
La Bibbia - Antico e Nuovo Testamento - ha impregnato di sé la storia dell'Occidente. Lo ha fatto in modo diretto nella sua duplice, forte tensione interna ebraico-cristiana e, in modo indiretto, attraverso gli influssi che ha esercitato sull'islam e sulla stessa cultura laica. Nel fornire una introduzione alla Scrittura che ne valorizza la ricca veste letteraria e i molteplici contenuti, l'autore ripercorre le tappe di formazione del testo biblico, i modi in cui è stato interpretato, i grandi temi del suo messaggio, e ne illustra alcuni personaggi chiave.
Figura demoniaca di maga barbara e crudele, Medea è uno dei personaggi più noti, estremi e coinvolgenti del teatro antico. Lucida e determinata nel compiere una vendetta atroce, l'assassinio dei figli, che la colpirà con violenza devastante, Medea appare perfettamente consapevole delle conseguenze del suo gesto estremo. Ma alla tensione emotiva ("capisco quali dolori dovrò sostenere, ma più forte dei miei propositi è la passione") si unisce un'assoluta autonomia intellettuale, fino ad allora sconosciuta in una donna nel mondo greco. Nella sua introduzione Vincenzo Di Benedetto mette in luce la modernità di questa tragedia e spiega la dura polemica dell'autore contro la società ateniese di quegli anni.
Composte nella seconda metà del V secolo a.C., le tragedie del ciclo di Edipo mettono in scena, in forme di straordinaria suggestione, una delle più alte e dolenti rappresentazioni del destino umano. Edipo, assurto con Sofocle a simbolo universale, è il paradigma più famoso dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Giunto al potere grazie alla propria intelligenza, Edipo è costretto, attraverso una forzata e convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga sequenza di orrori e delitti, e a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate parole del Coro: “Non dire felice uomo mortale, prima che abbia varcato il termine della vita senza aver patito dolore”.
«Nell'ambiente delle comunicazioni come della scuola e dell'università, del lavoro come delle relazioni, si insinua fortemente la tentazione di iniziare a considerare tutto ciò che "facciamo a distanza" come il futuro del nostro mondo. Questo libro può essere un prezioso aiuto nella riflessione su questi aspetti determinanti, per l'oggi della pandemia come per il domani in progress», scrive Rocco D'Ambrosio nell'Introduzione di questo testo, provocato dal Messaggio del papa per la 55a Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, dal titolo "Vieni e vedi" (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono. E quel "dove e come sono" è proprio la matrice delle riflessioni qui pubblicate, ognuna a partire dalla disciplina specifica e dal campo di studio che le coltiva. Ma che non rimangono isolate, anzi, s'intrecciano in fecondi percorsi di lettura che fanno dell'arte, della psicologia, della sociologia, della filosofia il terreno comune, ricco e diversificato, su cui fare maturare il seme della parola comunicativa generata dall'incontro con le donne e gli uomini del nostro tempo.
La presenza crescente di musulmani nel nostro paese e l'internazionalizzazione e globalizzazione di tutti gli aspetti della nostra vita ci obbligano ad allargare la nostra visione del mondo e degli altri. Solo in tempi recenti noi occidentali abbiamo cominciato ad accorgerei che i popoli dell'Islam, dal Marocco alla Cina, alla Malesia alle Filippine, stanno giocando un ruolo di vitale importanza non solo nella comunità internazionale ma anche all'interno delle nostre stesse società. Essi, infatti, dopo aver riconquistato la loro indipendenza politica e, in alcuni casi, una certa potenza economica in un mondo globale e spesso fortemente se colarizzato, stanno confrontandosi con quei concetti di laicità, di costituzionalismo, di democrazia, di diritti umani che si sono sviluppati soprattutto in Occidente.
Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo inconscio personale". Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, e che è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto «inconscio collettivo». «Il concetto di archetipo, che è indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque».
Questo libro è rivolto principalmente agli studenti universitari. La materia oggetto del libro è suddivvisa per argomenti e sotto-argomenti (ad es., argomento Il Parlamento; sotto-argomenti: modi di elezione, composizione, durata, funzioni ecc.) e in tale ambito vengono riportati gli articoli della Costituzione che ad essi si riferiscono, talvolta spezzati in comma o capoversi per un'esigenza di omogeneità. Il libro, non è pertanto, né un manuale di tipo classico, nel quale è ricompresa l'illustrazione del testo costituzionale; né un commentario tradizionale della Costituzione, nel quale i vari articoli si succedono uno dopo l'altro nello stesso ordine di cui al testo costituzionale.
Come nasce la bioetica? A quali domande risponde? Stefano Semplici e Mirko Di Bernardo riflettono insieme su una disciplina divenuta, negli ultimi decenni, centrale nella ricerca scientifica e nel dibattito pubblico. Aborto, eutanasia, manipolazione genetica, utilizzo delle cellule staminali, diritti degli animali, gestione delle risorse naturali: problemi e dilemmi letti nella tensione fra libertà della persona, pluralismo dei valori e diritti e doveri nel contesto della globalizzazione.
Stefano Semplici è membro del Comitato internazionale di bioetica dell'Unesco e insegna Etica sociale all'Università di Roma "Tor Vergata". Ha pubblicato presso Morcelliana: Undici tesi di bioetica (2009).
Mirko Di Bernardo è dottorando in Scienze dell'Educazione presso l'Università di Roma "Tor Vergata".
Viviamo immersi nell'ambiente creato dalle nuove tecnologie. Internet, telefoni cellulari, dispositivi autoregolati sono ciò di cui facciamo costantemente uso. Ma a volte nasce il dubbio di non essere tanto noi a utilizzare questi apparati, quanto piuttosto di esserne utilizzati. Questo libro vuole riflettere sul nostro rapporto con le nuove tecnologie e su come tale rapporto può essere realizzato eticamente, in un confronto con i criteri e le procedure che contraddistinguono l'agire tecnologico. Dopo aver distinto tecnica e tecnologia e aver analizzato nel dettaglio alcune tecnologie emergenti, si discutono i modi in cui - attraverso il diritto, l'approccio deontologico e i Comitati etici - vengono affrontate molte questioni di grande attualità; lo scopo è di mostrare come solo un preventivo approfondimento in chiave etica dei problemi qui emersi possa rendere davvero efficaci i tentativi di soluzione proposti.