La "Fenomenologia dello spirito" ha rappresentato, sin dagli anni della pubblicazione, un peculiare problema per la cultura filosofica; tanto per la sua intrinseca complessità, che ne fa uno dei libri più ardui della storia del pensiero, quanto per il ruolo che essa occupa nell'organizzazione sistematica della filosofia hegeliana. La "Fenomenologia", infatti, nasce come l'opera meno prevista dagli schemi, abbozzi o parti di "sistema" elaborati da Hegel prima del 1805, e tale rimane fino agli ultimi anni di vita del filosofo. In essa le tensioni che innervano la speculazione hegeliana sono portate all'estremo e, al tempo stesso, mantenute in un fondamentale equilibrio. Nel tentativo di penetrarne il segreto, il volume presta particolare riguardo alla struttura logica che sorregge la "Fenomenologia", nella convinzione che sia proprio il possesso della logica a costituire un canone d'accesso privilegiato a un testo di tale difficoltà. Dopo la disamina del metodo e dell'organizzazione concettuale dell'opera - nella quale si stringono i nessi fra la "coscienza" e la necessità della "scienza" e si viene delineando il principio e l'articolazione del cammino fenomenologico -, la trattazione si sofferma sulle figure e i momenti che compongono il percorso del libro, dalla "certezza sensibile" al "sapere assoluto".
Pochi testi come questa discussione del filosofo francofortese con gli studenti della Libera Università di Berlino Ovest restituiscono le atmosfere, la vivacità intellettuale, il desiderio di cambiamento che trovò espressione nei movimenti giovanili del '68. Marcuse discute con gli esponenti del movimento studentesco le forme e le strategie di una opposizione radicale nelle società sviluppate dell'Occidente e come questa possa ricollegarsi alle lotte di liberazione nel terzo mondo, in primo luogo quella vietnamita. Secondo Marcuse la fine dell'utopia non vuol dire che ad essa dobbiamo rinunciare, ma che la trasformazione profonda dei rapporti sociali è divenuta una possibilità resa concreta dal poderoso sviluppo delle forze produttive e intellettuali, che la soggettività dei movimenti è chiamata a liberare dalla gabbia dello sfruttamento e dell'ordine costituito.
Considerato un maestro dell'erotismo del Novecento, il filosofo-scrittore francese con il saggio qui pubblicato, intende esplorare l'origine della mercificazione del corpo. Secondo Klossowski il corpo può essere sottratto alla convenzionale logica procreativa unicamente se accede a una trasgressiva economia commerciale che si realizza nella perversione erotica. Solo la "moneta vivente" riesce a inaugurare un differente rapporto di scambio nel quale l'erotismo, a partire dall'esperienza di Sade, diventa un enigma pulsionale e fantasmatico che introduce al sentire eccessivo ed estremo. Per tale motivo la "moneta vivente" è anche una "moneta estetica".
Questo è un libro filosofico, interessato a influenzare niente altro che le riflessioni. Non ambisce a portare a termine l'impossibile cerimonia di seppellire Dio, né vuole assumere un ruolo diretto sul piano politico o giuridico e neanche presentare dogmi nei quali si possano riconoscere gli arei per costituire la chiesa di coloro che sono senza chiesa. Questo libro muove dalla fiducia che la civiltà del nostro paese permetterà di accogliere le idee di coloro che sostengono esplicitamente che la morale e i valori sono qualcosa che non solo può unire credenti e non credenti, ma esige da tutti noi un surplus di indipendenza e di autonomia, da realizzare vivendo come se Dio non esistesse.
Il libro indaga le possibilità di espressione dell'uomo, sul piano della sensibilità e su quello della ragione, ponendo a confronto i due sistemi espressivi. Se la Ragione è stata oggetto di ampia e dettagliata analisi filosofica, sin dall'antichità, il piano della Sensibilità è rimasto invece in ombra, forse perché ritenuto di minor importanza rispetto alla prima. Eppure è spesso proprio dalla sensibilità che traggono origine i comportamenti umani, che la Ragione subentra solo a posteriori a giustificare ed a motivare.
Che cos'è la coscienza? Per Bencivenga è l'emergere della nostra molteplicità interiore, il farsi avanti di una voce prima silenziosa che ora invece commenta, spesso in senso critico, il nostro agire ufficiale. Ma come è possibile che questa voce sia ancora nostra, sia ancora noi; che la molteplicità sia anche una? È possibile perché la nostra esistenza è dinamica, anzi è il dinamismo stesso di un continuo movimento fra punti diversi, unificati dal movimento che incessantemente li collega e dalla fiducia che sostiene il movimento: la fiducia che dove esso ci porterà saremo ancora a casa nostra. Lo stesso sentimento con cui una ballerina si slancia in un salto confidando che atterrerà sulle punte, e tenendo così solidamente sotto controllo il proprio spazio, guida anche l'inesausta danza dell'anima, quella danza che è l'anima.
Spaziando dalla religione alla politica, dai sentimenti alla filosofia, dall'estetica alla psicologia, Galimberti ci offre un modello dinamico di interpretazione della realtà. Alcune voci: Adolescenza: tappa inconclusa dell'eterno disordine Censura: l'effetto ultimo della censura è in fondo quello di confondere la destra con la sinistra Creatività: C'è ancora del caos dentro di voi? - chiedeva Nietzsche - C'è ancora una stella danzante?
Il libro offre un panorama sintetico dei punti principali della filosofia della conoscenza
Il volume si propone di far riemergere dall'oblio due dei maggiori pensatori cristiani del Novecento - Jacques Maritain e don Natale Bussi - e le loro opere principali. Nell'insieme l'autore cerca le risposte più convincenti basate sull'ontologia umana per una sana tolleranza e convivenza civile a tutti i livelli.
Siamo di fronte ad un libro che aiuta fortemente a mettere in discussione alcune certezze del nostro tempo, come l'esaltazione dell'identita', la complementarieta' e le credenze ammantate di conoscenze scientifiche. (Isidoro Berenstein) Cosa contraddistingue l'essere umano? Cosa lo differenzia dall'animale e dalle macchine? Basandosi su un terreno che edifica via via da diversi punti di vista - psicoanalisi, biologia, fisica, antropologia e addirittura filosofia e storia - l'autore propone una nuova tesi: l'essere umano e', in realta', un animale 'difettato' nel suo modo di catturare il mondo che lo circonda. Cio' lo rende capace di connettersi con qualcosa che la sua logica non puo' capire: l'inconsistente. Questa gloria o perdizione dell'umano, il fatto di andare al di la' del consistente, si rivela la sua caratteristica decisiva, fonte della sua capacita' creativa e dello sconvolgimento che costantemente produce nell'ambiente in cui abita. I vincoli, la psiconalisi, la cura e persino il tema della comparsa dell'umano sono affrontati in questo libro partendo da questa nuova prospettiva.