La tendenza a lungo prevalente nella storiografia occidentale è stata quella di leggere gli ordinamenti giuridici del passato come se avessero natura uguale a quella dei contemporanei, attribuendo alle difficoltà del momento storico le evidenti differenze tra i due periodi e considerandole scorie marginali che, se impedivano agli ordinamenti medesimi di presentare la nitidezza e la chiarezza raggiunte a partire dall'Ottocento, non ne intaccavano comunque la sostanza. Ne consegue che la loro vicenda storica è stata esaminata non già a partire dall'analisi della realtà da cui avevano avuto origine, bensì, all'opposto, da quella che si era affermata dopo di loro. Un'impostazione quanto mai singolare, che trova la sua spiegazione soltanto nella volontà della cultura dei secoli XIX e XX di legittimare le profonde innovazioni giuridiche e istituzionali vissute dalla loro età rispetto all'antico regime presentandole come il naturale esito di un processo storico lungo e accidentato, ma omogeneo. Questo volume segue una diversa impostazione, che mira ad aderire maggiormente alla concretezza e alla pluralità delle diverse esperienze storiche e istituzionali e muove da una convinzione: l'evoluzione degli ordinamenti giuridici europei di età moderna può comprendersi in maniera corretta soltanto se si prendono le mosse dalla realtà medievale. Premessa di Natalino Irti.
L'autore si propone di offrire a docenti, studenti, cultori di teologia morale, una riflessione critica sui fondamenti dell'etica cristiana. L'opera si colloca dentro la tradizione teologico-morale degli ultimi secoli, cercando di accogliere l'invito al rinnovamento chiesto dal Concilio e avendo come riferimento particolare l'enciclica "Veritatis splendor", da cui il libro deriva la sua struttura centrale, avendo come temi architettonici quelli che costituiscono il nucleo della proposta dell'enciclica: la legge, la coscienza, l'opzione fondamentale, l'atto umano, il peccato. Tutto ciò è preceduto da uno studio del messaggio morale biblico e della storia della teologia morale. Frutto dell'esperienza di insegnamento, l'opera conserva una struttura schematica e uno svolgimento semplice e lineare, con l'ausilio di esempi e applicazioni.
Il volume affronta le diverse tematiche (giuridiche, amministrative e fiscali) delle organizzazioni non profit. Vengono analizzate le associazioni (le organizzazioni di volontariato e le organizzazioni non governative), le fondazioni (le IPAB depubblicizzate, le fondazioni di origine bancaria e le fondazioni di partecipazione), le cooperative sociali, le imprese sociali, il trust (per soggetti deboli, di cui è proposto uno schema di istituzione) e le trasformazioni eterogenee, nonché l'applicazione dell'amministratore di sostegno alle realtà non lucrative. Focus specifico è riservato anche ai possibili impatti della responsabilità amministrativa ex d.lg. n. 231/2001 sulle organizzazioni non profit. Un capitolo è poi dedicato interamente ai rapporti contrattuali tra Pubblica Amministrazione e soggetti non profit, in cui si evidenziano anche i ruoli e le funzioni di alcune figure di diritto pubblico (aziende speciali e aziende pubbliche di servizi alla persona). La metodologia seguita è tale da consentire una lettura delle diverse tipologie giuridico-organizzative che evidenzia il loro momento genetico, la loro governance interna, i rapporti con la pubblica amministrazione, nonché i profili tributari. Ogni aspetto è analizzato richiamando la dottrina, la giurisprudenza e la prassi tributaria di riferimento in materia. I volume contiene anche Un esempio di istituzione di un trust di scopo (per soggetti deboli) con trustee una cooperativa sociale.
Il volume offre approfondimenti di diritto romano.
"L'opera Teologia della speranza di Jürgen Moltmann, edita in edizione originaria nel 1964 (e in traduzione italiana come BTC 6 nel 1970, è ormai un testo classico della teologia del XX secolo. Il messaggio dell'opera, tradotta nelle principali lingue internazionali, affermava che l'esistenza cristiana e l'azione sociale si devono coniugare insieme. A lungo attesa, ora finalmente vi fa seguito questa nuova opera, "Etica della speranza", in cui l'Autore spiega come si potrebbero prospettare, alla luce di una teologia della speranza, delle visuali etiche, dei giudizi etici e un agire concreto. Questa nuova opera, "Etica della speranza", non è un manuale che tratta di princìpi generali atemporali, ma un progetto di prassi etica. A un capitolo fondamentale sul nesso esistente tra escatologia ed etica seguono tre passaggi: il teologo cerca di delineare un'etica della vita in contrasto con un'etica della morte, un'etica della terra di fronte alle sfide ecologiche del presente e, infine, un'etica della giustizia di fronte ai crescenti squilibri sociali e globali nella convivenza sociale. La speranza incoraggia a fare quel che oggi e domani è necessario fare, con coraggio, di fronte al pericolo.
Il volume analizza argomenti di diritto romano.
Il libro illustra in chiave comparativa il pensiero di alcuni autori classici della sociologia urbana e di altri sociologi e studiosi che si sono confrontati con il tema della città e più in generale dello spazio. L'obiettivo fondamentale è introdurre studenti di diversa formazione e livello ai temi cruciali della città così come sono stati affrontati nel corso del '900. Con ciò si intende anche "mettere ordine" nella sociologia urbana, che nel corso del secolo ha prodotto una grande quantità di teorie, ricerche e modelli, oggi bisognosi di essere re-inquadrati per ridefinire l'identità della disciplina e i suoi rapporti con gli studi contigui.
Docente di Sociologia generale e Sociologia dei processi migratori nella facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Genova, Maurizio Ambrosini presenta con questo libro un'introduzione a una disciplina sempre più frequente nei curricula universitari. Pur insistendo sulla dimensione socio-economica, l'autore ha dato il necessario rilievo a quegli aspetti del problema che riguardano la famiglia, l'educazione dei minori, le politiche migratorie, i problemi della devianza e della xenofobia.