"Il libro di Médaille che ora viene portato all'attenzione del lettore arricchisce la nostra comprensione degli attuali sistemi economici e ci offre una chiave di lettura del funzionamento del mercato capitalistico in alternativa a quella del mainstream. La prospettiva distributista che l'autore avanza e sviluppa fa comprendere il duplice senso in cui la scienza economica è una struttura aperta di pensiero. Per un verso, perché il suo fondamento non le appartiene, dal momento che i suoi presupposti non sono scientificamente giustificabili. Invero, non si può giustificare nulla senza presupporre già qualcosa, il che significa che l'economia è costretta a riferirsi a un fondamento che le è esterno. Per l'altro verso, l'economia è una scienza aperta perché essa non offre una conoscenza esaustiva della realtà. È per questo che l'economia deve intrattenere stretti rapporti di vicinanza con l'etica, la storia, la politica, la filosofia. A partire da una critica radicale dell'economia moderna, Médaille mostra che al fondo del distributismo sta una idea guida ben precisa: non è accettabile che il momento della produzione della ricchezza (o del reddito) venga separato dal momento della sua distribuzione. Questo significa che efficienza e giustizia distributiva devono avanzare insieme, proprio come la celebre metafora dei due cavalli di Platone (Fedro) insegna da tempo." (Stefano Zamagni). Prefazione di Bruno Amoroso
Un consiglio al giorno, per un anno, su tutti i temi caldi dell'impresa: l'innovazione, le persone, il cambiamento, la gerarchia, le decisioni e molto altro. A quasi dieci anni dalla scomparsa, le idee di Peter Drucker sono ancora attuali ed efficaci. Comprese le sfide della Rete e del mondo digitale che Drucker è stato in grado di cogliere sin dall'inizio. Il libro raccoglie in 366 letture - una per ogni giorno dell'anno - i temi chiave del suo pensiero e li completa con indicazioni per passare dalla teoria alla pratica.
Nato in Valtellina in una famiglia di origini meridionali, Pasquale Saraceno (1903-1991) è stato un tecnico prestato alla politica. Laureatosi in economia presso la Bocconi, dove insegnò per poi passare all'Università Cattolica e, infine, alla Ca' Foscari, fu portato da Donato Menichella all'IRI, divenendo uno dei massimi dirigenti dell'Istituto. Superando semplificazioni ancora correnti, in particolare l'immagine stereotipata di economista "statalista", il volume ricostruisce il percorso che dagli anni della sua formazione, a contatto con l'intellighenzia dell'IRI e con i giovani cattolici del Movimento Laureati, è giunto alla maturazione del progetto storico da lui tenacemente perseguito per tutta la vita: il completamento del processo risorgimentale, attraverso l'unificazione economica della nazione. Soluzione degli squilibri territoriali e piena maturazione civile del paese erano possibili attraverso un modello di economia mista, in grado di regolare il mercato in funzione degli obiettivi sociali. Tale progetto trovò la sua sintesi ideale nel Codice di Camaldoli, di cui Saraceno fu il principale redattore assieme a Sergio Paronetto. Il suo impegno meridionalista fu sempre declinato in una prospettiva nazionale, rappresentando il filo conduttore della sua azione nel secondo dopoguerra: i piani ricostruttivi, l'intervento straordinario, lo Schema Schema Vanoni, il centro-sinistra, la programmazione economica. In questi passaggi il suo apporto fu determinante.
Il tema dei rapporti tra spiritualità cristiana ed economia, apparentemente inconsueto per la teologia, è meritevole di considerazione riflessa non solo a motivo degli indubbi elementi di indagine sulla storia della spiritualità che se ne possono ricavare, ma perché il paradosso evangelico possa ancora introdurre il suo fermento critico nella rielaborazione di molti luoghi comuni, che permangono dominanti nella comprensione della razionalità economica. Oggi il discorso economico si gioca essenzialmente negli spazi di un mercato che pensa solo a produrre, scambiare e vendere, e funziona sulla base delle categorie di efficienza, utilità e crescita. Si tratta invece di pensare l'economia (e il denaro) in termini diversi ed entro una prospettiva più ampia, perché l'homo oeconomicus non venga privato delle relazioni di reciprocità e di gratuità che caratterizzano l'autentico vivere umano. A questo tema il Centro Studi di Spiritualità di Milano ha dedicato la sua annuale Giornata di studio nel gennaio 2013 e ne pubblica ora gli Atti che indagano gli aspetti biblici, spirituali, economici e teologici della questione.
La crisi attanaglia il Paese e ancora oggi, a cinque anni dal fallimento della Lehman Brothers, fatichiamo a intravedere una via d'uscita. Mentre i governi e gli economisti dibattono su quali misure adottare, le aziende chiudono, la disoccupazione cresce, i consumi crollano. Siamo entrati in una fase recessiva e la colpa è stata, di volta in volta, attribuita al mercato dei mutui statunitensi - i celeberrimi subprime - alla deregulation finanziaria, all'enorme peso del debito pubblico. Se in molti si sono chiesti cosa ha causato la crisi, in pochi si sono domandati chi l'ha causata. "I banchieri" sostiene Rampini "sono i grandi banditi del nostro tempo". La crisi è diretta conseguenza dei loro comportamenti perversi, dei rischi altissimi che si sono assunti, della certezza dell'impunità. La collettività sta pagando per i loro errori, per una speculazione che ha portato allo sfascio l'economia reale, e che tuttavia resta impunita. In questo libro Federico Rampini racconta chi sono i banchieri di oggi, cosa hanno fatto e come sono riusciti a sfuggire a ogni castigo, a qualsivoglia condanna, per il loro agire dissennato.
Bollettino di Dottrina Sociale della Chiesa - Numero 3 anno IX, incentrato sul tema del fisco.
Come è fatto, come funziona, dove va, quali sono i valori che lo fondano, i processi che lo reggono, i soggetti che lo animano: tutto quanto occorre sapere sul mondo della produzione in un arco di tempo che va dalla rivoluzione industriale alle imponenti trasformazioni dei nostri giorni.
Un miliardo di persone che muore di fame contro un miliardo di obesi. La guerra per il cibo è fatta di numeri vertiginosi. Come se non bastasse, la speculazione della finanza si è buttata sui titoli agroalimentari e, insieme all'attuale modello agricolo, è responsabile di una bolla dei prezzi che ha fatto impazzire l'intero sistema economico di riferimento dei mercati locali contro quelli globali. La produzione e la distribuzione del cibo è dominata da poche multinazionali che impongono i loro prezzi e i loro prodotti sfruttando la connivenza dei governi per stabilire la loro egemonia nelle aree geografiche in crescita e le tecniche della pubblicità per conquistare le masse degli ex poveri ai gusti e alle abitudini alimentari occidentali. E nel 2050 la popolazione mondiale aumenterà di più di un terzo: supereremo i 9 miliardi, dicono le statistiche. Come sfameremo tanta gente? Giancarlo Elia Valori analizza in questo libro gli effetti economici, sociali e ambientali necessari per avviare una rivoluzionaria alimentazione sostenibile. Si tratta in primo luogo di contenere i costi "neri" nei Paesi terzi e ridurre i costi indiretti sui prodotti nei Paesi del Primo mondo. Solo attraverso un cambiamento radicale dei modelli di produzione sarà possibile impostare una nuova logica produttiva efficiente per l'intero Pianeta.
Nello scenario di mercato attuale, caratterizzato da una congiuntura economica sfavorevole, non è più sufficiente tagliare i costi, ma è diventato fondamentale gestire al meglio le risorse disponibili, recuperando e riutilizzando tutto quello che è già presente in azienda, economizzando le spese, sfruttando l'innovazione e l'open source. "Marketing low cost" adotta un modello di business d'avanguardia che punta su efficienza, bassi costi e grande appeal commerciale. Le oltre 50 tabelle subito utilizzabili permettono di ripensare strategicamente e in modo trasversale ogni strumento di marketing e comunicazione, producendo nuove idee che generano valore. Recupera anche gli "scarti", ottenendo così il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti, giocando sull'innovazione, risorsa chiave per ogni azienda. Mette in primo piano competenze, idee e strumenti operativi (anche non convenzionali) per promuovere in modo originale ed efficace i propri prodotti o servizi. Vuol dire ripensamento di ogni azione: dal carattere utilizzato per stampare i documenti all'etichettatura, dal packaging al sito internet o ai sempre più importanti social media, fino al co-marketing per abbattere le spese di stampa e distribuzione. Si rivolge a piccole e medie imprese, imprenditori, start-up, responsabili commerciali, creativi e professionisti della comunicazione che troveranno casi di buone pratiche ed esempi di concreta applicazione immediata.
La nuova edizione del volume rappresenta una evoluzione della precedente, con l'obiettivo di analizzare le dinamiche strategiche e di marketing delle imprese e dei sistemi turistici, alla luce delle più recenti innovazioni del settore. Partendo dallo studio delle principali imprese che operano nella filiera turistica, si cerca di comprendere il contributo dei singoli attori alla creazione del prodotto turistico complesso. Sotto il profilo teorico, l'analisi strategica e di marketing richiama i più recenti approcci sviluppati a livello internazionale, in strategie marketing e management, proponendo anche ulteriori sviluppi derivanti dall'applicazione di tali modelli sul settore specifico. In una prospettiva overlapping tra domanda e offerta, il libro dedica ampio spazio all'analisi dei singoli anelli che compongono la filiera turistica con alcuni focus sugli aspetti più innovativi nell'ambito del management e del marketing. Nell'ultima parte, lo studio si focalizza sulle logiche di interazione e networking, nella prospettiva della co-opetiton. La sistematizzazione di tali contenuti conduce all'analisi del destination management come approccio integrato per la gestione del territorio in chiave turistica. In un contesto globale caratterizzato da una grande varietà di realtà imprenditoriali, per dimensione e focus strategico, un approccio di tipo collaborativo anche tra competitor può realmente consentire il raggiungimento di performance di successo...
Dall'analisi delle caratteristiche che hanno contraddistinto lo sviluppo economico dei diversi paesi, gli autori evidenziano il ruolo svolto dalle disuguaglianze nello scandire l'evoluzione dei sistemi economici. Dall'osservazione emerge come fra le aree territoriali e i settori produttivi caratterizzati da diversi livelli di sviluppo, sia economico che sociale, si sia consolidato un insieme di legami particolarmente stretti. L'elemento di fondo che viene sottolineato è dato dal rapporto complementare, se non addirittura funzionale, che si è stratificato nel corso del tempo. L'approccio adottato propone le tematiche tradizionali dell'economia dello sviluppo analizzate in questa prospettiva, cioè ponendo al centro dell'analisi il ruolo assunto dalle disuguaglianze, sia interne a uno stesso paese sia fra diversi paesi.
Spesso gli economisti hanno visitato il campo della criminologia, allo scopo di comprendere la logica razionale che si nasconde dietro i reati. Quando gli economisti esaminano l'attività criminale danno per scontato che i rei vadano trattati come qualunque altro attore sociale che compia scelte razionali. In "I crimini dell'economia", Vincenzo Ruggiero restituisce la visita, passando in rassegna una varietà di scuole del pensiero economico classico secondo una prospettiva criminologica. Ciascuna di queste scuole, secondo lui, giustifica quando non incoraggia i delitti che sono il risultato dell'iniziativa economica. Ruggiero analizza, tra gli altri, John Locke e la sua nozione di proprietà privata, il mercantilismo, i fisiocrati e Malthus, nonché le argomentazioni di David Ricardo, Adam Smith, Alfred Marshall, John Maynard Keynes e del neoliberismo. In ciascuno di questi quadri teorici rintraccia la potenziale giustificazione di differenti forme di "crimini dell'economia". Il libro, che si rivolge a chiunque si interessi di teoria sociale, di criminologia, di economia, di filosofia e di politica, compie un vero e proprio riesame della storia del pensiero economico, considerandolo alla stregua di una disciplina che, mentre si sforza di guadagnarsi la reputazione di scienza, in realtà mira a rendere accettabile la sofferenza sociale che produce.