
In quest'opera, che anticipa il dibattito contemporaneo sul cosiddetto 'mind-body problem', Bergson conferma il suo distacco dalle forme intellettualistiche del pensiero moderno e prospetta una concezione dinamica dell'identità dell'io e del reale. Questa edizione italiana è stata condotta sul testo pubblicato in H. Bergson, Oeuvres, Paris 1959.
Chiamato al compito abbastanza difficile di definire lo spirito della filosofia medioevale, ho accettato, pensando all'opinione assai diffusa che, se il Medio Evo ha una letteratura e un'arte, non ha una filosofia propria. Tentar di sceverare lo spirito di questa filosofia, era impegnarsi a fornire la prova della esistenza, o a confessare ch'essa non è mai esistita. Cercando di definirla nella sua propria essenza, mi sono visto condotto a presentarla come la "filosofia cristiana" per eccellenza. Non si tratta di sostenere che il Medio Evo abbia creato questa filosofia dal nulla, non più di quanto abbia tratto dal nulla la sua arte e la sua letteratura. Non si tratta neppure di pretendere che nel Medio Evo non ci sia stata altra filosofia che la cristiana, non più di quanto si potrebbe pretendere che tutta la letteratura medioevale e tutta l'arte medioevale siano cristiane. Il solo problema da esaminarsi è sapere se la nozione di filosofia cristiana abbia un significato, e se la filosofia medioevale, considerata nei suoi rappresentanti più cospicui, non ne sia precisamente l'espressione storica più adeguata. Lo spirito della filosofia medioevale, quale lo s'intende qui, è dunque lo spirito cristiano, che penetra la tradizione greca, la elabora dall'interno e le fa produrre una visione del mondo, una Weltanschauung, specificatamente cristiana.
Il "lavoro" e l'opera di Hans Blumenberg sulla metafora sono un contributo decisivo per la definizione della modernità, delle sue soglie come dei suoi paradossi. In questo senso, Uscite dalla caverna assume un ruolo cruciale, perché individua nell'allegoria della caverna platonica un'occasione di ripensamento e di riscrittura della storia occidentale. L'attenzione che Blumenberg dedica alle dimensioni "inconcettuali" della tradizione filosofica arricchisce ulteriormente il panorama di esempi, aneddoti, visioni e rotture, che funge da sfondo e da condizione per continuare a pensare. In particolare, la metafora della caverna suggerisce un'inedita presa di coscienza dell'autonomia del pensiero, nella misura in cui si coglie l'aspetto specificamente "paideutico" e formativo, nonché politico, della conoscenza. Questo libro, l'ultimo pubblicato da Blumenberg ancora in vita, è dunque forse un'estrema risposta ai paradigmi della "gnosi" e della "secolarizzazione" così come si erano configurati in "Elaborazione del mito" e in "La legittimità dell'età moderna". Il lavoro di Blumenberg si rende attuale sia per la cura nei confronti dei contesti storici, sia per la vicinanza, l'intimità che dimostra verso gli autori che utilizza come compagni di viaggio, verso la fine delle illusioni e verso l'estremo disincanto.
Il progetto di etica e filosofia dell'informazione di Luciano Floridi investe un ampio spettro di questioni filosofiche, che variano da domande apparentemente semplici, 'che cosa è l'informazione?', a temi quali la natura e l'etica degli agenti artificiali, la fondazione e l'unicità dell'etica informatica, la semantica dei modelli scientifici, la natura e il ruolo dei compagni artificiali nella vita umana, la natura informazionale dell'universo, il ruolo che l'informazione esercita nel ragionamento e nella logica. [...] Floridi concepisce l'universo come la totalità degli oggetti informazionali che interagiscono in modo dinamico gli uni con gli altri, Vinfosfera, e questa include esseri umani, agenti artificiali e oggetti quotidiani, che comunicano tutti tra di loro. Con tale 'ubiquitous computing' o 'intelligent ambient' che pervade l'intero ambiente, il mondo ci apparirà quasi vivo e la distinzione odierna tra essere off-line nel mondo reale ed essere on-line nel cyberspazio scomparirà. (Terrell W. Bynum)
L'argomento fondamentale di questo testo consiste nell'avvalorare l'ipotesi più probabile che Zaratustra sia il padre di tutti i monoteismi principali oggi esistenti e che fu anche il progenitore della filosofia.