La teoria della volontà di Enrico di Gand: punto di arrivo della tradizione agostiniana, premessa dell'integrazione dell'aristotelismo col cristianesimo.
Le teorie sociali, filosofiche e scientifiche rappresentano, soltanto, i modi attraverso cui il pensiero umano ha cercato di comprendere e trasformare l'esistente, non sono certo espressione di una "natura intrinseca della cose". Credere, invece, in una verità oggettiva ha pericolose conseguenze su concetti quali la libertà, la responsabilità, e, in campo pratico, su attività quali quelle esplicate dalle scienze mediche.
Negli ultimi decenni si è sempre più affermata una visione della conoscenza e dello sviluppo culturale centrata sui processi evolutivi e sull'analogia con i meccanismi che regolamentano la selezione naturale. L'epistemologia ha di conseguenza conosciuto una notevole evoluzione verso la sua naturalizzazione, nella prospettiva di liberare lo studio della conoscenza da ipoteche normative e fondazionalistiche per riconsegnarla alle scienze che hanno sempre studiato i processi di acquisizione delle informazioni e di formazione dei concetti, come le scienze cognitive. Nei saggi contenuti in questo volume viene fatto il punto su di un particolare aspetto di tali recenti sviluppi: la metafora di carattere biologico tra conoscenza e processi evolutivi, a cominciare dall'analisi del suo principale interprete del '900, Konrad Lorenz, fino a giungere ai più recenti sviluppi.
L'autore, a partire dallo studio della nozione di amore presente nel pensiero del filosofo ebreo tedesco F. Rosenzweig (1886-1929), cerca di riformulare la nozione di verita'. In particolare si mette in luce come la forma dell'amore struttura lo statuto della verita' e ne mostra tre imprescindibili dimensioni.
La consapevolezza del poderoso tentativo hegeliano di pensare la vita e insieme la valutazione critica delle sue difficoltà e irrisolte contraddizioni hanno contrassegnato la penetrante "interpretazione di Hegel" di Enrico de Negri, avviata con le sue ricerche sulla nascita della dialettica e la formazione del sistema. Dalla profonda prospettiva ermeneutica nutrita da una ricca conoscenza delle fonti teologiche, filosofiche, letterarie; dall'aver saputo compiere il circolo dalla periferia al centro avvicinandosi il più possibile al cuore sia dell'intenzione speculativa sia della soggettività di Hegel, nasce la grandezza, unicità e ineguagliabilità della sua traduzione della Fenomenologia dello spirito, di cui ha saputo restituire, assieme alla potenza del pensiero, lo stile fluente, sovrabbondante, ma anche pieno di salti, della scrittura, per cui ha adoperato la bella immagine di "una selvaggia fontana di pensiero". Una traduzione che è di per sé un significativo documento della cultura filosofica italiana del Novecento e ha costituito e continuerà a costituire la via regia per avvicinarsi alla filosofia hegeliana e quindi tout court alla filosofia.
Dissertazione dottorale che ha per tema un opuscolo di Pascal, poco conosciuto, ma di un grande valore filosofico e teologico. L'autore presenta un'accurata storia del testo, dalla prima edizione del XVII s. al provabile testo originale scoperto nel 1994.
Questo libro permette di conoscere l'autentico profilo di un personaggio (definito da Leone XIII "doppiamente apostata, convinto eretico"), che la Massoneria ha riesumato dall'oblio della storia per elevarlo a martire del libero pensiero. Infatti a Giordano Bruno, frate apostata, mago, spia, scomunicato da luterani e calvinisti, sono dedicate un gran numero di logge e di onorificenze massoniche. Alla fine dell'ottocento per sfidare la Santa Sede, i settari vollero erigere un monumento al nolano in Campo dei Fiori a Roma. Leone XIII protestò con fermezza alla provocazione e minacciò persino di lasciare l'Urbe; il Comitato permanente dell'Opera dei Congressi diffuse in modo capillare questo testo di mons. Balan. In appendice al libro il lettore troverà due rari documenti di Leone XIII su Giordano Bruno, scritti in occasione dell'inaugurazione della statua in Campo de' Fiori (l'unica piazza storica di Roma dove non è presente una chiesa): l'allocuzione Amplissimum collegium del 24 maggio 1889 e l'enciclica Quod nuper del 30 giugno 1889.
I contributi ricostruiscono il variegato panorama del pensiero teologico e filosofico del XIII secolo, mettendo in luce la pluralità delle "scuole" teologiche, la differenza degli Ordini religiosi e le diverse posizioni e opzioni all'interno di un medesimo Ordine.
Agli inizi del Novecento, la città di Firenze fu il centro di un frenetico processo di rinnovamento della cultura italiana, che non mostrerà subito i suoi risultati, né sarà in grado di propagandare in maniera adeguata le sue acquisizioni con decisivo vigore. Qui idee, gruppi e conventicole nacquero sia con precisi obiettivi e consapevolezza di mezzi, che con ingenuità e avanzata goffaggine: ci si unì, si litigò, si tornò insieme, si pubblicarono riviste e ci si scontrò nelle riviste. Tutto fu mosso dall'entusiasmo dei giovani redattori, sostenuti da alcune centinaia o poche migliaia di lettori e abbonati, accomunati da un'idea di cultura militante, aggiornata, in grado di confrontarsi con i problemi di una società che fino a quel momento non aveva lasciato molti spazi agli intellettuali.
Nato a Londra nel 1925, fellow della British Academy, professore emerito della Oxford Universìty, Sir Michael Dummett è fra i maggiori filosofi della sua generazione. Questo volume offre un agile profilo della sua densa riflessione filosofica. II primo capitolo illustra come egli elabori, attraverso la riscoperta della logica di Gottlob Frege, un originale programma di pensiero centrato sulla questione analitica, ossia sulla comprensione del linguaggio. Il secondo e terzo capitolo ricostruiscono l'itinerario riflessivo che, alla fine degli anni Cinquanta, vede Dummett occuparsi di metafisica. Il quarto capitolo descrive l'indagine generale sulle teorie del significato articolata pienamente da Dummett negli anni Settanta, che lega indissolubilmente la riflessione sul significato a quella sulla nozione di verità. Dummett contrappone due famiglie di teorie del significato: realiste e antirealiste. Al realismo egli rivolge serie obiezioni, esposte nel quinto capitolo. L'alternativa antirealista viene approfondita nel sesto capitolo. Il settimo è dedicato al problema della realtà del tempo, che ha impegnato il filosofo per decenni conducendolo a una svolta negli anni Novanta. L'ottavo capitolo riassume le tesi di Dummett sui rapporti fra filosofia, scienza e religione.