amata dai giovani, la ricchezza, quando è unita al dono, e la semplicità delle cose davvero grandi. Nasce così il concetto di "lavoro giusto" come rispetto della natura, dell'uomo e della sua aspirazione al sogno: è questo il "capitalismo umanistico". Dei maestri del passato si ritrova in queste pagine la ricerca del silenzio, del raccoglimento, e di quella luminosa solitudine popolata di ricordi e pensieri che è l'unica condizione per non essere soli.
Il nostro paese ha conosciuto fasi alterne di prosperità e di declino: dopo i successi del Novecento, da anni sembra arenato nelle secche di una lunga stagnazione, che non trova paragoni nel resto dell'Occidente. Come è stato possibile passare da una realtà economica tra le più floride all'attuale declino? Alla luce delle più aggiornate ricerche sul reddito e sulla disuguaglianza, sul divario Nord-Sud e sulla performance delle imprese, il libro mostra come l'origine dei successi e dei fallimenti italiani sia da ricercarsi nell'assetto politico e istituzionale del paese, nelle sue classi dirigenti e nel modo in cui esse hanno inciso, nel bene o nel male, sulle condizioni profonde della crescita.
Negli ultimi dieci anni, dalla nascita dello smartphone alla robotica, l’economia post-fordista ha subito un profondo mutamento e sta ora attraversando un processo irreversibile di trasformazione digitale chiamato Quarta rivoluzione industriale o Economia 4.0. I fattori che hanno maggiormente contribuito alla creazione di questo nuovo modello economico sono la rapida evoluzione dell’information technology e l’imponente sviluppo di Big Data e Internet of Things.Uno scenario che comporta una crescente esigenza di nuove competenze e figure manageriali, capaci di utilizzare le nuove tecnologie. In questo contesto si inserisce il ruolo chiave del digital data officer che ha il compito di governare la nuova economia e di accelerare il processo d’innovazione e di trasformazione digitale dell’industria.
Il libro, oltre a descrivere questa e altre nuove figure manageriali, affronta temi come la costruzione del mercato unico digitale europeo, la Big Data governance, i nuovi modelli di business, le piattaforme digitali. Propone poi una serie di statistiche, a livello mondiale, europeo e italiano, utili a comprendere la vision e a monitorare l’andamento dei vari indicatori dell’economia digitale. Si sofferma sui concetti chiave legati allo sviluppo digitale, come le catene globali del valore, e sul loro impatto in termini di produttività, occupazione, investimenti e accesso al credito attraverso un’analisi settoriale.
Il processo di delocalizzazione o offshoring intrapreso negli anni passati da alcuni settori industriali verso paesi emergenti, potrebbe vedere una inversione di tendenza, o reshoring, per effetto delle nuove tecnologie e dei robot. Infine, nella seconda parte del libro vengono approfonditi i molti aspetti che stanno configurando l’economia 4.0, come la fabbrica digitale, la sharing economy, il risk management, i social media, il digital marketing e i servizi digitali.
Fabrizio Carapellotti, Responsabile Osservatorio Statisticheimpresa 2.0 (vincitore del premio Innovazione Smau 2016) è specializzato in analisi economico- finanziarie sul sistema produttivo presso la direzione generale per la politica industriale, la competitività e le PMI del Mise. È autore di diversi paper scientifici e di “Economic Data Scientists: come gestire i dati economici nell’era dei big data” (Maggioli).
Parte II Contributi di:
Mariangela Capo, Lidia Caprara, Ilaria Cazziol, Angelica Craveli, Francesca Criscuolo, Fabiana D’Angelo, Lucrezia Della Seta, Iris Devigili, Carolina Linkowski, Giulia Mancini, Rossella Mariani, Maria Gentile Poggi, Romina Potenziani, Valentina Righetti, Giulia Simonelli, Maria Laura Russo Spena, Ambra Taccola, Annalisa Vignoli.
IINDICE
Prefazione di Beniamino Quintieri
Presentazione di Isabella Carapellotti e Umberto Guidoni
Parte Prima Il Digital Data Officer e l'economia 4.0
Capitolo 1 Lo scenario sulla data economy e il Digital Data Officer
1.1 L’economia trainata dai dati
1.2 La big data revolution e il mercato unico digitale
1.3 Digital skills e il ruolo del Digital Data Officer
1.4 L’attività di big data governance
1.5 La cybersecurity e il quadro europeo sulla data protection
1.6 Le piattaforme digitali e le tecnologie del futuro
1.7 L’app economy e i tool per creare mobile app
Capitolo 2 Digital transformation: vision e statistiche
2.1 Le principali sfide del processo di digital transformation: IoT, Industry 4.0, Big data e Skills
2.2 Lo sviluppo sostenibile e competitivo nell’era digitale: indicatori statistici mondiali
2.2.1 Il Global Information Technology
2.2.2 Il Doing Business
2.2.3 Il Global Attractiveness Index
2.2.4 Il Global Innovation Index
2.2.5 Il Global Competitiveness Index
2.3 La trasformazione digitale dell’industria europea e i principali indicatori statistici
2.3.1 L’Industrial R&D Investment Scoreboard
2.3.2 L’Innovation Scoreboard
2.3.3 Il Composite Leading Indicator
2.3.4 Il Digital Index DESI
2.3.5 Il Digital Agenda Scoreboard
2.4 La digitalizzazione delle imprese italiane e della PA
2.5 Gli indicatori regionali dell’Agenda Digitale Italiana e il Regional Digital Index
2.6 La diffusione della banda ultra larga in Italia
2.7 L’attività di ricerca e sviluppo delle imprese italiane e la mappa delle startup innovative
Capitolo 3 Smart manufacturing e risk management: un’analisi dei dati
3.1 Il trend economico e le catene globali del valore per le imprese competitive
3.2 La rinascita industriale europea e i fattori di sviluppo
3.3 L’analisi dell’evoluzione di produttività e occupazione nei settori industriali europei
3.3.1 I dati dei settori tradable e non tradable
3.3.2 I dati del manifatturiero high tech
3.3.3 I dati del manifatturiero low tech
3.3.4 I dati dei servizi high tech knowledge intensive
3.4 L’analisi d’impatto degli investimenti sulla crescita stimata nei paesi europei
3.4.1 I dati sugli investimenti nel manifatturiero in Italia
3.4.2 I dati sugli investimenti nel manifatturiero in Germania
3.4.2 I dati sugli investimenti nel manifatturiero in Francia
3.5 Risk management e Smart project
3.6 L’analisi del merito creditizio nell’industria
3.6.1 I dati economico-finanziari del manifatturiero per classe dimensionale
3.6.2 I dati economico-finanziari delle imprese del comparto ICT
3.6.3 Un metodo per l’analisi del rating di un portafoglio ICT
3.7 Le medie imprese e l’analisi regionale e distrettuale del merito creditizio
3.7.1 I dati economico-finanziari delle medie imprese per regione e distretti
3.7.2 La mappa dei distretti digitali e un metodo per l’analisi del rating
Parte Seconda
Contributi sulla Digital Economy e nuove figure manageriali
Capitolo 1 Accesso ai fondi Europei per le Pmi e startup digitali
Capitolo 2 Risk management e l’Internal Audit
Capitolo 3 I rischi finanziari nell’ICT e il Digital Risk Officer
Capitolo 4 Commodity Risk Management e l’Energy Risk Manager
Capitolo 5 Digital banking, Risk Management e Chief Financial Officer
Capitolo 6 L’accesso al credito e la figura del Credit Risk Analyst
Capitolo 7 Fabbrica digitale, FabLab e Chief Innovation Officer
Capitolo 8 Web e marketing 3.0
Capitolo 9 Social Media e Digital Communication Specialist
Capitolo 10 Il ruolo del Social Media Manager
Capitolo 11 Marketing nel turismo e l’e-Tourism Marketing Specialist
Capitolo 12 Marketing Analytics nel settore del lusso
Capitolo 13 Coworking e Sharing Economy
Capitolo 14 Nuovi approcci informatici alla Data Science
Capitolo 15 La nuova formazione digitale e il Digital Learning Specialist
Capitolo 16 Strategie digitali, equity crowdfunding e Chief Strategy Officer
Capitolo 17 Digital Analytics e Chief Analytics Officer
Capitolo 18 Pillole digitali: pagamenti innovativi
Conclusioni La nuova impresa digitale