Opera filosofica in prosa e versi scritta tra il 1881 e il 1887; le edizioni postume aggiunsero al volume poesie del periodo 1871-1888. Il titolo dell'opera si riferisce alla poesia dei trovatori provenzali chiamata "gaya scienza", "gai saber", come sintesi di canto, cavalleria e spirito libero. Scritta nelle pause di una dura infermità, quest'opera è pervasa dal sentimento della vittoria spirituale contro la tirannia del male, accettando la vita, senza rifiutare nemmeno il dolore. Il preludio in versi consta di 63 epigrammi simbolici. Seguono gli aforismi ordinati in cinque libri.
Incubo e idolo dell'età moderna, la 'storia' - come storicismo e senso storico - non è solo una conquista dello spirito illuminato, ma una 'febbre divorante', una 'virtù ipertrofica' che può essere rovinosa: questo il punto di partenza di Nietzsche non ancora trentenne nell'affrontare il tema della seconda "Considerazione inattuale", che fu pubblicata nel 1874. Più di cento anni sono passati da allora e l'attualità clamorosa di questo Nietzsche perennemente 'inattuale' appare sempre più evidente. Le pagine che qui leggiamo hanno trovato e trovano conferme continue non più soltanto negli atteggiamenti della cultura, ma in tutti i meccanismi della società. Il passato, ormai disponibile in tutte le sue forme, anche le più remote, minuziosamente archiviato e setacciato, non è per ciò divenuto più vivo né aiuta la vita - anzi appare sempre più come una immane e oppressiva allucinazione. E così è, argomenta Nietzsche, proprio perché il senso storico non permette lo scontro bruciante con le forze del passato, ma vuole inglobare in sé come reliquia esotica, con ingiustificato sottinteso di benevola superiorità - e quindi un movimento ostile alla vita, tende a svellere la sua stessa base, che è quella "cosa sola per cui la felicità diventa felicità: il poter dimenticare o, con espressione più dotta, la capacità di sentire, mentre essa dura, in modo 'non storico'".